Un problema serissimo che potrebbe trasformare completamente la mia quotidianità, rendendomi quasi impossibile una vita normale, mi affligge da qualche tempo.
Era un giorno qualunque, ed io me ne stavo tranquillamente inchiodato di fronte al PC in attesa di un minimo di ispirazione per andare avanti con la tesi*, quando mi resi conto che c'era qualcosa di strano, qualcosa in me che non andava.
Guardavo il mio pollice destro e non lo riconoscevo, lo sentivo, ma non era più il mio, era attaccato alla mia mano, ma era qualcosa che non mi apparteneva. Non ricordavo di aver mai provato una sensazione simile in tutta la mia vita, mi sembrava tutto così strano, ero sicuro che quello fosse il mio pollice, ma allora perché sopra di lui stava crescendo quella cosa?
Ripresomi dallo shock, scoprii che quella cosa era un'unghia.
Un'unghia sul mio pollice? Come aveva osato tanto? Anni e anni di onicofagia militante distrutti in un solo secondo, come era possibile?
Compresi presto che questo era uno dei tanti delitti imputabili alla malefica tesi: costringendomi per giornate intere davanti al PC, con una mano fissa sul mouse, l'infingarda aveva favorito l'avanzare delle sue alleate unghie. Le truppe ungulate mi avevano colto di sorpresa, ma non era detta l'ultima parola, infatti, nel tentativo di sedare la loro insubordinazione sul nascere, corsi immediatamente in bagno, presi le mie fide forbicine e... e mi resi conto che non sapevo usare le forbicine con la sinistra.
Il fatto è che con i piedi si usa sempre la destra, e poi anche se non fai un lavoro perfetto, chi se ne frega, tanto chi li vede? Invece con le mani la storia è completamente diversa, perché quelle sfacciate stanno sempre lì in bella vista.
Improvvisamente avevo un problema che mai e poi mai mi sarei aspettato di dover affrontare, perché un conto è che tanto ti mangi le unghie, quindi avrai delle mani sempre inguardabili, lo sanno tutti e va bene così, ma se non te le mangi e te le tagli male dai l'impressione di essere uno che nemmeno sa tagliarsi le unghie, e voi potete testimoniare che non sono affatto una persona del genere!**
Col passare dei giorni questa strana malattia si è diffusa anche alla mano sinistra.***
Ora la situazione è talmente grave che ho già tentato tre volte di tagliarmi le unghie.
Ho un problema e ho bisogno del vostro aiuto.
Ve lo chiedo con il cuore in mano, se non volete per me un futuro da "uomo con le unghie più lunghe del mondo", con tutte le difficoltà che implica la presenza di escrescenze cheratinose di tale lunghezza, per favore, insegnatemi come si tagliano le unghie (specialmente quelle della mano destra).
Grazie.
*ho scoperto che per farsi dare uno straccio di laurea devi farne per forza una, ma dove andremo a finire di questo passo?
**vivo fingendo che sia così, assecondatemi e nessuno si farà male.
***lo ammetto, la sinistra dà molti meno problemi della destra.
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domenica 22 settembre 2013
first world problems
sabato 3 marzo 2012
non sapevo di essere incinto
Grazie alla solita Wikipedia ho scoperto una cosa inimmaginabile: non sapevo di essere incinto.
Ma partiamo da alcuni fatti, anzi dai sintomi:
- crisi di pianto;
- cambiamenti di umore;
- irritabilità generale;
- perdita dell'appetito;
- insonnia;
- difficoltà a rimanere svegli;
- assenza di interesse nelle attività quotidiane;
- assenza di interesse verso il neonato.
ce l'ho; ce l'ho; non lo trovo nemmeno il neonato, quindi ce l'ho.
Trascurando alcuni piccoli particolari, risulta evidente che sono affetto da depressione post-partum, questo implica che ho sono stato incinto e che ho anche partorito.
E niente, ora lo sapete anche voi, vi prego solo di non giudicarmi se come genitore sono peggio di Britney Spears.
In tutto ciò c'è di buono che dopo la gravidanza sono tornato subito in forma e che probabilmente uscirò presto da questa depressione post-partum, ma prendete l'ultima affermazione con la massima cautela, perché potrebbe essere solo colpa di uno degli sbalzi d'umore citati prima.
A proposito, mi rimane un dubbio di quelli che ti consumano lentamente da dentro: se dovessi trovare il frutto di questo eccezionale avvenimento, che nome potrei dargli/le? Avete qualche consiglio? Sempre che nel frattempo non si sia dato/a un nome da solo/a, naturalmente; in quel caso lascerei le cose come stanno.
Che poi, se dovessi trovarlo/a, solo immaginare il fatidico momento della messa a letto mi spaventa; se pensate che ero tentato di chiamare tata Lucia già solo per la mia di messa a letto (che è un'esperienza traumatica in periodi come questo, quando arriva il silenzio e ti metti a pensare a tutto e a niente e non riesci a dormire nemmeno sforzandoti), capirete che non è facile avere a che fare con una cosa simile.
Ah, un'ultima informazione per voi che non avete mai partorito: dovete sapere che tutte quelle storie sui dolori, sul travaglio e tutta quella roba lì sono finte, pensate che io nemmeno me ne sono accorto e non sono nemmeno fisiologicamente portato per fare certe cose.
PS: questo post implica che da oggi questo sarà anche un mummy blog.
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venerdì 16 settembre 2011
tutta colpa di Manuela e di quelle come lei
Post in due premesse e una conclusione.
PREMESSA I
Oggi, mentre ero in metropolitana, ho letto una notizia sconvolgente:
Arrivato a casa, sono andato di corsa ainformarmi in merito a questa terribile notizia buttarmi sul divano in uno stato di semicoscienza; una volta ripreso possesso delle mie (poche) facoltà* mentali, ho cercato la notizia e ho appreso... quello che avevo appreso leggendo titolo sottotitolo e occhiello dell'articolo dal giornale della signora sventolante.
In pratica era la solita notizia inutile, ma diversa da quelle a cui siamo abituati, perché si parlava di una che ha deciso di declinare un cordiale invito** (oltretutto sembrerebbe che l'invito non sia mai stato fatto direttamente e il gran rifiuto non sia stato motivato seriamente, la prossima volta, Manuela, vieni accompagnata da mamma e papà).
Dal modo in cui è stata presentata la notizia, io capisco che l'atto di coraggio di Manuelona è qualcosa di raro e che, ormai, si fa prima a fare l'elenco di chi non te la darebbe rispetto a quello di chi te la darebbe anche se non gliela chiedi... e magari poi ti dice pure grazie (ma solo perché è andata a scuola dalle suore).
PREMESSA II
Non so perché lo stessi facendo, ma mi sono ritrovato a navigare con il cellulare e sono giunto su questa pagina:
notate come il titolo
CONCLUSIONE
Se quello che scrivono i giornali (cioè che tutte tranne Manuela Arcuri farebbero una cosa a tre con uno che ha il doppio della loro età) è vero, e se la lodevole opera di convincimento di libero.it funziona, per quale motivo qui non si batte chiodo?
Eppure sono alto, biondo e con gli occhi azzurri.
*che brutta parola.
**fare una cosa a tre.
PREMESSA I
Oggi, mentre ero in metropolitana, ho letto una notizia sconvolgente:
"MANUELA ARCURI NON SI È PROSTITUITA"il giornale era di una signora che fingeva di leggere, ma che in realtà lo stava usando solo per farsi aria, per questo ho potuto leggere solamente il titolo; un titolo che mi è bastato e mi ha sconvolto.
Arrivato a casa, sono andato di corsa a
In pratica era la solita notizia inutile, ma diversa da quelle a cui siamo abituati, perché si parlava di una che ha deciso di declinare un cordiale invito** (oltretutto sembrerebbe che l'invito non sia mai stato fatto direttamente e il gran rifiuto non sia stato motivato seriamente, la prossima volta, Manuela, vieni accompagnata da mamma e papà).
Dal modo in cui è stata presentata la notizia, io capisco che l'atto di coraggio di Manuelona è qualcosa di raro e che, ormai, si fa prima a fare l'elenco di chi non te la darebbe rispetto a quello di chi te la darebbe anche se non gliela chiedi... e magari poi ti dice pure grazie (ma solo perché è andata a scuola dalle suore).
PREMESSA II
Non so perché lo stessi facendo, ma mi sono ritrovato a navigare con il cellulare e sono giunto su questa pagina:
notate come il titolo
"Berlusconi non va dai pm. Le feste? Mai finite"si accosta elegantemente a quel
"Depressa? Fai sesso"
CONCLUSIONE
Se quello che scrivono i giornali (cioè che tutte tranne Manuela Arcuri farebbero una cosa a tre con uno che ha il doppio della loro età) è vero, e se la lodevole opera di convincimento di libero.it funziona, per quale motivo qui non si batte chiodo?
