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martedì 6 marzo 2012

crociera e delizia del genere umano

ATTENZIONE!
Alcuni lettori potrebbero trovare questo post di cattivo gusto.

Joel Peter Witkin - La Zattera di George W. Bush
Recenti fatti di cronaca ci hanno permesso di comprendere come la vita sulle navi da crociera non sia proprio come ci vorrebbero far credere. Tra sesso, droga e, probabilmente poco, rock 'n' roll, le giornate di chi non sosta su quei ponti da ospitato, ma da ospite, sembrerebbero essere quanto di più lontano possa esistere dall'immagine che ci viene solitamente proposta; parre che la negligenza, il sesso come moneta di scambio, gli eccessi e l'abuso di potere facciano ormai parte di una routine consolidata da anni.

Venire a conoscenza di questi fatti, o presunti tali, mi ha fatto tornare in mente la vita di un personaggio piuttosto famoso che ha cominciato la sua carriera proprio su una nave da crociera.
Ripensando per un attimo alla sua vita, ai suoi natali, al fatto che è proprio in uno di quei luoghi di perdizione che si è formato; non risulta, allora, evidente che lui è così com'è principalmente per cause legate all'ambiente in cui è venuto a trovarsi? Se mette il naso dappertutto, se ha sempre le mani in pasta, se ogni volta rigira la frittata, se fa battute poco divertenti credendo di essere simpatico, se esprime pareri anche quando nessuno lo interpella e se c'è qualcosa di poco chiaro in tutto quello che fa, la colpa è certamente delle crociere.

Anche se certamente non serve precisarlo, parlavo di Alessandro Borghese.
Quanto non lo sopporto quel tizio!

lunedì 27 febbraio 2012

Cornelio Nepote! PRRRRRRRR

- Ma sono stato assente per una settimana?
- Eh, signora mia, come passa il tempo quando ci si deprime!
Eravamo rimasti che ero in crisi, vero? Ecco, sto sempre in crisi, non vi preoccupate, non ci sono state novità da quel punto di vista, ma c'è una grossa novità che è andata ad arricchire il mio impressionante curriculum da ciarlatano: sono diventato un biografo.

Sapete tutti quanto io sia uno scrittore versatile (a proposito, non usate mai e poi mai la parola "versatile" se vi trovate su twitter. Non fatelo!) e talentuoso, è evidente ed innegabile, ma forse non sapete che non mi era mai capitato di essere scelto come biografo ufficiale di qualcuno. Orbene*, ero nel bel mezzo della mia depressione più profonda, quando arrivò, tra le mie sporche** mani, una richiesta ufficiale, per mezzo della quale -IlDave- mi chiedeva di dare vita alla sua biografia ufficiale; sorpreso ed incuriosito, decisi di accettare tale proposta.

Insomma, com'è come non è, questa biografia ha visto la luce (non proprio); se volete leggerla basta cliccare sulla foto qui sotto, che poi è un'anteprima dell'immagine di copertina della biografia in questione.


Vi ricordo che ogni cosa che faccio io è fatta male, quindi non aspettatevi niente, inoltre, vi faccio presente che se volete una biografia potete sempre chiederla a me o a... Bruno Vespa, per esempio.

PS: dite che ho usato la punteggiatura giusta nel titolo del post?

*l'ho usato a casaccio, ma volevo mettercelo.
**voglio proprio vedere quanto sono pulite le vostre dopo un viaggio in treno e in metropolitana.

martedì 7 febbraio 2012

qua e là

Partiamo dal presupposto che io non so scrivere. I più arguti lo avranno notato, gli altri anche, perché, in quanto miei lettori, siete tutti molto arguti (sì, sto cercando spudoratamente e senza successo di compiacere la vostra autostima); ora qualcuno mi vorrà dire che non è vero, che posso migliorare, ma non me la cavo male e tutte quelle cose che si dicono a uno che non è proprio un genio in un determinato campo.
"Il problema è che non si applica, potrebbe fare molto di più."
Che poi non è mica vero, io mi applico, altroché se mi applico, è che proprio non ci riesco a fare di meglio.
Ogni tanto mi domando perché continuo, poi però mi accorgo che, anche se scrivo malissimo e non faccio capire, tante cose che a voce non direi mai, riesco a scriverle e, almeno da quel poco che ho capito, sta roba strana non succede mica solo a me, anzi, succede un po' a tutti e ammetto che me ne stupisco ogni volta, perché è un po' come finire di colpo in un mondo completamente nuovo, un mondo di cui ignori tutto. E così scopri cose nuove, partecipi, anche per un solo secondo, alla vita di qualcuno che un istante prima non conoscevi, gli strappi un sorriso, una smorfia di disgusto, un'espressione interdetta o (e questo magari succede anche spesso) semplicemente lo annoi. Certo, tutto questo lo puoi fare anche senza connetterti o roba simile, e infatti ogni tanto ci provo, ma ho notato che dal vivo c'è molta più diffidenza, quindi continuo su entrambe le strade, anche se ultimamente non sono più prolifico come mi capitava di essere tempo fa, e non posso nemmeno dire di avere il blocco dello scrittore, al massimo potrei avere il blocco del cazzaro, o magari un blocco intestinale, ma niente di più. Sono cose che segnano queste, quindi non dico di avere un blocco, dico solo che, da quando hanno iniziato a dire che i neutrini vanno più veloci della luce, mi si sono dilatati i tempi.

Ah, per inciso, sto imparando a essere ambiguo, perché devo raggiungere la fama grazie alla mia ambiguità, anzi, devo farmi raggiungere dalla fama grazie alla mia ambiguità, perché, come dicevo su twitter, sono pigro e preferisco far venire lei, piuttosto che andare io; comunque, sto cercando di diventare ambiguo, solo che, da quello che ho capito, se su twitter non ti arrivano almeno una decina di proposte oscene (e una più oscena dell'altra) non sei nessuno, quindi attendo e in tanto cerco di crescere in ambiguità.
Qualche suggerimento?
Se ne avete potete, scriverli qua oppure là.

martedì 3 gennaio 2012

mens insana in corpore boh

Sono tornato.
Siccome questi giorni sono stati giorni di vacanza, ho deciso di non fare assolutamente nulla.


E così, proprio per ribadire il concetto di esser vacuo, sebbene non fossi del tutto convinto, non mi sono opposto all'idea di passare la quasi totalità del primo giorno del primo mese del primo anno successivo al 2011 presso le terme Széchenyi.
Premetto che non sono un tipo da terme, soprattutto perché non mi piace troppo il caldo, ma questa volta mi sono dovuto ricredere, infatti, se all'inizio entravo a stento e per pochi secondi nelle piscine a 34°, alla fine della giornata mi sono ritrovato a passare dalla sauna a 80° alle piscine da 40° e 20°. Ho scoperto che in sauna non sudo molto, che la mia pressione non si abbassa tanto da provocarmi svenimenti o roba simile, che appena entrati nella sauna a 80° è molto difficile respirare, che la lingua ufficiale delle terme di Budapest è l'italiano e che posso diventare un campione di maratonda.


Sì, proprio un campione di maratonda, perché, dovete sapere, che in una delle due piscine scoperte di quelle terme c'è un... guardate la foto a lato. Vedete quel percorso circolare al centro della vasca? Ecco, all'interno di quell'anello ci sono dei getti che creano una forte corrente che ti trascina e ti permette di iniziare, a volte senza volerlo, la maratonda.
Insomma ci siamo messi a correre/nuotare in tondo, una cosa stupidissima, ma molto divertente; almeno fino a quando non è intervenuto un gruppo di ragazzi italiani che faceva da tappo, schizzava i maratondeti e urlava ogni volta che passava una ragazza.

Che tristezza.

Quando sono arrivati loro me ne sono andato io, perché hanno rovinato una meravigliosa manifestazione di sport e inutilità, una manifestazione che era ripartita grazie ai miei sforzi, perché quando sono arrivato io nessuno stava facendo la maratonda, era stato solo grazie a me e ai miei compagni di viaggio che quell'anello si era ripopolato, eravamo noi gli unici che faticavano correndo per quello stretto corridoio, non loro, che hanno rovinato tutto e hanno persino avuto il coraggio di affermare:
"Abbiamo rianimato le terme."
In sostanza, tutto questo era per dire che c'è brutta gente che gira per il mondo e quella brutta gente è italiana... e quella brutta gente sono anche io* :)

*ci tengo a precisare che alla vista di un gruppo di ragazzi italiani depilati come le parti intime di un'attrice porno e muniti di minislippini superiperaderenti evidentemente della taglia sbagliata, mi sono guardato e, per un momento, non mi sono sentito italiano.

mercoledì 30 novembre 2011

la tata o vita discreta di un personaggio

Avete presente tata Lucia?
Se non ce l'avete presente, partite dal presupposto che tata Lucia non ha una vera vita.

