mercoledì 17 agosto 2011

percorsi salentini - parte 3

- itinerario 3 -
TRA BIRRA, MUNICEDDEH E P

Ogni guida turistica che si rispetti deve necessariamente informare i viaggiatori in merito ai prodotti tipici della terra da descrivere, ovviamente io non sono una guida che si rispetti, quindi vi parlerò solo di quello che ho mangiato io, il che significa "astenersi amanti del pesce".
Ovviamente le occasioni per assaggiare piatti tipici del luogo sono molteplici, ma esiste un'opportunità migliore di una sagra paesana per scoprire quali siano veramente le usanze di un luogo?
Forse no, o forse sì; se l'ho chiesto io a voi, significa che non lo so. Poiché, nel dubbio, e in presenza di qualche sagra, è sempre meglio parteciparvicisi (civisi ad libitum) per non rischiare in seguito di pentirsene, l'improbabile compagnia di cui facevo parte, e al cui confronto l'armata Brancaleone era un esempio di efficienza, decise di testare tre sagre tre a scelta; nell'ordine:
  • birra e sound (che di salentino aveva il sound, ma nemmeno troppo);
  • festa della municeddah (sarà tipica?);
  • festa della pasta fatta in casa.
Partiamo dagli elementi che accomunavano le tre feste (o sagre, se preferite):
  1. LE FILE: file infinitamente lunghe di persone si dirigevano con sguardo affamato verso stand allestiti alla perfezione, ma sempre troppo lenti per soddisfare i famelici desideri degli astanti. Proprio in mezzo a questa confusione ho scoperto di essere un animale da sagra, infatti, ero sempre il primo a portare a casa un piatto di qualcosa, oltre a essere uno di quelli che litiga con i vecchi... dalla regia mi dicono di dire gli anziani... gli anziani che volevano saltare la fila (ovviamente senza chiedere e senza motivi di salute che potevano giustificare tale richiesta, perché se mi si presentava uno mezzo zoppo che mi chiedeva se poteva passarmi avanti sarebbe stata tutta un'altra storia);
  2. LA MUSICA: anche se una volta si trattava di semplici file registrati (ma se il computer stava sul palco, dovevo considerarlo un artista?), la pizzica era onnipresente e maledettamente irresistibile, tanto che anche un tronchetto di legno come me doveva almeno tenere il tempo con una qualche parte del corpo, fosse stato anche solo il lobo dell'orecchio sinistro;
  3. LA SUPERORGANIZZAZIONE: fondamentalmente l'organizzazione era sempre la stessa, evidentemente c'è qualcosa di tipico anche nel creare un'infinità di file lunghissime; per esempio si faceva una fila per la cassa, una per le bibite, una per i panini, una per il primo, una per il secondo, una per la frittura, una per i contorni, una per niente... e così via. File su file che hanno costretto qualcuno all'isolamento forzato, infatti, mentre eravamo tutti insieme a mangiare e parlare (con la bocca piena, ovviamente), c'era sempre un tipo solitario incastrato nella fila per la frittura, una fila che la Salerno-Reggio Calabria se la sogna.
Passiamo ora ad analizzare nello specifico i menù da me scelti nelle due sagre più tipiche (elimino la festa della birra, perché birra e pizza non mi pare proprio un menù tipico). Per prima cosa vi informo che municeddeh significa lumache*, e che ce n'erano due tipi: con il pomodoro o senza. Io ho scelto la variante pomodorosa, ma non mi ha soddisfatto pienamente, devo dire che in vita mia ne ho mangiate di meglio, ma posso anche capire che non sia semplice cucinare pentoloni di lumache per non so quante persone affamate. Accanto a questi allegri, morti e bavosi gasteropodi ho piazzato tre scatolette di cartone: una contenente alcune  polpettine, una di pittule e una di patate fritte; della serie se non è fritto e non ha le corna io non lo mangio. Mentre io sguazzavo tra olii e sughi, seduti vicino a me, un gruppo di individui nordici (devo dire simpatici) si stava allegramente abbuffando con... un sedano. No comment.
 
