Visualizzazione post con etichetta cose tra blog. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cose tra blog. Mostra tutti i post

mercoledì 12 giugno 2013

i raccomandati

Oggi vorrei denunciare un caso di raccomandazione che mi ha sorpreso e abbastanza disgustato.

Solo poche righe per dirvi che Cip e Ciop, diventati famosi nel 1943 grazie a Pluto, sono due scoiattoli striati, proprio come Alvin, Simon e Theodore, meglio noti come Alvin and the Chipmunks, entrati in attività nel 1958; solo un caso? Non credo.

E se non siete ancora convinti, sappiate che nel 1983, dalla serie animata Alvin Superstar, vengono fuori le Chipettes, tre scoiattoline striate che, pare, se la intendano proprio con i Chipmunks.



Non aggiungo altro in merito.

Non in merito aggiungo che dalle parti di Mr Ford ho fatto un test per vedere quando sono fordiano; pare che sono uno dei Goonies, il che è fantastico! A parte il test, pare anche che citando tutto ciò in questa sede potrei avere aggratise la versione premium di questa simpatica app cinefila (qui in versione gratuita), quindi lo cito e mi faccio raccomandare pure io, anche se non sono uno scoiattolo striato.

N.B.: contrariamente a quanto potrebbe far credere il titolo del post, analisi chimico fisiche svolte sullo stesso non hanno mostrato alcuna traccia di Carlo Conti e Pupo.

lunedì 27 febbraio 2012

Cornelio Nepote! PRRRRRRRR

- Ma sono stato assente per una settimana?
- Eh, signora mia, come passa il tempo quando ci si deprime!
Eravamo rimasti che ero in crisi, vero? Ecco, sto sempre in crisi, non vi preoccupate, non ci sono state novità da quel punto di vista, ma c'è una grossa novità che è andata ad arricchire il mio impressionante curriculum da ciarlatano: sono diventato un biografo.

Sapete tutti quanto io sia uno scrittore versatile (a proposito, non usate mai e poi mai la parola "versatile" se vi trovate su twitter. Non fatelo!) e talentuoso, è evidente ed innegabile, ma forse non sapete che non mi era mai capitato di essere scelto come biografo ufficiale di qualcuno. Orbene*, ero nel bel mezzo della mia depressione più profonda, quando arrivò, tra le mie sporche** mani, una richiesta ufficiale, per mezzo della quale -IlDave- mi chiedeva di dare vita alla sua biografia ufficiale; sorpreso ed incuriosito, decisi di accettare tale proposta.

Insomma, com'è come non è, questa biografia ha visto la luce (non proprio); se volete leggerla basta cliccare sulla foto qui sotto, che poi è un'anteprima dell'immagine di copertina della biografia in questione.


Vi ricordo che ogni cosa che faccio io è fatta male, quindi non aspettatevi niente, inoltre, vi faccio presente che se volete una biografia potete sempre chiederla a me o a... Bruno Vespa, per esempio.

PS: dite che ho usato la punteggiatura giusta nel titolo del post?

*l'ho usato a casaccio, ma volevo mettercelo.
**voglio proprio vedere quanto sono pulite le vostre dopo un viaggio in treno e in metropolitana.

giovedì 16 febbraio 2012

Le non recensioni di Mr. Bert Ford: Twilight edition

Al mondo esistono cose talmente brutte da meritare una nonrecensione. Esistono cose talmente brutte che non hanno i requisiti per essere nonrecensite. Esistono cose talmente brutte che necessitano di un reboot. Esiste la serie di Twilight.
Ora c'è qualcosa di peggio.
Iniziamo con il libro.

TWILIGHT


Quella sera l'aria sapeva di pomeriggio*, il sole filtrava dalle veneziane semichiuse. Non amava la luce Ed, non la amava in generale e oggi, dopo il suo ultimo fallimento, non riusciva proprio a sopportarla.
Nell'angusta stanza al terzo piano del numero 36 di via le mani dal naso, una squallida palazzina di quelle che negli anni '60 spuntavano improvvisamente come brufoli sul viso di un quattordicenne brufoloso, oggi c'era un insolito silenzio; tutto taceva, tutto sembrava tranquillo, ma, in quella stanza, nulla lo era.
Entrando non si poteva fare a meno di notare quanto quello spazio fosse riempito da un vuoto quasi opprimente; niente orpelli nel loro lavoro: due scrivanie, una di fronte all'altra; due sedie di quelle scomode per i clienti; due poltrone; Ed e J. Con un'unica occhiata si poteva vedere il marciume che grondava da quella stanza; il pavimento, con le sue assi staccate, scricchiolava a ogni passo; sulla parete di fondo era ben visibile una larga chiazza di umidità che si estendeva fino al soffitto; aprendo la porta l'odore di fumo e muffa ti arrivava dritto allo stomaco. Nessun loro cliente avrebbe mai notato tutto questo, perché se cerchi Ed e J devi essere pazzo, ubriaco o talmente disperato da essere disposto a tutto.
- Interno 8.
l'ubriacone del quarto piano aveva deciso di smaltire la sbronza nell'androne del palazzo anche quella notte, le sue parole sbiascicate a stento arrivarono fino alla stanza di Ed e J: l'interno 8 appunto. Erano le 14:27, il caldo umido di quell'inizio giugno era insopportabile, i giornali dicevano che questo era il mese più caldo degli ultimi 53 anni, ma i giornali ormai non erano più credibili da tanto, forse proprio da 53 anni; il caldo, in ogni caso, era vero e nessuno usciva di casa alle 14:27 senza un motivo.

L'ascensore iniziò a emettere i soliti cigolii, si fermò al terzo piano, un passo, due passi, tre passi. Dietro la porta semitrasparente dell'interno 8 apparve una sagoma esile, nervosamente, la sagoma bussò due volte e, senza attendere alcuna risposta, entrò nella stanza.
Era una ragazza abbastanza giovane, troppo magra e quasi insignificante, una di quelle che non noteresti mai; ben presto si sarebbe rivelata anche noiosa. Al suo ingresso Ed ebbe un fremito: aveva iniziato a sentire l'odore del suo sangue mentre lei era ancora in strada, ora la stanza gli sembrava satura di quell'aroma e si tratteneva a fatica dal saltarle addosso per nutrirsene.

