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sabato 28 settembre 2013

prima o poi tocca a tutti

Avete parlato tutti di Guido Barilla*?
Chi manca?
Ah, giusto, manco io.

Che poi io nemmeno volevo scriverlo 'sto post, ma c'ho pensato e... sì, dovevo, per forza, perché non voglio mica sembrare un tipo alternativo o rischiare di essere preso per un hipster; non sono uno che si piastra i baffi e non voglio farvi pensare che lo sia.
Chiariamoci, non ho niente contro gli hipster dai baffi a manubrio, certo, fossi in loro non me li farei, io ho un concetto di baffo vagamente differente, ma ognuno è libero di fare quello che vuole... senza dare fastidio, perché comunque io, che non credo nei baffi a manubrio, non devo essere obbligato a vederli. Puoi anche farteli, ma quando la tua decisione di piastrarti i baffi incontra il mio sguardo... beh, allora stai ostacolando la libertà di una terza persona e, a mio parere, dovresti avere un po' di rispetto in più.

Ecco, sì, è il rispetto che manca a certi hipster.
Noi abbiamo una cultura vagamente differente, per noi il concetto di famiglia sacrale rimane uno dei valori fondamentali dell'azienda: la salute, la famiglia [...] la nostra è una famiglia tradizionale. [...] Ognuno è libero di fare quello che vuole... senza dare fastidio. [...] Hanno diritto di fare quello che vogliono, senza disturbare gli altri. [...] Facciano quello che vogliono senza infastidire gli altri.
Guido Barilla
Ah, no, scusate, dalla sezione marketing del blog mi dicono che, ovviamente, non volevo offendere nessuno. In tutta la mia vita ho rispettato tutti, perfino i cani e gli hipster, dopotutto non ho niente contro gli hipster, ho tanti amici hipster... dai, prometto che prima o poi incontrerò un hipster.



Ma veniamo al punto e lasciamo perdere gli hipster.

Io sto con Guido.

Sì, sto con Guido, perché sappiamo tutti che la famiglia tradizionale è quella fondata sul matrimonio, quella che ci viene presentata dalla Sacra Famiglia, con una moglie, un marito e uno o più figli.
È per questo che sto con Guido anche quando gli chiedono di scegliere un politico che sia un bravo comunicatore, uno che potrebbe a pubblicizzare anche la pasta Barilla, e lui sceglie Berlusconi
Sicuramente Berlusconi [...] perché sa dire le cose molto meglio di tanti altri [...] è in grado di comunicare tutto.
Guido Barilla
sì, proprio il Silvione nazionale, perché è evidente che la sua famiglia è quanto di più tradizionale possa esserci. Non siete d'accordo? Ve lo dimostro: analizzando la Sacra Famiglia, massimo esempio di "famiglia tradizionale", vediamo che la Madonna ha partorito a 15 o 16 anni e che la differenza di età tra lei e san Giuseppe era notevole, inoltre, prendendo per buona la Storia di Giuseppe il falegname, potremmo anche dire che quello con Maria era il secondo matrimonio di Giuseppe e che dal primo erano nati sei figli, quattro maschi e due femmine... sì, ok, ha troppe figlie femmine e pochi maschi e se si sposa con la Pascale (che in realtà è un po' attempatella, lo ammetto) arriva a quota tre matrimoni, ma dai, non fate i pignoli, torna quasi tutto!

Ok, lo so, vi ho annoiato con l'ennesima inutile analisi, ma guardate che per me potete anche non leggere quello che scrivo, ci sono tanti hipster su tumblr, se non siete d'accordo con i miei post potete sempre andare a guardare quei cosi lì, mica siete obbligati a rimanere.

