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domenica 5 maggio 2013

Peppa paletta!

Di tanto in tanto anche io ho dei momenti in cui sento di dover parlare solo di cose serie e profonde, tipo oggi. Naturalmente in quei casi faccio tutto il contrario, sempre tipo oggi, quindi beccatevi la descrizione secondo me di quanto potrete vedere qui sotto:


Peppa Pig [S01-E06] - L'Asilo (titolo originale: The Playground)

INTRODUZIONE: sulle note di una musica xilofonica, una piccola scrofetta di rosso vestita si presenta: ella è Peppa Pig. Sempre abbacinati dalla stessa musichetta xilofonica, e senza richiesta alcuna rivolta alla scrofetta, la bestiola decide di presentarci "il mio fratellino George", Mamma Pig e Papà Pig. Questi tre esseri, a differenza di Peppa, sembrano* inizialmente incapaci di parlare, in quanto si esprimono esclusivamente tramite grugniti; apparentemente la tonalità del grugnito è da relazionarsi al sesso e alle dimensioni della bestia che lo emette, per la precisione si nota che, a parità di dimensioni, le scrofe emettano grugniti più acuti di quelli dei verri, inoltre, come accade negli esseri umani, nel mondo di Peppa Pig, con l'avanzare degli anni (qui rappresentato tramite l'aumento delle dimensioni fisiche dei personaggi), il grugnito (corrispettivo della voce umana) tende ad assumere toni più gravi rispetto a quelli tipici della fanciullezza.

LA NUDA CRONACA: Papà Pig accompagna Peppa e George all'asilo. È un'occasione particolare: il primo giorno di scuola del piccolo verro.
Peppa non appare troppo contenta che George vada nella sua stessa scuola, poiché lo ritiene troppo piccolo, per questo esterna per ben due volte le proprie perplessità a Papà Pig, ma lui sostanzialmente se ne frega. Arrivati all'asilo, Peppa appare ancora piuttosto scettica, mentre George, forte della presenza di Signor Dinosauro** (un giocattolo che si era portato da casa), riesce immediatamente ad ambientarsi in quell'accozzaglia di animali gestita da una capra.
Di punto in bianco, non sapendo cosa fare, la maestra dice alle bestiole di fare un disegno. Peppa pensa immediatamente che il fratello sia un incapace, ma ormai si è quasi abituata alla sua presenza e decide di aiutarlo mostrandogli come si disegna un fiore, lui, in risposta, disegna un dinosauro; a detta della maestra e delle altre bestiole, parere certamente non condivisibile, i disegni dei due maiali risultano talmente belli da essere appesi.
L'arrivo dei genitori di tutte (probabilmente) le bestiole pone fine alla puntata.

MESSAGGI NASCOSTI: come ogni opera che si rispetti, anche la serie, che dovrebbe avere come protagonista Peppa Pig, è solo un mezzo utilizzato dagli Illuminati per raggiungere i proprio oscuri scopi.
Immagino vogliate sapere quale messaggio desiderino far passare attraverso questa piccola scrofa, ebbene, per capirlo dobbiamo porre la nostra attenzione alla voce fuori campo che introduce la puntata: di chi è questa voce, cosa rappresenta e come interviene nella storia?

Sembrerebbe che Papà Pig non possa sentire questa voce, le prime frasi del verro, infatti, ripeteranno sostanzialmente alcuni concetti appena espressi dalla misteriosa voce; questa ripetizione rende inutile l'intervento della voce fuori campo, possiamo quindi escludere che la voce sia quella del classico narratore onnisciente, tipico espediente funzionale al racconto; ma allora a cosa serve se i protagonisti della serie non possono udirla? Ma siamo proprio sicuri che nessuno dei maiali possa udirla?

A ben guardare, sebbene sia Peppa a darle il nome, la presenza della maialina non è preponderante nella serie, o almeno non rispetto a quella dei suoi famigliari; da questa puntata, per esempio, si potrebbe facilmente evincere che il ruolo di Peppa e quello di George siano del tutto paritari, ma allora perché affidare a lei il nome dell'intera serie? Forse proprio perché Peppa è colei la quale può udire quella voce onnisciente; e di chi può essere questa voce se non di un'entità superiore che controlla il destino dell'intero universo?
Courtesy of Davide La Rosa****
Sostanzialmente Peppa è l'essere che fa da tramite tra il suino e il divino.

Partendo dalla consapevolezza che Peppa = Profeta (e non è un caso che il nome della maialina cominci proprio con la lettera P, stessa lettera che troviamo qui, qui e qui), possiamo interpretare la puntata sotto una nuova luce.
Notiamo così che la reazione scocciata di Papà Pig alle perplessità presentategli da Peppa, in merito alla ancora troppo giovane età di George, rappresenta la voglia del suino di prevaricare il divino, il Profeta viene così sbeffeggiato e deriso, cosa sottolineata nuovamente quando George rifiuta di accogliere gli insegnamenti di Peppa e disegna un dinosauro al posto del fiore proposto dalla sorella; altro elemento importante questo del disegno, elemento con il quale non solo si vuole evidenziare questa ribellione nei confronti della divinità, ma anche la contrapposizione tra creatura divina e creazione umana, creazionismo ed evoluzionismo, rappresentati rispettivamente dal fiore di Peppa e dal dinosauro giocattolo di George.