Eppure sono alto, biondo e con gli occhi azzurri.
*che brutta parola.
**fare una cosa a tre.
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martedì 13 settembre 2011
l'arte del bere
Finalmente trovo il coraggio di dirlo: io non so bere.
Forse sono l'unico a cui succede questa cosa, spero di no, ma quando mi capita di usare un bicchiere dal raggio esageratamente grande riesco a rovesciarmi addosso una quantità spropositata del liquido contenuto nel bicchiere stesso; ovviamente questo accade anche con i bicchieri dalla forma insolita, che poi, ma perché dovete fare i bicchieri quadrati? Se per millenni l'uomo ha bevuto in bicchieri e tazze circolari ci sarà un motivo, oppure, caro il mio designer, pensi che c'era bisogno della tua geniale intuizione per rivoluzionare il modo di bere? Se pensi di avere avuto un'idea geniale, sappi che non è così.
Ritornando ai bicchieri normali, non ho ancora ben capito quale sia il mio problema, se si tratta di un difetto puramente fisico (per esempio mio cugino ha il naso troppo grande che lo costringe, quando ha a che fare con bicchieri dal diametro ristretto, a piegare la testa all'indietro di un centinaio di gradi) o se è proprio un fatto mentale.
Vi spiego cosa accade, inizio a bere e procede tutto normalmente fino al momento in cui non sento una minuscola gocciolina d'acqua che si blocca nel punto esatto in cui il labbro superiore e quello inferiore si uniscono, nel punto esatto in cui si formano quegli accumuli bianchi di saliva quando si parla ininterrottamente per molto tempo.
Quell'unica piccola gocciolina incastrata nell'angolo sinistro della mia bocca (perché di solito accade a sinistra), mi fa capire che da un momento all'altro potrei rovesciarmi addosso quello che sto bevendo; e l'attimo in cui sento quella goccia, che non sa se uscire o rimanere bloccata in quel minuscolo spazio, è un attimo eccezionale, perché sento di essere a metà tra il realizzare qualcosa di incredibile (bere come fanno tutti) e fare la figura di quello che non riesce a non sbrodolarsi.
Come accade quasi per tutte le cose, c'è un istante in cui si è consapevoli di quello che sta per accadere, il mio istante è quello in cui la goccia titubante è sospesa a metà tra il vuoto e l'interno della mia bocca; farei in tempo a riabbassare il bicchiere ed evitare la figura di quello con seri problemi di coordinazione (lasciamo perdere che in realtà ce li avrei pure), ma scelgo sempre di rischiare.
Rischio e puntualmente perdo, ma continuo a provarci, nella speranza che un giorno possa imparare finalmente a bere proprio come un bravo ometto... a proposito, non ometto che quel secondo in cui capisco di trovarmi di fronte a una svolta è assolutamente godurioso, sembrerà strano, ma sapere di essere nel preciso istante in cui tutto potrebbe cambiare, perché qualcosa come 0,27 secondi dopo potresti ritrovarti fradicio o colmo di un asciutto successo, ti rende quasi onnipotente; se, poi, a questo stato di onnipotenza segue la decisione di rischiare, che ti butta in un abisso pieno di dubbi e ti toglie il fiato per il tempo necessario a scoprire cosa accadrà, passi dall'assoluta consapevolezza alla più totale incertezza nel giro di un attimo, ti senti come sospeso e quel secondo si dilata, come se il tempo si fermasse.
Mentre chi ti sta di fronte pensa che stai facendo l'azione più banale di questo mondo, tu stai sfidando il destino.
Di solito queste sfide le perdo, e chi mi sta di fronte non so cosa possa pensare, ma sono certo di aver compiuto un atto di coraggio, ho combattuto e ho perso, ma almeno ho combattuto.
Insomma, sono l'unico che quando ha in mano un bicchiere troppo grande o dalla forma strana riesce a fracicasse* completamente?
*fracicarsi: bagnarsi, inzupparsi, infradiciarsi.
Forse sono l'unico a cui succede questa cosa, spero di no, ma quando mi capita di usare un bicchiere dal raggio esageratamente grande riesco a rovesciarmi addosso una quantità spropositata del liquido contenuto nel bicchiere stesso; ovviamente questo accade anche con i bicchieri dalla forma insolita, che poi, ma perché dovete fare i bicchieri quadrati? Se per millenni l'uomo ha bevuto in bicchieri e tazze circolari ci sarà un motivo, oppure, caro il mio designer, pensi che c'era bisogno della tua geniale intuizione per rivoluzionare il modo di bere? Se pensi di avere avuto un'idea geniale, sappi che non è così.
Ritornando ai bicchieri normali, non ho ancora ben capito quale sia il mio problema, se si tratta di un difetto puramente fisico (per esempio mio cugino ha il naso troppo grande che lo costringe, quando ha a che fare con bicchieri dal diametro ristretto, a piegare la testa all'indietro di un centinaio di gradi) o se è proprio un fatto mentale.
Vi spiego cosa accade, inizio a bere e procede tutto normalmente fino al momento in cui non sento una minuscola gocciolina d'acqua che si blocca nel punto esatto in cui il labbro superiore e quello inferiore si uniscono, nel punto esatto in cui si formano quegli accumuli bianchi di saliva quando si parla ininterrottamente per molto tempo.
FINGETE CHE QUI CI SIA UN'IMMAGINE
DI QUEGLI ACCUMULI DI SALIVA
(l'ho cercata, ma non l'ho trovata, se ne trovate una ditemelo)
(l'ho cercata, ma non l'ho trovata, se ne trovate una ditemelo)
Quell'unica piccola gocciolina incastrata nell'angolo sinistro della mia bocca (perché di solito accade a sinistra), mi fa capire che da un momento all'altro potrei rovesciarmi addosso quello che sto bevendo; e l'attimo in cui sento quella goccia, che non sa se uscire o rimanere bloccata in quel minuscolo spazio, è un attimo eccezionale, perché sento di essere a metà tra il realizzare qualcosa di incredibile (bere come fanno tutti) e fare la figura di quello che non riesce a non sbrodolarsi.
Come accade quasi per tutte le cose, c'è un istante in cui si è consapevoli di quello che sta per accadere, il mio istante è quello in cui la goccia titubante è sospesa a metà tra il vuoto e l'interno della mia bocca; farei in tempo a riabbassare il bicchiere ed evitare la figura di quello con seri problemi di coordinazione (lasciamo perdere che in realtà ce li avrei pure), ma scelgo sempre di rischiare.
Rischio e puntualmente perdo, ma continuo a provarci, nella speranza che un giorno possa imparare finalmente a bere proprio come un bravo ometto... a proposito, non ometto che quel secondo in cui capisco di trovarmi di fronte a una svolta è assolutamente godurioso, sembrerà strano, ma sapere di essere nel preciso istante in cui tutto potrebbe cambiare, perché qualcosa come 0,27 secondi dopo potresti ritrovarti fradicio o colmo di un asciutto successo, ti rende quasi onnipotente; se, poi, a questo stato di onnipotenza segue la decisione di rischiare, che ti butta in un abisso pieno di dubbi e ti toglie il fiato per il tempo necessario a scoprire cosa accadrà, passi dall'assoluta consapevolezza alla più totale incertezza nel giro di un attimo, ti senti come sospeso e quel secondo si dilata, come se il tempo si fermasse.
Mentre chi ti sta di fronte pensa che stai facendo l'azione più banale di questo mondo, tu stai sfidando il destino.
Di solito queste sfide le perdo, e chi mi sta di fronte non so cosa possa pensare, ma sono certo di aver compiuto un atto di coraggio, ho combattuto e ho perso, ma almeno ho combattuto.
Insomma, sono l'unico che quando ha in mano un bicchiere troppo grande o dalla forma strana riesce a fracicasse* completamente?
*fracicarsi: bagnarsi, inzupparsi, infradiciarsi.
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martedì 26 luglio 2011
differenze
Secondo questo contatore qui sopra, che dicono sia stato creato sulla base di alcuni dati forniti dalla (non dagli) WHO, all'incirca ogni 0,56 secondi, nel mondo, muore una persona. Insomma muore un sacco di gente, qualcosa come:
- 107 persone ogni minuto;
- 6.420 persone ogni ora;
- 154.080 persone al giorno;
- 4.622.400 persone al mese;
- 56.277.720 persone all'anno.
Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una strage, alla morte di 1 cantante ventisettenne e a quella di 1 militare ventottenne.