J non era uno di tante parole, quello che sapeva parlare era Ed, ma adesso Ed era seduto, immobile, non aveva mosso un muscolo da quando la donna era entrata nella stanza, temeva che se l'avesse vista non avrebbe potuto resistere all'istinto di saltarle al collo, per questo se ne stava lì, a fissare la chiazza di umidità sulla parete; non era la prima volta che capitava, quindi toccò nuovamente a J capire cosa volesse quella ragazza insipida.
Disse di chiamarsi Isabella, Isabella Swan. Swan: cigno; forse in un'altra vita lo era stata, adesso sembrava solo un brutto anatroccolo denutrito. Era lì, in piedi, di fronte alla scrivania, quelle sue gambette ossute non riuscivano a rimanere ferme, Ed era infastidito da quel continuo movimento, lo distraeva, aveva quasi voglia di frantumarle le rotule a forza di mazzate, ma in quella stanza non c'era una mazza; questo pensiero lo fece sorridere per un momento. Cercò di concentrarsi per ascoltare le parole della ragazza, ma quelle gambe!
Dovette insistere non poco per riuscire a farla sedere, il pensiero di quelle ossa nascoste solo da un sottile strato di pelle non era totalmente sparito neanche in quel modo, ma almeno ora non le vedeva più e questo bastava per permettergli almeno di sentire la voce noiosa della ragazza insipida.

ho detto insipida, non... lasciamo stare.
Isabella cominciò nuovamente a parlare, fu in quel momento che J si accorse per la prima volta dell'odore di marcio che usciva dalla sua bocca: ogni parola della ragazza era intrisa di putrefazione; i suoi discorsi non avevano alcun senso e, in sostanza, non si capiva per quale motivo fosse arrivata a chiedere il loro aiuto, ma J sapeva: Isabella era morta e non se n'era accorta.

Capitava, di quando in quando, che la Morte si trovasse di fronte un individuo talmente insulso da essere ignorato perfino da lei, o almeno questo è quello che dicevano alcune vecchie leggende; di certo Isabella era insulsa e, molto probabilmente, lo era così tanto da meritarsi di essere ignorata perfino dalla trista mietitora.
Avevano già avuto un caso del genere, lui era Mike B., ma quella volta era stato lui a rifiutare la morte, perché aveva risposto male a una sua domanda e il notaio aveva detto:
- No.
Stavolta era tutto diverso, per farla finalmente andare dove doveva andare, per dove doveva andare, dovevano trasformarla e renderla, almeno in apparenza, una persona interessante. Dovevano ingannare la Morte.

J disse alla ragazza che si sarebbero incontrati alle 4:00 nel bel mezzo del quadrilatero delle vittime, fashion victim, s'intende (più precisamente all'incrocio tra la quarta strada, via Quarto, via dei quattro cantoni e quella via, di cui non ricordava il nome, dove c'è la sede di Quattroruote), poi spiegò la situazione a Ed, che ormai si era abituato all'odore del sangue della ragazza e, da diligente membro dell'Associazione Nazionale Vampiri Emo Vegetariani (ANVEV), aveva ormai raggiunto il pieno controllo sul proprio istinto.

socio ANVEV dal 1962.
Era giunto il momento di mettersi al lavoro, avevano poco più di un'ora di tempo per prepararsi all'azione. J sapeva che in una situazione del genere avrebbe dovuto dare libero sfogo a tutti i propri poteri, fu per questo motivo che disse a Ed di aspettarlo fuori dalla stanza. Il vampiro si chiuse la porta semitrasparente alle spalle.
Sapeva che J era un licantropo speciale, ma non aveva mai avuto l'occasione di vedere le sue sembianze animali; dall'interno della stanza provennero grida strazianti, suoni talmente acuti da far incrinare il vetro della porta, poi il silenzio, uno strano odore di fragola si diffuse per le scale, la porta si aprì e J mostrò il suo vero aspetto: era un mini pony viola, il suo crine aveva i colori dell'arcobaleno ed era il suo alito a odorare di fragola; Ed lo guardò con aria incuriosita, poi, dalla tasca sinistra della sua pelliccia ecologica, prese una spazzola ed iniziò a pettinare quella chioma che già invidiava al suo collega. J nitrì stizzito qualcosa che somigliava a un "che mazzo fai", con un mezzo inchino invitò Ed a salirgli in groppa e, insieme, volarono fuori dalla finestra delle scale alla volta del luogo dell'appuntamento.

Fine del primo libro.
(continua...)

TWILIGHT - IL FILM


Neanche il tempo di sbancare i botteghini delle librerie, ed ecco che la grande macchina della produzione Transformers già stanziava i primi fondi per portare a casa un nuovo successo planetario.
Ovviamente nel ruolo di Bella viene chiamata la Dea - per i robottoni - Megan Fox: per ovviare al problema delle caviglie grosse rispetto alle gambe scheletriche della protagonista del libro il Transformer chirurgo applica immediatamente una liposuzione alla diva, rendendola perfetta per la parte.
Ad impersonare il romantico e schivo Ed una vera sorpresa: Cannibal Kid, che dopo il successo della serie "Teen, il cucciolo eroico" è sulla bocca di tutti gli esperti di settore.
Il ruolo di J, dopo una battaglia all'ultimo steroide, è assegnato a John Cena, che ha promesso almeno una mossa spaccaschiena sul suo collega.
Per poter portare a casa un vero e proprio successone, però, mancava il tocco magico del regista: a questo punto, a seguito di una sessione di preghiera del Kid e dei Transformers - ebbene sì, anche Cannibal è parte del culto foxiano - la sovrana dei pollici deformi delibera che a dirigere questo primo capitolo, rigorosamente in 3D, sarà James Cameron, regista amatissimo dal protagonista maschile, che, come verrà dichiarato in seguito, ha avuto con lo stesso anche un rapporto di tipo sentimentale e molto bromantico.

Indovina chi: qual è Cannibale?
Le riprese, studiate nel dettaglio e realizzate in più di cinquanta differenti locantions pur essendo quasi ed esclusivamente interni che potevano essere replicati in studio, mettono in campo tutto il meglio della tecnologia umana e non, tanto che alcuni dei Transformers vengono modificati per divenire carrelli, steadycam e via dicendo.
Ad ottimizzare l'effetto del 3D vengono inserite delle riprese speciali della Fox intenta a compiere la sua mossa favorita, quel Samoan Spike che tante vittime aveva mietuto non troppo tempo prima: per gli spettatori in sala la sensazione sarebbe stata quella - terrificante - di avere il pollice della protagonista pericolosamente vicino alla faccia, in primissimo piano: una cosa che neppure gli horror più estremi avevano osato.

Cannibal e John Cena, nel frattempo, divengono inseparabili sul set, con il popolare wrestler che giura che, sotto l'effetto del sangue finto utilizzato nelle riprese, Kid ha dichiarato di voler partecipare ad un evento della WWE, le fonti più vicine agli attori rivelano che potrebbe trattarsi addirittura di Wrestlemania, per una sfida contro Undertaker nella speranza di interrompere la leggendaria streak vincente di quest'ultimo.

Incredibilmente, questa volta tutto fila liscio, tanto da cementare nei Transformers la fede in Megan Fox: il film è girato a tempi di record - 20 giorni appena -, e Cameron, da bravo perfezionista, dedica alla post produzione soltanto una settimana, confezionando per Prime e soci un prodotto di altissima qualità nonchè legato alla redditizia industria degli occhialini di plastica che il pubblico si ritrova a dover forzatamente acquistare con il biglietto, pena l'espulsione dalla sala con un Samoan Spike d'antologia.