Ora, senza soffermarci sull'esaltazione del consumismo (oltre al dinosauro giocattolo possiamo citare, ad esempio, la decappottabile rossa di Papà Pig), sul maschilismo dilagante (Mamma Pig compare solo nella sigla), sulla strana similitudine tra Papà e papa o sul fatto che la puntata si interrompa drasticamente all'arrivo dei grandi (Papà Pig è, di fatto, un porcus ex machina***), possiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che qualcuno cerca di manipolare di tutti noi, affezionati spettatori di Peppa Pig.

Fate attenzione quindi, perché gli illuminati spuntano da ogni pertugio e quando meno te lo aspetti.

*si scoprirà in seguito che in realtà le cose non stanno così.
**per la precisione sembrerebbe trattarsi di una rappresentazione in scala del Tarbosaurus bataar, ma il disegno è talmente approssimativo che va' un po' a capì che voleva esse' quel coso.
***decappottabile rossa. 
****in realtà lui non lo sa.

giovedì 16 febbraio 2012

Le non recensioni di Mr. Bert Ford: Twilight edition

Al mondo esistono cose talmente brutte da meritare una nonrecensione. Esistono cose talmente brutte che non hanno i requisiti per essere nonrecensite. Esistono cose talmente brutte che necessitano di un reboot. Esiste la serie di Twilight.
Ora c'è qualcosa di peggio.
Iniziamo con il libro.

TWILIGHT


Quella sera l'aria sapeva di pomeriggio*, il sole filtrava dalle veneziane semichiuse. Non amava la luce Ed, non la amava in generale e oggi, dopo il suo ultimo fallimento, non riusciva proprio a sopportarla.
Nell'angusta stanza al terzo piano del numero 36 di via le mani dal naso, una squallida palazzina di quelle che negli anni '60 spuntavano improvvisamente come brufoli sul viso di un quattordicenne brufoloso, oggi c'era un insolito silenzio; tutto taceva, tutto sembrava tranquillo, ma, in quella stanza, nulla lo era.
Entrando non si poteva fare a meno di notare quanto quello spazio fosse riempito da un vuoto quasi opprimente; niente orpelli nel loro lavoro: due scrivanie, una di fronte all'altra; due sedie di quelle scomode per i clienti; due poltrone; Ed e J. Con un'unica occhiata si poteva vedere il marciume che grondava da quella stanza; il pavimento, con le sue assi staccate, scricchiolava a ogni passo; sulla parete di fondo era ben visibile una larga chiazza di umidità che si estendeva fino al soffitto; aprendo la porta l'odore di fumo e muffa ti arrivava dritto allo stomaco. Nessun loro cliente avrebbe mai notato tutto questo, perché se cerchi Ed e J devi essere pazzo, ubriaco o talmente disperato da essere disposto a tutto.
- Interno 8.
l'ubriacone del quarto piano aveva deciso di smaltire la sbronza nell'androne del palazzo anche quella notte, le sue parole sbiascicate a stento arrivarono fino alla stanza di Ed e J: l'interno 8 appunto. Erano le 14:27, il caldo umido di quell'inizio giugno era insopportabile, i giornali dicevano che questo era il mese più caldo degli ultimi 53 anni, ma i giornali ormai non erano più credibili da tanto, forse proprio da 53 anni; il caldo, in ogni caso, era vero e nessuno usciva di casa alle 14:27 senza un motivo.

L'ascensore iniziò a emettere i soliti cigolii, si fermò al terzo piano, un passo, due passi, tre passi. Dietro la porta semitrasparente dell'interno 8 apparve una sagoma esile, nervosamente, la sagoma bussò due volte e, senza attendere alcuna risposta, entrò nella stanza.
Era una ragazza abbastanza giovane, troppo magra e quasi insignificante, una di quelle che non noteresti mai; ben presto si sarebbe rivelata anche noiosa. Al suo ingresso Ed ebbe un fremito: aveva iniziato a sentire l'odore del suo sangue mentre lei era ancora in strada, ora la stanza gli sembrava satura di quell'aroma e si tratteneva a fatica dal saltarle addosso per nutrirsene.

J non era uno di tante parole, quello che sapeva parlare era Ed, ma adesso Ed era seduto, immobile, non aveva mosso un muscolo da quando la donna era entrata nella stanza, temeva che se l'avesse vista non avrebbe potuto resistere all'istinto di saltarle al collo, per questo se ne stava lì, a fissare la chiazza di umidità sulla parete; non era la prima volta che capitava, quindi toccò nuovamente a J capire cosa volesse quella ragazza insipida.
Disse di chiamarsi Isabella, Isabella Swan. Swan: cigno; forse in un'altra vita lo era stata, adesso sembrava solo un brutto anatroccolo denutrito. Era lì, in piedi, di fronte alla scrivania, quelle sue gambette ossute non riuscivano a rimanere ferme, Ed era infastidito da quel continuo movimento, lo distraeva, aveva quasi voglia di frantumarle le rotule a forza di mazzate, ma in quella stanza non c'era una mazza; questo pensiero lo fece sorridere per un momento. Cercò di concentrarsi per ascoltare le parole della ragazza, ma quelle gambe!
Dovette insistere non poco per riuscire a farla sedere, il pensiero di quelle ossa nascoste solo da un sottile strato di pelle non era totalmente sparito neanche in quel modo, ma almeno ora non le vedeva più e questo bastava per permettergli almeno di sentire la voce noiosa della ragazza insipida.