Giustamente, il popolo di internet, alla notizia della morte di Amy Winehouse, ha voluto dimostrare il proprio dispiacere per la tragica fine di una cantante tanto apprezzata quanto giovane; c'è stato chi ha tirato in ballo la maledizione dei 27 anni, chi ha scritto che, considerando il suo stile di vita, quasi si meritava una morte prematura e chi invece ha semplicemente espresso la propria commozione. Appena ho letto della sua morte ho pensato che aveva solo un anno, quattro mesi e quattro giorni più di me, e questo mi ha fatto un certo effetto.
Due giorni dopo è stato ucciso David Tobini, parà di 28 anni in forza al 183esimo reggimento 'Nembo'. Spero di sbagliarmi, ma mi è sembrato che la partecipazione degli internauti a questa scomparsa sia stata... quasi assente.
Mi piacerebbe capire in che modo e per quale motivo si possa dire di partecipare in modo così sentito alla morte di una persona e, sostanzialmente, fregarsene di un'altra.
Forse scrivo queste cose perché conosco un paracadutista che in questo momento si trova in missione in Afghanistan; perché quando sento parlare di un militare ucciso il mio pensiero va immediatamente a lui e alla sua famiglia; perché penso che non dovrebbero trovarsi lì, ma ci sono e spesso rischiano di morire; perché quando, questo rischio si fa concreto, noi da qui teniamo solo il conto del numero dei morti e andiamo avanti come se nulla fosse, spesso senza nemmeno pensare che c'è una differenza notevole tra 40 e 41, quando questi numeri rappresentano delle vite umane.
Probabilmente sono io che non ci arrivo, ma mi infastidisce sapere che alcuni morti sono più importanti di altri.
Se qualcuno è in grado di fornirmi una spiegazione, mi farebbe piacere capire.
mercoledì 13 luglio 2011
habemus papam 4
Riciclo per l'ennesima (quarta) volta il titolo del post per farvi sapere che sono riuscito a finire in tempo.
In pratica questo significa che sono riuscito a superare un esame; un esame che in teoria non doveva essere particolarmente difficile, ma che in pratica si è rivelato estenuantemente lungo per merito di un professore dalle idee troppo numerose e confuse, talmente numerose e confuse da farmi sentire nell'ordine:
La decisione si è rivelata vincente, anche se in realtà non capisco cosa ci sia di vincente nel concentrarsi troppo su qualcosa per molto tempo, perdendone di vista molte altre.
Giusto per fornirvi qualche altro elemento e per definire meglio il mio livello di genialità, sappiate che l'esame in questione è uno di quelli a scelta, quindi me lo sono anche andato a cercare. Se c'è qualcuno che pensa di essere più coglione di me alzi la mano... come sospettavo, non vedo mani alzate.
In ogni caso ormai è passato, l'ho superato, e vi ringrazio per il sostegno.
A questo punto mi è venuto un dubbio: secondo voi è saggio o altamente autodistruttivo chiedere la tesi al suddetto professore?
Mentre ci pensate, faccio un riassunto di quello che è accaduto mentre io ero preso dall'ansia di non finire in tempo:
*che poi a me non pare nemmeno ridotta così male, anzi, rispetto ad alcune foto di qualche anno fa mi sembra addirittura più in forma.
**brava Giovanna!
***non è che ne abbia viste molte, quindi guardate qui e giudicate voi (se vi sta antipatica la Abbagnato come sta antipatica a me, fate finta che non ci sia).
In pratica questo significa che sono riuscito a superare un esame; un esame che in teoria non doveva essere particolarmente difficile, ma che in pratica si è rivelato estenuantemente lungo per merito di un professore dalle idee troppo numerose e confuse, talmente numerose e confuse da farmi sentire nell'ordine:
- contento per la sua vena propositiva e il suo interesse;
- confuso sul da farsi;
- stanco di cambiare ogni cosa dopo aver parlato con lui;
- scettico sulle sue proposte;
- un incapace;
- profondamente incavolato e fermo sulle mie posizioni, anche quando sapevo di sbagliare in toto;
- leggermente alterato nel notare che chiunque risolveva il tutto in due giorni;
- talmente annoiato da fare le cose alla bell'e meglio.
La decisione si è rivelata vincente, anche se in realtà non capisco cosa ci sia di vincente nel concentrarsi troppo su qualcosa per molto tempo, perdendone di vista molte altre.
Giusto per fornirvi qualche altro elemento e per definire meglio il mio livello di genialità, sappiate che l'esame in questione è uno di quelli a scelta, quindi me lo sono anche andato a cercare. Se c'è qualcuno che pensa di essere più coglione di me alzi la mano... come sospettavo, non vedo mani alzate.
In ogni caso ormai è passato, l'ho superato, e vi ringrazio per il sostegno.
A questo punto mi è venuto un dubbio: secondo voi è saggio o altamente autodistruttivo chiedere la tesi al suddetto professore?
Mentre ci pensate, faccio un riassunto di quello che è accaduto mentre io ero preso dall'ansia di non finire in tempo:
- un Bert e una che nuotava si sono sposati da poco, adesso tutti dicono che presto divorzieranno, perché lui ha un centinaio di figli sparsi per il mondo e lei quando l'ha saputo voleva scappare, ma allora perché quando gliel'hanno chiesto ha risposto: "Sì."?
- balena spiaggiata a Porto Cervo... no, scusate, era Valeria Marini* al mare;
- Gongolo ha sposato in anticipo una tizia sponsorizzata dalla Saratoga**;
- certa gente è scema e ci tiene a dimostrarlo;
- È morto l'uomo che ha creato una delle cose più belle che abbia mai visto***.
*che poi a me non pare nemmeno ridotta così male, anzi, rispetto ad alcune foto di qualche anno fa mi sembra addirittura più in forma.
**brava Giovanna!
***non è che ne abbia viste molte, quindi guardate qui e giudicate voi (se vi sta antipatica la Abbagnato come sta antipatica a me, fate finta che non ci sia).
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lunedì 30 maggio 2011
sesso, arte e gelati
Se c'è una cosa di cui si può stare sicuri è che il sesso vende, è sempre stato così e, molto probabilmente, la situazione non cambierà.
Molti pensano che la necessità di vendere mostrando corpi nudi, o quasi, sia una caratteristica tipica dell'epoca contemporanea, ma, cercando di tornare indietro nel tempo, possiamo notare facilmente che il tema del nudo sia stato piuttosto importante nella storia delle arti visive.
Se non siete convinti, vi propongo sei gruppi (dai nomi cretini) di opere (impaginate alla bell'e meglio) di gente nota:
scusate le spalle
quando non c'era il tantum rosa
ce l'ho solo io
ollellé ollallà faccela vedé faccela toccà
le scandalose
A questo punto qualcuno potrebbe dire che le pubblicità di oggi non siano neanche lontanamente paragonabili alle opere che compaiono qui sopra; probabilmente avrebbe ragione, ma rimane il fatto che il sesso suscita curiosità e la curiosità porta visibilità, che per un pubblicitario è la cosa più importante.
Perché tutto questo ragionamento? Perché qualche giorno fa ho visto in TV la pubblicità del nuovo gelato prodotto dalla mamma del mitico Cornetto, il tipo in questione si chiama X-Pop Max e potete ammirare una sua foto qui di lato.
L'avete vista? Ebbene, da qui non si nota molto, ma vi assicuro che visto in TV questo gelato ha una forma che dire fallica è dire poco. Ora io vorrei tanto scrivere una lettera del genere:
Preg.mo/a signor/a Algida,
Le invio questa missiva per porLe le seguenti domande:
pensava forse che il Calippo non fosse un gelato abbastanza fallico? O forse un solo prodotto di tali sembianze non era abbastanza?
La ringrazio anticipatamente per la cortese attenzione dimostratami.
Il Suo affezionatissimo,
Bert.
Molti pensano che la necessità di vendere mostrando corpi nudi, o quasi, sia una caratteristica tipica dell'epoca contemporanea, ma, cercando di tornare indietro nel tempo, possiamo notare facilmente che il tema del nudo sia stato piuttosto importante nella storia delle arti visive.
Se non siete convinti, vi propongo sei gruppi (dai nomi cretini) di opere (impaginate alla bell'e meglio) di gente nota:
scusate le spalle
Pierre-Auguste Renoir Ragazzo con il gatto (1868-69) |
Edgar Degas; Ragazza che si asciuga (1885) |
Jean-Auguste-Dominique Ingres; Grande odalisca (1814) |
Peter Paul Rubens; Venere allo specchio (1615) |
Pierre-Auguste Renoir La bagnante (1888) |
Giorgione; Venere dormiente (1510 ca.) |
ma è una tetta quella o no?