Tata Lucia abita in un asilo, ma finge di snobbare allegramente i bambini che ha intorno; è talmente presa dal suo essere tata che appena squilla il telefono si precipita ad ascoltare la richiesta d'aiuto della famiglia di turno, corre in mezzo alla strada, rimedia (non è dato sapere in che modo) qualcuno che la accompagni e parte alla volta della destinazione indicatale via telefono*.

Considerando che trova sempre un mezzo di trasporto uscito direttamente dalla prima metà del diciannovesimo secolo, la durata media dei vari viaggi è di circa 6/7 mesi; in questo periodo di tempo tata Lucia entra in modalità risparmio energetico, riducendo al minimo le attività cardiache e cerebrali**, per poi riattivarsi appena un minuto prima di giungere presso la residenza della famiglia in difficoltà. Scesa dal suo mezzo di matusalemmiana memoria, la nostra si dirige spedita verso il citofono/campanello e si presenta:
"Sooono la taaaaata Luciaaa"
le vocali allungate sono un piccolo inconveniente dovuto all'ibernazione autoimposta per sopravvivere al viaggio, ma tali incertezze non la scoraggiano mai, tanto che, dopo uno scambio di brevi saluti di presentazione con i componenti della famiglia da aiutare, se ne esce con la sua mitica e temibile frase:
"Ora mi metto in un angolino; voi fate come se non ci fossi."
ora, la richiesta è abbastanza strana, ma pare che qualcuno riesca a fingere che lei (come anche i cameraman) non ci sia. Contenti loro...

In questa fase, aiutata dall'invisibilità, tata Lucia studia la vita della famiglia, cerca di individuare gli eventuali problemi e quali potrebbero essere i metodi più efficaci per risolversi.
Riconosciuta la malattia e stabilita la cura, tata Lucia si autoproclama dittatrice della casa e impone le regole che genitori e figli dovranno rispettare pena... non si sa. Solitamente il cambio di regole provoca uno stato di agitazione negli individui definiti adulti, agitazione solitamente eccessiva, perché le regole imposte dalla dittatrice buona si rivelano ben presto utili ed efficaci mezzi per modificare in meglio la vita di tutti.

Finito il suo lavoro, la tata se ne va, e così, lentamente come era arrivata, si dirige verso il suo asilo, verso quei bambini che scorrazzano senza alcun controllo in un mondo felice, quei bambini che lei bellamente ignora, in attesa di una nuova telefonata e di una nuova famiglia a cui aggrapparsi giusto per il tempo che serve a sentirsi parte di qualcosa, perché è l'unico modo che le resta per continuare a esistere, e lei lo sa, lo sa molto bene.

E, detto ciò, vi saluto.
Adesso mi metto in un angolino; voi fate come se non ci fossi.

*a volte usano un portatile, grazie al quale viene trasmesso un videomessaggio di aiuto.
**durante i viaggi più lunghi il suo elettroencefalogramma può diventare piatto per diversi giorni.

sabato 29 ottobre 2011

una valida alternativa al lavoro

In questo preciso periodo storico uno dei problemi più seri ed evidenti è quello del lavoro che non si trova, se lo si trova di certo non è a tempo indeterminato e, quando miracolosamente è a tempo indeterminato, il rischio che possa finire da un momento all'altro è sempre in agguato (soprattutto ultimamente).
Come risolvere questa difficile situazione?

Ebbene, dovete sapere che, dopo lunghissime e dolorose riflessioni, ho finalmente trovato una soluzione pratica e indolore che renderà tutti facilmente felici. Ho dovuto affrontare difficili prove per raggiungere l'illuminazione, ma ne è valsa la pena, perché finalmente ho trovato soluzione al più grande problema dell'Italia contemporanea

#rullo di tamburi#

loro salveranno l'Italia:


No, non sto parlando nel particolare di Raffaello Tonon, Tina Cipollari e Alfonso Signorini, ma di quello che loro rappresentano.
Il mio ragionamento parte dall'ovvia considerazione che per risolvere i problemi riguardanti il lavoro si deve necessariamente abolire il lavoro stesso; ma come riuscire ugualmente a portare a casa la pagnotta?

Dopo estenuanti sessioni di zapping sono finalmente giunto a una conclusione: l'opinionismo ci salverà.
Ditemi voi se esiste un modo per guadagnare, a volte anche bene, senza fare assolutamente nulla che sia anche solo lontanamente assimilabile a un lavoro?

Insomma la soluzione è una e una sola: diventare tutti degli opinionisti, ma come fare? Per aiutare i meno portati per questo "lavoro", ho deciso di rendere pubbliche le sei regole d'oro del bravo opinionista:
  1. avere sempre un'opinione su tutto;
  2. fare in modo che l'opinione in questione non sia mai la propria;
  3. dire quello che la gente vorrebbe sentirsi dire o esattamente il contrario*;
  4. concordare in tutto e per tutto con il presentatore di turno o iniziare a insultarlo*;
  5. infervorarsi almeno una volta ogni quattro puntate, in modo da ricordare al pubblico di esistere;
  6. NON INIMICARSI ALCUN POLITICO.
Seguendo queste semplici istruzioni potrete arrivare ad accaparrarvi uno stipendio semplicemente rimanendo seduti in uno studio televisivo qualunque; per i più fortunati potrebbe arrivare anche la promozioni a "conduttore totalmente inutile e odioso", cosa accaduta, per esempio, a Pierluigi Diaco, di cui abbiamo una serie di diapositive montate in rapida successione e accompagnate da una traccia audio


A questo punto credo sinceramente di meritarmi almeno un Nobel per l'economia, il titolo di senatore a vita (con annessa superpensione) e un'auto blu qualunque; dopotutto ho trovato LA soluzione.

*dipende da quale tipo di opinionista volete essere: nel primo caso potrete aspirare a una modesta, lunga e duratura carriera; nel secondo a ottenere ingenti guadagni nel giro di poco tempo, ma si sa che chi brucia in fretta dura poco.

martedì 20 settembre 2011

uomini e donne - parte III

Benvenuti al consueto appuntamento con quella che è ormai diventata la rubrica più letta da Flavia Vento e Carlo Rubbia.

Oggi ci occuperemo di cibo e, a proposito di cibo, vi presento la nostra ospite non parlante di oggi: direttamente dalla cucina di casa sua (che prima stava su Italia1, ma adesso si è trasferita su La7) Benedetta Parodi!

cosa lo rende un programma da "bambini accompagnati"?
E grazie Benedetta per il tuo interessantissimo intervento, ma adesso purtroppo dobbiamo salutarti, perché so che ti devi preparare per la tua prossima sfida ai fornelli, un piatto che risulta indigesto anche ai più grandi chef: l'uovo al tegamino.

Ma torniamo a noi e andiamo a esprimere il consueto assioma di partenza:
Se sei un uomo più mangi e più persone avranno stima di te; se sei una donna puoi nutrirti con quantità esagerate di cibo (ma solo in pubblico) oppure sarai costretta a fingere di non avere fame, anche quando il tuo stomaco, in mancanza d'altro, si sta autodigerendo.
Il problema quando si parla di cibo è uno solo: il modello di riferimento.
Per l'uomo è da sempre valido il proverbio omo de panza omo de sostanza, che costringe anche quelli con il morbo di Crohn a divorare qualunque cosa gli capiti a tiro; il concetto è chiaro: se mangi anche i sassi sei un uomo vero, se non lucidi il tuo piatto rendendolo brillante come i denti del Mitaka di Maison Ikkokuchiana memoria c'è qualcosa che non va. E così l'uomo, per non risultare strano, è costretto, sin dalla più tenera età, a ingurgitare a ogni pasto una quantità di cibo pari o superiore al proprio peso corporeo.