ho detto insipida, non... lasciamo stare.
Isabella cominciò nuovamente a parlare, fu in quel momento che J si accorse per la prima volta dell'odore di marcio che usciva dalla sua bocca: ogni parola della ragazza era intrisa di putrefazione; i suoi discorsi non avevano alcun senso e, in sostanza, non si capiva per quale motivo fosse arrivata a chiedere il loro aiuto, ma J sapeva: Isabella era morta e non se n'era accorta.

Capitava, di quando in quando, che la Morte si trovasse di fronte un individuo talmente insulso da essere ignorato perfino da lei, o almeno questo è quello che dicevano alcune vecchie leggende; di certo Isabella era insulsa e, molto probabilmente, lo era così tanto da meritarsi di essere ignorata perfino dalla trista mietitora.
Avevano già avuto un caso del genere, lui era Mike B., ma quella volta era stato lui a rifiutare la morte, perché aveva risposto male a una sua domanda e il notaio aveva detto:
- No.
Stavolta era tutto diverso, per farla finalmente andare dove doveva andare, per dove doveva andare, dovevano trasformarla e renderla, almeno in apparenza, una persona interessante. Dovevano ingannare la Morte.

J disse alla ragazza che si sarebbero incontrati alle 4:00 nel bel mezzo del quadrilatero delle vittime, fashion victim, s'intende (più precisamente all'incrocio tra la quarta strada, via Quarto, via dei quattro cantoni e quella via, di cui non ricordava il nome, dove c'è la sede di Quattroruote), poi spiegò la situazione a Ed, che ormai si era abituato all'odore del sangue della ragazza e, da diligente membro dell'Associazione Nazionale Vampiri Emo Vegetariani (ANVEV), aveva ormai raggiunto il pieno controllo sul proprio istinto.

socio ANVEV dal 1962.
Era giunto il momento di mettersi al lavoro, avevano poco più di un'ora di tempo per prepararsi all'azione. J sapeva che in una situazione del genere avrebbe dovuto dare libero sfogo a tutti i propri poteri, fu per questo motivo che disse a Ed di aspettarlo fuori dalla stanza. Il vampiro si chiuse la porta semitrasparente alle spalle.
Sapeva che J era un licantropo speciale, ma non aveva mai avuto l'occasione di vedere le sue sembianze animali; dall'interno della stanza provennero grida strazianti, suoni talmente acuti da far incrinare il vetro della porta, poi il silenzio, uno strano odore di fragola si diffuse per le scale, la porta si aprì e J mostrò il suo vero aspetto: era un mini pony viola, il suo crine aveva i colori dell'arcobaleno ed era il suo alito a odorare di fragola; Ed lo guardò con aria incuriosita, poi, dalla tasca sinistra della sua pelliccia ecologica, prese una spazzola ed iniziò a pettinare quella chioma che già invidiava al suo collega. J nitrì stizzito qualcosa che somigliava a un "che mazzo fai", con un mezzo inchino invitò Ed a salirgli in groppa e, insieme, volarono fuori dalla finestra delle scale alla volta del luogo dell'appuntamento.

Fine del primo libro.
(continua...)

TWILIGHT - IL FILM


Neanche il tempo di sbancare i botteghini delle librerie, ed ecco che la grande macchina della produzione Transformers già stanziava i primi fondi per portare a casa un nuovo successo planetario.
Ovviamente nel ruolo di Bella viene chiamata la Dea - per i robottoni - Megan Fox: per ovviare al problema delle caviglie grosse rispetto alle gambe scheletriche della protagonista del libro il Transformer chirurgo applica immediatamente una liposuzione alla diva, rendendola perfetta per la parte.
Ad impersonare il romantico e schivo Ed una vera sorpresa: Cannibal Kid, che dopo il successo della serie "Teen, il cucciolo eroico" è sulla bocca di tutti gli esperti di settore.
Il ruolo di J, dopo una battaglia all'ultimo steroide, è assegnato a John Cena, che ha promesso almeno una mossa spaccaschiena sul suo collega.
Per poter portare a casa un vero e proprio successone, però, mancava il tocco magico del regista: a questo punto, a seguito di una sessione di preghiera del Kid e dei Transformers - ebbene sì, anche Cannibal è parte del culto foxiano - la sovrana dei pollici deformi delibera che a dirigere questo primo capitolo, rigorosamente in 3D, sarà James Cameron, regista amatissimo dal protagonista maschile, che, come verrà dichiarato in seguito, ha avuto con lo stesso anche un rapporto di tipo sentimentale e molto bromantico.