Trama pessima, interpretazioni agghiaccianti - pare che tutti e tre i protagonisti siano destinati al Razzie Award -, confezione di lusso sfrenato ed esplosioni come ogni film in 3D richiede: tra queste una vertiginosa sequenza con la soggettiva di una goccia di sangue dal corpo di Bella allo stomaco di Ed.

Tutti felici e contenti, dunque?
Ebbene no.
I Transformers, agghiacciati dalla parcella presentata da Cameron riguardo il suo compenso ed il costo delle riprese, si ritrovano a dover vendere parti dei loro corpi come ricambi per auto in modo da venire incontro alla crisi e contenere i costi, ritrovandosi poi in gruppo di preghiera - ovviamente con il fu Cucciolo Eroico - in modo da chiedere consiglio alla Megan divina.

Detto, fatto, e l'attrice, inviperita per il trattamento riservato da Cameron ai suoi fedeli, colpisce il regista con un Samoan Spike reso ancora più violento dal supporto fornito da Cena nello spingere il pollice dritto dritto nella gola dell'uomo.
Con Cameron ko e ridotto ad un vegetale, alla produzione si presenta una domanda fondamentale in vista della realizzazione del secondo capitolo: chi sarà dietro la macchina da presa?
James Cameron dopo la cura.
Nel silenzio imbarazzato, un pensiero attraversa le menti di tutti.
Un pensiero legato alla Fede.
Il nuovo regista poteva essere solo uno.
Ma questa è un'altra storia...

*qui ho citato Woody Allen, anzi no.

lunedì 17 ottobre 2011

réclame

Questo sarà un post che i gufi anti pubblicità sui blog non ameranno molto, ma oggi voglio dirvi una cosa, e questa cosa, per certi versi, trasformerà il seguente post in un consiglio per gli acquisti.

Come alcuni di voi già sanno, un giorno di pioggia (questa è un'informazione probabilmente inesatta) MirkoS ha avuto un'idea, un'idea che mi è piaciuta da subito, ma che per diventare realtà aveva bisogno del contributo di più persone.
Dovevamo diffonderla.
E fu così che, presi da un attacco di follia megalomane, abbiamo deciso di aprire un blog che ci avrebbe permesso di capire se e quanto l'idea fosse realizzabile.

Forse alcuni di voi non se ne sono neanche accorti, ma da un po' di tempo, proprio in cima a questa pagina, è comparso un bannerino che anticipava qualcosa di ignoto (non proprio a tutti); ebbene, da ieri questo banner è leggermente mutato, a questo punto vi invito a prendere il mouse, cliccare sul banner mutato, leggere il primo post del blog e dire la vostra... ok, se non volete muovere il mouse vi metto il link al blog anche qui e sull'immagine a sinistra, così non avete scuse.

Spero che l'idea possa piacervi almeno quanto è piaciuta a me, che abbiate un sacco di proposte e un altro sacco pieno di voglia di partecipare.

PS: mi scuso con tutti quelli che ho contattato via email e che hanno risposto se non li ho tenuti aggiornati, ma diciamo che ero leggermente impegnato... impegno che ovviamente non ha portato alcun risultato, ma questa è un'altra storia.
Sappiate che se non vedrò i vostri commenti comparire su snowblogtrip vi attedierò con altre email semipubblicitarie.

mercoledì 31 agosto 2011

le non recensioni di MrBertFord 2.0

Quando un mese – vista il giorno – è appena finito e un nuovo mese sta per cominciare; un mese in più per amare, per sognare, per vivere, per dire, per fare, per baciare, per lettera, per testamento, ma anche no.
Buonanotte.

No, aspettate, il "buonanotte" non c'entra niente, ma l'introduzione (qualcuno si è accorto che la frase è parzialmente rubata?) era per farvi presente che quest'anno il mese di agosto finisce alla grande con la seconda coppia delle attesissime recensioni di MrBertFord!

Se non sapete di cosa parlo, dovete solo vergognarvi (se non avete voglia di vergognarvi dovrete leggere qui o qui).

la reazione di Morandini
Grandi novità per questa fantastica puntata delle recensioni che hanno fatto cadere in depressione Morando Morandini, anzi, grande, perché è una sola: i voti finali! Per inciso, il voto dei Decepticon è totalmente falsato, in quanto non viene giudicata la reale qualità del film in questione, ma solamente la presenza della loro beniamina... in fondo li capisco, anche io mi sarei trovato in imbarazzo nel dover dare un voto a uno dei miei idoli.

Ma ciancio alle bande, andiamo a cominciare.

DIRTY DANCING - IL REMAKE -
di MrJamesFord

Ormai da tempo si vociferava di un ritorno sugli schermi di Baby e Johnny Castle, e finalmente pare che l'attesa dei milioni e milioni di fan in tutto il mondo della coppia di ballerini più amata del grande schermo dopo Fred Astaire e Ginger Rogers sia terminata.

Sotto l'egida dei Decepticons e la produzione di Rick Rubin, prestato al Cinema dal suo grande amico Trent Reznor che pare abbia convinto il leggendario barbuto guru rock a seguito di una sbronza terrificante a prendere parte a questo progetto, sono finalmente pronte a partire le riprese di quello che promette di essere un cult imperdibile.
La regia, dopo l'insuccesso di Michael Bay, verrà affidata a Tony Scott, il mitico fratello sfigato di Ridley già più volte omaggiato al saloon, che pare abbia contrattato fino all'ultimo per avere Denzel Washington nel ruolo del dottor Houseman, modificando il personaggio in modo da renderlo un ex agente della Swat profondamente reazionario capace di autosuturarsi.
A fronteggiare l'ostico genitore della protagonista troveremo un lanciatissimo Taylor Lautner, che per interpretare il ruolo che fu del compianto Patrick Swayze ha deciso di tingersi i capelli di biondo credendo che il remake fosse quello di Point break e di buttarsi in un corso intensivo di danza classica presso l'accademia di Amici.

Chiuso il cerchio a proposito di regia e produzione ed approvato il budget per le esplosioni che, da contratto, Tony Scott necessita di inserire in ogni sua pellicola, restava soltanto da definire il ruolo più conteso della Storia del Cinema: quello di Baby.
A contendersi la parte dopo una selezione durata giorni e giorni, infine, sono giunte cinque promettenti attrici spinte da ognuna delle personalità di spicco dietro la creazione di questo nuovo, incredibile capitolo della settima arte: Tony Scott, memore di Domino, propone Kiera Knightley; Denzel Washington, memore di un po' di curve, Beyoncé; Rick Rubin, obnubilato dall'alcool, Amy Winehouse; Taylor Lautner, incapace di pensare a seguito dello sforzo fisico sostenuto negli allenamenti di danza, Justin Bieber; e per chiudere in bellezza, i Decepticons alla carica con la loro beniamina Megan Fox, guidata dalla forza dei suoi pollici deformi.
io tifo per questa coppia
Incapaci di risolvere la questione se non menandosi bottigliate a tutta caldara, i selezionatori giungono alla conclusione che è sempre più utile che a menare le mani e fare tutta la fatica fossero le aspiranti, che da che mondo è mondo devono sbattersi il più possibile per soddisfare le loro ambizioni e le richieste dei produttori.
Sfruttando l'antico e scientifico metodo della pagliuzza più corta viene dunque scelta l'antichissima pratica della lotta nel fango, che vedrà protagoniste le future Baby.