Tutt'altra storia per la donna. Come dice il Duca di Mantova La donna è mobile (e non si parla di IKEA o simili) e, proprio come la donna, è mobile anche il modello a cui ha fatto riferimento nel corso dei secoli; parlando di abitudini alimentari, per comprendere quali siano state le figure femminili da ammirare e imitare, basti pensare che si è passati dalla venere di Willendorf a Twiggy (una delle due l'ho vista dal vivo ed era bella sul serio); e con questo ho detto tutto.
Twiggy, che poi col tempo si è evoluta in Kate Moss, ha introdotto quello che oggi, per molte, è il modello ideale di bellezza, un modello che può essere riassunto con una parola e un numero: taglia 40 (ma, volendo, anche 38).

Proprio per rispettare il modello imperante, molte donne sono quasi costrette al digiuno perenne, ma cosa accade quando una donna è invitata a mangiare da qualche parte?
A quel punto le alternative che le si presentano sono due:
  1. mangiare una foglia di insalata scondita e mentire spudoratamente affermando di essere sazia, mentre in realtà azzannerebbe volentieri tutti i commensali, con l'oscuro intento di assaporare il loro fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti;
  2. mangiare fino a scoppiare per dimostrare agli altri che il suo fisico è merito di un metabolismo iperveloce, quando sa benissimo che quel lauto pasto le procurerà almeno una settimana a base di acqua, gambi di sedano (uno a pranzo e uno a cena) e palestra (dalle 8 alle 16 ore al giorno senza interruzioni).
Certo, le donne che aspiravano alle rotondità della Venere di Willendorf non se la passavano meglio, sempre impegnate a spararsi litri e litri di lardo di Colonnata* fuso direttamente in endovena com'erano (per non parlare della mortalità indotta dai chili di colesterolo che andavano intasando arteria dopo arteria), ma almeno loro non presentavano il classico nervosismo tipico di chi si priva giornalmente del cibo in nome di una 40. Che poi... cosa vuol dire 40?
________________________
-Momento Franca Sozzani-
Forse qualcuno non lo sa, ma la mitica taglia 40 non è qualcosa di standard, infatti, ogni azienda di abbigliamento stabilisce in completa autonomia la misura corrispondente a ogni taglia; cosa significa questo? Che se entro in una 40 rosso Lavandino, potrei non entrare in una 40 Rocco Tarocco. Per quale motivo non riescono a unificare le misure corrispondenti alle taglie? Perché ogni azienda crede di sfruttare le taglie a proprio vantaggio; per esempio, se io sono un produttore di abiti d'alta moda, la mia 40 potrebbe essere molto più stretta della 38 di una ditta di abbigliamento sportivo, questo perché l'alta moda deve essere esclusiva, quindi solo un minuscolo numero di donne potrà entrare nella taglia che credono essere la loro; in pratica il peso e le dimensioni di chi andrà a comprare un determinato abito sono parte integrante dei meccanismi di marketing che ti porteranno a scegliere un indumento piuttosto che un altro, o almeno questo è quello che i produttori credono.
________________________

Riassumendo: parlando di cibo l'uomo deve mangiare, sempre e comunque, mentre la donna si è vista privare progressivamente del cibo nel corso dei millenni.
In questo preciso momento storico possiamo dire di essere arrivati alla svolta decisiva, perché abbiamo una Beth Ditto per ogni Kate Moss e, proprio in mezzo a questi estremi, tante donne dal peso normale che si fanno milioni di complessi inutili. Colpa della moda?
Io credo che probabilmente la colpa è di chi si ostina a diffondere e dare credito a queste famose leggi non scritte; alla fine anche Kate Moss è "ingrassata", perché non lo può fare una che non fa la modella?

PS: avete notato quante guest star mi sono venute a trovare in questo post?
PPS: posso autodefinirmi fashion blogger per un giorno? Prendo il silenzio per un sì.

*sarà anche puro e semplice grasso, ma quanto è buono!

giovedì 15 settembre 2011

miti musicali - vol. 1

Ieri, mentre cercavo informazioni su quello della plastilina, mi sono imbattuto in qualcosa di eccezionale:


Immediatamente mi sono chiesto:
"E mo questo chi è?"
Facendo una rapida ricerca, ho scoperto che si tratta di un certo Günther, e che questo certo Günther è talmente famoso da essersi addirittura meritato una pagina sulla wikipedia nostrana. Comprendere che tale era la sua fama mi ha incuriosito, anche perché non capivo come potevo essermelo perso fino a oggi (c'è anche su wikiquote, mica pizza e fichi!); fortunatamente, anche se in ritardo, l'ho scoperto, per questo vorrei condividere con voi la mia felicità presentandovi... ah, non vi ho detto che è un ex modello tramutatosi in cantante, insomma, adesso è un cantante, quindi ecco il video della mia canzone preferita (per ora)


a seguire il mitico testo (preso da qui):

DING DONG SONG

Oh...you touch my tra la la
Mmm...my ding ding dong
(Mmm!)

La
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la

Oh...you touch my tra la la

La
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la

Deep in the night
I'm looking for some fun
Deep in the night
I'm looking for some love
Deep in the night
I'm looking for some fun
Deep in the night
I'm looking for some...

You tease me
Oh, please me
I want you to be my love toy
Come near me
Don't fear me
I just can't get enough of you, boy

Oh...you touch my tra la la

La
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Oh...you touch my tra la la)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong) (My ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la

Deep in the night
I'm looking for some fun
Deep in the night
I'm looking for some love

You tease me
Oh, please me
I want you to be my love toy
Come near me
Don't fear me
I just can't get enough of you, boy

Oh...you touch my tra la la

La
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Oh...you touch my tra la la)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la

(My ding ding dong)

Mmm...my ding ding dong

La la la
La
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la
La
La la la
La la la
La la la la la la

Oh...you touch my tra la la

La
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Oh...you touch my tra la la)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong) (My ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Oh...you touch my tra la la)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm...my ding ding dong)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Oh...you touch my tra la la)
La la la
La la la
La la la la la la
La (Mmm!)
La la la
La la la
La la la la la la

Oh...you touch my tra la la
Mmm...my ding ding dong

Se volete conoscerlo meglio questo è il suo sito ufficiale.
Ho conosciuto Rocco Siffredi a giugno, in un meeting sulla moda. Penso che fra me e lui non ci sia troppa differenza. Lui è una pornostar, io un pornosinger.
Günther - da PlayBoy, 12 gennaio 2006

Grazie Günther, di tutto cuore!

PS: da grande voglio essere lui.

sabato 10 settembre 2011

trilogia della Chiappetta - vol. 3

- PREMESSA -

A causa dei recenti tagli di bilancio, il volume finale della trilogia sarà composto del solo capitolo finale.
Per ringraziare l'affetto e la devozione con cui ci avete seguito in tutti questi anni, abbiamo deciso di pubblicare qui le scene tagliate, alcuni brani estratti dai capitoli censurati e le immagini eliminate dai volumi 1 e 2.
Vi ringraziamo per la cordialità e la fermezza con cui avete supportato il nostro lavoro.
Buona lettura!