Il menù della seconda sagra** prevedeva un sacco di P, Per la Precisione:
  • Pittule;
  • Pasta;
  • Panino col Pezzetto***;
  • Polpette;
  • Patate fritte;
Potevo risParmiarmi le Patate, ma mi sembrava discriminatorio non Prenderle; alla fine il mio stomaco arrancava, anche Perché, essendo arrivati troPPo Presto, avevo avuto l'idea di imProvvisare un aPeritivo, che tradotto significa che mi sono mangiato un Paio di etti di noccioline Prima di cominciare a mangiare. Questa volta le Polpette erano molto Più formaggiose del giorno Precedente, e questo non ha contribuito a una facile vittoria, ma alla fine, l'ho sPuntata anche su di loro.

In pratica non vi ho parlato dei piatti tipici, anche perché secondo me ha poco senso farlo, se li volete assaggiare andate in Salento e mangiateli, in alternativa potete rapire una donna salentina e farveli preparare, ma non so se sia fattibile come cosa.
 
*in realtà avrei dovuto scrivere chiocciole, perché erano quelle con il guscio.
**ma allora non mi seguite proprio! La seconda, visto che ho tolto dal conto quella della birra, è quella della pasta fatta in casa.
***che, per chi non lo sapesse, sarebbe carne di cavallo.

6 commenti:

  1. Al di là di tutto, però, partecipare alle sagre paesane durante le ferie a me è sempre piaciuto molto. Lo trovo... non mi viene la parola... un misto tra spensierato, estivo, chic. Nessuna delle tre mi convince. È proprio uno stato d'animo

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  2. io le sagre le odio...con tutto rispetto, ma a che serve fare file chilometriche per mangiare cibo che chissà con quale sporca maniera è stato preparato?
    e poi quando vedo tutta quella gente ammassata, con il cadlo che si dimena per un piatto misero...mi viene sempre da dire : ma a casa tua non mangi? :)

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  3. @El_Gae: concordo, a patto che poi, quando la sagra arriva da te, riesci anche a snobbarla un po', perché la sagra deve essere cercata, non imposta.

    @Michi Volo: partendo dal mitico proverbio secondo il quale quello che non strozza ingrassa, ti posso dire che, secondo me, a volte possono essere abbastanza divertenti e che... no, a "casa" non avrei mangiato, al massimo avremmo dovuto cercare un ristorante o qualcosa di simile (e anche lì mica lo sai come cucinano). Comunque l'odio lo capisco, a volte l'ho provato anche io, ma ora sono diventato un maestro delle file, non so come faccio, ma, senza superare, ci metto sempre meno degli altri.

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  4. Ecco, i soliti italiani del Centro e del Nord che quando vengono al Sud si abbuffano come maiali (dico, tre sagre tre in pochi giorni mica sono poche?!?); vero che la cucina fa parte della cultura locale e nazionale... ma c'è anche altro da fare!!! :D

    Penso che se nessuno mi avesse detto e non mi fossi accorto che le municeddeh sono lumache, venutone a conoscenza le avrei probabilmente vomitate pare pare... :S
    A proposito, ma qualcuno una volta mi parlò di ciummache e, vista la mia reazione, mi disse che a tempo debito avrebbe scritto un post con 101 ricette, tipo scommessa... :)

    P.S.: Ah, io sarei appena giustappunto tornato da una sagra (perché noi meridionali mica pensiamo sempre a mangiare?!?) ;)), dove ho potuto assaggiare: "lagani e fasuoli", "pipi e patate e mulingiani" :D

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  5. @Vince: sarebbe stato difficile non notare i gusci.
    Secondo me ricordi male, non credo di aver mai nominato alcun post o scommesse simili.

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  6. No, no... fidati: ricordo perfettamente che mi dicesti del post con le 101 ricette......

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