PS: ci sarebbe da approfondire anche il fatto che tutto era cominciato commentando alcune frasi dette dal Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, la quale evidenziava come in alcune pubblicità si faccia un uso del corpo femminile di certo non esaltante, frasi che hanno suscitato queste affermazioni:
La donna è madre, nonna, amante, cura la casa, cura le persone care oppure fa anche altri gesti, altre attività che comunque ne nobilitano il ruolo [...] in tutti i Paesi del mondo la donna è estremamente usata.
Guido Barilla
*qui la versione integrale dell'intervista incriminata.

domenica 1 aprile 2012

detto fatto

Io sono uno che parla molto spesso per frasi fatte, mi piacciono i proverbi e penso da sempre che Saggezza Popolare rules.
Ma, partendo dal principio, voglio provare a spiegare con un esempio cosa sono per me le frasi fatte:
io non sopporto la violenza → giochi di mano giochi da villano → chi mena per primo mena due volte → menare il can per l'aia → can che abbaia non morde → mors tua vita mea → la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.
E si potrebbe fare una quantità infinita di esempi simili, ma mi fermo qui.
Avrete certamente notato come, partendo da un proprio pensiero, si possa facilmente creare, senza badare troppo al senso, una serie infinita ed indefinita di collegamenti tra proverbi, frasi fatte e citazioni arcinote, tali da poter realizzare una sequenza di affermazioni in cui è condensato lo scibile basale che forma la coscienza collettiva della specie umana.

I proverbi* racchiudono informazioni meteorologiche (non esistono più le mezze stagioni; cielo a pecorelle pioggia a catinelle; rosso di sera bel tempo si spera), etologiche/zoologiche/psicologiche (tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino; a caval donato non si guarda in bocca; la gatta frettolosa fece i gattini ciechi, avere la fortuna dei cani in chiesa), stradali (chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova; larga è la foglia, stretta è la via, dite la vostra, che ho detto la mia), fisiche** (gli opposti si attraggono; chi pratica lo zoppo impara a zoppicare; chi si somiglia si piglia), finanziarie (senza lilleri 'un si làllera), sulla vita domestica (parlare di corda in casa dell'impiccato; rubare in casa del ladro; volere la botte piena e la moglie ubriaca) e finanche venatorie (prendere due piccioni con una fava); un'immensa parte delle conoscenze accumulate e tramandate per interi millenni da tutti gli esseri umani che si sono trovati a passare per il pianeta Terra sono state racchiuse in frasi semplici, d'impatto e di immediata memorizzazione.
In pratica i proverbi* dicono tutto.

Che poi semplici... insomma... neanche troppo semplici, perché se pensiamo per un attimo alla complessità della realtà che ci circonda, ci rendiamo conto che descriverla e riassumerla con una frase non è poi così semplice. Prendiamo, per esempio, chi si somiglia si piglia e gli opposti si attraggono; ecco, queste due frasi divideranno la popolazione in tre parti: la prima che propenderà per "chi si somiglia si piglia"; la seconda per "gli opposti si attraggono" e una terza che accetta entrambe le opzioni come realmente accadute o quantomeno futuribili. Vi sono, insomma, vieppiù modi, a volte anche discordanti tra loro, per descrivere la realtà che ci circonda, ma questa discordanza non implica necessariamente la veridicità o la mendacità di uno dei due proverbiali aspetti, quanto la reale difficoltà di stabilire una univoca correlazione tra le parti che formano il tutto; come a dire che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca (non si può generalizzare troppo senza giungere a delle apparenti contraddizioni).

In conclusione, a me i proverbi, le frasi fatte e le citazioni piacciono molto, perché sono la conseguenza dell'accumulo delle conoscenze di milioni di persone, perché ce n'è sempre uno buono per ogni occasione e perché, a volte, dire una frase fatta, anche se non ci si crede poi tanto, molte volte ti salva dall'imbarazzo.
Mi piacciono i proverbi*, ma diffido di chi li usa credendoci ciecamente, perché vabbè che vabbè, ma a tutto c'è un limite.

E adesso una rapida successione di proverbi che tutti dovrebbero conoscere: sotto la panza la mazza avanza; omo de panza omo de sostanza; chi di naso abbonda di cazzo sfonda; donna nana tutta tana; femmina che move l'anca o è mignotta o poco ce manca; femmina a passo de quaglia o è mignotta o poco se sbaglia; quando è giorno de piallo al culo, il vento te alza la camicia.