- CAPITOLO PRIMO E ULTIMO -

51 cose da fare invece di essere Valerio Pino:
  1. lanciarsi un'anguria in faccia con una fionda gigante;
  2. ascoltare tutta la discografia di Justin Bieber;
  3. ascoltare tutta la discografia di Cher;
  4. guardare tutta la filmografia di Cher;
  5. contare le operazioni di chirurgia plastica di Cher;
  6. fare una stima dei costi derivanti dalle operazioni di chirurgia plastica di Cher, attualizzando il tutto al 14 settembre 2010;
  7. chiedere a Nancy Brilli se si è mai rifatta qualcosa e sentirsi rispondere di no;
  8. vincere il Nobel per le buone intenzioni (sulla fiducia);
  9. morire e, dopo tre giorni, rimanere morti;
  10. ritrovare la salma di Mike;
  11. capire quale strana malattia mentale ha il tizio che scrive gli oroscopi per Vanity Fair;
  12. capire quale strana malattia mentale ha chi lo paga;
  13. capire quale strana malattia mentale ho io che ho postato il link;
  14. andare a caccia di ornitorinchi;
  15. farsi pungere dall'aculeo velenoso di un ornitorinco;
  16. andare in vacanza a Ischia con Bear Grylls (perché ha fatto tutto ciò?);
  17. impedire a Fiammetta Cicogna di comparire nuovamente in tv;
  18. montare un mobile IKEA;
  19. scoprire di averlo montato male;
  20. incontrare uno scotoma scintillante dal vivo;
  21. dare 100 colpi di spazzola a Melissa P.;
  22. fare bere una Red Bull a una zebra mentre si trova nei pressi di una pozza d'acqua piena di alligatori per vedere cosa accade;
  23. se tutto va come nella pubblicità, scippare la borsetta di alligatore alla zebra;
  24. cambiare canale quando in tv compare Amadeus;
  25. chiedere a Carla Fracci perché si ostina a mantenere sempre quello stile che fa tanto sposa cadavere;
  26. imparare a suonare il clavicembalo;
  27. diventare solista in un'orchestra ascellare;
  28. circumnavigare in solitaria Valeria Marini;
  29. scrivere una lettera di stima a Valeria Marini;
  30. scrivere una lettera di disistima a Carla Bruni;
  31. indagare sulla morte di un Kennedy a caso (vale anche Leon S. Kennedy);
  32. intercettare un primo ministro a caso (tanto prima o poi qualcosa di divertente o compromettente la trovi);
  33. imparare a utilizzare decentemente un programma di modellazione 3d;
  34. insegnare qualcosa a qualcuno (anche qualcosa che ignori completamente);
  35. scrivere una lettera al Papa e chiedergli se è eticamente accettabile uccidere una persona per salvarne altre due, sapendo che i due che sopravvivranno sono feroci criminali e che la persona da uccidere è una donna incinta da un giorno;
  36. mangiare una vagonata di M&M's (quelle con la nocciolina dentro, ovviamente);
  37. fare altrettanto con gli orsetti gommosi;
  38. litigare con Vittorio Sgarbi;
  39. capire il senso delle pubblicità di Fastweb con George Clooney;
  40. colonizzare Marte e sperare che la Canalis non arrivi anche lì;
  41. fare un grosso sospiro e reprimere la rabbia;
  42. darsi per un giorno al cannibalismo;
  43. farsi insultare da Gordon Ramsey;
  44. imparare la lingua di Jabba the Hutt;
  45. leggere un libro di Alfonso Luigi Marra;
  46. leggere un libro di Alfonso Signorini;
  47. mettere in lavatrice una maglietta bianca e ritrovarne una rosa;
  48. imparare tutte le parole di Ramaya (mia zia già le sa);
  49. tradire Luca Marin con Filippo Magnini o viceversa;
  50. mandare qualche sms a Italo Bocchino;
  51. qualunque cosa.
- CONTENUTI EXTRA -


da: Volume 1 - Capitolo 2
Come potete capire chiaramente da questo video, Pinone è un "autoritario con barba", dorme nudo (adesso che lo so mi sento molto più tranquillo) e vuole smettere di fare il ballerino... ballerino? E quando lo sei diventato? In ogni caso non so se sia un bene, perché vuole iniziare a parlare.
Notiamo anche, sempre dal video, che nega di cantare (almeno si è reso conto che la sua Style non era una canzone), ma si rende conto che ha sempre lavorato con il corpo, "ha sempre usato il corpo"... secondo me non per ballare. A proposito di corpo, la leggenda narra che il giovane Valerio Pino, quello delle prime edizioni di Amici, si vergognasse a ballare senza maglietta; il Valerio Pino di oggi non sa cosa siano le magliette, a volte dimentica anche i pantaloni, più spesso perfino le mutande.
Ah, sappiate che un po' di "romanticità" (ma esiste 'sta parola?) ce l'ha anche lui.

da: Volume 2 - Capitolo 1
Ogni volta che gli chiedono della sua "carriera da ballerino" dice che ha fatto un provino per entrare all'Accademia di Danza di Roma, ma non specifica mai se l'hanno preso oppure per entrare lui intendeva solo entrare nell'edificio, non entrare come allievo.
Si accettano scommesse: è entrato o no?
Il sì è pagato 1 a 21310298, il no 1 a -2114893.

da: Volume 2 - Capitolo5
Molti studiosi si sono interrogati sui motivi che hanno portato Valerio Pino, nato a Cosenza, a cercare di parlare in qualcosa di più simile al milanese che a uno qualunque dei dialetti oggi parlati in Calabria... mistero della fede.

Immagini mai viste (qui):
ma una foto vestito no?

un filmato mai visto (qui e probabilmente anche altrove):

mercoledì 7 settembre 2011

trilogia della Chiappetta - vol. 2




Quello che (spero) avete visto qui sopra (sì, mi piace l'Arlesienne, per questo ve la ripropongo spesso e volentieri) non è Valerio Chiappetta, ma Alessandro Riga.
Cosa c'entra con la trilogia della Chiappetta? C'entra, perché sia il Riga sia il Pino in Chiappetta che il Riga abbiano avuto il primo contatto con la danza nella stessa scuola di Crotone, per la precisione questa.
Nel seguente video il massimo sforzo artistico del Chiappetta:



Non voglio dire niente, giudicate voi i risultati.
Ringraziamo (ma sono veramente certo di quello che ho appena scritto?) Giovanna per la cortese partecipazione al capitolo 2.

- CAPITOLO 3 -

Non voglio parlare di pettegolezzi spiccioli, quindi in questo capitolo non ripeterò che il nostro eroe dal buffo cognome dice di essere stato fidanzato con la "ballerina professionista" di Amici (evidentemente una clausola del contratto prevede che si accoppino tra loro almeno una volta l'anno), che potete ammirare in una foto qui a sinistra, e con Ricky Martin (e questo scoop gli ha portato qualcosa come sei minuti e mezzo di pubblicità in Italia e Spagna).
Non vi ricordo, inoltre, che dice di essersi accoppiato anche con uno di questi che compaiono qui sotto (sempre se ho capito di quale edizione stesse parlando).

quale mi stava simpatico e quale ha il naso rifatto? Risposte a fondo pagina


Non dirò niente di tutto ciò, perché io detesto il gossip fine a se stesso.
Per i motivi appena esposti: fine del capitolo 3.

- CAPITOLO 4 -

Questo capitolo si è reso necessario per evidenziare una dichiarazione rilasciata dal Chiappetta qui (ve l'ho linkato anche ieri, ma magari non lo avete letto, quindi vi riporto il punto interessante):
“Il presidente Berlusconi dovrebbe vedermi nudo. Forse cambierebbe idea”
In merio a cosa? Parlava forse della finanziaria di turno?
Purtroppo non lo sapremo mai, ma stiamo pur certi che la modestia è tutto e Pino in Chiappetta lo sa bene.

- CAPITOLO 6 -

Una piccola postilla a proposito di quello che non ho detto nel capitolo 3: lo scoop della storia con Ricky Martin ha portato al Pinone un lavoro come testimonial di Quiiky viaggi, che dice di sé di essere: primo ed unico Tour Operator Italiano specializzato nel Turismo Gay & Lesbian.
A questo punto, so che sto divagando, ma non posso fare a meno di chiedermi: c'era bisogno di un tour operator a parte?
Inoltre, cosa avrà mai fatto di male il turismo Gay & Lesbian da meritarsi un tour operator che ha come testimonial Valerio Pino?


- CAPITOLO 7 -

In questo capitolo non dirò (come suggeriva ieri polly) che a mediaset sono stati un po' ipocriti a cacciarlo perché aveva avuto alcuni rapporti sessuali dietro le quinte, mentre molti altri vengono presi solo se hanno avuto rapporti sessuali con qualcuno; allo stesso modo non dirò che non è carino diffondere lo "scoop" sull'omosessualità di qualcuno, in quanto penso:
  1. dove sta lo scoop?
  2. ma saranno pure cazz... affari suoi? No?!?
risposte: quello con quelle orecchie strane che sta all'angoletto in basso a sinistra (che, secondo me, nel suo campo era anche bravo) e il penultimo, partendo da sinistra, della seconda fila (o il secondo, partendo dall'alto, della terza colonna).

martedì 6 settembre 2011

trilogia della Chiappetta - vol. 1

- INTRODUZIONE ALL'OPERA -

Era una notte buia e tempestosa*, ed io stavo facendo zapping, quando, inaspettatamente, incappo in una replica di Queen Size; siccome a condurre il programma è La Pina, che mi sta sempre simpatica, ho deciso di fermarmi a guardarlo.
se non la conoscete, questa è lei, ma non è sempre così.
Ecco, l'ospite della puntata in questione mi ha fatto pensare che, parlando del mio amore sviscerato nei confronti di Elisabetta Canalis, potrei aver fatto pensare di essere uno che tratta uomini e donne in maniera diversa. Per non fare la figura del sessista, ho deciso di realizzare una trilogia su Valerio Pino (non so se poi sarà una trilogia, potrei non trovare il coraggio per gli altri due volumi).
Rendendomi conto che l'argomento è talmente vasto e interessante, questo post si limiterà a descrivere la sua folgorante carriera, questo anche per presentarlo ai pochi che non hanno idea di chi sia il fenomeno in questione.