Appurato il forfait per motivi di salute di Amy Winehouse, il primo incontro ad andare in scena è quello tra Justin Bieber e Megan Fox: senza neppure fare troppa fatica, la protagonista idolo dei Decepticons a passo di danza rifila un paio di schiaffoni al Biberon, che finendo con la faccia nel fango finisce per inzozzarsi il fantomatico ciuffo, entrando così in una crisi mistica che ne provoca la sconfitta.

Il secondo match, decisamente più combattuto, tra Keira Knightley e Beyoncé, prosegue con continui cambi di fronte così a lungo da provocare il coma etilico di Rick Rubin, che viene portato d'urgenza in terapia intensiva per essersi intossicato con la sua stessa barba, avendola respirata in stato d'incoscienza.
Dopo quattordici ore di lotta e danza, danza e lotta, quando anche le speranze del fango stanno per giungere al termine, ecco la zampata decisiva di Beyoncé, che con un acuto un po' troppo acuto stende la Knightley e si aggiudica la semifinale.

Sotto pressione dei Decepticons e con l'arrivo dell'arbitro speciale per la finale - in rispetto della danza, in diretta da Black Swan, Natalie Portman - l'incontro ha inizio subito dopo, con una freschissima Megan Fox che, eseguendo il micidiale colpo di pollice Samoan Spike appreso anni prima grazie agli insegnamenti del fu Umaga ha immediatamente la meglio su Beyoncé, aggiudicandosi la parte.

I Decepticons esultano proprio quando Denzel, aizzato da Jay Z, protesta a suon di pistolettate contro il risultato inficiato dalla durata del match precedente e sulla scarsa sensibilità razziale della produzione: protetta al volo Megan Fox con i loro corpi d'acciaio, i Decepticons ingaggiano così una battaglia terrificante rispondendo ai detrattori del loro idolo, il tutto mentre Taylor Lautner, con Bieber tra le braccia, si prodiga in una danza nel pieno del ring di fango in modo da evitare di essere crivellato di proiettili.

Tony Scott, vecchio volpone, approfittando della situazione filma il tutto decidendo di tenerlo per il montaggio finale, o al massimo per una director's cut in grado di fruttare milioni.
Il ring avrà pure deciso - sempre che qualcuno sopravviva -, ma lui la sua Baby l'ha trovata: e certo anche un'indimenticabile Dirty Dance.

Voto finale:

ACCERCHIATO
di Me

Estremo centro periferico di Pechino. Un mezzogiorno di un giorno a caso di un mese caldo a caso.
Un fievole boato squarcia il caotico rumore ordinato della savana pechinese. La folla, che si era radunata lì pensando che fosse la notte di capodanno, viene improvvisamente accecata da un insolito intenso bagliore: il sole; segue un'altrettanto intensa sensazione di calore e un rapido mulinare di vento.

E nulla più.

Nell'oscuro miscuglio di smog e polvere prodotto dal rapido turbinare dell'aria, si inizia a notare la sagoma di un uomo...

- Oh, c'è Maurizio Costanzo!
- No, guarda che ti sbagli, non è lui.
- Secondo me è Maurizio Costanzo.
- Ti dico di no, non lo vedi che questo ha il collo!?
- Allora è Maria de Filippi, sicuro!
- No, non è nemmeno lui, ehm... lei, i capelli sono diversi.
- Hmmm... la salma di Mike?
- Sai che dall'accento potrebbe quasi sembrare... però... no, è impossibile: non ha ancora detto "allegriazombie!".
- Ma allora chi cacchio è?
- Aspetta, aspetta, aspetta. Ce l'ho: è Paola Barale che ha lasciato Raz Degan e si è rimessa con Gianni Sperti.
- Sì, certo. E Buona Domenica era un programma di approfondimento culturale! Ma ti rendi conto di quello che dici?!?
- Allora, visto che sei tanto bravo, dimmelo tu chi è.
- Sento, io non lo riconosco, ma adesso glielo chiedo.
- Scusiiii, lei in mezzo all'oscuro miscuglio di smog e polvere prodotto dal rapido turbinare dell'aria, mi potrebbe dire il suo nome?

- Jean Claude

- Che ha detto?
- Jean Claude.
- Ma quello di Mai dire...?
- Dici che è lui? Allora è vero che la telecamera ingrassa almeno di due taglie.
- Qual è il suo vero nome?
- Mica me lo ricordo, però un autografo glielo vado a chiedere, tu che fai, vieni?
- Eccccerto! Ogni volta che lo vedo, mi piscio sotto dalle risate; adesso che ce l'ho a portata di mano almeno autografo e foto glieli chiedo. Mica sono scemo!

Wham!
Slash!
Sbam!
Tonk-tumb.
Un calcio volante aveva atterrato i due uomini; dalla polvere, ormai poco turbinante, comparve finalmente lui Jean Claude van Damme.
Come un cioccolatino di quelli buoni, il calciante Jean, era appena arrivato dal Belgio con l'intento di ritrovare la più sacra reliquia per qualunque combattente calcioso: il cappello di Chuck Norris in Walker Texas ranger.
La ricerca e la conseguente conquista furono piuttosto facili, perché il cappello era stato messo all'asta, ma, a causa della ben nota maledizione di Chuck, non si era presentato alcun compratore eccetto il nostro eroe Claude.

Ottenuta la sacra reliquia, Van la indossò e si rese conto che la mitica leggenda della maledizione era vera: in un istante si manifestò un terribile cerchio alla testa, il cappello era stretto e ormai Damme era definitivamente e indissolubilmente accerchiato.

La ricerca della misteriosa Molly (divoratrice di capsule molli), il rapporto conflittuale tra JCVD e la sua madre adottiva Cinese - magistralmente interpretata dell'indimenticabile Po, deceduta sotto due tonnellate di prugne secche della California (lasciate cadere su di lei dal suo arcinemico di sempre: il sole) a una sola settimana dalla fine delle riprese -, il temibileArmando e il suo cane purulento che cercheranno di ostacolare JCVD con tutte le loro forze, vi terranno incollati allo schermo per tutti e 3 i minuti del film. L'inespressività facciale di JCVD accompagnerà dolcemente lo spettatore in questo dramma adolescenziale senza adolescenti, e nessuno potrà evitare di chiedersi:
"Ma dov'è Dawson Leery quando c'è il disperato bisogno di qualcuno da prendere a calci in faccia?"
E ve lo chiederete almeno fino alla scena topica in cui si scoprirà che Roberto Giacobbo è il nuovo compagno di Elisabetta Canalis*, la quale, a sua volta, si paleserà finalmente come l'ultimo dei cavalieri templari, nonché la prima delle zocc... incapac... mezze troiett... bagasc...  showgirl.