PS: no, non sono in ferie e il blog non è chiuso, è solo che ultimamente sono piuttosto oberato (excusatio non petita accusatio manifesta).

*e qui, con "proverbi", l'autore intende dire "frasi fatte, citazioni arcinote e tutte le frasi, secolari o recenti che siano, appartenenti alla cultura popolare".
**in senso scientifico e non.

mercoledì 30 novembre 2011

la tata o vita discreta di un personaggio

Avete presente tata Lucia?
Se non ce l'avete presente, partite dal presupposto che tata Lucia non ha una vera vita.

Tata Lucia abita in un asilo, ma finge di snobbare allegramente i bambini che ha intorno; è talmente presa dal suo essere tata che appena squilla il telefono si precipita ad ascoltare la richiesta d'aiuto della famiglia di turno, corre in mezzo alla strada, rimedia (non è dato sapere in che modo) qualcuno che la accompagni e parte alla volta della destinazione indicatale via telefono*.

Considerando che trova sempre un mezzo di trasporto uscito direttamente dalla prima metà del diciannovesimo secolo, la durata media dei vari viaggi è di circa 6/7 mesi; in questo periodo di tempo tata Lucia entra in modalità risparmio energetico, riducendo al minimo le attività cardiache e cerebrali**, per poi riattivarsi appena un minuto prima di giungere presso la residenza della famiglia in difficoltà. Scesa dal suo mezzo di matusalemmiana memoria, la nostra si dirige spedita verso il citofono/campanello e si presenta:
"Sooono la taaaaata Luciaaa"
le vocali allungate sono un piccolo inconveniente dovuto all'ibernazione autoimposta per sopravvivere al viaggio, ma tali incertezze non la scoraggiano mai, tanto che, dopo uno scambio di brevi saluti di presentazione con i componenti della famiglia da aiutare, se ne esce con la sua mitica e temibile frase:
"Ora mi metto in un angolino; voi fate come se non ci fossi."
ora, la richiesta è abbastanza strana, ma pare che qualcuno riesca a fingere che lei (come anche i cameraman) non ci sia. Contenti loro...

In questa fase, aiutata dall'invisibilità, tata Lucia studia la vita della famiglia, cerca di individuare gli eventuali problemi e quali potrebbero essere i metodi più efficaci per risolversi.
Riconosciuta la malattia e stabilita la cura, tata Lucia si autoproclama dittatrice della casa e impone le regole che genitori e figli dovranno rispettare pena... non si sa. Solitamente il cambio di regole provoca uno stato di agitazione negli individui definiti adulti, agitazione solitamente eccessiva, perché le regole imposte dalla dittatrice buona si rivelano ben presto utili ed efficaci mezzi per modificare in meglio la vita di tutti.

Finito il suo lavoro, la tata se ne va, e così, lentamente come era arrivata, si dirige verso il suo asilo, verso quei bambini che scorrazzano senza alcun controllo in un mondo felice, quei bambini che lei bellamente ignora, in attesa di una nuova telefonata e di una nuova famiglia a cui aggrapparsi giusto per il tempo che serve a sentirsi parte di qualcosa, perché è l'unico modo che le resta per continuare a esistere, e lei lo sa, lo sa molto bene.

E, detto ciò, vi saluto.
Adesso mi metto in un angolino; voi fate come se non ci fossi.

*a volte usano un portatile, grazie al quale viene trasmesso un videomessaggio di aiuto.
**durante i viaggi più lunghi il suo elettroencefalogramma può diventare piatto per diversi giorni.

martedì 4 ottobre 2011

intercettazioni anali

Devo stare attento a quello che dico, potrei essere scambiato per il mostro di Firenze.


Se siete arrivati a vedere fino a 1:31, avrete certamente (sempre se avete le casse accese e non avete problemi di udito) sentito Lucarelli dire quasi la stessa frase che ho pronunciato pochi secondi fa, la differenza sta nel genere del soggetto sottinteso, il mio era un accappatoio, quindi maschio, per il resto era identica.
Spero che non siano in corso intercettazioni ambientali in camera mia, perché, calcolando che abbiamo scoperto da poco che probabilmente Meredith è morta di sonno, anche io potrei rischiare di finire in mezzo a qualche caso di cronaca nera.
Per fortuna che le analogie tra me e Pacciani si fermano a quella fatidica frase.