- CAPITOLO 1 -

Valerio Pino nasce Chiappetta (e Chiappetta resta ancora oggi), ma decide di palesarsi al mondo come Valerio Pino, chissà perché?
Dalla biografia presente sul suo sito personale, apprendo che è nato nell'agosto del 1981, che pensa di essere talmente internazionale da dover pubblicare una biografia in spagnolo e inglese, ma non in italiano, e che evidentemente ha qualche problema l'inglese stesso; ecco alcuni brevi stralci della sua biografia che, credo, dimostrino quanto appena affermato:
[...] With eight years old he joined a dance school [...] until the fiveteen [...] With only eighteen years old [...]
il temibile Garrison
Il Chiappetta deve la sua notorietà a Maria de Filippi, che lo ha chiamato come "ballerino professionista" nella seconda edizione di Amici, per poi riconfermare la sua presenza anche per l'anno successivo. Il Chiappetta, parlando successivamente di questa biennale esperienza, ci racconta di come si sentisse maltrattato dai coreografi della trasmissione (che all'epoca erano Steve La Chance e Garrison Rochelle) e del suo vizio, che poi ricomparirà anche in anni recenti, di tromb... fare l'amore dietro le quinte dei programmi in cui lavora. A tale proposito, visto che il post è un post di cattivo gusto, considerando anche di chi sto parlando, ho deciso di chiedervi chi è il "ragazzo davvero carino, una tentazione irresistibile" nominato dal Chiappetta? Per rendere ancora più esaltante questa sagra del cattivo gusto, vi fornisco una pratica battaglia navale** con la quale potrete scegliere il vostro candidato (sempre se ho azzeccato l'edizione a cui si riferiva).
TAN-TA-DA-TA-DA-TA-DAN. SFIDA!!!
Finita l'esperienza straziante ad Amici, già mi immagino Garrison che maltratta il povero Pino in Chiappetta, il Valerione nazionale decide di trasferirsi in Spagna. La trasferta spagnola lo trasforma da ballerino alla corte di Maria, in insegnante di portamento nel programma televisivo spagnolo Supermodelo, trasmesso dal canale televisivo Cuatro (che probabilmente sarà una sorta di Retequattro spagnola, quindi una rete di livello). Proprio in questo frangente Valerio si distingue per la sua professionalità/incapacità/poca credibilità/ma con chi è andato per essere preso come insegnante di portamento?
Agevolo un filmato che vale più di un milione di parole:


Come avrete sicuramente capito, in quel momento era convinto di trovarsi a Roma e che quella fosse la scalinata di piazza di Spagna.
Aggiungo a queste eloquenti immagini la notizia della sua improbabile capacità di tradurre letteralmente detti italiani in spagnolo e di iniziare a imprecare in italiano in diretta tv, che tanto in Spagna non capiscono.

L'esperienza spagnola continua sulle orme di Carmen Russo, infatti, proprio come la procace donna Turchi, il nostro Pino marittimo partecipa all'edizione iberica dell'Isola dei famosi. Evidentemente anche lì i famosi sono personaggi sconosciuti, proprio come da noi.

A questo punto dovrebbe esserci (non so in quale ordine di preciso) un ritorno in Italia, una fuga in America (con tanto di storia con Ricky Martin), un ritorno in Spagna con un look alla "ultimo dei Mohicani" e una "canzone", per la precisione questa qui sotto:


Imbarazzante è dire poco...

Conclusasi l'avventura nella terra delle parole che finiscono con la S, Valerio decide di tornare in Italia, per la precisione proprio nella trasmissione che lo aveva lanciato anni prima: Amici.
Il viaggio in Spagna, oltre ad averci fatto scoprire il talento del Chiappetta come insegnante di portamento, lo ha trasformato da così a così. Sebbene le sue capacità coreutiche non fossero cresciute di pari passo con muscoli e peli, ce lo ritroviamo a essere nuovamente chiamato "ballerino professionista", fino a quando non torna alla ribalta il vecchio vizio di tromb... fare l'amore dietro le quinte, cosa che, oltretutto, non avrebbe saputo nessuno se lui stesso non fosse andato a dirla a non so quale giornale (sicuramente uno serio, perché una notizia del genere è veramente necessaria); un vizio, questo, che causerà il suo allontanamento da mediaset.
Poteva essere il momento giusto per togliercelo dalle palle, ma non è stato così, infatti, è diventato addirittura il primo ballerino dell'ultimo Festival di Sanremo... probabilmente, perché i presentatori erano talmente agghiaccianti da dover avere un corpo di ballo all'altezza.

Non riesco ad andare avanti, quindi: fine del primo volume.

Stay tuned per i rimanenti due, ma anche no.

*non riesco mai a posizionare esattamente nel tempo un avvenimento, sarà grave?
**lo so, certe cose non si dovrebbero fare.

sabato 3 settembre 2011

scrittori emersi e riaffondati

Questo è un blog letterario (per un post).
Oggi voglio presentarvi un autore che ritengo interessantissimo, ma che non ha ancora ricevuto l'apprezzamento che avrebbe giustamente meritato.


Il nome dell'affascinante uomo con riporto (photoshoppato approssimativamente) qui sopra è Villain Scecspir e la sua storia è la seguente: nasce e diventa uno scrittore famosissimo in tutta Morterone. Ad un certo punto decide di andare a trovare un suo vecchio cugino in Inghilterra; l'Inglese lo deruba di tutti i suoi manoscritti, li traduce male (modificando e omettendo parti importantissime) e trucida il nostro beniamino a forza di monologhi femminili recitati da travestiti. Il nostro eroe conclude così la sua esistenza, mentre il cugino, grazie al lavoro del povero Villain, diventa uno degli scrittori più famosi di sempre.

Venuto a conoscenza di questa triste storia, voglio proporvi alcuni stralci delle opere originarie di Villain per onorare la sua memoria.

Prospero: Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni: aria fritta.
da Una pubblicità di fiammiferi

1ª strega: Il bello è brutto, il brutto è bello, il cane è il gatto, il gatto è il cane.
2ª strega: E mi sa che oggi non hai preso la pillola.
da Le streghe di Benevento

Lady Macbeth: Scompari, macchia maledetta! Scompari, dico! Niente questa non la levi nemmeno se t'ammazzi.
da Lady Macbeth e il sugo sulla camicia

Amleto: C'è del marcio in Danimarca. Per fortuna che mi sono portato l'amuchina.
da Un'alltra pubblicità

Amleto: To be, or not to be, that is the question:
Whether 'tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And, by opposing, end them. To die, to sleep…
No more, and by a sleep to say we end
The heartache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to: 'tis a consummation
Devoutly to be wished. To die, to sleep.
To sleep, perchance to dream. Ay, there's the rub,
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil
Must give us pause. There's the respect
That makes calamity of so long life,
For who would bear the whips and scorns of time,
Th'oppressor's wrong, the proud man's contumely,
The pangs of despis'd love, the law's delay,
The insolence of office, and the spurns
That patient merit of th'unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin? Who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscovered country from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will,
And makes us rather bear those ills we have
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all,
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o'er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pitch and moment
With this regard their currents turn awry,

And lose the name of action.