Tiziano Vecellio; Maria Maddalena (1533) |
Paul Gauguin; Donna che tiene in mano della frutta (1893) |
Francisco Goya; Maja desnuda (1800) |
Jules Joseph Lefebvre; La Verità (1870) |
Édouard Manet; Olympia (1863) |
Tintoretto; Venere, Vulcano e Marte (1550) |
Guido Reni; Susanna e i vecchioni (1620) |
Peter Paul Rubens; Angelica e l'eremita (1630 ca.) |
Amedeo Modigliani; Nudo sdraiato (1917) |
Eric Fischl; Ragazzaccio (1981) |
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Pablo Picasso; Les Demoiselles d'Avignon (1907) |
Henri Matisse; Il nudo blu (1907) |
A questo punto qualcuno potrebbe dire che le pubblicità di oggi non siano neanche lontanamente paragonabili alle opere che compaiono qui sopra; probabilmente avrebbe ragione, ma rimane il fatto che il sesso suscita curiosità e la curiosità porta visibilità, che per un pubblicitario è la cosa più importante.
Perché tutto questo ragionamento? Perché qualche giorno fa ho visto in TV la pubblicità del nuovo gelato prodotto dalla mamma del mitico Cornetto, il tipo in questione si chiama X-Pop Max e potete ammirare una sua foto qui di lato.
L'avete vista? Ebbene, da qui non si nota molto, ma vi assicuro che visto in TV questo gelato ha una forma che dire fallica è dire poco. Ora io vorrei tanto scrivere una lettera del genere:
Preg.mo/a signor/a Algida,
Le invio questa missiva per porLe le seguenti domande:
pensava forse che il Calippo non fosse un gelato abbastanza fallico? O forse un solo prodotto di tali sembianze non era abbastanza?
La ringrazio anticipatamente per la cortese attenzione dimostratami.
Il Suo affezionatissimo,
Bert.
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domenica 29 maggio 2011
la bussola non d'oro
Ieri sera sono andato a vedere Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare; la saga in sé non mi ha mai fatto impazzire e questo episodio, con tanto di Penelope Cruz e (finalmente) senza Orlando Bloom e Keira Knightley, non mi ha fatto ricredere; ma non voglio fare una recensione del film, anche perché non sarei in grado. Più che altro vorrei proporvi il quesito* che mi è venuto in mente osservando il film dalla fila D posto 3:
se vi dovesse capitare tra le mani la bussola di Jack Sparrow, verso cosa punterebbe?
Questa bussola, per chi non lo sapesse, ha la particolarità di puntare sempre verso la cosa che più desidera chi la possiede; se venissi in possesso di questo strano oggetto, verso cosa mi indirizzerebbe?
Ci ho pensato un po' e ho capito che essenzialmente non ne ho la più pallida idea, anzi, mi è venuto anche un altro dubbio: se arrivassi veramente di fronte a quello che desidero di più, lo saprei riconoscere? Inoltre, se avessi una bussola del genere, la userei o preferirei andare avanti alla cieca confidando nella fortuna?
Siccome tutte queste domande per me rimangono senza risposta, ve le giro direttamente.
*oggi ho scoperto che la mia domanda non è originalissima, se la sono fatta in molti in giro per la rete.
se vi dovesse capitare tra le mani la bussola di Jack Sparrow, verso cosa punterebbe?
Ci ho pensato un po' e ho capito che essenzialmente non ne ho la più pallida idea, anzi, mi è venuto anche un altro dubbio: se arrivassi veramente di fronte a quello che desidero di più, lo saprei riconoscere? Inoltre, se avessi una bussola del genere, la userei o preferirei andare avanti alla cieca confidando nella fortuna?
Siccome tutte queste domande per me rimangono senza risposta, ve le giro direttamente.
*oggi ho scoperto che la mia domanda non è originalissima, se la sono fatta in molti in giro per la rete.
lunedì 16 maggio 2011
choose your destiny!
Tanto tempo fa, in una camera non troppo lontana (ma anche in altri luoghi), un imperatore malvagio era solito ripetermi queste parole*:
Parole sante le sue! E pensare che provenivano dalla bocca di un sadico assassino che aveva in mente solo la distruzione totale della Terra.
In pratica credo che sia arrivato il momento di prendere una decisione chiara, per non correre poi il rischio di diventare stronzo, anche se, volente o nolente, alla fine stronzo ci diventerò lo stesso. Probabilmente è proprio questo fatto dell'essere o apparire stronzo che mi frena un po', perché la decisione io l'avrei anche mezza presa, ma come dirlo riuscendo ad apparire il meno stronzo possibile?
Questo è il dilemma, perché si fa presto a chiamare stronzo qualcuno, ma avete mai provato a mettervi dall'altra parte del muro? Io non ho mai sentito parlare di donne stronze, se non in casi veramente eclatanti, invece noi siamo tutti stronzi, indistintamente, sempre e comunque, non abbiamo scusanti, l'equazione schematizzata qui sotto è valida per tutti
Io questo assioma non l'ho mai capito, mi servirebbe un confronto, magari a quattr'occhi, con qualcuno che possa spiegarmi come funziona la cosa, perché è facile dare a qualcuno del "secondo membro dell'equazione" (basta con il turpiloquio... ma membro lo potevo dire?), perché i punti sono due:
Grazie!
*per chi non può sentirle, le parole erano quelle del titolo del post.
** giusto per citare nuovamente il titolo.
Parole sante le sue! E pensare che provenivano dalla bocca di un sadico assassino che aveva in mente solo la distruzione totale della Terra.
In pratica credo che sia arrivato il momento di prendere una decisione chiara, per non correre poi il rischio di diventare stronzo, anche se, volente o nolente, alla fine stronzo ci diventerò lo stesso. Probabilmente è proprio questo fatto dell'essere o apparire stronzo che mi frena un po', perché la decisione io l'avrei anche mezza presa, ma come dirlo riuscendo ad apparire il meno stronzo possibile?
Questo è il dilemma, perché si fa presto a chiamare stronzo qualcuno, ma avete mai provato a mettervi dall'altra parte del muro? Io non ho mai sentito parlare di donne stronze, se non in casi veramente eclatanti, invece noi siamo tutti stronzi, indistintamente, sempre e comunque, non abbiamo scusanti, l'equazione schematizzata qui sotto è valida per tutti
Io questo assioma non l'ho mai capito, mi servirebbe un confronto, magari a quattr'occhi, con qualcuno che possa spiegarmi come funziona la cosa, perché è facile dare a qualcuno del "secondo membro dell'equazione" (basta con il turpiloquio... ma membro lo potevo dire?), perché i punti sono due:
- siamo proprio fatti così, quindi è inutile che ce lo dite, perché lo sapete in partenza quello a cui andate incontro;
- lo dite a tutti, indipendentemente dal comportamento; e allora io per quale motivo mi pongo il problema?
Grazie!
*per chi non può sentirle, le parole erano quelle del titolo del post.
** giusto per citare nuovamente il titolo.
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domenica 15 maggio 2011
venerdì 22 aprile 2011
do-d'oh!
Oggi, come ci ricorda Google con uno dei suoi loghi a tema, è il giorno della Terra e, come non ci ricorda Google con uno dei suoi loghi a tema, anche venerdì Santo.
Partendo da queste due considerazioni direi di parlare di estinzioni, e quale migliore esempio di essere estinto del Raphus cucullatus o dodo o dronte? Secondo me nessuno.
Per chi ancora non lo sapesse il dodo (questo il nome più famoso dei tre che gli hanno dato) era un uccello che abitava alle Mauritius, ma non per scelta, lui viveva lì semplicemente perché il nonno del nonno del nonno di suo nonno ci era arrivato volando, e questo ci fa capire immediatamente che il nonno del nonno del nonno del nonno dell'uccello in questione non era per niente scemo (perché, dico, poteva anche andare a vivere in Antartide, per esempio, e invece no! Lui ha scelto le Mauritius, se non è stato intelligente lui, allora i pinguini cosa sono?).
Il figlio di questo intelligente uccello si trovò praticamente ad avere una vita tipo villaggio turistico, anzi meglio: aveva il mare, un sacco di amici con cui fare quello che voleva, tutta la frutta che poteva desiderare e anche di più e, soprattutto, non c'era l'animazione.
Non passarono neanche due generazioni che tutti i discendenti dell'uccello intelligente persero la capacità di volare, in cambio ottennero un culo di dimensioni eccezionali, roba che Valeria Marini al confronto è un'aringa*; forse anche perché ormai non volava più, questa terza generazione si aggirava per l'isola pensando di partecipare ad un noto reality condotto da Simona Ventura... praticamente sembravano dei dementi su una spiaggia (l'unica differenza era che loro non dimagrivano e non pensavano di essere famosi).