__________________________________
-MOMENTO LUCIANO ONDER-
Oggi parleremo di emorroidi.
Le emorroidi, dal greco haîma, "sangue" e rhéó, "scorrere", sono dei cuscinetti di tessuto vascolare che giocano un importante ruolo nel mantenimento della continenza fecale.
Sono composte da tessuto vascolare che contiene un alto numero di strutture artero-venose anostomizzate, da tessuto connettivo con un alto contenuto di fibre elastiche e collagene. In accordo con la letteratura, di diversa origine è il termine malattia emorroidaria, con il quale si intende l'alterazione delle emorroidi interne, sostanzialmente causato dal prolasso della mucosa del retto che fa slittare verso il basso i cuscinetti emorroidari i quali, non più localizzati nella loro sede anatomica normale, possono cominciare a dolere e sanguinare.*
Un nuovo interessantissimo metodo per la cura della malattia emorroidaria è quello ideato dal pluripremiato Pietro Pacciani; secondo il nostro espetro inserire un vibratore (o idromassaggiatore) nel retto del paziente (le specifiche tecniche dell'operazione prevedono che debba essere impressa tanta forza da rendere necessario l'intervento medico per procedere all'estrazione) può favorire notevolmente la guarigione da tale malattia, non è ben chiaro se il suddetto vibratore (o idromassaggiatore) debba essere acceso o meno durante la sua permanenza all'interno dell'ampolla rettale.
Sconsigliamo chiunque dal curare la malattia emorroidaria con tale metodo, almeno finché il Ministero della Salute non autorizzerà il protocollo in questione.

*grazie wikipedia.

sabato 3 settembre 2011

scrittori emersi e riaffondati

Questo è un blog letterario (per un post).
Oggi voglio presentarvi un autore che ritengo interessantissimo, ma che non ha ancora ricevuto l'apprezzamento che avrebbe giustamente meritato.


Il nome dell'affascinante uomo con riporto (photoshoppato approssimativamente) qui sopra è Villain Scecspir e la sua storia è la seguente: nasce e diventa uno scrittore famosissimo in tutta Morterone. Ad un certo punto decide di andare a trovare un suo vecchio cugino in Inghilterra; l'Inglese lo deruba di tutti i suoi manoscritti, li traduce male (modificando e omettendo parti importantissime) e trucida il nostro beniamino a forza di monologhi femminili recitati da travestiti. Il nostro eroe conclude così la sua esistenza, mentre il cugino, grazie al lavoro del povero Villain, diventa uno degli scrittori più famosi di sempre.

Venuto a conoscenza di questa triste storia, voglio proporvi alcuni stralci delle opere originarie di Villain per onorare la sua memoria.

Prospero: Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni: aria fritta.
da Una pubblicità di fiammiferi

1ª strega: Il bello è brutto, il brutto è bello, il cane è il gatto, il gatto è il cane.
2ª strega: E mi sa che oggi non hai preso la pillola.
da Le streghe di Benevento

Lady Macbeth: Scompari, macchia maledetta! Scompari, dico! Niente questa non la levi nemmeno se t'ammazzi.
da Lady Macbeth e il sugo sulla camicia

Amleto: C'è del marcio in Danimarca. Per fortuna che mi sono portato l'amuchina.
da Un'alltra pubblicità

Amleto: To be, or not to be, that is the question:
Whether 'tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And, by opposing, end them. To die, to sleep…
No more, and by a sleep to say we end
The heartache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to: 'tis a consummation
Devoutly to be wished. To die, to sleep.
To sleep, perchance to dream. Ay, there's the rub,
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil
Must give us pause. There's the respect
That makes calamity of so long life,
For who would bear the whips and scorns of time,
Th'oppressor's wrong, the proud man's contumely,
The pangs of despis'd love, the law's delay,
The insolence of office, and the spurns
That patient merit of th'unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin? Who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscovered country from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will,
And makes us rather bear those ills we have
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all,
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o'er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pitch and moment
With this regard their currents turn awry,

And lose the name of action.

