sabato 6 novembre 2010

senilità 2 o sulle intolleranze

No, non parlo nuovamente di capelli bianchi, e nemmeno di intolleranze alimentari, ma del fatto che la mia recente convivenza forzata mi ha portato a dovermi scontrare con la la mia parte intollerante.
Questa esperienza mi ha fatto riscoprire che alcune cose mi mettono a disagio:
  1. il disordine;
  2. le invasioni del mio spazio;
  3. chi ti mette nella condizione di non poter scegliere;
  4. i ritardi.
Probabilmente dovrei essere più rilassato, perché, a quanto pare, questo è quello che ci si aspetta da chi ha la mia età; forse devo convincermi di volere essere "normale", ma non credo ci riuscirò. Questo mi fa percepire, ancora una volta, quanta distanza c'è tra me e la mia età anagrafica.

Mi piacerebbe trovare qualcuno qualcuno che non capisca cosa ci sia di divertente nell'andare in un locale dove ti fanno ascoltare musica che non ti piace, con un volume tale da non permetterti di sentire neanche la tua voce, circondato da persone apparentemente molto simili tra loro, che mandano giù alcool in una sorta di gara "a chi resiste di più". Credo che ci sia qualcuno che la pensi come me, e, forse, ho anche conosciuto qualche esemplare di questa specie, ma nessuno che fosse mio coetaneo.

Mi sento sempre di più un vecchio nel corpo di un venticinquenne (quasiventiseienne) che sembra il corpo di un diciottenne (quando mi va bene), e credo di essere piuttosto confuso da questo.
Vincent van Gogh (1890), I bevitori o le quattro età dell'uomo
[voglio andare a vedere la mostra al Vittoriano]
Il fatto è che, guardando i miei coetanei, mi sento proprio anziano: non sopporto la ricerca obbligata del "divertimento", non sopporto che tutti si debbano divertire allo stesso modo, non sopporto il contatto fisico ad ogni costo, non sopporto il dover essere belli, non sopporto chi ti chiede "come stai" e non ascolta la tua risposta, non sopporto chi non si interessa, non sopporto chi parla per sentito dire, non sopporto chi parla credendo di saperla lunga, non sopporto chi si vanta, non sopporto l'inconsapevolezza e la mancanza di curiosità e non ammetto l'accettazione passiva e assoluta di un modello di comportamento unico per tutti.

Molti pensano che io sia strano, ma io credo di non poter essere più normale di così, non posso smettere di imparare cose inutili, di osservare i comportamenti di chi ho intorno, di cercare di capire le persone che ritengo interessanti, di non comunicare apertamente quello che penso e provo, di dire frasi a vanvera solo perché per qualche motivo mi vengono in mente, di cantare canzoni vecchissime camminando per strada, di apprezzare cose che altri credono pallose, di cercare collegamenti insoliti tra le cose. Non posso smettere di essere me, ogni giorno io sono io, e non è detto che da domani io non possa diventare qualcos'altro rispetto all'io di oggi, resta il fatto che sarò sempre me stesso (anche perché le poche volte che ho cercato di essere "normale" il mio disagio era troppo evidente).

In sintesi credo di essere molto vecchio dentro, piuttosto giovane fuori e assai confuso intorno.

PS: vista la "grande richiesta" sono ritornato ai post non lineari

Bert

2 commenti:

  1. Invece è un bel post lineare. Penso tu non sia l'unico. La paura di essere messo da parte e boicottato fa sì che molti ragazzi si adeguino al comportamento della massa e in qualche modo ne vengono fagocitati. Pèrdono così la propria personalità per omologarsi alla "compagnia".

    Indubbiamente il tuo sembrerebbe un ragionamento da grandi, ma io ritengo piuttosto sia un ragionamento di una persona matura, che non vuol dire vecchio.

    Peccato tu dimostri 18anni altrimenti ti avrei invitato a una passeggiata per le viuzze di Roma, sai mi potrebbero prendere per un pedofilo :DD oddio mo' non esageriamo mica sono un matusalemme :P

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  2. e io avrei accettato l'invito. Però... ah, e non sarei stato per niente interessato a quella che hai definito la "parte anatomica".

    PS: pèrdono... mi piace troppo quell'accento

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