In pratica il dodo era il risultato di una vita a metà tra il reality e il villaggio turistico: un uccello incapace di volare che deponeva le uova dove gli capitava, soprattutto in luoghi in cui potevano essere facilmente calpestate.
Fu così che il dodo cessò di esistere. Chissà che tristezza la vita dell'ultimo dodo!
Ammetto di essere un po' dispiaciuto che questo animale non esista più, ma forse era troppo stupido continuare a vivere.
Dite che gli stupidi sono destinati a estinguersi come il dodo?
Io non ne sarei certo, dopotutto se la madre dei cretini è sempre incinta, è difficile che la specie si estingua... però, nel dubbio, non sarà il caso di iniziare a scrivere una lista di nomi da inserire tra le specie a rischio di estinzione? Forse arrivati a un certo punto si potrebbe mandarla al WWF, chissà, magari alla fine decideranno di prendere Flavia Vento al posto del panda!
Secondo me potrebbe funzionare.
Avete qualche nome da suggerire?
Buon Earth day quasi finito a tutti!
*e non ho usato la parola sardina, perché nel suo caso avrei dovuto usare sardona, ma non tardona (o forse sì?).
![]() |
il logo che avrei messo io oggi |
Per chi ancora non lo sapesse il dodo (questo il nome più famoso dei tre che gli hanno dato) era un uccello che abitava alle Mauritius, ma non per scelta, lui viveva lì semplicemente perché il nonno del nonno del nonno di suo nonno ci era arrivato volando, e questo ci fa capire immediatamente che il nonno del nonno del nonno del nonno dell'uccello in questione non era per niente scemo (perché, dico, poteva anche andare a vivere in Antartide, per esempio, e invece no! Lui ha scelto le Mauritius, se non è stato intelligente lui, allora i pinguini cosa sono?).
Il figlio di questo intelligente uccello si trovò praticamente ad avere una vita tipo villaggio turistico, anzi meglio: aveva il mare, un sacco di amici con cui fare quello che voleva, tutta la frutta che poteva desiderare e anche di più e, soprattutto, non c'era l'animazione.
Non passarono neanche due generazioni che tutti i discendenti dell'uccello intelligente persero la capacità di volare, in cambio ottennero un culo di dimensioni eccezionali, roba che Valeria Marini al confronto è un'aringa*; forse anche perché ormai non volava più, questa terza generazione si aggirava per l'isola pensando di partecipare ad un noto reality condotto da Simona Ventura... praticamente sembravano dei dementi su una spiaggia (l'unica differenza era che loro non dimagrivano e non pensavano di essere famosi).
In pratica il dodo era il risultato di una vita a metà tra il reality e il villaggio turistico: un uccello incapace di volare che deponeva le uova dove gli capitava, soprattutto in luoghi in cui potevano essere facilmente calpestate.
Fu così che il dodo cessò di esistere. Chissà che tristezza la vita dell'ultimo dodo!
Ammetto di essere un po' dispiaciuto che questo animale non esista più, ma forse era troppo stupido continuare a vivere.
Dite che gli stupidi sono destinati a estinguersi come il dodo?
Io non ne sarei certo, dopotutto se la madre dei cretini è sempre incinta, è difficile che la specie si estingua... però, nel dubbio, non sarà il caso di iniziare a scrivere una lista di nomi da inserire tra le specie a rischio di estinzione? Forse arrivati a un certo punto si potrebbe mandarla al WWF, chissà, magari alla fine decideranno di prendere Flavia Vento al posto del panda!
Secondo me potrebbe funzionare.
Avete qualche nome da suggerire?
Buon Earth day quasi finito a tutti!
*e non ho usato la parola sardina, perché nel suo caso avrei dovuto usare sardona, ma non tardona (o forse sì?).
sabato 16 aprile 2011
tre cose così
UNO SCRITTORE
Conosco un uomo che scrive, non fa altro; la colonna sonora della sua vita potrebbe essere sintetizzata dal rumore che produce la sua penna a sfera mentre scivola su una pagina bianca. Annota minuziosamente tutto quello che osserva: ogni istante della sua vita è descritto con precisione chirurgica in centinaia di taccuini, anzi, potrebbero essere addirittura migliaia.
Poiché distogliere lo sguardo dal mondo avrebbe potuto impedirgli di osservare qualcosa, già alla fine del secondo taccuino aveva imparato a scrivere senza il bisogno di seguire con gli occhi i movimenti della penna, ora la sua mano si muove sicura e veloce seguendo traiettorie familiari.
Dicono che l'inchiostro della sua biro sia finito a metà del quarto taccuino.
Ha scritto?
UN MARE
Qui il mare viene definito in questo modo:
Ho gettato una manciata di sale in una pozzanghera, è stata mare anche lei?
UNA STRADA
Se hai il navigatore non ti perdi, a volte il percorso che ti consiglia non è il più rapido, ma prima o poi arrivi.
Quand'è che una persona si perde? Quando cammina per una strada che non conosce o quando conosce ogni strada, ma non il luogo in cui vuole andare?
Quanto è facile perdersi con un navigatore?
Conosco un uomo che scrive, non fa altro; la colonna sonora della sua vita potrebbe essere sintetizzata dal rumore che produce la sua penna a sfera mentre scivola su una pagina bianca. Annota minuziosamente tutto quello che osserva: ogni istante della sua vita è descritto con precisione chirurgica in centinaia di taccuini, anzi, potrebbero essere addirittura migliaia.
Poiché distogliere lo sguardo dal mondo avrebbe potuto impedirgli di osservare qualcosa, già alla fine del secondo taccuino aveva imparato a scrivere senza il bisogno di seguire con gli occhi i movimenti della penna, ora la sua mano si muove sicura e veloce seguendo traiettorie familiari.
Dicono che l'inchiostro della sua biro sia finito a metà del quarto taccuino.
Ha scritto?
UN MARE
Qui il mare viene definito in questo modo:
mareUna pozzanghera è circondata dalla terra o è proprio lei a circondare tutto quello che non è una pozzanghera?
[mà-re]
s.m. (pl. -ri)
1 Insieme delle acque salate che circondano i continenti e le isole, ricoprendo tre quarti della superficie terrestre: la superficie, gli abissi, la profondità del m.; m. profondo; m. calmo, mosso; m. agitato, in tempesta
Ho gettato una manciata di sale in una pozzanghera, è stata mare anche lei?
UNA STRADA
Se hai il navigatore non ti perdi, a volte il percorso che ti consiglia non è il più rapido, ma prima o poi arrivi.
Quand'è che una persona si perde? Quando cammina per una strada che non conosce o quando conosce ogni strada, ma non il luogo in cui vuole andare?
Quanto è facile perdersi con un navigatore?
lunedì 21 marzo 2011
solo un appunto
Oggi inizia la primavera, la stagione in cui la natura si risveglia, gli animali escono dal letargo, i fiori sbocciano e ricominciano le allergie, utili in quanto ricordano a chi ne soffre due cose:
Praticamente sono rimasto senza telefono, non lo uso molto, quindi non è proprio un dramma, ma a volte risulta utile, quindi credo sia necessario reperirne un altro... e questo è il vero dramma.
Premettendo che:
Se la risposta alla domanda qui sopra è "sì", per favore, potreste consigliarmene uno?
Attendo pareri di esperti e inesperti. Grazie!
*il secondo si chiama Easy Use Lady, quindi vi linko il video di Easy Lady, per forza.
- quanto è bello respirare;
- quanto è bello non respirare se ti trovi in una metropolitana piena di gente dopo che a metà mattinata è uscito un sole che ha fatto lievitare la temperatura, quindi le persone ammassate intorno a te sono composte al 90% di sudore.
Praticamente sono rimasto senza telefono, non lo uso molto, quindi non è proprio un dramma, ma a volte risulta utile, quindi credo sia necessario reperirne un altro... e questo è il vero dramma.
Premettendo che:
- non sono per niente aggiornato sui telefoni;
- non ne voglio uno enorme, e adesso sembra che esistano solo quelli;
- è facile che le cose mi cadano dalle mani;
- non voglio un telefono più smart di me.
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una persona mi ha consigliato questi* |
Attendo pareri di esperti e inesperti. Grazie!
*il secondo si chiama Easy Use Lady, quindi vi linko il video di Easy Lady, per forza.
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domenica 6 marzo 2011
test della donna
Oggi, per l'ormai consueta rubrica Donne du du du, un test:
QUALE DONNA FAMOSA SEI?
Preciso che è rivolto a chi lo vuole fare, donne e uomini. Via alle domande.