Un teschio: Guarda che se non parli in italiano non ti capisce nessuno.
Oltretutto io non dovrei nemmeno essere qui, mah?!?
da Errori in scena

Romeo: Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: Oh, potessi essere io il guanto di quella mano, sarei sicuramente il dello sfruttamento del lavoro sottopagato di un minorenne asiatico da parte di una multinazionale che produce capi scadenti a costi irrisori nei Paesi del terzo mondo per poi rivenderli qui da noi.
da Romeo in rosso

Romeo: Ma parla... Oh, dì ancora qualcosa, angelo splendente, così glorioso in questa notte, lassù, sopra la mia testa, come un messaggero alato del cielo quando abbaglia gli occhi stupiti dei mortali, che si piegano all'indietro per guardarlo varcare le nubi che si gonfiano pigre, e alzare le vele nel grembo dell'aria. Dì qualcosa, in modo che io possa smontare la tua tanto decantata divinità e ricondurti a quello che realmente sei: un montaggio pubblicitario che cerca di diffondere la religione trai popoli, dì qualcosa se hai le palle!
da Romeo in rosso

Giulietta: Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Mi sembravi un altro, sarà ora di andare fare una visita oculistica.
da Giulietta e l'età che avanza

Giulietta: Che cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.
Certo, se la chiamassimo cacca e fosse marrone e calda (se fatta di recente)... in quel caso non avrebbe lo stesso soave profumo, proprio no.
da Giulietta e l'età che avanza 2 - la demenza senile

Giulietta: Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi nei miei più reconditi pensieri?
Ah... un ladro... che culo!
da Giulietta e l'età che avanza 2 - la demenza senile

Romeo: Con le ali dell'amore ho volato oltre le mura... tanto questa crede a tutto.
da Giulietta e l'età che avanza 2 - la demenza senile

lunedì 18 luglio 2011

di capelli biondo cenere o cosa ne so io?

Più di un mese fa ho conosciuto un ragazzo dai capelli biondo cenere con cui ho parlato per un po'. I nostri discorsi sono stati abbastanza surreali, perché lui mi raccontava cose che io non sarei mai stato in grado di raccontare con tanta facilità a un tizio sconosciuto, mentre io, che come al solito ho la delicatezza di un elefante, ogni tanto credo di aver fatto delle affermazioni che, ripensandoci a mentre fredda (probabilmente con questo caldo la mente è l'unica cosa che ogni tanto risulta essere fredda), non erano proprio adatte a un discorso tra due persone che si conoscevano da pochi minuti; probabilmente siamo stati entrambi fuori luogo, ma sul momento il tutto sembrava talmente normale che non si sono creati momenti di imbarazzo.

Dicevo che abbiamo parlato un po' di tutto, ma, siccome ogni tanto sono un po' lento, è solo da poco tempo che ho compreso la logica conclusione di una parte della conversazione: io non so assolutamente nulla.
Ci ho messo un po', ma l'ho capito.

Per la precisione l'ho capito con un paio di settimane di ritardo: dopo una discussione abbastanza sconfortante tra me e un professore, stavo guidando verso casa (riuscirò a lavare la macchina prima della fine dell'estate?), quando mi è tornata in mente questa sua domanda:
"E tu che ne sai?"
E la mia risposta:
"È vero. Non lo so."
Si parlava di...


Premetto che il biondo cenere in questione è un tizio che potrei definire quantomeno strambo, ma strambo nel senso migliore del termine, perché è un po' sconclusionato, non ti ascolta molto, sembra confuso, disilluso e, ogni tanto, amareggiato come pochi altri, ma, quando meno te lo aspetti, riesce a dimostrarti praticamente che i problemi esistono, che di situazioni che potrebbero buttarti giù ce ne sono milioni e milioni, e che per superare tutto basta fregarsene un po' e prendere le cose come vengono, dirigendosi sempre verso quello che si vuole*.