Un teschio: Guarda che se non parli in italiano non ti capisce nessuno.
Oltretutto io non dovrei nemmeno essere qui, mah?!?
da Errori in scena

Romeo: Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: Oh, potessi essere io il guanto di quella mano, sarei sicuramente il dello sfruttamento del lavoro sottopagato di un minorenne asiatico da parte di una multinazionale che produce capi scadenti a costi irrisori nei Paesi del terzo mondo per poi rivenderli qui da noi.
da Romeo in rosso

Romeo: Ma parla... Oh, dì ancora qualcosa, angelo splendente, così glorioso in questa notte, lassù, sopra la mia testa, come un messaggero alato del cielo quando abbaglia gli occhi stupiti dei mortali, che si piegano all'indietro per guardarlo varcare le nubi che si gonfiano pigre, e alzare le vele nel grembo dell'aria. Dì qualcosa, in modo che io possa smontare la tua tanto decantata divinità e ricondurti a quello che realmente sei: un montaggio pubblicitario che cerca di diffondere la religione trai popoli, dì qualcosa se hai le palle!
da Romeo in rosso

Giulietta: Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Mi sembravi un altro, sarà ora di andare fare una visita oculistica.
da Giulietta e l'età che avanza

Giulietta: Che cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.
Certo, se la chiamassimo cacca e fosse marrone e calda (se fatta di recente)... in quel caso non avrebbe lo stesso soave profumo, proprio no.
da Giulietta e l'età che avanza 2 - la demenza senile

Giulietta: Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi nei miei più reconditi pensieri?
Ah... un ladro... che culo!
da Giulietta e l'età che avanza 2 - la demenza senile

Romeo: Con le ali dell'amore ho volato oltre le mura... tanto questa crede a tutto.
da Giulietta e l'età che avanza 2 - la demenza senile

lunedì 22 agosto 2011

uomini e donne - parte II

Oggi, ricordandovi la banalità della rubrica, parliamo di bagni* partendo dal solito assioma:
se sei un uomo e devi andare al bagno, ci andrai; se sei una donna e devi andare al bagno, preparati ad affrontare code interminabili e ricordati di portarti almeno un'amica per aumentare a tua volta la lunghezza della coda.
Partiamo immediatamente fornendo una legge empirica che permette di calcolare il tempo che una donna dovrà attendere prima di entrare nel bagno di un qualsiasi locale pubblico:
T = D!1+C
dove:
T è il tempo di attesa in minuti
D il numero di donne nel locale
C il numero di donne con il ciclo 

È vero, noi uomini siamo fisicamente avvantaggiati dal fatto che possiamo tranquillamente fare il 50% dei nostri bisogni fisiologici in piedi, considerando anche che non abbiamo la necessità di dare ascolto a quelle ragazze, mentalmente provate, che "in quei giorni" vanno in motocicletta, si lanciano da un paio di paracadute, fanno la ruota, disegnano un palloncino rosso o il mar Rosso, si allenano sulla diagonale e fanno una miriade di cose che non si permettono di fare quando non hanno il ciclo; possiamo sicuramente comprendere alcuni motivi dell'apparente lentezza femminile.


E con questo ho finito le giustificazioni, ma ancora non capisco come mai questa lentezza sia così esasperante.

Calcolando che per espletare le funzioni vescicali il tempo che uomini e donne impiegano dovrebbe essere lo stesso, mi domando se il problema sia tirare giù (e poi nuovamente su) un paio di pantaloni o una gonna... che poi, da quello che capita di vedere grazie all'accoppiata gonna + calze, possiamo comprendere che la vestizione non è assolutamente qualcosa di meticoloso: chi non ha mai visto una donna uscire da un bagno con la gonna incastrata all'interno delle calze?

Probabilmente lo scopo dell'amica che si portano sempre dietro è proprio quello di correggere eventuali grossolani errori, oltre a reggere la famosa porta... anche qui poi ho un bel dubbio: giusto per capire, ma se la porta dei bagni degli uomini ha la possibilità di essere chiusa, credete forse che quella del bagno delle donne non lo possa fare? Io penso che esistano anche lì dei metodi di chiusura, ma magari mi sbaglio.

L'amica fermaporta, no, ma continuiamo a parlarne; secondo me il sovraffollamento, causato da questo accessorio, apparentemente indispensabile, contribuisce, e non poco, all'allungamento dei tempi di minzione. Avete mai visto un uomo andare in bagno dicendo all'amico di turno:

"Mi accompagni?"

Io no? Anche perché cosa farebbe l'amico? Come potrebbe essere d'aiuto? Glielo sgrulla? O magari i due si mettono vicini e indirizzano l'uno il getto dell'altro?
Perché l'amica, di solito, non ha il semplice ruolo di fermaporta, non se ne sta lì con le mani in mano: lei si deve occupare di intrattenere con amene discussioni la tizia seduta (che poi in realtà di solito non è seduta, quanto sospesa) sulla tazza; dopotutto si sa che se non parli la vescica non si svuota, perché, se gli uomini non sanno fare due cose contemporaneamente, le donne non riescono a farne una per volta.

Riassumendo possiamo dire che uomini e donne entrano in bagno per fare le stesse cose, ma con metodologie del tutto differenti; se i primi entrano, fanno quello che devono fare, si lavano le mani (questa purtroppo alcuni la saltano) e escono; le seconde:
  • cercano qualcuno che abbia dei fazzoletti;
  • entrano in bagno in coppia;
  • disinfettano la tavoletta del wc;
  • la ricoprono di 37 strati di carta igienica (né uno di più, né uno di meno);
  • intavolano discorsi filosofici con l'amica che si sono portate dietro;
  • si lavano le mani (mi piace pensare che anche alcune di loro questa la saltino);
  • "per errore" il loro sguardo incrocia lo specchio;
  • distolgono lo sguardo, ma forse prima mi do un'aggiustatina ai capelli... che per caso hai una spazzola, un po' di rossetto, una matita, del mascara, un po' di cera da scaldare che tanto le strisce ce le ho io, un tosaerba per rifinire il lavoro e una fiamma ossidrica che non si sa mai?
A questo punto l'amica decide che anche lei deve andare in bagno e si ricomincia invertendo i ruoli.

Notate qualche differenza? Io no.
Come diceva Cesare Cremonini, che mi sta antipatico sin dai tempi dei Lùnapop, Gli uomini e le donne sono uguali.

*servizi igienici, gabinetti, latrine, wc, toilette, cessi, vespasiani, ...

giovedì 18 agosto 2011

sono un supereroe

Grazie alle ultime approfondite ricerche di JuleZ ho scoperto che sono simile all'Uomo Ragno (probabilmente prima dell'incontro con il ragno geneticamente modificato, vista la mancanza totale di addominali... ma è possibile reggersi in piedi senza addominali?). Per correttezza verso il mondo accademico, devo ammettere che in realtà la mia scoperta è arrivata qualche giorno prima del test, che comunque ha dato maggiore attendibilità scientifica alla mia promozione da superuomo a supereroe; ma prendiamo il discorso dall'inizio.

Da sempre so di poter diventare invisibile quando nessuno mi guarda, ma non è questo il superpotere che mi ha reso un supereroe, infatti, con la mia invisibilità non vista non ho mai salvato la vita di nessuno, proprio per questo fino a pochi giorni fa potevo definirmi solamente un superuomo, non un supereroe.
Ci ho dovuto riflettere a lungo, ma alla fine ho capito per quale motivo sono stato spedito su questo inospitale pianeta: salvare centinaia di vite umane senza che loro se ne accorgano.
Avete presente la precrimine di Minority Report? Ecco, io agisco un po' come loro, ma con più discrezione (non irrompo nelle case altrui all'improvviso, io!): svento numerosi omicidi al giorno semplicemente grazie alla mia superpigrizia.

La mia è una dote naturale che mi permette di salvare vite umane su vite umane, se vi state chiedendo in che modo ci riesca, è presto detto: quando vengo colto da un raptus omicida, la mia superpigrizia si attiva e mi impedisce di fare sforzi inutili. Dietro all'apparenza di un semplice Bert (re incontrastato di Bertlandia), si cela il più grande spettacolo* supereroe che la storia abbia mai avuto.

Naturalmente ogni supereroe che si rispetti ha bisogno di un supercattivo all'altezza della situazione, e chi potrebbe essere il mio arcinemico? La risposta è ovvia, ma ve la darò lo stesso: sempre io.
In un primo momento potrebbe sembrare scomodo, ma non trovo una persona più adatta di me per ricoprire quel ruolo; in fondo chi è che mi mette sempre i bastoni tra le ruote? Io. Chi mi impedisce di commettere omicidi su omicidi? Sempre io. In pratica sono allo stesso tempo, un superplusbuonissimo supereroe e il potenzialmente più pessimo assai molto genio del male mai esistito.

Un avviso a tutte quelle persone che, camminando per la strada, non si rendono conto di essere state salvate da un supereroe come me, né di essere scampate a un possibile efferato omicidio programmato nei minimi particolari sempre da me stesso medesimo: il pericolo è dietro l'angolo, io sono dietro l'angolo, ma, per vostra fortuna, c'è sempre un poco amichevole Bert di quartiere a vigilare.