Indovina chi: qual è Cannibale?
Le riprese, studiate nel dettaglio e realizzate in più di cinquanta differenti locantions pur essendo quasi ed esclusivamente interni che potevano essere replicati in studio, mettono in campo tutto il meglio della tecnologia umana e non, tanto che alcuni dei Transformers vengono modificati per divenire carrelli, steadycam e via dicendo.
Ad ottimizzare l'effetto del 3D vengono inserite delle riprese speciali della Fox intenta a compiere la sua mossa favorita, quel Samoan Spike che tante vittime aveva mietuto non troppo tempo prima: per gli spettatori in sala la sensazione sarebbe stata quella - terrificante - di avere il pollice della protagonista pericolosamente vicino alla faccia, in primissimo piano: una cosa che neppure gli horror più estremi avevano osato.

Cannibal e John Cena, nel frattempo, divengono inseparabili sul set, con il popolare wrestler che giura che, sotto l'effetto del sangue finto utilizzato nelle riprese, Kid ha dichiarato di voler partecipare ad un evento della WWE, le fonti più vicine agli attori rivelano che potrebbe trattarsi addirittura di Wrestlemania, per una sfida contro Undertaker nella speranza di interrompere la leggendaria streak vincente di quest'ultimo.

Incredibilmente, questa volta tutto fila liscio, tanto da cementare nei Transformers la fede in Megan Fox: il film è girato a tempi di record - 20 giorni appena -, e Cameron, da bravo perfezionista, dedica alla post produzione soltanto una settimana, confezionando per Prime e soci un prodotto di altissima qualità nonchè legato alla redditizia industria degli occhialini di plastica che il pubblico si ritrova a dover forzatamente acquistare con il biglietto, pena l'espulsione dalla sala con un Samoan Spike d'antologia.

Trama pessima, interpretazioni agghiaccianti - pare che tutti e tre i protagonisti siano destinati al Razzie Award -, confezione di lusso sfrenato ed esplosioni come ogni film in 3D richiede: tra queste una vertiginosa sequenza con la soggettiva di una goccia di sangue dal corpo di Bella allo stomaco di Ed.

Tutti felici e contenti, dunque?
Ebbene no.
I Transformers, agghiacciati dalla parcella presentata da Cameron riguardo il suo compenso ed il costo delle riprese, si ritrovano a dover vendere parti dei loro corpi come ricambi per auto in modo da venire incontro alla crisi e contenere i costi, ritrovandosi poi in gruppo di preghiera - ovviamente con il fu Cucciolo Eroico - in modo da chiedere consiglio alla Megan divina.

Detto, fatto, e l'attrice, inviperita per il trattamento riservato da Cameron ai suoi fedeli, colpisce il regista con un Samoan Spike reso ancora più violento dal supporto fornito da Cena nello spingere il pollice dritto dritto nella gola dell'uomo.
Con Cameron ko e ridotto ad un vegetale, alla produzione si presenta una domanda fondamentale in vista della realizzazione del secondo capitolo: chi sarà dietro la macchina da presa?
James Cameron dopo la cura.
Nel silenzio imbarazzato, un pensiero attraversa le menti di tutti.
Un pensiero legato alla Fede.
Il nuovo regista poteva essere solo uno.
Ma questa è un'altra storia...

*qui ho citato Woody Allen, anzi no.

mercoledì 31 agosto 2011

le non recensioni di MrBertFord 2.0

Quando un mese – vista il giorno – è appena finito e un nuovo mese sta per cominciare; un mese in più per amare, per sognare, per vivere, per dire, per fare, per baciare, per lettera, per testamento, ma anche no.
Buonanotte.

No, aspettate, il "buonanotte" non c'entra niente, ma l'introduzione (qualcuno si è accorto che la frase è parzialmente rubata?) era per farvi presente che quest'anno il mese di agosto finisce alla grande con la seconda coppia delle attesissime recensioni di MrBertFord!

Se non sapete di cosa parlo, dovete solo vergognarvi (se non avete voglia di vergognarvi dovrete leggere qui o qui).

la reazione di Morandini
Grandi novità per questa fantastica puntata delle recensioni che hanno fatto cadere in depressione Morando Morandini, anzi, grande, perché è una sola: i voti finali! Per inciso, il voto dei Decepticon è totalmente falsato, in quanto non viene giudicata la reale qualità del film in questione, ma solamente la presenza della loro beniamina... in fondo li capisco, anche io mi sarei trovato in imbarazzo nel dover dare un voto a uno dei miei idoli.

Ma ciancio alle bande, andiamo a cominciare.

DIRTY DANCING - IL REMAKE -
di MrJamesFord

Ormai da tempo si vociferava di un ritorno sugli schermi di Baby e Johnny Castle, e finalmente pare che l'attesa dei milioni e milioni di fan in tutto il mondo della coppia di ballerini più amata del grande schermo dopo Fred Astaire e Ginger Rogers sia terminata.