Dicevo che dalla conversazione con questo personaggio ho concluso che se una situazione non la vivi in prima persona, non saprai mai di cosa parli; puoi provare a immaginare quale sia la realtà, ricordare i racconti di chi ha vissuto esperienze simili, informarti per tentare di capire meglio, cercare di immedesimarti in una particolare situazione, ma non sarai mai in grado di capire fino in fondo.
Da questa esperienza ho dedotto di essere essenzialmente ignorante di fronte a tutto.

Per molti questo potrebbe essere un punto di partenza banale, dopotutto qualcuno diceva "Io so di non sapere." già qualcosa come 25 secoli fa, effettivamente anche io credevo di aver compreso totalmente questa frase, ma mi sbagliavo, forse adesso sono più vicino a comprendere cosa significhi non sapere.
Magari sto sbagliando anche ora, ma secondo me questo è il mio primo vero passo verso l'abbattimento di alcuni pregiudizi che neanche mi rendo conto di avere.

*sappiate che questa è stata l'impressione che ho avuto dopo un paio di ore di "conoscenza", quindi probabilmente ho scritto un mucchio di cavolate.

venerdì 25 marzo 2011

random e S/M

Ore 20:03, anzi, visto che l'orologio della macchina è sempre in ritardo di 5 minuti (e io puntualmente me ne dimentico), ore 20:08... insomma, diciamo che erano passate le otto da un po' di minuti; la mia macchina ha scelto, in mezzo ad un numero imprecisato di mp3 a casaccio, una canzone che mi ha fatto pensare ad un film, in particolare ad una scena, ancora più in particolare alla scena qui sotto


Comunque, finita la canzone (ah, il film lo voglio proprio rivedere) entro in casa, mi capita davanti agli occhi un fogliettino sul quale compare la scritta "Barcellona", con due "L", ovviamente a quel punto inizio a cantare (male) la canzone che vi posto qui sotto




Passa un po' di tempo, diciamo il tempo di una cena, mi rintano in camera e scopro che su Rai4 viene trasmesso un film in tema con la seconda canzone
1, 2, 3 Freddy sta arrivando da te...
Sì, quello della canzone è Freddie, mentre quello del film è Freddy, ma in ogni caso mi è sembrata una coincidenza interessante, ovviamente non meritava di essere sbandierata ai quattro venti, ma l'ho fatto lo stesso, non vi sta bene? Avete qualcosa da ridire? Credete che qualcosa da ridire in merito ad una cosa inutile sia più meritevole di essere sbandierato della cosa inutile stessa?

Probabilmente avete ragione, ma non vi obbligo mica a leggere quello che scrivo... a proposito, ma chi ve lo fa fare? Magari mi sbaglio, ma mi pare di vedere proprio dietro di te, sì, te che stai leggendo, qualcuno con una frusta in mano e, sempre se non mi sbaglio, noto intorno alla tua testa e ai tuoi occhi degli strani affari che mi ricordano qualcosa.

Ammetto che questo post è stato scritto pensando a tutti quei sadici che costringono qualcuno a leggere quanto scrivo, infatti, l'inutilità delle mie parole ha qui raggiunto livelli abissali.
Dedico queste buie profondità in cui la luce dell'intelleto è del tutto assente ai vostri aguzzini, forse un giorno dedicherò un post anche ai masochisti che leggono spontaneamente.

E con questo ho concluso. Buonanotte a tutti!

PS: cercate di non sognare Freddy, al massimo Freddie.

giovedì 25 novembre 2010

la fine dell'infanzia

Arriva un momento nella vita di tutti, in cui ci si rende improvvisamente conto della fine di un'era; per me è accaduto ieri. Fino a ieri pensavo che i personaggi che mi avevano accompagnato sin da bambino fossero immortali, ma ho scoperto che non è così, e l'ho scoperto nel modo peggiore: leggendo questo e questo, ho scoperto che la vita media di un suricato è di 12 anni e quella di un facocero di 16 anni; cosa c'entra con la fine dell'infanzia? Se non fosse chiaro Timon e Pumbaa appartenevano proprio a queste due specie, la loro comparsa risale al 1994, quindi, facendo due calcoli, a quest'ora sono morti.
Non riesco a immaginare gli ultimi anni di vita del povero facocero, quanta tristezza deve averlo accompagnato in seguito alla scomparsa dell'amico di sempre.

