Avrei dovuto scrivere lettori, ma oggi era doveroso citare Mike, perché si parla di cose che lo riguardano da vicino.
Come tutti sappiamo, Mike ha lavorato tutta la vita con le parole, e "con" significa contemporaneamente "per mezzo di" e "insieme a", inoltre, il caro Mike è morto da un po'; proprio queste due coincidenze hanno reso necessaria la citazione iniziale, perché oggi si parla di morte, in particolare di tutte quelle parole che si usano di solito per evitare di usare il verbo morire.
È come se non fosse la morte in sé a spaventare, quanto il verbo che descrive quell'azione che volenti o nolenti, dopo una lunga attesa o inaspettatamente, perché è il momento o perché abbiamo deciso così, compiremo tutti.
Nella nostra lingua esistono una miriade di sinonimi che ci premettono di evitare la tanto temuta parola; i verbi puri e semplici sono essenzialmente questi:
- decedere;
- defungere;
- spirare;
- trapassare;
- perire;
- scomparire;
- andarsene;
- spegnersi;
- mancare.
- crepare;
- schiattare.
- abbandonare la valle di lacrime;
- andare nel mondo dei più;
- andare all'altro mondo;
- andare all'aldilà;
- andare al Creatore;
- esalare l'ultimo respiro;
- finire i propri giorni;
- passare a miglior vita;
- rendere l'anima a Dio;
- salire al cielo;
- volare in cielo;
- venir meno;
- tirare le cuoia;
- andare agli alberi pizzuti;
- stendere le gambe;
- lasciarci la pelle;
- rimetterci la pelle.
Personalmente credo di non aver paura della morte, ma non parlo della morte in generale, parlo della mia di morte; certo, le statistiche dicono che non dovrei essere molto vicino a quel momento, e probabilmente è un fatto che facilita questa mia visione, ma credo anche che siano ancora valide le parole di Epicuro (che mica è l'ultimo cretino arrivato):
[...] Abítuati a pensare che nulla è per noi la morte, poiché ogni bene e ogni male è nella sensazione, e la morte è privazione di questa. Per cui la retta conoscenza che niente è per noi la morte rende gioiosa la mortalità della vita; non aggiungendo infinito tempo, ma togliendo il desiderio dell’immortalità. Niente c’è infatti di temibile nella vita per chi è veramente convinto che niente di temibile c’è nel non vivere piú. Perciò stolto è chi dice di temere la morte non perché quando c’è sia dolorosa ma perché addolora l’attenderla; ciò che, infatti, presente non ci turba, stoltamente ci addolora quando è atteso. Il piú terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo piú. Non è nulla dunque, né per i vivi né per i morti, perché per i vivi non c’è, e i morti non sono piú. [...]
Epicuro, Epistola a Meneceo
In ogni caso potrei trovare latte o zolfo, rinascere topo o lombrico, finire in un altro mondo tale e quale a questo, ma pieno di zombie o diventare tutt'uno con ogni creatura, morta o nascitura che sia; per ora quello che so è che sto qui e so anche che quando mi capiterà di morire preferirei non tornare in vita come un vampiro o qualcosa di simile, quindi avrei in mente di donare gli organi sani (se ce ne saranno) e di fare un bel falò** con gli scarti, perché, utilizzando le parole della nota scrittrice Ada Succede:
"Prima o poi tocca a tutti."*anche se il suo corpo continua a girovagare per il mondo come se nulla fosse.
**sarebbe carino in riva al mare, ma da noi non credo si possa fare.
Con questo post mi hai fatto tornare in mente una frase che lessi, tempo e tempo fa (mean: quando avevo il tempo di leggere qualcosa di diverso)in un libro: " Mamma è morta quando avevo 10 anni, eravamo molto legati" - "E' coraggioso: la maggior parte della gente non pronuncia mai quelle parole, quasi tutti dicono 'se n'è andata', 'ci ha lasciati' " - "Lasciare o andarsene sono atti volontari..." FINE CITAZIONE. So che può sembrare assurdo, ma tanto lo sono di mio. Cmq ricordi quando parlai del sogno strano di qualche giorno fa?! In quel sogno, secondo me, morivo. Cioè ero una specie di fantasma. Nel sogno, ad un certo punto, mi sfrecciavano davanti due volanti della polizia. Ora il giorno dopo, mentre andavo in piscina e camminavo tranquillo, due volanti con sirene e lampeggianti accesi passano per la strada che stavo percorrendo..esattamente come nel sogno. Ti dirò che per un attimo, per un secondo ho pensato: "Oh cazzo!" e per il secondo successivo i miei pensieri(che in sti giorni alternano entusiasmo alle stelle ad una profonda depressione:P) mi son detto: "Oggi muoio!". Beh la cosa mi ha spaventato. In realtà avevo più paura di come potessi morire che della morte in sè...anche se le sensazioni sono durate ben poco.
RispondiEliminaPiuttosto...ma perché parlare di questi argomenti allegri di sabato mattina e soprattutto...il sabato mattina più ventilato delle ultime settimane. Finalmente si respira!! :D
Vabbè cercavo anche la puntata dei fantagenitori in cui Timmy si sveglia e Cosmo e Wanda lo festeggiano perché è sabato! :D Ma non ricordo che puntata sia! :D Basta il pensiero! Ciauuu!