Sotto l'egida dei Decepticons e la produzione di Rick Rubin, prestato al Cinema dal suo grande amico Trent Reznor che pare abbia convinto il leggendario barbuto guru rock a seguito di una sbronza terrificante a prendere parte a questo progetto, sono finalmente pronte a partire le riprese di quello che promette di essere un cult imperdibile.
La regia, dopo l'insuccesso di Michael Bay, verrà affidata a Tony Scott, il mitico fratello sfigato di Ridley già più volte omaggiato al saloon, che pare abbia contrattato fino all'ultimo per avere Denzel Washington nel ruolo del dottor Houseman, modificando il personaggio in modo da renderlo un ex agente della Swat profondamente reazionario capace di autosuturarsi.
A fronteggiare l'ostico genitore della protagonista troveremo un lanciatissimo Taylor Lautner, che per interpretare il ruolo che fu del compianto Patrick Swayze ha deciso di tingersi i capelli di biondo credendo che il remake fosse quello di Point break e di buttarsi in un corso intensivo di danza classica presso l'accademia di Amici.

Chiuso il cerchio a proposito di regia e produzione ed approvato il budget per le esplosioni che, da contratto, Tony Scott necessita di inserire in ogni sua pellicola, restava soltanto da definire il ruolo più conteso della Storia del Cinema: quello di Baby.
A contendersi la parte dopo una selezione durata giorni e giorni, infine, sono giunte cinque promettenti attrici spinte da ognuna delle personalità di spicco dietro la creazione di questo nuovo, incredibile capitolo della settima arte: Tony Scott, memore di Domino, propone Kiera Knightley; Denzel Washington, memore di un po' di curve, Beyoncé; Rick Rubin, obnubilato dall'alcool, Amy Winehouse; Taylor Lautner, incapace di pensare a seguito dello sforzo fisico sostenuto negli allenamenti di danza, Justin Bieber; e per chiudere in bellezza, i Decepticons alla carica con la loro beniamina Megan Fox, guidata dalla forza dei suoi pollici deformi.
io tifo per questa coppia
Incapaci di risolvere la questione se non menandosi bottigliate a tutta caldara, i selezionatori giungono alla conclusione che è sempre più utile che a menare le mani e fare tutta la fatica fossero le aspiranti, che da che mondo è mondo devono sbattersi il più possibile per soddisfare le loro ambizioni e le richieste dei produttori.
Sfruttando l'antico e scientifico metodo della pagliuzza più corta viene dunque scelta l'antichissima pratica della lotta nel fango, che vedrà protagoniste le future Baby.

Appurato il forfait per motivi di salute di Amy Winehouse, il primo incontro ad andare in scena è quello tra Justin Bieber e Megan Fox: senza neppure fare troppa fatica, la protagonista idolo dei Decepticons a passo di danza rifila un paio di schiaffoni al Biberon, che finendo con la faccia nel fango finisce per inzozzarsi il fantomatico ciuffo, entrando così in una crisi mistica che ne provoca la sconfitta.

Il secondo match, decisamente più combattuto, tra Keira Knightley e Beyoncé, prosegue con continui cambi di fronte così a lungo da provocare il coma etilico di Rick Rubin, che viene portato d'urgenza in terapia intensiva per essersi intossicato con la sua stessa barba, avendola respirata in stato d'incoscienza.
Dopo quattordici ore di lotta e danza, danza e lotta, quando anche le speranze del fango stanno per giungere al termine, ecco la zampata decisiva di Beyoncé, che con un acuto un po' troppo acuto stende la Knightley e si aggiudica la semifinale.

Sotto pressione dei Decepticons e con l'arrivo dell'arbitro speciale per la finale - in rispetto della danza, in diretta da Black Swan, Natalie Portman - l'incontro ha inizio subito dopo, con una freschissima Megan Fox che, eseguendo il micidiale colpo di pollice Samoan Spike appreso anni prima grazie agli insegnamenti del fu Umaga ha immediatamente la meglio su Beyoncé, aggiudicandosi la parte.

I Decepticons esultano proprio quando Denzel, aizzato da Jay Z, protesta a suon di pistolettate contro il risultato inficiato dalla durata del match precedente e sulla scarsa sensibilità razziale della produzione: protetta al volo Megan Fox con i loro corpi d'acciaio, i Decepticons ingaggiano così una battaglia terrificante rispondendo ai detrattori del loro idolo, il tutto mentre Taylor Lautner, con Bieber tra le braccia, si prodiga in una danza nel pieno del ring di fango in modo da evitare di essere crivellato di proiettili.

Tony Scott, vecchio volpone, approfittando della situazione filma il tutto decidendo di tenerlo per il montaggio finale, o al massimo per una director's cut in grado di fruttare milioni.
Il ring avrà pure deciso - sempre che qualcuno sopravviva -, ma lui la sua Baby l'ha trovata: e certo anche un'indimenticabile Dirty Dance.

Voto finale:

ACCERCHIATO
di Me

Estremo centro periferico di Pechino. Un mezzogiorno di un giorno a caso di un mese caldo a caso.
Un fievole boato squarcia il caotico rumore ordinato della savana pechinese. La folla, che si era radunata lì pensando che fosse la notte di capodanno, viene improvvisamente accecata da un insolito intenso bagliore: il sole; segue un'altrettanto intensa sensazione di calore e un rapido mulinare di vento.