Per me un'era si è conclusa ieri, mi piace ricordarli così:


Il loro messaggio mi ha segnato profondamente e sono certo che la loro filosofia di vita mi accompagnerà per sempre, volevo semplicemente ringraziarli.

Da ieri è iniziata una nuova fase della mia vita, i loro insegnamenti mi hanno guidato fino a qui, spero di poter diventare per qualcuno quello che loro sono stati per me.


Hakuna matata a tutti!

PS: questo post era necessario per riportare il blog ad un livello di inutilità ragionevole.

venerdì 29 ottobre 2010

l'arte della guerra oggi

L'originale dovrebbe iniziare all'incirca così:
Gli affari militari sono un'importante questione di stato; il terreno su cui si giocano vita e morte; il Dao del permanere e del perire. Non analizzarli è dunque impossibile. A tale scopo si stabiliscono cinque punti confrontandoli con una serie di valutazioni per indagare la realtà dei fatti.
Il primo punto viene chiamato Dao; il secondo Cielo; il terzo Terra; il quarto Comando; il quinto Regola.
Il Dao (o Tao, dipende dal testo da cui copio) è tutto ciò che porta l'armonia tra il popolo e i suoi capi, ai giorni nostri mi sembra riassumibile in queste 13 semplici regole:

1.      fare grandi promesse (tanto se non le manterrai, troverai qualcuno da incolpare);
2.      avere un "nemico", anche se le tue idee sono praticamente identiche alle sue;
3.      avere una mentalità talmente aperta da cambiare alleati anche ogni giorno, in modo che non si capisca più quale sia l'Eurasia e quale l'Estasia;
4.      instillare nel popolo dubbi e paure verso il nemico;
5.      fare leva sui valori morali in voga in quel momento;
6.      negare sempre che il vero motivo della guerra è farsi i fatti propri (a volte neanche troppo di nascosto);
7.      trovare un nome più orecchiabile alla guerra, tipo "missione di pace";
8.      convincere il popolo che la guerra non comporterà danni per i civili;
9.      usare un avvenimento di cronaca per dare il via alla lotta;
10.  affermare sempre di essere stati attaccati per primi;
11.  addestrare orde di insospettabili folli;
12.  assicurarsi che ci sia qualcosa che Bruno Vespa possa trasformare in un plastico;
13.  utilizzare in ogni modo, anche senza motivo, tutti i mezzi di comunicazione possibili.

Cielo e Terra nel 500 a.C. rappresentavano le condizioni climatiche, le distanze e la configurazione dei terreni. Oggi in generale, si potrebbe dire che ognuno guarda solo ed esclusivamente il proprio pezzo di cielo e il proprio pezzo di terra.
Ovviamente se qualcuno dovesse lamentarsi di qualcosa, la colpa sarà di qualcun altro, della serie "piangi come un agnello sacrificale e pungi come una vespa incazzosa".

Il Comando è definito in questo modo:
Col termine Comando, intendo le qualità di saggezza, rettitudine, di umanità, di coraggio e di severità del generale.
Sun Tzu
Se le cose stanno così, direi che ne facciamo allegramente a meno.

Col termine Regola, intendo l’organizzazione e il controllo, la nomina di ufficiali adeguati al grado, ossia la gerarchia, e la gestione dei mezzi di sussistenza necessari all’esercito, ossia la logistica.
Sun Tzu
Detto questo, mi sento di affermare che oggi la Regola non è cambiata assolutamente, infatti, gli ufficiali vengono nominati per chiari ed evidenti "meriti" e la gestione dei mezzi di sussistenza non è un grande problema, semmai la spartizione potrebbe dare luogo a qualche discussione.