Un post tostissimo, dietro l'apparenza del manifesto del vecchio Mike!
RispondiEliminaOttimo Bert!
Vado a rifletterci su, e poi, se non decido di allontanare il pensiero fino a quando avrò centotre anni, torno a dirti che è venuto fuori.
@Marco: credo che l'argomento sia stato ispirato da un funereo venerdì mattina. Una volta anche io ho pensato di stare per morire, non ricordo niente di preciso, ma mi pare di non aver avuto troppa paura... e questo è strano.
RispondiEliminaSe trovi Wanda e Cosmo me li presti un attimo? Perché effettivamente queste montagne russe umorali non sono per niente divertenti.
Maledetta serotonina ballerina (di flamenco)!
@MrJamesFord: se decidi di aspettare, aspetta fino a 111, mi piace di più come numero.
Ti dichiaro ufficialmente responsabile di due dei sogni che ho fatto! Perché?! Perché in entrambi io morivo! Prima una esplosione, poi un incidente d'auto. Ora vado a comprare dei libri...devo riprendermi...
RispondiElimina@Marco: siccome io non mi ricordo mai quello che sogno, in quanto responsabile ufficiale, posso considerarli anche un po' miei quei due sogni?
RispondiEliminaè già il secondo post che parla di quella cosa che si può dire in tanto modi diversi...che faccio?mi preoccupo? comunque grandioso come ci hai infilato MIke e complimenti per l'accurata ricerca linguistica...
RispondiEliminaPoche ore fa, sul mio testo di semiotica/traduttologia leggevo... manco farlo a posta: "(...) Forme di perifrasi sono collegate a una sorta di censura verbale, di natura soggettiva o ollettiva. Tale censura può scattare sulla parola legata a qualcosa di particolarmente temuto, suggerendo il ricorso a espressioni attenuative, che consentono di evitare citazioni dirette di qualcosa di sgradevole o doloroso:
RispondiEliminaTo depart from life
(Andarsene, passare a miglior vita) (...)"
Io ci aggiungo, per quello che so al riguardo, che l'etnolinguistica considera queste perifrasi come una maniera che i vari popoli, le varie culture hanno da sempre utilizzato per esorcizzare in qualche modo il concetto di morte.
Saranno delle semplici coincidenze (probabile), ma se alla citazione di cui sopra ci aggiungi il fatto che l'"effetto" di cui parlavamo inizialmente ieri sera fosse l'argomento principale di questo post... beh, la cosa mi inquieta (queste coincidenze capitano abbastanza spesso, direi... eheheh...) ;)).
Anyway, io non credo di avere paura della morte in sé; più che altro mi spaventa il poter perdere le persone a me care all'improvviso... il sopravvivere a loro... (Allegria!?! :)) )
Beh insomma ritorno sul blog e che mi ritrovo? Un argomento proprio niente male, direi una cosa molto leggera :-o
RispondiEliminaIn verità la morte degli altri mi fa più paura della mia. Il dolore della morte di una persona cara è sempre insopportabile a tal punto di pensare cosa farei se succedesse ovviamente rattristandomi prima del tempo e godendomi a metà la felicità della vita.
Da giovane non si pensa tanto alla morte, a volte la si cerca pure con fare di sfida, poi pian piano con l'avanzare degli anni, il concetto di morte diventa sempre più familiare.
Sono un appassionato di tecnologia, vorrei essere già nell'anno 3011, il solo fatto di non poter vedere cosa si inventerà la Apple, come saranno le macchine del futuro mi fa temere la morte. Ma in fondo in fondo bisognerebbe che ognuno di noi riuscisse a sfruttare ogni istante della propria vita per vivere con gioia e felicità invece spesso ci soffermiamo su stupide discussioni, litigi inutili ed incazzature che potrebbero essere evitate.
@sulsecondobinario: no, non credo sia preoccupante, anzi, secondo me è strano che siano solo due.
RispondiElimina@Vince: non ho capito di cosa parli :-/
@MirkoS: però, avendo la consapevolezza che la morte prima o poi arriva per tutti, non sarebbe meglio pensare di sfruttare al meglio il tempo che abbiamo, piuttosto che metterci a pensare a cosa potrebbe accadere dopo di lei?
Come dici anche tu, a volte capita di dare troppo peso a cose che in realtà non dovrebbero averne, per poi rimpiangere il tempo perso quando di tempo non ce n'è più.
Eheheh... seee... vabbè, poi magari ti spiego... :)
RispondiEliminaMio padre ogni volta che si trova ad aiutare qualcuno (che ne so, aggiustare un rubinetto o sgomberare un garage ad una vecchia zia malata) dice:"Serve tutto per guadagnarci il paradiso" e poi aggiunge:"Che se non esiste abbiamo preso una gran chiavata"
RispondiElimina@El_Gae: io direi:
RispondiElimina"Abbiamo preso una gran chiavata, ma almeno siamo stati utili a qualcuno."
Insomma, siamo lontani dal "ricordati che devi morire" :)
RispondiElimina@Cawarfidae: sì, direi abbastanza lontani. Benvenuto!
RispondiEliminaE mamma mia!!! E gratta, gratta (grattate!!!)!! ;))
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