E nulla più.

Nell'oscuro miscuglio di smog e polvere prodotto dal rapido turbinare dell'aria, si inizia a notare la sagoma di un uomo...

- Oh, c'è Maurizio Costanzo!
- No, guarda che ti sbagli, non è lui.
- Secondo me è Maurizio Costanzo.
- Ti dico di no, non lo vedi che questo ha il collo!?
- Allora è Maria de Filippi, sicuro!
- No, non è nemmeno lui, ehm... lei, i capelli sono diversi.
- Hmmm... la salma di Mike?
- Sai che dall'accento potrebbe quasi sembrare... però... no, è impossibile: non ha ancora detto "allegriazombie!".
- Ma allora chi cacchio è?
- Aspetta, aspetta, aspetta. Ce l'ho: è Paola Barale che ha lasciato Raz Degan e si è rimessa con Gianni Sperti.
- Sì, certo. E Buona Domenica era un programma di approfondimento culturale! Ma ti rendi conto di quello che dici?!?
- Allora, visto che sei tanto bravo, dimmelo tu chi è.
- Sento, io non lo riconosco, ma adesso glielo chiedo.
- Scusiiii, lei in mezzo all'oscuro miscuglio di smog e polvere prodotto dal rapido turbinare dell'aria, mi potrebbe dire il suo nome?

- Jean Claude

- Che ha detto?
- Jean Claude.
- Ma quello di Mai dire...?
- Dici che è lui? Allora è vero che la telecamera ingrassa almeno di due taglie.
- Qual è il suo vero nome?
- Mica me lo ricordo, però un autografo glielo vado a chiedere, tu che fai, vieni?
- Eccccerto! Ogni volta che lo vedo, mi piscio sotto dalle risate; adesso che ce l'ho a portata di mano almeno autografo e foto glieli chiedo. Mica sono scemo!

Wham!
Slash!
Sbam!
Tonk-tumb.
Un calcio volante aveva atterrato i due uomini; dalla polvere, ormai poco turbinante, comparve finalmente lui Jean Claude van Damme.
Come un cioccolatino di quelli buoni, il calciante Jean, era appena arrivato dal Belgio con l'intento di ritrovare la più sacra reliquia per qualunque combattente calcioso: il cappello di Chuck Norris in Walker Texas ranger.
La ricerca e la conseguente conquista furono piuttosto facili, perché il cappello era stato messo all'asta, ma, a causa della ben nota maledizione di Chuck, non si era presentato alcun compratore eccetto il nostro eroe Claude.

Ottenuta la sacra reliquia, Van la indossò e si rese conto che la mitica leggenda della maledizione era vera: in un istante si manifestò un terribile cerchio alla testa, il cappello era stretto e ormai Damme era definitivamente e indissolubilmente accerchiato.

La ricerca della misteriosa Molly (divoratrice di capsule molli), il rapporto conflittuale tra JCVD e la sua madre adottiva Cinese - magistralmente interpretata dell'indimenticabile Po, deceduta sotto due tonnellate di prugne secche della California (lasciate cadere su di lei dal suo arcinemico di sempre: il sole) a una sola settimana dalla fine delle riprese -, il temibileArmando e il suo cane purulento che cercheranno di ostacolare JCVD con tutte le loro forze, vi terranno incollati allo schermo per tutti e 3 i minuti del film. L'inespressività facciale di JCVD accompagnerà dolcemente lo spettatore in questo dramma adolescenziale senza adolescenti, e nessuno potrà evitare di chiedersi:
"Ma dov'è Dawson Leery quando c'è il disperato bisogno di qualcuno da prendere a calci in faccia?"
E ve lo chiederete almeno fino alla scena topica in cui si scoprirà che Roberto Giacobbo è il nuovo compagno di Elisabetta Canalis*, la quale, a sua volta, si paleserà finalmente come l'ultimo dei cavalieri templari, nonché la prima delle zocc... incapac... mezze troiett... bagasc...  showgirl.

Alla parola showgirl irromperanno sulla scena Elizabeth Berkley e Valeria Marini, che, con una magistrale interpretazione di "I wanna be loved by you", richiamerà in vita Mike Bongiorno, pronto a ricostituire, insieme al Chiambretti di turno, il mortifero terzetto sanremese.
Sarà proprio il redivivo Mike a concludere il racconto ponendo allo spettatore la fatidica domanda:
"La uno, la due o la trè?"
Questo finale aperto, che ci lascia presagire la possibilità - certezza? - di un prossimo episodio chiarificatore, ci concede ben trè possibili interpretazioni, sta allo spettatore scegliere quale parte dell'intera e complessa opera prendere in considerazione: il primo, il secondo o il terzo minuto?

Possiamo finalmente dire di trovarci di fronte al primo film totalmente interattivo della storia; altro che HD, altro che 3d, altro che 4d, altro che altro! Questo è l’unico film in cui lo spettatore, per la prima volta, assume il ruolo definitivo di concorrente di TeleMike. Personalmente la mia via è la terza, e voi cosa farete: lasciate o raddoppiate?