Che poi, diciamocela tutta, se per puro caso una volta ci dovesse scappare l'omicidio, che volete che sia? Dopotutto tra: attenuanti; buone condotte; arresti domiciliari; condizionali; indulti; occhioni da Gatto con gli stivali**
e chi più ne ha più se ne tenga, ché io ho già i miei che mi bastano e avanzano; alla fine ti fai una settimana in galera, tutto spesato... e poi, detto tra noi, ho sentito dire che lì si sta anche freschi, e in questi giorni chi è che non vorrebbe stare un po' al fresco? Per non parlare del fatto che ormai se non hai almeno una condanna penale non sei proprio nessuno. Mi fa quasi impressione pensare che al mondo ci sia ancora gente incensurata, ma come si fa!?! Certa gente è proprio senza vergogna, dopotutto non è mica così difficile commettere qualche reato... ho capito, vi posto un video che vi spiega qualcosa in merito, mano al sindaco di Australia:


Camilla non è bella, ma è molto simpatica.

*non sopporto Jovanotti.
**ex lege 1 gennaio 23.

venerdì 12 agosto 2011

già di ritorno

Sì, sono tornato; io credevo che sarei tornato domani, ma ho scoperto che domani è oggi, quindi eccomi.
Come al solito sono in vena di copiare, quindi, prima di raccontarvi della mia vacanza (in realtà non so se lo farò), copiando da JuleZ, vi faccio vedere a chi assomiglio:
Al primo tentativo* sono venuti fuori loro... diciamo che non ero proprio soddisfatto, quindi ho cambiato foto.
I risultati del secondo** tentativo sono stati i seguenti:
Decisamente meglio. C'è un musicista, uno scemo, un premio Nobel e perfino Johnny Depp; potevo accontentarmi, ma ormai ci avevo preso gusto, quindi l'ho fatto di nuovo:
Stavolta (a parte Thorpe, che dovrebbe averlo aggiunto un cieco, o forse un Ceco, o forse un Ceco cieco), direi che ci siamo! Ci sono scrittori ultrafamosi, attori che accontentano un po' tutti i gusti, il solito premio Nobel (ma non è che mi toccherà vincerne uno?) e un pattinatore che non sapevo chi fosse, ma che ha vinto un sacco di roba (le due solite donne non le calcolo, perché c'era*** di meglio).
Potevo accontentarmi, ma siccome il troppo stroppia, ho continuato e ho scoperto che assomiglio a:

Di questo ottetto**** vi faccio notare Rock Hudson, Bob Marley e la mitica Gillian "Dana Scully" Anderson.

In pratica da queste immagini viene fuori che assomiglio due volte a: Johnny Depp; Carl Sagan (chi?); Elsa Benitez (allora posso fare la modella?); un vincitore di un premio Nobel. Assomiglio inoltre a:  uno scrittore famoso morto; un attore famoso morto; un cantante famoso morto; un cugino di Darwin, nonché patrocinatore dell'eugenetica, morto; una che ha vinto l'Oscar recitando il ruolo di una pazza che poi muore.

Riassumendo sono evidentemente bello, di quelle bellezze particolari e allo stesso tempo innegabili, dai tratti un bel po' asiatici, talmente sveglio da meritare un paio di Nobel, una modella, uno che spezza le caviglie e, soprattutto, sono un aspirante morto.

Sono veramente così?
Chiedo conferma a quei pochi che mi conoscono dal vivo e a quei tanti che mi conoscono dal non vivo (dal morto?).

PS: anche qui sotto continuano i morti.

*sono stati esclusi per motivi di spazio due personaggi a me sconosciuti, tali Leslie Cheung (52%) e Henrik Larsson (51%).
**stavolta l'esclusione è di pregio: Britney Spears (45%).
***anche qui sono state escluse una somiglianza improbabile e una a me quasi ignota: Imelda Marcos (49%) Jason Schwartzman (47%).
****qui con gli esclusi mi ha detto male, perché, insieme a Yuri Gagarin (46%), mi sarebbe toccato anche Benicio del Toro (46%), che dicono sia uno che piace.

domenica 31 luglio 2011

sublime contemporaneo in scatola chiusa

Partenza col botto per darsi un tono:
In realtà ciò che noi, preparati dalla cultura, chiamiamo sublime, è per l'uomo rozzo semplicemente terribile. Questi, in quelle manifestazioni dell'impero devastatore della natura e della sua grande potenza, di fronte a cui il suo potere si riduce a niente, non vedrà che il disagio, il pericolo, l'affanno, che colpirebbero l'uomo che vi sarebbe esposto.
Immanuel Kant
Leggendo con attenzione questa affermazione, estrapolandola dal contesto, distorcendone il significato e facendo rivoltare il filosofo prussiano nella propria tomba, possiamo dedurre immediatamente che di recente la televisione ci ha regalato qualcosa di sublime: Tamarreide.

Trama dell'opera (per chi se l'è persa): quattro ragazzi e quattro ragazze (che si definiscono tamarri) vengono rinchiusi in un autobus che girerà per l'Italia. I quattro che pensano di essere i più belli si accoppiano; quella con le tette lancia un bicchiere e la cacciano; Ilcontadino pensa che qualcuna potrebbe dargliela, ma non è così; Untizio viene accusato di non essere un vero tamarro; Untizio dice a quello che se la sente calda che sembra gay (offesa insopportabile); una delle accoppiate litiga con quella che il gruppo definisce Lacozzachiattona; Lacozzachiattona diventa amica di quello che si era accoppiato con quella che aveva litigato con lei, ma nel frattempo era tutto finito; quello che Untizio aveva definito gay cerca disperatamente di accoppiarsi con più esseri viventi dalle parvenze femminili per dimostrare la sua "virilità"; qualcuno che incontra i genitori e piange (questo è un classico immancabile); arriva Tamarrasostituta; i due scopatori che litigano per chi ce l'ha più lungo, cioè, non proprio, ma alla fine si tratta di quello; Ilcontadino che ci prova con una, nel frattempo un'altra gli aveva dato buca a Firenze; altre amenità varie.*

A questo punto agevoliamo un filmato:


Analizziamo dall'inizio questa intervista.

DOMANDA 1: l'incipit indimenticabile "essere tamarro è una persona" ci introduce direttamente nel vivo della faccenda e ci permettere di notare la proprietà di linguaggio del tipo in questione. Andando oltre, dalle parole del presunto gay, apprendiamo che loro non sono così chiusi come si potrebbe pensare (astenersi allusioni a sfondo sessuale), mentre il suo amico ci dice che "l'abito non fa il monaco"... un minuto di silenzio... non mi sarei mai aspettato un contributo così innovativo, probabilmente ha ragione, li ho giudicati troppo presto.

DOMANDA 2: uno è umile, molto umile, normale, umile, molto umile, un bacio dal postino vostro! Notare che "ancora oggi" lui fa il postino... perché, che avresti fatto per non dover fare il postino? Hai forse vinto un nobel per la letteratura? L'altro lo salto.

DOMANDA 3: appello accorato a chi pensa che loro siano stati falsi.
Hanno ragione, sono stati verissimi, infatti penso che i loro comportamenti non siano stati differenti da quelli che avrebbero avuto al di fuori del programma televisivo; in realtà credo che siano falsi senza accorgersene.
Autodefinendosi tamarri, si sentono di dover appartenere a una determinata categoria, ben definita tanto nell'immaginario collettivo, quanto nel loro stesso; appartenendo a una "specie", hanno il dovere morale di rappresentarla senza deludere le aspettative altrui (per scomodare il caro, vecchio e morto Immanuel potremmo quasi parlare di imperativo categorico), imponendosi dei comportamenti che, almeno in alcuni casi, risulteranno necessariamente forzati, in quanto non spontanei, ma mai falsi (almeno nell'ottica dell'inconsapevole tamarro di turno).**

DOMANDA 4: magari mi sbaglio, ma uno che ripete tante volte di essere "vero" mi fa pensare che non ne sia convinto nemmeno lui. E comunque la differenza è che loro non avevano Snooki.
Ah, ovviamente ci voleva un accenno alle cose che "non si possono far vedere"... meglio non provare a immaginare.


Sì, li critico tanto, ma poi ho visto tutte le puntate, riuscendo addirittura a sopportare Fiammetta Cicogna. Perché ho fatto questo?
Perché era un programma sublime, cioè talmente brutto e spaventoso che diventava bello. Perché sono consapevole del fatto che persone del genere potrebbero distruggere il mondo, e di fronte questo spettacolo mi sento infinitamente piccolo, inerme e inutile.
Insomma, dopo tanti tentativi qualcuno ce l'ha fatta a sublimare il sublime in sette comode puntate.
Guardatelo, vene pentirete di certo.

Loro sono Tamarri.
(sopracciglio sinistro che cerca di innalzarsi verso vette sconosciute)
E tu?