Alla parola showgirl irromperanno sulla scena Elizabeth Berkley e Valeria Marini, che, con una magistrale interpretazione di "I wanna be loved by you", richiamerà in vita Mike Bongiorno, pronto a ricostituire, insieme al Chiambretti di turno, il mortifero terzetto sanremese.
Sarà proprio il redivivo Mike a concludere il racconto ponendo allo spettatore la fatidica domanda:
"La uno, la due o la trè?"
Questo finale aperto, che ci lascia presagire la possibilità - certezza? - di un prossimo episodio chiarificatore, ci concede ben trè possibili interpretazioni, sta allo spettatore scegliere quale parte dell'intera e complessa opera prendere in considerazione: il primo, il secondo o il terzo minuto?

Possiamo finalmente dire di trovarci di fronte al primo film totalmente interattivo della storia; altro che HD, altro che 3d, altro che 4d, altro che altro! Questo è l’unico film in cui lo spettatore, per la prima volta, assume il ruolo definitivo di concorrente di TeleMike. Personalmente la mia via è la terza, e voi cosa farete: lasciate o raddoppiate?

*della quale probabilmente ci siamo definitivamente liberati a discapito deicittadini USA. George for president! È riuscito a realizzare un mio sogno, io lo voto.

Voto finale:

lunedì 4 luglio 2011

le non recensioni di Mr. Bert Ford

Se i dannati in ingresso all'Inferno dantesco dovevano lasciare ogni speranza, ai nostri spettatori occorrerà - un impegno certo meno gravoso - parcheggiare comodamente fuori dal saloon - e dalla sala - un pò di buon senso, e godersi questo tuffo nel Cinema attraverso le parole di due recensori d'eccezione per la prima volta all'opera insieme su un post congiunto: MrFord e Bert uniscono le forze per portare sui vostri schermi le non recensioni di due pellicole pronte a fare la Storia della settima arte, e chissà che non ne seguano altre.
Per cominciare, abbiamo scelto Il grande Lebowski e Transformers 3, che ci siamo prodigati a raccontare al nostro meglio in modo che tutto - ma proprio tutto - venisse sviscerato al servizio dello spettatore.
Anche perchè i recensori, questa volta, i film non li hanno proprio visti.

13 ottobre 1932 – ore 06:13 a.m.
Oceano, l’inquadratura si restringe passando da un campo lunghissimo fino al primissimo piano del volto di un giovane ragazzo che alza lo sguardo e, pieno di commozione, grida:
"America!*"
La camera ruota bruscamente nella direzione dello sguardo del ragazzo mostrando una statua della libertà appena visibile, poi, sempre velocemente, si concentra su Gottfried Lebowski, un giovane ebreo tedesco di origini polacche, che, udendo quella parola, alza gli occhi e vede per la prima volta quella che da quel giorno sarebbe stata la sua nuova patria.
Dissolvenza verso il bianco.

Il grande Lebowski

È passata una generazione e mezza da quel 13 ottobre e ormai la famiglia Lebowski è una tipica famiglia americana.
Dal giorno del suo arrivo erano cambiate molte cose per Gottfried: adesso era il proprietario di una catena di macellerie kosher, si era sposato, aveva avuto un figlio ed era nato suo nipote Jeff.
questa l'ho presa qui.
Tutto andava per il meglio fino al giorno in cui suo figlio e la moglie persero la vita in un tragico incidente causato da uno scontro tra Rhino e l’Uomo Ragno.
È così che ci vengono presentati due grandi Lebowski: Gottfried e Jeff. Il primo è grande per età, esperienza e posizione sociale, il secondo è grande fisicamente, infatti, dal giorno della loro somparsa, Jeff cerca di rimpiazzare i suoi genitori con il cibo, per la precisione con carne di animali macellati secondo la tradizione kosher. Gottfried, sentendosi in colpa per non aver mai pronunciato una frase di quelle alla zio Ben** prima che il figlio morisse, non riesce ad arginare la carenza di affetto di Jeff, ma anzi, cerca in ogni modo di colmare quel vuoto assecondandone l'inestinguibile voracità del nipote.
Quella che sta per iniziare è una storia di confronti generazionali, di rimorso, di mancanza di affetto, ma anche la storia della caduta di una famiglia.
Non passerà molto tempo che Gottfried sarà costretto a indebitarsi con la temibile associazione mafiosa vichingo-americane nota come IKEA. In un turbine di violenza, corruzione, ricatti, violenza, carne macellata, violenza, sangue e violenza, il grande Gottfried riesce a recuperare, pagando con la vita, il cibo per Jeff, che nel frattempo diventa l'uomo con il peso specifico più alto del mondo.
Jeff, raggiunto il guinnes world record, entra casualmente in contatto con Barbara d'Urso; questo malaugurato incontro segnerà, casualmente, la sua fragile psiche per sempre, tanto che scoprendo, casualmente, il corpo del nonno ucciso, casualmente, dalla mafia vichinga, casualmente, cerca, casualmente, una via di riscatto aprendo, casualmente, una propria società*** per azioni, ovviamente azioni losche, casualmente.
Nel giro di tre giorni si ritrova ad essere il più importante boss mafioso di New York (e forse del mondo); ora i suoi amici lo chiamano Big Lebowski, mentre i suoi nemici tremano udendo il suo nome d'arte: Kingpin!
Che dire? Un'opera controversa e violenta che scava a fondo nelle personalità di nonno e nipote: due big Lebowski che hanno amato, sofferto, fallito, combattuto, ricattato, ucciso, morto (hanno?) senza mai dimenticare la macellazione kosher.
È ormai impressa indelebilmente nella mia mente la scena in cui il Gottfried, macellando (sempre seguendo il metodo kosher) il vicino di casa per sfamare il piccolo Jeff, recita con un perfetto accento sardo alcuni versetti sardonici, concludendo il tutto con una riflessione sull'incertezza che caratterizza da sempre la vita dell'uomo:
"E con quello che avanza che ci faccio... lo surgelo o si rovinerà?"
Un film da vedere, che potrebbe insegnare molto a macellai, recordman, nonni, nipoti, vicini di macellai kosher, barbaredurso, mafiosi, poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori e trasmigratori.

Bert 

*Questa scena potrebbe ricordarvi qualcosa.
**Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
***Bruce Wayne, al suo posto, avrebbe fatto proprio il contrario: fregarsene delle società e iniziare a menare la gente vestito da pipistrello.

Transformers 3

Premessa:

Megan Fox, bizzosa e piena di sè, nel corso di un'intervista critica aspramente il clamorosissimo regista Michael Bay, ma non per il suo assolutamente assente talento, bensì per una presunta associazione comportamentale a un certo signor Adolf inviso a Spielberg e al suo staff, praticamente giocandosi il posto nell'irrinunciabile e già annunciato blockbusterone dell'estate Transformers 3.