*della quale probabilmente ci siamo definitivamente liberati a discapito deicittadini USA. George for president! È riuscito a realizzare un mio sogno, io lo voto.

Voto finale:

lunedì 4 luglio 2011

le non recensioni di Mr. Bert Ford

Se i dannati in ingresso all'Inferno dantesco dovevano lasciare ogni speranza, ai nostri spettatori occorrerà - un impegno certo meno gravoso - parcheggiare comodamente fuori dal saloon - e dalla sala - un pò di buon senso, e godersi questo tuffo nel Cinema attraverso le parole di due recensori d'eccezione per la prima volta all'opera insieme su un post congiunto: MrFord e Bert uniscono le forze per portare sui vostri schermi le non recensioni di due pellicole pronte a fare la Storia della settima arte, e chissà che non ne seguano altre.
Per cominciare, abbiamo scelto Il grande Lebowski e Transformers 3, che ci siamo prodigati a raccontare al nostro meglio in modo che tutto - ma proprio tutto - venisse sviscerato al servizio dello spettatore.
Anche perchè i recensori, questa volta, i film non li hanno proprio visti.

13 ottobre 1932 – ore 06:13 a.m.
Oceano, l’inquadratura si restringe passando da un campo lunghissimo fino al primissimo piano del volto di un giovane ragazzo che alza lo sguardo e, pieno di commozione, grida:
"America!*"
La camera ruota bruscamente nella direzione dello sguardo del ragazzo mostrando una statua della libertà appena visibile, poi, sempre velocemente, si concentra su Gottfried Lebowski, un giovane ebreo tedesco di origini polacche, che, udendo quella parola, alza gli occhi e vede per la prima volta quella che da quel giorno sarebbe stata la sua nuova patria.
Dissolvenza verso il bianco.

Il grande Lebowski

È passata una generazione e mezza da quel 13 ottobre e ormai la famiglia Lebowski è una tipica famiglia americana.
Dal giorno del suo arrivo erano cambiate molte cose per Gottfried: adesso era il proprietario di una catena di macellerie kosher, si era sposato, aveva avuto un figlio ed era nato suo nipote Jeff.
questa l'ho presa qui.
Tutto andava per il meglio fino al giorno in cui suo figlio e la moglie persero la vita in un tragico incidente causato da uno scontro tra Rhino e l’Uomo Ragno.
È così che ci vengono presentati due grandi Lebowski: Gottfried e Jeff. Il primo è grande per età, esperienza e posizione sociale, il secondo è grande fisicamente, infatti, dal giorno della loro somparsa, Jeff cerca di rimpiazzare i suoi genitori con il cibo, per la precisione con carne di animali macellati secondo la tradizione kosher. Gottfried, sentendosi in colpa per non aver mai pronunciato una frase di quelle alla zio Ben** prima che il figlio morisse, non riesce ad arginare la carenza di affetto di Jeff, ma anzi, cerca in ogni modo di colmare quel vuoto assecondandone l'inestinguibile voracità del nipote.
Quella che sta per iniziare è una storia di confronti generazionali, di rimorso, di mancanza di affetto, ma anche la storia della caduta di una famiglia.
Non passerà molto tempo che Gottfried sarà costretto a indebitarsi con la temibile associazione mafiosa vichingo-americane nota come IKEA. In un turbine di violenza, corruzione, ricatti, violenza, carne macellata, violenza, sangue e violenza, il grande Gottfried riesce a recuperare, pagando con la vita, il cibo per Jeff, che nel frattempo diventa l'uomo con il peso specifico più alto del mondo.
Jeff, raggiunto il guinnes world record, entra casualmente in contatto con Barbara d'Urso; questo malaugurato incontro segnerà, casualmente, la sua fragile psiche per sempre, tanto che scoprendo, casualmente, il corpo del nonno ucciso, casualmente, dalla mafia vichinga, casualmente, cerca, casualmente, una via di riscatto aprendo, casualmente, una propria società*** per azioni, ovviamente azioni losche, casualmente.
Nel giro di tre giorni si ritrova ad essere il più importante boss mafioso di New York (e forse del mondo); ora i suoi amici lo chiamano Big Lebowski, mentre i suoi nemici tremano udendo il suo nome d'arte: Kingpin!
Che dire? Un'opera controversa e violenta che scava a fondo nelle personalità di nonno e nipote: due big Lebowski che hanno amato, sofferto, fallito, combattuto, ricattato, ucciso, morto (hanno?) senza mai dimenticare la macellazione kosher.
È ormai impressa indelebilmente nella mia mente la scena in cui il Gottfried, macellando (sempre seguendo il metodo kosher) il vicino di casa per sfamare il piccolo Jeff, recita con un perfetto accento sardo alcuni versetti sardonici, concludendo il tutto con una riflessione sull'incertezza che caratterizza da sempre la vita dell'uomo:
"E con quello che avanza che ci faccio... lo surgelo o si rovinerà?"
Un film da vedere, che potrebbe insegnare molto a macellai, recordman, nonni, nipoti, vicini di macellai kosher, barbaredurso, mafiosi, poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori e trasmigratori.

