Siccome non lo faccio da molto, voglio partire da questa definizione wikipediana:
L'ingegneria è la disciplina e la professione che ha come obiettivo l'applicazione dei risultati delle scienze matematiche, fisiche e naturali alla risoluzione di problematiche che concorrono alla soddisfazione dei bisogni umani.
L'ingegneria, applicando le norme tecniche, fornisce metodi, progetti e specifiche per la produzione (costruzione) di un bene fisico, di un prodotto o di un servizio, e più in generale per lo sviluppo e il controllo di un processo industriale.Praticamente l'ingegneria impiega nozioni complesse e interessanti, ma materialmente poco utili, per produrre qualcosa di concreto; per utilizzare un'analogia, la differenza tra un fisico e un ingegnere è come quella che c'è tra Donatello che scolpisce Maria Maddalena e un falegname che fabbrica il più semplice degli sgabelli.
Personalmente credo che il bello dell'ingegneria sia proprio la facilità con la quale riesce a mortificare concetti sublimi fino a renderli terra terra; il problema è che sono in molti, troppi, quelli che ignorano la capacità degradante di questa disciplina, per questo oggi vi racconto una cosa che ho imparato sull'ingegneria strutturale.
Sapete come si regge una casa? Io l'ho scoperto abbastanza di recente e sono rimasto felicemente sorpreso nell'apprendere quanto quei tizi sempre in giacca e cravatta siano imprecisi, proprio come me.
Progettare la struttura portante di un edificio significa approssimare.
A parte le semplificazioni dovute alle nostre carenze intellettive, che non ci permettono di calcolare con esattezza i reali comportamenti di quello che andiamo a progettare, dobbiamo anche fare i conti con l'impossibilità di sapere quali siano le reali caratteristiche dei materiali che andremo a utilizzare per realizzare il nostro progetto, perché non possiamo conoscere queste caratteristiche finché il materiale non sia stato effettivamente prodotto e testato (quindi distrutto).
Cosa hanno deciso di fare gli ingegneri per superare queste incertezze? Hanno deciso di utilizzare la statistica.
Svolgendo diverse prove standardizzate, hanno ottenuto delle curve che rappresentano la densità di probabilità che un materiale ha di resistere a determinate tensioni, ma quali valori prendere come riferimento? Bene, è stato deciso di scegliere quelli che fossero minori o uguali al 95% dei valori ottenuti, lasciando sempre il rischio che un 5% di probabilità che il materiale realmente utilizzato non sia in grado di resistere alle sollecitazioni a cui sarà sottoposto... o meglio, sollecitazioni a cui potrebbe essere sottoposto, perché lo stesso ragionamento statistico fatto per la resistenza del materiale viene fatto anche per il calcolo delle sollecitazioni agenti, con la piccola differenza che stavolta si prendono le sollecitazioni maggiori o uguali al 95% di quelle ottenute.
Da questo ragionamento segue una domanda: e se capito proprio tra quei due 5% che non vengono considerati, quindi ho materiali poco resistenti e sollecitazioni più alte di quelle che si hanno di solito?
La logica risposta dovrebbe essere qualcosa di poco carino, soprattutto perché ti potresti ritrovare con un edificio che non si reggerà mai in piedi, e allora cosa hanno fatto gli ingegneri? Hanno deciso di prendere dei numeri (che da quello che ho capito sono presi quasi a casaccio) da utilizzare per aumentare i valori di calcolo delle sollecitazioni e diminuire quelli delle resistenze di calcolo.
Capite che gente approssimativa?
Spero che questo post possa farvi vedere gli ingegneri senza pregiudizi.
Qualcuno leggerà fino in fondo?
questo non è male. Io tendenzialmente odio profondamente gli ingegneri (niente di personale eh!), ma a ben vedere rientra nell'odio verso il genere umano tout court, quindi... Leggendo questo però ci sono molti margini per ricredersi...
RispondiEliminaE peraltro diversi miei eroi (su tutti C.E. Gadda) sono ingegneri.
Azzo quasidott. ing. e ti accorgi ora che hai scelto uno studio approssimativo???
RispondiEliminaCmq sei sempre in tempo a cambiar facoltà pd a esercitare un'altra professione dopo la laurea:D
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminapd non è Partito Democratico ma un errore di battitura hihihhhhh
RispondiEliminaio pure odio gli ingegneri....
RispondiElimina@Cawarfidae: quindi da oggi odierai un po' meno gli ingegneri che non sono esseri umani?
RispondiElimina@dario: in realtà, siccome sono approssimativo di mio, potrei rendere approssimativa qualunque cosa, quindi la situazione non cambierebbe cambiando corso di studi.
@secondo binario: mi piace questo odio a prescindere, spero che riuscirai a mantenerlo intatto anche in futuro.
vedi, io che ho pregiudizi, ti immaginavo sicuramente architetto. :)
RispondiElimina(p.s. non odio gli ingegneri, è che amo i creativi)
Gente solo approssimativa????
RispondiEliminaecco, potrei anche iniziare a vedervi con occhi diversi... ;-)
RispondiEliminaOddio, proprio ora che mi costruiscono la casa mi dovevi dire ste robe?
RispondiEliminaE comunque è megli ingegnere. Una volta ho letto che l'architetto è una persona che non è ne sufficientemente macho per fare l'ingegnere ne abbastanza effemminato per fare lo stilista.
(lo psicologo è invece uno che, se entra una gnocca nella stanza, lui si gira a guardare le facce degli altri)
@ing.Bert
RispondiEliminacosa galo dito el Gae? Mi sa che sto blog selo un covo de imbriaghi o de pissecologi strambi, se non vardan la parùsola :)
Logicamente scherzo: la traduzione la lascio al papà di 3 figli (che belloooo esser papà, - cosa che a me mancherà per sempre :((((( -)
@polly: in realtà se e quando riuscirò a laurearmi potrò scegliere se diventre ingegnere o architetto.
RispondiElimina@Vince: sì.
@economistapercaso: nel senso che ti metti le lenti a contatto colorate? Benvenuta!
@El_Gae: e che facce fanno gli altri?
Comunque su 100 case progettate rispettando questo metodo approssimativo non ne crollano 0,25, quindi mettere dei numeri a casaccio dovrebbe funzionare. A proposito della casa, quando ci farai vedere a che punto sono i lavori? Sono rimasto alle foto di settembre, ma scommetto che qualcosa adesso è cambiato.
@dario: mi manca "se non vardan la parùsola" il resto dovrei averlo capito.
Mah... oddìo, non direi... aggiungerei anche tutta una serie di epiteti "poco felici", diciamo.
RispondiEliminaSarà che io gli ingeneri o simili (come nel tuo caso) li conosco e li ho conosciuti molto da vicino, ma sarà anche, probabilmente, che sono stato sfortunato ad incontrarne solo di tali.
Anche se (IO!) non parto mai da pregiudizi; è che, appunto, forse ho avuto solo occasioni sfortunate che m'hanno magari fatto acquisire un'idea un po' condizionata di tale categoria.
P.S.: La tua "risposta" al mio commento precedente è eloquente e ulteriormente affermativa di tutto ciò appena scritto.
Eh, no, porca di quella porca che non è cambiato.... per quello non ho aggiornato la pagina....
RispondiElimina@El_Gae: nooooooo... allora tifo per un imminente aggiornamento della pagina!
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