1. POTREI INIZIARE UNA NUOVA CARRIERA, PERCHÉ:
a) la notte mi illumino, potrei fare il lampione.
b) ho la foto giusta per un manifesto, potrei entrare in politica.
c) I also a designer* (traduzione interpretata: sono anche una stilista).
d) prendo bene a padellate i conigli, potrei fare la cuoca.
e) ho una testa e un corpo, posso fare tutto!
2. QUALE CREDI SIA L'INVENZIONE DEL MILLENNIO?
a) Godzilla.
b) stimuletor.
c) i diamonds!
d) le paillettes.
e) l'immagine.
3. ASCOLTI CON PIACERE:
a) Contaminata.
b) Starman.
c) I wanna be loved by you.
d) Why don't you do right?
e) Libertango.
4. IL TUO COLORE PREFERITO È:
a) verde radioattivo.
b) giallo nana rossa.
c) rosa shocko.
d) rosso porporina.
e) nero ebano.
5. IN TV TI PIACE GUARDARE:
a) cosa sarebbe una TV?
b) i disturbi dovuti alla radiazione cosmica di fondo.
c) il Bagaglino.
d) amo i cartoni animati.
e) chi ha tempo per la TV?
6. IL TUO FILM PREFERITO È:
a) sicuramente muto.
b) Figli delle stelle.
c) Gli uomini preferiscono le bionde.
d) Femme fatale.
e) Eat.
Maggioranza di risposte A: sei MARIE CURIE
Sei intelligente, determinata, instancabile e meticolosa, ma anche un po' troppo fissata, seria e radioattiva. Dovresti imparare a rilassarti un po', perché lo sappiamo tutti che a forza di radiazioni rischi di perdere il controllo in stile Hulk. Ogni tanto prenditi una pausa e lascia un po' di lavoro a Pierre. Lo so che lo consideri un incapace, ma potrebbe stupirti.
La tua canzone: Relax.
Maggioranza di risposte B: sei MARGHERITA HACK
Anche tu sei una di quelle che si impegna molto, fortunatamente non sei fissata solo su una cosa come la tua collega qui sopra, anzi, spazi in lungo e in largo; forse il tuo problema è proprio questo, molte volte spazi troppo. Va bene osservare eventi distanti anni luce, va bene avere la testa tra le nuvole ogni tanto, ma quando è troppo è troppo!
Rallenta, perché starti dietro non è facile.
La tua canzone: Extraterrestre
Maggioranza di risposte C: sei VALERIA MARINI
Chi ti incontra per la prima volta crede che tu sia totalmente rincretinita; bella, simpatica, ma totalmente cretina. Eppure, dai risultati che riesci ad ottenere, deduco che non dovresti essere poi tanto scema, dopotutto non sai fare bene niente, ma fai tutto e in ogni cosa hai successo.
Continua così, ma una volta raggiunto il successo cerca di apparire un po' meno svampita, visto che non lo sei.
La tua canzone: Ode alla mucca pazza
Maggioranza di risposte D: sei JESSICA RABBIT
Sei la seduttrice per eccellenza, anche quando non vuoi attiri gli sguardi di chiunque, forse è per il vestito superscollato, per la sesta che esibisci con disinvoltura o semplicemente per i tuoi movimenti seducenti... forse.
Probabilmente è il momento di mostrare cosa pensi e come sei realmente, facendo così potresti anche trovare Roger.
La tua canzone: Ci vuole un fisico bestiale
Maggioranza di risposte E: sei GRACE JONES
La tua non è di certo la bellezza rassicurante di una principessa delle fiabe, mettici poi che sei anche intelligente e che hai talento in molti campi... insomma... per molti sei troppo di tutto, e questo spaventa.
Se ci riesci, cerca di sembrare più umana con chi hai vicino, non farti schiavizzare dal tuo personaggio, perché rischi di fare la fine di una statua antica: bellissima, ma intoccabile.
La tua canzone: Slave to the rhythm
*la citazione è letterale e tratta da qui.
QUALE DONNA FAMOSA SEI?
Preciso che è rivolto a chi lo vuole fare, donne e uomini. Via alle domande.
1. POTREI INIZIARE UNA NUOVA CARRIERA, PERCHÉ:
a) la notte mi illumino, potrei fare il lampione.
b) ho la foto giusta per un manifesto, potrei entrare in politica.
c) I also a designer* (traduzione interpretata: sono anche una stilista).
d) prendo bene a padellate i conigli, potrei fare la cuoca.
e) ho una testa e un corpo, posso fare tutto!
2. QUALE CREDI SIA L'INVENZIONE DEL MILLENNIO?
a) Godzilla.
b) stimuletor.
c) i diamonds!
d) le paillettes.
e) l'immagine.
3. ASCOLTI CON PIACERE:
a) Contaminata.
b) Starman.
c) I wanna be loved by you.
d) Why don't you do right?
e) Libertango.
4. IL TUO COLORE PREFERITO È:
a) verde radioattivo.
b) giallo nana rossa.
c) rosa shocko.
d) rosso porporina.
e) nero ebano.
5. IN TV TI PIACE GUARDARE:
a) cosa sarebbe una TV?
b) i disturbi dovuti alla radiazione cosmica di fondo.
c) il Bagaglino.
d) amo i cartoni animati.
e) chi ha tempo per la TV?
6. IL TUO FILM PREFERITO È:
a) sicuramente muto.
b) Figli delle stelle.
c) Gli uomini preferiscono le bionde.
d) Femme fatale.
e) Eat.
PROFILI________________________________________________
Maggioranza di risposte A: sei MARIE CURIE
Sei intelligente, determinata, instancabile e meticolosa, ma anche un po' troppo fissata, seria e radioattiva. Dovresti imparare a rilassarti un po', perché lo sappiamo tutti che a forza di radiazioni rischi di perdere il controllo in stile Hulk. Ogni tanto prenditi una pausa e lascia un po' di lavoro a Pierre. Lo so che lo consideri un incapace, ma potrebbe stupirti.
La tua canzone: Relax.
Maggioranza di risposte B: sei MARGHERITA HACK
Anche tu sei una di quelle che si impegna molto, fortunatamente non sei fissata solo su una cosa come la tua collega qui sopra, anzi, spazi in lungo e in largo; forse il tuo problema è proprio questo, molte volte spazi troppo. Va bene osservare eventi distanti anni luce, va bene avere la testa tra le nuvole ogni tanto, ma quando è troppo è troppo!
Rallenta, perché starti dietro non è facile.
La tua canzone: Extraterrestre
Maggioranza di risposte C: sei VALERIA MARINI
Continua così, ma una volta raggiunto il successo cerca di apparire un po' meno svampita, visto che non lo sei.
La tua canzone: Ode alla mucca pazza
Maggioranza di risposte D: sei JESSICA RABBIT
Sei la seduttrice per eccellenza, anche quando non vuoi attiri gli sguardi di chiunque, forse è per il vestito superscollato, per la sesta che esibisci con disinvoltura o semplicemente per i tuoi movimenti seducenti... forse.
Probabilmente è il momento di mostrare cosa pensi e come sei realmente, facendo così potresti anche trovare Roger.
La tua canzone: Ci vuole un fisico bestiale
Maggioranza di risposte E: sei GRACE JONES
La tua non è di certo la bellezza rassicurante di una principessa delle fiabe, mettici poi che sei anche intelligente e che hai talento in molti campi... insomma... per molti sei troppo di tutto, e questo spaventa.
Se ci riesci, cerca di sembrare più umana con chi hai vicino, non farti schiavizzare dal tuo personaggio, perché rischi di fare la fine di una statua antica: bellissima, ma intoccabile.
La tua canzone: Slave to the rhythm
*la citazione è letterale e tratta da qui.
lunedì 28 febbraio 2011
versi

Qualche tempo fa mi è capitato di notare una cosa e l'ho fotografata; giocando un po' con la foto in questione mi sono reso conto preferirla nel verso sbagliato.
Potrebbe essere una cavolata, ne sono consapevole, ma guardare un'immagine da un punto di vista differente da quello "giusto" potrebbe essere un buon esercizio.
Mi piace molto cercare nuovi punti da cui osservare una stessa cosa, a volte può disorientare, altre volte mi rendo conto che la prospettiva scelta non mi piace affatto, ma è sempre interessante cercare di capire come gli altri vedano le stesse cose che vedo io in modo totalmente differente da me.
A volte mi capita di cercare di spostare qualcuno dal suo punto di osservazione, in quei casi noto una sorta di vertigine: per molti è come se il solito punto di vista sia l'unico accettabile. Certo, è normale perdersi quando ti obbligano ad inseguire qualcuno e quel qualcuno ad un certo punto inizia a correre e saltare in una giungla che più fitta non si può, ma arrivato a quel punto non è meglio perdersi e rischiare di scoprire qualcosa di nuovo, piuttosto che ritornare al solito sicuro campo base?