*se non ci avete capito niente, potrete trovare tutte le puntate qui.
Un consiglio: cercate di superare l'iniziale ostilità che potrete provare nei confronti dei protagonisti; io, per esempio, alla seconda puntata avevo una voglia irrefrenabile di andarli a cercare per prenderli a mazzate in testa, proprio come si faceva un tempo con quei poveracci dei tonni.
**sono o non sono un aspirante sociologo fallito?

lunedì 18 luglio 2011

di capelli biondo cenere o cosa ne so io?

Più di un mese fa ho conosciuto un ragazzo dai capelli biondo cenere con cui ho parlato per un po'. I nostri discorsi sono stati abbastanza surreali, perché lui mi raccontava cose che io non sarei mai stato in grado di raccontare con tanta facilità a un tizio sconosciuto, mentre io, che come al solito ho la delicatezza di un elefante, ogni tanto credo di aver fatto delle affermazioni che, ripensandoci a mentre fredda (probabilmente con questo caldo la mente è l'unica cosa che ogni tanto risulta essere fredda), non erano proprio adatte a un discorso tra due persone che si conoscevano da pochi minuti; probabilmente siamo stati entrambi fuori luogo, ma sul momento il tutto sembrava talmente normale che non si sono creati momenti di imbarazzo.

Dicevo che abbiamo parlato un po' di tutto, ma, siccome ogni tanto sono un po' lento, è solo da poco tempo che ho compreso la logica conclusione di una parte della conversazione: io non so assolutamente nulla.
Ci ho messo un po', ma l'ho capito.

Per la precisione l'ho capito con un paio di settimane di ritardo: dopo una discussione abbastanza sconfortante tra me e un professore, stavo guidando verso casa (riuscirò a lavare la macchina prima della fine dell'estate?), quando mi è tornata in mente questa sua domanda:
"E tu che ne sai?"
E la mia risposta:
"È vero. Non lo so."
Si parlava di...


Premetto che il biondo cenere in questione è un tizio che potrei definire quantomeno strambo, ma strambo nel senso migliore del termine, perché è un po' sconclusionato, non ti ascolta molto, sembra confuso, disilluso e, ogni tanto, amareggiato come pochi altri, ma, quando meno te lo aspetti, riesce a dimostrarti praticamente che i problemi esistono, che di situazioni che potrebbero buttarti giù ce ne sono milioni e milioni, e che per superare tutto basta fregarsene un po' e prendere le cose come vengono, dirigendosi sempre verso quello che si vuole*.

Dicevo che dalla conversazione con questo personaggio ho concluso che se una situazione non la vivi in prima persona, non saprai mai di cosa parli; puoi provare a immaginare quale sia la realtà, ricordare i racconti di chi ha vissuto esperienze simili, informarti per tentare di capire meglio, cercare di immedesimarti in una particolare situazione, ma non sarai mai in grado di capire fino in fondo.
Da questa esperienza ho dedotto di essere essenzialmente ignorante di fronte a tutto.

Per molti questo potrebbe essere un punto di partenza banale, dopotutto qualcuno diceva "Io so di non sapere." già qualcosa come 25 secoli fa, effettivamente anche io credevo di aver compreso totalmente questa frase, ma mi sbagliavo, forse adesso sono più vicino a comprendere cosa significhi non sapere.
Magari sto sbagliando anche ora, ma secondo me questo è il mio primo vero passo verso l'abbattimento di alcuni pregiudizi che neanche mi rendo conto di avere.

*sappiate che questa è stata l'impressione che ho avuto dopo un paio di ore di "conoscenza", quindi probabilmente ho scritto un mucchio di cavolate.

martedì 5 luglio 2011

crepuscolo, eclissi, novilunio, rompialba

Se leggendo il titolo non avete capito a cosa mi riferisco, sappiate che è mia intenzione parlare di una recente serie di film di notevole successo (di pubblico), tratti dai best seller di un'emerita sconosciuta.

Naturalmente non ho letto i libri in questione, ma ieri, per caso, ho visto qualche minuto di... uno dei film nonsoqualedipreciso, e oggi mi è capitato di fronte, malauguratamente, il finale del sequel di quello di ieri.
Devo dire che la prima impressione è stata fondamentalmente questa:
che palle!
Effettivamente sono partito prevenuto, perché quando penso a un film di vampiri, mi viene in mente questo:


Non so, magari quello strano sono io, ma credo che spacciarci per vampiro un tizio che non beve sangue umano e si rifiuta di fare sesso prima del matrimonio è agghiacciante; che fine hanno fatto il caro vecchio Lestat de Lioncourt o l'ancora più caro e vecchio Vlad Tepes III?
Sarò un nostalgico, ma a me il vampiro emo sembra proprio un personaggio ignobile.

Come se non bastasse, al vampiro emo dalla faccia montata male, la nostra amata scrittrice, ha avuto la brillante idea di affiancare un licantropo (licantropo sui generis in realtà, perché si trasforma in lupo quando vuole, senza il bisogno della luna piena); ora, sei un licantropo, hai la fissazione di andare in giro senza maglietta, e non voglio discutere su questo, perché per me puoi fare quello che vuoi con i tuoi abiti; ma come è possibile passare da lupo peloso a uomo glabro?
E se i personaggi maschili sono alquanto improbabili, per non essere da meno, la protagonista femminile, tale Bella (che fantasia, complimenti!), è una ragazza alla disperata e continua ricerca di un essere soprannaturale che finalmente possa porre fine alla sua forzata castità... ma perché?

In ogni caso, da questa accozzaglia di personaggi è venuta fuori una serie di romanzi e da questi romanzi sono nati dei film (per quanto ne so molto pallosi).
Ora i personaggi erano insulsi in partenza, ma per quale motivo hanno voluto scegliere degli attori dello stesso spessore per interpretarli?

Se pensate che stia esagerando, e che gli attori in questione non siano così inutili e inespressivi come voglio far credere, vi faccio notare la foto qui di lato. Questa è Kristen Stewart, protagonista dei film di cui sto parlando. Come potete notare, è talmente piena di vita che un piccione caduto in un secchio di vernice bianca l'ha scambiata per un tronco marcescente casualmente caduto nei pressi di una scala; notate inoltre che il piccione ha una zampa legata, perché altrimenti avrebbe indubbiamente evitato di posarsi in un luogo così triste.

Ho espresso le mie perplessità su Kristen, ma devo ammettere che è la meno peggio dei tre, perché ha almeno avuto la decenza di non pretendere di essere considerata una sex symbol come i suoi compagni di set.

Andiamo ad analizzare Robert Pattinson.
Wikiquote ci riporta queste sue parole:
"Quando avevo circa 12 anni le mie sorelle mi vestivano da bambina e mi chiamavano Claudia. I miei dodici anni sono stati una svolta. Poi sono andato a scuola, mi sono inserito con gli altri e ho cominciato a diventare carino quando ho scoperto il gel per i capelli!"
Facendo finta di non notare che si è detto da solo di essere carino, vorrei porre l'attenzione sulla foto qui a destra; osservatela bene.
Fatto? Ecco, adesso vi chiedo due cose:
  1. secondo voi ha anche scoperto come si usa il gel per capelli?
  2. chi di voi ha il coraggio di affermare che la sua faccia non è stata montata a casaccio?
So bene che bellezza e perfezione non vanno di pari passo e che qualche stranezza possa risultare affascinante, ma affascinante e bello sono due cose assolutamente diverse, quindi Robert, per favore, convinciti di essere un tipo che ha avuto un grandissimo colpo di fortuna, grazie.

È ora il turno di Taylor Lautner. Taylor chi?
Eh, bella domanda... uno (anche se credevo che Taylor fosse un nome da donna è uno), quello qui a destra.
Ma che naso ha questo tizio? O meglio, che narici ha?
Naso a parte, la sua è una storia travagliata, infatti, dopo il primo film stava per essere segato a causa di discrepanze fisiche tra lui e il suo personaggio, ma proprio all'ultimo momento, grazie a un duro allenamento fisico (qualcuno ha detto steroidi? Sì, forse l'ho detto io), le sue doti attoriali sono finalmente esplose: aveva finalmente imparato a togliersi la maglietta.
No, è veramente un attore di spessore, solo che lo spessore è quello dei muscoli che gli sono cresciuti attorno... dicono che sia un sex symbol anche lui.

Mistero della fede.
Concedetemi un attimo di perplessità.