Incipit:

Gli Autobots, belli freschi e tranquilli a spararsi mojitos di gasolio sul loro pianeta, vengono raggiunti dalla notizia bomba dell'allontanamento della Fox dal cast.
Dovete sapere che il pollice deforme ed orripilante della Megan più famosa del mondo è divenuto, nel corso degli anni, un oggetto di culto per i robottoni trasformabili, attratti dallo stesso come noi umani dagli scarafaggi ribaltati.
foto di classe degli Autobots (1984/1985).
Sconvolti per l'accaduto, decidono di ubriacarsi fino al livello "molesto" proibito dal loro computer centrale e viaggiare il più velocemente possibile verso Los Angeles.

Primo tempo:

Il Signor Spielberg ed il Signor Bay sono belli spalmati sulla terrazza di un lussuoso hotel di L.A. sorseggiando due mojitos - con il rum, non il gasolio - a bordo piscina e a discutere di quanto potrà rendere la vendita del merchandise dei robottoni, a quanti tordi andranno a vedersi la schifezza con la sostituta di Megan Fox in 3D e a quanto Shia LaBeouf sia stato il salvatore di entrambi loro, quando Optimum prime fa la sua comparsa, completamente ubriaco, centrando in pieno la vasca con il piede sinistro provocando quattro morti, due esplosioni di protesi al silicone e un'ingente fuoriuscita d'acqua. Prime non vuole sentire ragioni. Senza il pollice della Fox gli Autobots non girano proprio un cazzo.

Intervallo:

Spielberg e Bay, di nascosto, chiamano proprio LaBeouf chiedendogli aiuto ancora una volta. La sua missione è di recuperare i Decepticons e farli precipitare a L.A. prima che gli Autobots distruggano tutto quello che si trovano a tiro. Il buon Shia, che è un ragazzo sveglio, chiede ai suoi datori di lavoro per quale motivo il suo vecchio amico Prime, compagno di mille avventure, dovrebbe comportarsi in quella maniera indecorosa.
Spielberg risponde stizzito che il suo amico è fatto come un cavallo, mentre Bay, privo di talento ma più razionale, afferma: "E' colpa del pollice di Megan Fox!"
LaBeouf rabbrividisce e sussurra: "Effettivamente anche a me ha sempre fatto schifo! Quasi non riuscivo a baciarla, per colpa dei pollici!"
E Bay incalza: "No, loro vogliono il pollice, o non girano!"

Secondo tempo:

Shia, chiamato in aiuto Bumblebee, l'unico Autobot straight edge, corre come un matto seminando pattuglie della stradale a profusione, fino ad arrivare alla base segreta dei Decepticons, dove è costretto a contrattare per altri due spin off con protagonisti i soli Decepticons nel ruolo di buoni e cattivi contemporaneamente in cambio del favore che è costretto a chiedere loro a nome della produzione.
I Decepticons, soddisfatti, volano così alla ricerca del loro obiettivo, con la promessa di tornare a Los Angeles a cose fatte.

Risoluzione:

Nel pieno della crisi, con Spielberg e Bay asserragliati nella villa di Schwarzy e costretti a farsi difendere a suon di lanciagranate dall'ex Governatore della California mentre una selva di Autobots sempre più ubriachi dopo essersi passati tutte le stazioni di servizio della costa cerca di entrare nella proprietà di Conan il barbaro, Shia torna a capo dei Decepticons che nel frattempo hanno rintracciato la Fox asportandole i pollici per sostituirli con due protesi metalliche trasformabili in ammennicoli d'intrattenimento vario.
Gli Autobots cessano immediatamente le ostilità, ammirati.
LaBeouf è acclamato ancora una volta come l'eroe protagonista da Spielberg e Bay, che scoprono di essere innamorati, vengono cacciati da Schwarzy e corrono a Las Vegas per essere sposati da Elvis non prima di aver siglato un contratto milionario con i Decepticons.

Appendice:

Megan Fox, libera dalla sua deformità, diviene il sex symbol globale che avrebbe sempre voluto e ottiene il potere di spedire sulla strada l'odiato Michael Bay.

MrFord
______________________________________________________________________

Note di produzione:
  • l'Uomo Ragno e Rhino hanno devoluto in beneficenza i proventi della loro fugace apparizione;
  • per non incorrere in giustificabili suicidi di massa, il volto di Barbara d'Urso sarà oscurato;
  • nessun pollice di Megan Fox è stato maltrattato durante le riprese del film;
  • Michael Bay è pregato di restituire al legittimo proprietario la spada di Conan entro le prossime 16 ore.

sabato 28 maggio 2011

frasi sfatte

Una volta Ben Parker ha detto:
Da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Siccome io non sono l'Uomo Ragno... chissenefrega!
Mi interessa molto di più rendervi partecipi del messaggio di una Pryntyl coi baffi (cit.):
prima o poi ciò che aspetti arriva.
E vi assicuro che non è una frase fatta, perché per dimostrare la validità di questa affermazione, la suddetta Pryntyl, ha spedito per l'ennesima (dove N=2) volta il premio per il look più assurdo di sempre, se qualcuno non sapesse di cosa si tratti, qui sotto potete ammirare una foto (fatta male) del premio in questione*.

Il film è bello perché è bello, figuratevi per uno che è cresciuto (?) a pane e cartoni animati giapponesi (アニメ) cosa possa essere, ma lo è diventato ancora di più per colpa di un corriere sbadato.

Dopo mesi di attesa, mi ero ormai rassegnato all'idea che Ponyo fosse tornata per sempre in fondo al mare, ma il 24 maggio ricevo una missiva elettronica che fa crollare ogni mia certezza: il destino infingardo non avrebbe vinto e Ponyo sarebbe arrivata lo stesso. Certo, non sarebbe stata proprio la stessa partita qualche mese fa, ma è sempre Ponyo, io l'aspettavo, lei è arrivata e questo mi basta per credere alle parole di JuleZ.

Siccome la suddetta, definendosi "Pryntyl", mi ha anche fatto scoprire una canzone, che nella mia immensa ignoranza non avevo mai sentito, e questa canzone mi è piaciuta molto, la faccio sentire anche a voi:

Ricordandovi che quando sei triste basta una sirena, e riringraziando JuleZ, ripeto il messaggio iniziale, perché vale per tutti:
prima o poi ciò che aspetti arriva.
*la frase in corsivo andrebbe letta con una voce tipo guida turistica.

mercoledì 20 aprile 2011

habemus papam 3

Due piccole premesse prima di cominciare:
  1. stavolta parlo del film, niente cose strambe con animali che diventano addetti stampa;
  2. il post nasce in seguito ai due premi che, prima qui e poi qui, mi ha assegnato MrJamesFord. Siccome non ho voglia di continuare la catena rispondo e ringrazio a modo mio.
______________________________________________________________________


    La trama (con parole mie): muore il Papa, ne fanno un altro, c'è un problema, chiamano uno psicanalista, ma alla fine il Papa scappa.