Mi rendo conto che in una situazione reale è sempre meglio non rischiare la vita, ma nella giungla dei punti di vista la cosa peggiore che possa accadere è di non trovare un posto migliore del campo base, che è sempre lì, non si muove e ci si può tornare in un istante.
Voi come la guardereste questa foto?
Quali sono il vostro sopra e il vostro sotto?
lunedì 7 febbraio 2011
come stai?
- Ciao!
- Ciao, come stai?
- Un puffo verde ballerino che mangia una mela marcia.
- Eh... anche io, dai, magari una sera di queste ci sentiamo per una pizza!
Qualcuno potrebbe chiedersi cosa significhi la risposta data dal personaggio che parla un Courier carico di verde. Evidentemente non ha senso, ma, secondo me, potrebbe essere usata come risposta standard alla altrettanto standard domanda "come stai?".
A tutti viene posto questo importante interrogativo, ma quante sono le persone che vorrebbero ottenere una risposta sincera da chi hanno di fronte?
Il "come stai?" mi infastidisce, perché nel breve arco di tempo in cui riesco a formulare una risposta sintetica, sensata e veritiera sul mio stato momentaneo, mi rendo conto che il mio interlocutore non presta alcuna attenzione a quello che sto per dire, e mi convinco che l'unico modo per porre fine all'inutile conversazione è rispondere con la parola che si aspetta lui/lei: bene.
Sebbene mi sia rassegnato a rispondere con il solito "bene" a questa domanda*, ancora non sono in grado di usare la fatidica domanda come estensione del mio saluto, forse se ci riuscissi potrei risultare più gentile, ma se sapere come stai non mi interessa, e magari penso anche che non risponderai sinceramente, ma userai, proprio come farei io, una frase di circostanza, perché devo domandartelo?
Non sopporto le domande fatte da chi non vuole ascoltarne la risposta, fatta questa premessa mi piacerebbe sapere una cosa:
come stai?
*ovviamente quando ho di fronte chi non vuole conoscere la risposta.
mercoledì 15 dicembre 2010
mettiamo il caso che...
Oggi vorrei proporvi una situazione del tutto irreale.
Mettiamo il caso che un soggetto Y incontri un soggetto X, e che Y sia attratto a prima vista da X.
Mettiamo il caso che X e Y si conoscano e che Y non cambi parere su X, ma che non esprima chiaramente il suo pensiero.
Mettiamo poi il caso che, ad un certo punto, X comunichi a Y di provare un interesse per un certo K (amico di Y), che a quel punto Y si metta ancora più da parte, che cerchi di fare da intermediario tra X e K, che K non ricambi e che la situazione si concluda in un nulla di fatto.
Mettiamo il caso che passi del tempo e X, parlando con Y in merito alla sua (di Y) incapacità nel relazionarsi con chi gli sta intorno in un certo modo, proponga a Y, sotto forma di gioco, un'uscita a due a queste condizioni: Y avrebbe dovuto organizzare il tutto e invitare X; facciamo l'ipotesi che Y prenda come un gioco quella proposta, ma che X, successivamente, ribadisca l'idea, facendogli capire che non era poi tanto uno scherzo. Poniamo poi che Y inizi a sospettare che, per una volta, forse, il suo interesse per qualcuno possa essere ricambiato.
Teniamo inoltre conto che a questo punto Y si crea i seguenti problemi (e quando non se li crea?):
Mettiamo il caso che un soggetto Y incontri un soggetto X, e che Y sia attratto a prima vista da X.
Mettiamo il caso che X e Y si conoscano e che Y non cambi parere su X, ma che non esprima chiaramente il suo pensiero.
Mettiamo poi il caso che, ad un certo punto, X comunichi a Y di provare un interesse per un certo K (amico di Y), che a quel punto Y si metta ancora più da parte, che cerchi di fare da intermediario tra X e K, che K non ricambi e che la situazione si concluda in un nulla di fatto.
Mettiamo il caso che passi del tempo e X, parlando con Y in merito alla sua (di Y) incapacità nel relazionarsi con chi gli sta intorno in un certo modo, proponga a Y, sotto forma di gioco, un'uscita a due a queste condizioni: Y avrebbe dovuto organizzare il tutto e invitare X; facciamo l'ipotesi che Y prenda come un gioco quella proposta, ma che X, successivamente, ribadisca l'idea, facendogli capire che non era poi tanto uno scherzo. Poniamo poi che Y inizi a sospettare che, per una volta, forse, il suo interesse per qualcuno possa essere ricambiato.
Teniamo inoltre conto che a questo punto Y si crea i seguenti problemi (e quando non se li crea?):
- dove andare?
- cosa organizzare?
- cosa fare?
- come non sentirsi estremamente imbarazzato e fuori posto?
- Y, come al solito in queste occasioni, risulta essere un imbranato di dimensioni gigantesche, inoltre X gli ha lasciato tutto in mano, quindi non ha nemmeno la possibilità di scaricare le scelte su altri;
- Y si sente bloccato dal fatto di avere alcune amicizie in comune con X (e tra queste amicizie c'è anche H, fratello di X) e dal terrore di aver interpretato in modo totalmente errato il messaggio di X.
OGNI RIFERIMENTO A PERSONE, COSE O FATTI REALMENTE ACCADUTI È PURAMENTE CASUALE.
Mettiamo il caso che questa qui sopra fosse una storia interessante, a questo punto, se voi foste Y, cosa fareste?
lunedì 22 novembre 2010
segnali sconosciuti
A volte capita di imbattersi in qualcosa che ha un significato nascosto: messaggi da interpretare, segni da riconoscere, che potrebbero cambiarci la vita.
Ebbene, credo che questa notte mi sia accaduto qualcosa del genere.
Quello che sembrerebbe un semplice elemento atto ad illuminare una stanza, si è rivelato essere il mio messaggero, ma ancora non sono riuscito ad interpretare il significato del suo parlare nascosto.
Cercherò di descrivere la scena con precisione, sebbene, tant'era pien di sonno a quel punto, che neanche io sono molto convinto di quello che sto per scrivere.
Stavo dormendo, come ogni notte (a volte anche ogni giorno), quando senza alcun motivo apparente mi sveglio e mi ritrovo a guardare il soffitto; proprio in quel momento mi accorgo che è apparso, come in una visione, il segnale.
La luce blu della spia della TV (che ha all'incirca la stessa potenza di quella di un faro) trasforma completamente lo spazio che la circonda, e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, il "lampadario" (forse non lo definirei proprio così, ma adesso non mi viene la parola esatta) diventa improvvisamente un punto esclamativo.
A queste domande probabilmente potrà rispondere solo il tempo, in attesa che arrivi vi lascio una citazione:
Ebbene, credo che questa notte mi sia accaduto qualcosa del genere.
Quello che sembrerebbe un semplice elemento atto ad illuminare una stanza, si è rivelato essere il mio messaggero, ma ancora non sono riuscito ad interpretare il significato del suo parlare nascosto.
Cercherò di descrivere la scena con precisione, sebbene, tant'era pien di sonno a quel punto, che neanche io sono molto convinto di quello che sto per scrivere.
Stavo dormendo, come ogni notte (a volte anche ogni giorno), quando senza alcun motivo apparente mi sveglio e mi ritrovo a guardare il soffitto; proprio in quel momento mi accorgo che è apparso, come in una visione, il segnale.
La luce blu della spia della TV (che ha all'incirca la stessa potenza di quella di un faro) trasforma completamente lo spazio che la circonda, e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, il "lampadario" (forse non lo definirei proprio così, ma adesso non mi viene la parola esatta) diventa improvvisamente un punto esclamativo.
Cosa significa questo "!"? Sarà un avviso o si tratta semplicemente di un gioco di ombre? La comparsa di questo simbolo è del tutto casuale? La somiglianza con il cartello stradale "altri pericoli" è una coincidenza? Perché non compare un pannello integrativo che spieghi la natura del pericolo che potrei correre?
A queste domande probabilmente potrà rispondere solo il tempo, in attesa che arrivi vi lascio una citazione:
PS: grazie ancora a Vince Symo per l'aiuto con la firma.Solo coincidenze? Noi di Voyager pensiamo di no.Roberto Giacobbo
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sabato 20 novembre 2010
in mediA stat virtus [?]
Oggi, uscendo dal mio account di flickr, mi sono ritrovato nell'home page di yahoo dove è comparsa questa notizia, che mi ha fatto riflettere un po'.