La padronanza di questi punti dovrebbe portare alla vittoria, e la loro analisi ad una previsione dell'esito della guerra. Esaminando i punti di cui sopra, si può notare come la guerra di oggi sia piuttosto differente da quella del 500 a.C., inoltre, non è molto chiaro come riconoscere una fazione dall'altra, e questo direi che è un bel dilemma, di cui Sun Tzu non si preoccupava. Probabilmente a quel tempo queste differenze erano più chiare, le alleanze potevano cambiare, ma si riusciva sempre a capire che ognuno aveva un pensiero, e un modo di vedere le cose ben preciso.


Sottoscrivo le parole di Stan.

Citazioni a caso da L'arte della guerra:
Ciò che da valore alla guerra, è la vittoria. Quando la guerra dura troppo a lungo, le armi si spuntano e il morale si deprime. Quando le truppe assediano troppo a lungo le città, le loro forze si esauriscono in fretta.
Non vi è mai stata una guerra protratta a lungo nel tempo della quale un paese abbia tratto vantaggio.

Chi non ha conosciuto a fondo i mali di una guerra, non saprà neppure mai valutare correttamente i vantaggi che se ne traggono.

Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.

Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.

Perciò dico: “Conosci il nemico come conosci te stesso. Se fari così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo”.
Sun Tzu

PS: La leggenda narra che l'Esercito degli Stati Uniti abbia incluso l'Arte della guerra fra le opere che devono essere presenti nelle biblioteche delle singole unità, per la formazione continua del personale... ammetto di averne letta solo una parte, ma, in base a quello che ho capito, mi chiedo se qualcuno dell'esercito USA abbia mai aperto questo libro.

Bert

martedì 26 ottobre 2010

piccole montagne crescono

Oggi mi sento un po' così:
"In questo momento sto scalando il Kilimanjaro studio scalo spiccono sudo scarpino sospiro svacco svengo smembro salgo strepito scavalco scendo scoscendo scateno scotenno sgolo stendo stufo stingo sondo sventro stronco stingo stanco stecco singhiozzo stacco sguscio strappo scandaglio stento strillo stramazzo!"
Anche se il mio Kilimanjaro non è neanche lontanamente paragonabile al suo.


Cavolo quanto la ammiro!

Bert

martedì 19 ottobre 2010

frasi a caso

Il nostro io non è un frammento molto importante del mondo.

Bertrand Russel


Incomincio a scrivere la mia Vita innanzi di sapere se io farò mai cosa alcuna per la quale debbano gli uomini desiderare di aver notizia dell'essere, dei costumi e dei casi miei. Anzi, al contrario di quello che io aveva creduto sempre per lo passato, tengo oramai per fermo di non avere a lasciar di me in sulla terra alcun vestigio durevole.

Giacomo Leopardi



Ettore Petrolini


Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.

Erasmo da Rotterdam


Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.

Luigi Pirandello

 
Non possiamo mai essere certi che l'opinione che tentiamo di soffocare sia falsa; e se ne fossimo certi, soffocarla sarebbe ancora un male.

John Stuart Mill


Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.

Charlie Chaplin 


Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Pablo Neruda


Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti.

Bertrand Russel


Ci vuole più coraggio e forza di carattere per fermarsi o addirittura per volgersi indietro che per andare avanti.

Friedrich Nietzsche


Non sono mai stato sicuro che la morale della storia di Icaro dovesse essere: "Non tentare di volare troppo in alto", come viene intesa in genere, e mi sono chiesto se non si potesse interpretarla invece in un modo diverso: "Dimentica la cera e le piume, e costruisci ali più solide".
 
Stanley Kubrick


Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo.

Albert Einstein


Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra.

Fëdor Michajlovič Dostoevskij


Citazioni a caso, ma non troppo, prese, senza sforzarmi troppo, da wikiquote. In ognuna c'è qualcosa che rispecchia quello che penso...

Se qualcuno capisse qualcosa di questo post, è pregato di veniremlo a spiegare.

Bert