    Da queste parti Moretti non è proprio osannato, anzi, se fossi un esperto bottigliatore, lo ricoprirei di bottigliate - soprattutto perché alcuni suoi film mi hanno fatto pensare che emulare le movenze di Tafazzi non poteva essere poi così male -, ma non stavolta.
    Il Papa del titolo è prima di tutto un uomo che, schiacciato dalle aspettative, fugge dal Vaticano per scoprire la strada che la sua vita dovrà prendere; a fare da contraltare al Papa troviamo uno psicanalista/Moretti/primo della classe tenuto ostaggio tra le mura vaticane in attesa della proclamazione del pontefice fuggitivo. Ci troviamo di fronte a due personaggi che si muovo l'uno nei luoghi di vita dell'altro, Moretti, rinchiuso, porta la sua quotidianità all'interno del conclave, riuscendo, anche grazie alla ritrovata normalità dei Cardinali elettori, a farmi sorridere più di una volta; al contrario il Papa/Michel Piccoli, finalmente libero, riscopre un vecchio amore mai dimenticato.
    All'incirca a metà film sentiamo la voce di Mercedes Sosa che dice "todo cambia", ma non stavolta. Lo sfondo su cui i personaggi si muovono è insolito, le esperienze che si trovano a dover affrontare sono nuove e inaspettate, ma ognuno alla fine rimane uguale a se stesso: i Cardinali da divertenti e giocosi riassumono il loro aspetto solenne; lo psicanalista viene totalmente ignorato e il Papa... questo è il finale, di solito il finale non lo vuole sapere nessuno, quindi non ve lo dico.
    In sostanza il film mi è piaciuto, non so bene perché e ancora non ci credo neanche io, ma mi è piaciuto.

    Bert

    "Sarà vero dopo Miss Italia aver un Papa nero?
    No me par vero
    Un Papa nero che canta le me canson in venessian
    Perchè el se nero african
    A l'è lu, a l'è lu? A l'è lu? Jah!"
    Pitura Freska - "Papa Nero" -
    ______________________________________________________________________

    Sì, le recensioni originali sono decisamente meglio di questa, ma, dopotutto, se il loro autore è l'unico vincitore di un premio importantissimo un motivo ci sarà, no?

    lunedì 31 gennaio 2011

    premii

    Recentemente un cowboy mi ha dato un premio, per la precisione l'ha fatto qui; questo premio mi dice che sono "stylish", nella mia vita mi hanno detto quasi tutto, ma questo no, nessuno si era sognato di darmi dello stiloso, e se non l'hanno mai fatto, forse, un motivo c'è.
    In ogni caso lo accetto, l'unico problema è che ci sono le solite regole da rispettare, infatti, stavolta devo dire sette cose che non sapete di me, per poi poter riconsegnare il premio a dieci blog che ritengo meritevoli.

    Cominciamo con la prima parte:
    1. non bevo caffè, cappuccino, tè o camomilla;
    2. non mangio cose che hanno passato gran parte della loro vita in acqua, tranne il tonno in scatola, preferibilmente all'olio di oliva, perché il sapore del tonno si sente di meno;
    3. mentre nuoto canto (almeno nella mia testa);
    4. credo di non essermi mai pettinato;
    5. quando torno a casa con i capelli appena tagliati (e quindi pettinati) non posso fare a meno di lavarli (e quindi non pettinarli);
    6. mi mangio le unghie da sempre, non solo quando sono nervoso;
    7. non sopporto il caldo e non sento freddo (quasi mai).
    And the Stylish Blogger Award goes to:
    • Anxiety, perché lo stile in questo diario a posteriori c'è di sicuro;
    • Demian, perché, come ho detto anche per l'altro premio, un po' del suo stile lo vorrei anche io;
    • emanuelas, perché, dice "sononera", ma è stilosamente colorata;
    • JuleZ, perché se sono stylish io, lo è necessariamente anche lei che ha fatto vincere il mio look;
    • Leti, perché lo stile del suo blog prevede che tutto sia veramente fatto a mano, foto comprese;
    • MirkoS e Gigi, perché ultimamente sono stati un po' assenti, e misurare le proprie apparizioni è molto stiloso;
    • Mister_NixOS, perché fare domande e osservazioni è uno stile di vita;
    • Occhi di Notte, perché per scrivere ci vuole stile, per forza;
    • polly, perché continua a dire (mentendo stilosamente) "quasiventisette";
    • Vince, ma non diteglielo, perché potrebbe credere di avere veramente stile.
    Mi rendo conto che non è una bella cosa quella che ho appena fatto, perché i premiati sono stati all'incirca gli stessi dell'ultima volta. Non ho potuto premiare Funambola, perché erano dieci i nomi richiesti... e poi non è stiloso farmi ricordare che sono single con i suoi post, quindi la menziono semplicemente qui sotto.

    ________________________________________________________________

    A questo punto, devo assolutamente mantenere fede ad un impegno preso, quindi:
    per la capacità di utilizzare ogni genere di bottiglia come arma contundente, per avermi convinto con le sue parole a vedere Fantastic Mr Fox e, soprattutto, per le sue capacità da untore di giurie, insignisco del premio "Canoa Coraggiosa d'oro* 2011" (un premio che quelli tutti che abitano su Nettuno e Giove se lo sognano),


    Sottolineo che questo premio:
    • può essere accettato senza dover sottostare ad alcuna regola;
    • è stato creato appositamente per questa occasione;
    • ha un'importanza interplanetaria;
    • può essere assegnato da chi lo riceve ad una sola persona ritenuta meritevole di tale onore, ma prima di fare questo il ricevente/aspiramte premiatore deve dire velocemente, per 4 volte consecutive e senza errori: "Tre tigri contro tre tigri".
    *in realtà il premio è solo colorato di giallo.

    venerdì 14 gennaio 2011

    2 argomenti 2

    -ARGOMENTO 1-

    Lui qui e lei qui hanno deciso di premiare questo blog, ancora non sono convinto di essere uno da premio, oltretutto questo ha anche delle regole, e le regole mi hanno sempre dato un po' fastidio, ma alla fine ho accettato.