Prima di tutto mi sono chiesto cosa avrei fatto al posto di David Tally?
Probabilmente, se fossi stato io, con una casa e una famiglia alle spalle, avrei agito come lui (anche perché mi capita spesso di perdere qualunque cosa, quindi capisco come ci si sente), ma se fossi stato proprio lui non credo di conoscere quale sarebbe stata la mia reazione. Avrebbe vinto l'istinto di sopravvivenza o il senso di colpa? Mistero (come direbbero Enrico Ruggeri e Raz Degan).
La seconda riflessione deriva dall'apparente inutilità* della notizia, e riguarda in generale, la mia percezione in merito all'informazione fornita da TG e TV.
In base alla mia esperienza da spettatore, mi sono subito chiesto quanto sia corretto dividere il tempo che dovrebbe essere dedicato all'informazione in questo** modo:
Qualcuno potrebbe dire che siano gli ascolti a comandare tutto il meccanismo, ma, se l'Auditel riesce a rappresentare la realtà di chi guarda la TV (e questo, secondo me, è tutto da dimostrare), alla fine dovremmo essere noi spettatori a decretare il successo di una trasmissione. È veramente così?
Faccio un esempio pratico:
nell'ultimo periodo si parla sempre, dovunque e comunque di un solo "caso" (e lo definisco semplicemente "caso", perché non voglio usare quel nome per farmi trovare dai motori di ricerca, e comunque penso sia chiaro cosa intendo), tralasciando il fatto che spesso non c'è alcuna informazione, ma l'argomento si deve trattare, perché è la notizia del momento, mi domando come posso esprimere il mio punto di vista, come posso far capire che, arrivati a questo punto, credo sia meglio attendere e fare un po' di silenzio?
L'unico modo per esprimere il mio pensiero sarebbe cambiare canale, ma il "caso" monopolizza quasi tutte le trasmissioni di "informazione", quindi le mie alternative si riducono a:
Forse sono io, ma in questi mesi monopolizzati dal "caso", ci sono state notizie che mi hanno colpito e spaventato molto di più, specialmente quelle relative ai nuovi sviluppi legati alla storia di queste due Persone, che proprio comuni non definirei (purtroppo).
In sintesi le mie domande di oggi sono:
PPS: il titolo del post è stato ispirato da una citazione, opportunamente storpiata da me, che cammina qui di lato.
* ammessa e non concessa l'inutilità del bene.
** il concetto espresso qui non vale per Studio Aperto, che divide il suo tempo in parti uguali tra gente seminuda e servizi assurdi (tipo ufo e simili).
Bert
Prima di tutto mi sono chiesto cosa avrei fatto al posto di David Tally?
Probabilmente, se fossi stato io, con una casa e una famiglia alle spalle, avrei agito come lui (anche perché mi capita spesso di perdere qualunque cosa, quindi capisco come ci si sente), ma se fossi stato proprio lui non credo di conoscere quale sarebbe stata la mia reazione. Avrebbe vinto l'istinto di sopravvivenza o il senso di colpa? Mistero (come direbbero Enrico Ruggeri e Raz Degan).
La seconda riflessione deriva dall'apparente inutilità* della notizia, e riguarda in generale, la mia percezione in merito all'informazione fornita da TG e TV.
In base alla mia esperienza da spettatore, mi sono subito chiesto quanto sia corretto dividere il tempo che dovrebbe essere dedicato all'informazione in questo** modo:
- 70% cronaca nera (cercando di trattare i fatti, come se si stesse raccontando un film dell'orrore);
- 29% politica. Ovviamente non si sentirà mai parlare di azioni concrete in questi servizi, ma solo di frasi pronunciate da Tizio o risposte di Caio a Sempronio (quando queste affermazioni non provengono dalla mente di Capitan Ovvio, risultano essere più o meno di questo tipo);
- 1% il resto.
Qualcuno potrebbe dire che siano gli ascolti a comandare tutto il meccanismo, ma, se l'Auditel riesce a rappresentare la realtà di chi guarda la TV (e questo, secondo me, è tutto da dimostrare), alla fine dovremmo essere noi spettatori a decretare il successo di una trasmissione. È veramente così?
Faccio un esempio pratico:
nell'ultimo periodo si parla sempre, dovunque e comunque di un solo "caso" (e lo definisco semplicemente "caso", perché non voglio usare quel nome per farmi trovare dai motori di ricerca, e comunque penso sia chiaro cosa intendo), tralasciando il fatto che spesso non c'è alcuna informazione, ma l'argomento si deve trattare, perché è la notizia del momento, mi domando come posso esprimere il mio punto di vista, come posso far capire che, arrivati a questo punto, credo sia meglio attendere e fare un po' di silenzio?
L'unico modo per esprimere il mio pensiero sarebbe cambiare canale, ma il "caso" monopolizza quasi tutte le trasmissioni di "informazione", quindi le mie alternative si riducono a:
- guardare il GF (o simili), che non credo abbia a che fare con l'informazione ed equivale, più o meno, a "spegnere il cervello" (e con questo intendo "cercare una distrazione, non pensare");
- spegnere la TV.
Forse sono io, ma in questi mesi monopolizzati dal "caso", ci sono state notizie che mi hanno colpito e spaventato molto di più, specialmente quelle relative ai nuovi sviluppi legati alla storia di queste due Persone, che proprio comuni non definirei (purtroppo).
In sintesi le mie domande di oggi sono:
- Chi sceglie quali sono le notizie "importanti" da rendere note?
- Perché i delitti più efferati vengono trattati come delle sitcom?
- Lo scopo dell'informazione è quello di far conoscere cosa accade intorno a noi, portare alla luce fatti nascosti (che ledono l'interesse comune) o soddisfare un insano istinto voyeuristico?
- Chi realizza tutti i plastici di Bruno Vespa?
- Gli organi di informazione rappresentano lo stato del Paese?
- È sensato pensare che un TG possa trasmettere anche un qualche tipo di valori?
PPS: il titolo del post è stato ispirato da una citazione, opportunamente storpiata da me, che cammina qui di lato.
* ammessa e non concessa l'inutilità del bene.
** il concetto espresso qui non vale per Studio Aperto, che divide il suo tempo in parti uguali tra gente seminuda e servizi assurdi (tipo ufo e simili).
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venerdì 19 novembre 2010
de potentia restitutiva
Alcune persone sono entrate nella mia vita senza che me ne accorgessi; senza fare troppo rumore sono riuscite a regalarmi molto. Spero che, con i loro modi silenziosi, decidano di fermarsi, ma temo che possano scomparire da un momento all'altro.
Ho paura di non saperle trattenere in alcun modo.
Come si può aiutare qualcuno senza conoscere il problema che sta affrontando?
Vorrei stare vicino a questa persona, ma, per come sono fatto, questo mi riesce estremamente difficile, ho il terrore che la mia presenza possa essere troppo ingombrante, o comunque non di aiuto. Per ora ho provato a cercare un punto di contatto, un momento e uno spazio più raccolti per cercare di parlare, ma soprattutto di ascoltare.
Basterà ascoltare?
Vorrei poter restituire quello che, forse inconsapevolmente, questa persona mi ha dato, perché sento che è il momento di farlo, perché voglio farlo... ma non trovo il modo, e questo mi spaventa, mi riempie di dubbi sul futuro: se non riesco ad essere presente in un momento di necessità, a cosa servo? A cosa serve fare nuove amicizie, se non riesco a superare adesso questa barriera? Voglio essere una persona su cui contare, non solo uno con cui stare bene nei periodi felici.
La mia domanda è questa: come si restituisce il bene che si riceve?
Bert
Ho paura di non saperle trattenere in alcun modo.
Come si può aiutare qualcuno senza conoscere il problema che sta affrontando?
Vorrei stare vicino a questa persona, ma, per come sono fatto, questo mi riesce estremamente difficile, ho il terrore che la mia presenza possa essere troppo ingombrante, o comunque non di aiuto. Per ora ho provato a cercare un punto di contatto, un momento e uno spazio più raccolti per cercare di parlare, ma soprattutto di ascoltare.
Basterà ascoltare?
Vorrei poter restituire quello che, forse inconsapevolmente, questa persona mi ha dato, perché sento che è il momento di farlo, perché voglio farlo... ma non trovo il modo, e questo mi spaventa, mi riempie di dubbi sul futuro: se non riesco ad essere presente in un momento di necessità, a cosa servo? A cosa serve fare nuove amicizie, se non riesco a superare adesso questa barriera? Voglio essere una persona su cui contare, non solo uno con cui stare bene nei periodi felici.
La mia domanda è questa: come si restituisce il bene che si riceve?
Bert
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