Bert 

*Questa scena potrebbe ricordarvi qualcosa.
**Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
***Bruce Wayne, al suo posto, avrebbe fatto proprio il contrario: fregarsene delle società e iniziare a menare la gente vestito da pipistrello.

Transformers 3

Premessa:

Megan Fox, bizzosa e piena di sè, nel corso di un'intervista critica aspramente il clamorosissimo regista Michael Bay, ma non per il suo assolutamente assente talento, bensì per una presunta associazione comportamentale a un certo signor Adolf inviso a Spielberg e al suo staff, praticamente giocandosi il posto nell'irrinunciabile e già annunciato blockbusterone dell'estate Transformers 3.

Incipit:

Gli Autobots, belli freschi e tranquilli a spararsi mojitos di gasolio sul loro pianeta, vengono raggiunti dalla notizia bomba dell'allontanamento della Fox dal cast.
Dovete sapere che il pollice deforme ed orripilante della Megan più famosa del mondo è divenuto, nel corso degli anni, un oggetto di culto per i robottoni trasformabili, attratti dallo stesso come noi umani dagli scarafaggi ribaltati.
foto di classe degli Autobots (1984/1985).
Sconvolti per l'accaduto, decidono di ubriacarsi fino al livello "molesto" proibito dal loro computer centrale e viaggiare il più velocemente possibile verso Los Angeles.

Primo tempo:

Il Signor Spielberg ed il Signor Bay sono belli spalmati sulla terrazza di un lussuoso hotel di L.A. sorseggiando due mojitos - con il rum, non il gasolio - a bordo piscina e a discutere di quanto potrà rendere la vendita del merchandise dei robottoni, a quanti tordi andranno a vedersi la schifezza con la sostituta di Megan Fox in 3D e a quanto Shia LaBeouf sia stato il salvatore di entrambi loro, quando Optimum prime fa la sua comparsa, completamente ubriaco, centrando in pieno la vasca con il piede sinistro provocando quattro morti, due esplosioni di protesi al silicone e un'ingente fuoriuscita d'acqua. Prime non vuole sentire ragioni. Senza il pollice della Fox gli Autobots non girano proprio un cazzo.

Intervallo:

Spielberg e Bay, di nascosto, chiamano proprio LaBeouf chiedendogli aiuto ancora una volta. La sua missione è di recuperare i Decepticons e farli precipitare a L.A. prima che gli Autobots distruggano tutto quello che si trovano a tiro. Il buon Shia, che è un ragazzo sveglio, chiede ai suoi datori di lavoro per quale motivo il suo vecchio amico Prime, compagno di mille avventure, dovrebbe comportarsi in quella maniera indecorosa.
Spielberg risponde stizzito che il suo amico è fatto come un cavallo, mentre Bay, privo di talento ma più razionale, afferma: "E' colpa del pollice di Megan Fox!"
LaBeouf rabbrividisce e sussurra: "Effettivamente anche a me ha sempre fatto schifo! Quasi non riuscivo a baciarla, per colpa dei pollici!"
E Bay incalza: "No, loro vogliono il pollice, o non girano!"

Secondo tempo:

Shia, chiamato in aiuto Bumblebee, l'unico Autobot straight edge, corre come un matto seminando pattuglie della stradale a profusione, fino ad arrivare alla base segreta dei Decepticons, dove è costretto a contrattare per altri due spin off con protagonisti i soli Decepticons nel ruolo di buoni e cattivi contemporaneamente in cambio del favore che è costretto a chiedere loro a nome della produzione.
I Decepticons, soddisfatti, volano così alla ricerca del loro obiettivo, con la promessa di tornare a Los Angeles a cose fatte.

Risoluzione:

Nel pieno della crisi, con Spielberg e Bay asserragliati nella villa di Schwarzy e costretti a farsi difendere a suon di lanciagranate dall'ex Governatore della California mentre una selva di Autobots sempre più ubriachi dopo essersi passati tutte le stazioni di servizio della costa cerca di entrare nella proprietà di Conan il barbaro, Shia torna a capo dei Decepticons che nel frattempo hanno rintracciato la Fox asportandole i pollici per sostituirli con due protesi metalliche trasformabili in ammennicoli d'intrattenimento vario.
Gli Autobots cessano immediatamente le ostilità, ammirati.
LaBeouf è acclamato ancora una volta come l'eroe protagonista da Spielberg e Bay, che scoprono di essere innamorati, vengono cacciati da Schwarzy e corrono a Las Vegas per essere sposati da Elvis non prima di aver siglato un contratto milionario con i Decepticons.

Appendice:

Megan Fox, libera dalla sua deformità, diviene il sex symbol globale che avrebbe sempre voluto e ottiene il potere di spedire sulla strada l'odiato Michael Bay.

MrFord
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Note di produzione:
  • l'Uomo Ragno e Rhino hanno devoluto in beneficenza i proventi della loro fugace apparizione;
  • per non incorrere in giustificabili suicidi di massa, il volto di Barbara d'Urso sarà oscurato;
  • nessun pollice di Megan Fox è stato maltrattato durante le riprese del film;
  • Michael Bay è pregato di restituire al legittimo proprietario la spada di Conan entro le prossime 16 ore.