    Le regole sarebbero:
    1. ringraziare coloro che ci hanno premiato;
    2. scrivere un post per il premio;
    3. passarlo a 12 blog che riteniamo meritevoli;
    4. inserire il link di ciascuno dei blog che abbiamo scelto;
    5. dirlo ai premiati.
    Prima di tutto vi avverto che, siccome sto lavorando ad un progetto importante, ho fatto ritirare il premio da una mia amica:


    a questo punto anche io come lei non posso ringraziare tutti, ma, almeno per rispetto delle regole, vado a ringraziare Vince Symo e emanuelas, perché mi hanno appioppato il premio; fatto questo, siccome il premio si attacca più velocemente delle influenze aviaria, suina e chi più ne ha più ne metta, vado ad attaccare il premio a:

    1. A tavola con..., perché c'è differenza tra nutrirsi e mangiare, siccome per mangiare c'è bisogno di qualcuno che sappia cucinare, e io non so fare niente, Leti se lo merita;
    2. blogalquadrato, perché è stato uno dei primi blog che ho incontrato, perché leggere questo blog fa capire cosa sia normale e perché... leggete l'argomento 2;
    3. bloginpillole*, perché è un blog bicefalo (a volte anche tri), e i due cefali sembrano talmente diversi da far diventare il blog schizofrenico;
    4. colori**, perché iniziare l'anno abituandosi ad usare un Mac non è facile, perché ha scelto di non prendere il timbro e poi perché è anche uno dei miei contatti flickr;
    5. Giulia Passione, perché appena ho letto il titolo del blog ho pensato "questo lo devo leggere" e poi anche perché devo ungere un po' la giuria del Blog Candy;
    6. Il club dei cuori sfranti***, perché è appena iniziato e, secondo me, è iniziato bene, e si merita anche il mio di premio;
    7. Io, Funambola***, perché dice che sono giorni "così", che sono sempre meglio dei giorni "meno felici", ma secondo me un premio in un giorno "così" ci sta bene;
    8. MonaDe, perché ogni tanto vorrei saper scrivere come scrive lui, perché non conoscevo Jónsi**** e perché un giorno, sentendo una canzone alla radio, potrò dire: "Io lo conosco da un sacco di tempo, pensa che l'ho anche premiato!";
    9. Persone? chi sono? dove sono? Perché con i suoi post mi obbliga a pormi delle domande e i ragionamenti continuano nei commenti;
    10. QUASIVENTISETTE ANNI E GIA' TRE FIGLIE? Perché Polly ha deciso che non parla di premi, quindi gliene appioppo uno anche io;
    11. Sotto i fiori di Lillà, perché, anche se non commento quasi mai*****, mi piace quello che scrive, come lo scrive e le sue iniziative sono molto interessanti;
    12. WhiteRussian cinema (e non solo) all'ultimo sorso, perché così forse mi evito una bottigliata in testa, perché ha postato questo proprio quando mi era venuta voglia di vederlo, perché non ho mai bevuto un White Russian e, ovviamente, per continuare a ungere la giuria di qualche punto sopra.
    *questo sarebbe anche un premio alla carriera, perché uno dei due autori è il mio primo follower.
    **visto che lei ha premiato me ripremiarla forse non è eticamente corretto, ma me ne sono accorto quando ormai il suo nome era in lista, ormai non potevo cancellarla.
    ***questi, non conoscendoli bene, li ho assegnati sulla fiducia, perché mi sono piaciuti da subito.
    ****anche se questa canzone è famosa non poco.
    *****spesso scrivo dei commenti, ma poi mi rendo conto di aver scritto cose un po' troppo stupide, non adatte all'ambiente, e le ricancello.

    - ARGOMENTO 2 -

    Vi dicevo di venire a leggere qui quando parlavo di blogalquadrato, perché l'argomento nasce da questo post (leggetelo, se siete pigri va bene anche solo la seconda parte); siccome il premio è un po' una catena di sant'Antonio, era carino trasformare la catena in qualcosa di utile per qualcuno, quindi uso questo post per chiedervi: avete un lavoro per Yamane?
    Mi rendo conto che qui non c'è tanta gente, ma potete chiederlo anche dalle vostre parti, e magari questo lavoro alla fine si troverà. Ovviamente se lo trovate non contattate me, ma fate quello che dice il post originale (sempre questo).

    ______________________________________________________

    Aggiornamento: un premio mi è tornato indietro, quindi ringrazio Leti che mi ha premiato qui.

    giovedì 13 gennaio 2011

    Spagna?

    Che succede?
    Succede che partecipo al Blog Candy di JuleZ!
    Ovviamente, siccome moda e simili non sono per niente il mio campo, ho dovuto fare le cose un po' a modo mio... ho faticato e non poco, ma ho anche imparato che, con tutta probabilità, odio polyvore: mi sono perso più di una volta in mezzo a tutta quella roba; non ho ancora capito come cercare i diversi pezzi (una volta è comparso un pallone da calcio... come si indossa?); ogni tanto mi faceva impazzire il browser e dovevo ricominciare dall'inizio (fino a quando non ho letto che iscrivendosi si poteva salvare l'opera incompiuta).

    Detto questo ecco il mio look/accozzaglia da competizione:
    Spagna?

    Potrebbe sembrare che non mi sono impegnato, ma non è così; questa è la storia della mia creazione:

    in preda alla follia ho deciso che a Madrid a marzo ci sta bene una gonna, ne ho scelta una (che poi si è rivelata essere un attimo cara), ma era nera, troppo nera, o almeno lo schermo me la faceva vedere così, quindi c'era bisogno di qualche colore a caso; visto che le antiche regole non scritte sui giusti abbinamenti di colori non vogliono il nero e il blu insieme, ho scelto una maglia blu, ovviamente il teschio in questa scelta ha avuto un ruolo importante, era proprio adatto, sapevo che si parlava di "giovane coppia", e il teschio con gli occhi a forma di cuore è il simbolo per eccellenza dell'ammmmòrè, era impossibile non sceglierlo! A questo punto, visto che a marzo potrebbe fare caldo, ma anche no, ho deciso di cercare qualcosa per risolvere il problema, siccome siamo a Madrid mi è sembrato doveroso coprirsi con qualcosa tipo mantella, che fa sempre un po' Spagna (ma anche Messico, quindi è multifunzione).

    Conclusa la ricerca degli abiti sono passato alle scarpe: ovviamente rosse, perché il blu da solo era poco; ovviamente tacco alto*, ma con un po' di zeppa**, che ti permette di dire (fingendo) la fatidica frase:
    "Sono comodissime, non mi fanno per niente male i piedi!"

    Accessori: una borsa in cui non potrai mettere alcunché (ma c'è la Union Jack che confonde, gli strass, il rosso e il blu, quindi ha vinto); l'anello di Batman, che non poteva mancare; gli occhiali rossi alla Lolita***.

    Per concludere il tutto ho chiesto l'intervento di un esperto, anzi, un luminare: Lumière, il quale ha suggerito uno zaino/Elmo (che, a detta sua, si potrebbe appioppare a Mr. Ford) per riporre tutto quello che non entra nella "borsa" (cioè tutto), e un paio di ciabatte (rigorosamente rosse) da utilizzare nei momenti di sconforto****.

    E adesso sfido chiunque a creare qualcosa di meno peggio.
    La gara è aperta e sono agguerritissimo!
    (no, forse "issimo" no, e forse nemmeno agguerrito) 

    *i tacchi alti funzionano come incentivo per un altro viaggio negli stessi luoghi, perché con loro non si può andare troppo in giro a fare la turista.
    **sarà il termine giusto? O dovevo dire plateau? O esiste un altro nome che le ricerche che ho fatto per creare il "look" non mi hanno fatto ancora scoprire?
    ***diminutivo di Dolores, e nome più spagnolo di questo non c'è.
    ****per esempio io ne ho avuto uno dopo 7 ore che stavo chiuso dentro al Prado, se avessi avuto le ciabatte rosse mi sarei subito ripreso.