domenica 17 ottobre 2010

Æ [una storia successivamente accaduta]

C'era una volta, in un piccolo paese degli Appennini una ragazza, che, poiché all'epoca dei fatti indossava casualmente una felpa con un cappuccio rosso, per rispetto della privacy, chiameremo Æ.
Æ era una tipica adolescente italiana, sognava di diventare la prossima velina, la prossima GemmaDelSud, la prossima tronista, una ragazza di Amici, la ragazza di un calciatore qualunque o quantomeno sottosegretaria "a qualcosa", ma i suoi sogni vennero infranti dalla noiosissima richiesta di una tizia, che diceva di essere sua nonna... ebbene questa persona, che chiameremo Nonna, chiese alla povera Æ un aiuto, più precisamente pretendeva che Æ le andasse a comprare una fantomatica medicina salvavita che Nonna aveva appena terminato.
Æ, da sempre pronta ad aiutare chiunque, dopo 7 ore, si incamminò verso la farmacia più vicina, comprò la medicina e continuò la sua strada verso casa di Nonna.
 
foto tratta da qui

Casa di Nonna si trovava in una zona abbastanza distante dal centro del paese, e ormai era piuttosto tardi, quindi Æ decise di prendere una scorciatoia che passava proprio nel bel mezzo del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; cammina cammina Æ, ad un certo punto, si sentì osservata, si voltò e vide di fronte a lei, a pochi metri di distanza, un lupo.
Il primo pensiero di Æ fu quello di fuggire, cominciò a correre il più veloce possibile, il lupo la inseguiva, cercò con tutte le sue forze di distanziarlo, ma il lupo era più veloce, ad ogni passo lo sentiva più vicino, le saltò addosso gettandola a terra, a quel punto Æ cercò in ogni modo di liberarsi, vide un bastone, lo afferrò, colpì il lupo con tutta la forza che le era rimasta. Il lupo si staccò da Æ e rimase per un secondo infinito a fissarla.

Durante la lotta tra Æ e il lupo, alcune persone si trovavano a passeggiare nelle vicinanze, sentendo le grida di Æ si avvicinarono, prontamente lanciarono verso il lupo delle scatolette di "cibo per lupi", di quelle pubblicizzate da Anna Moroni, il lupo raccolse le scatolette e fuggì.
Æ, ancora impaurita, ma felice per lo scampato pericolo, si rivolse ai suoi soccorritori con gli occhi pieni di lacrime, e per la prima volta vide il gruppo che l'aveva salvata, erano: Rita Dalla Chiesa, Licia Colò ed Enrica Bonaccorti. Le tre corsero incontro alla povera Æ, la assalirono e la picchiarono fino a quando Æ non iniziò a parlare in una lingua sconosciuta, a quel punto Licia Colò chiese alle altre di indovinare quale lingua stesse parlando, lanciò un servizio sul Canis Lupus Italicus, che spiegava come l'animale fosse protetto... Æ capì immediatamente: la bastonata che aveva dato poco prima al lupo era la causa di quella violenta aggressione; l'unico modo per salvarsi da morte certa era iscriversi a vita ad ogni associazione in difesa degli animali, iniziare a nutrirsi di sole Golia Bianca e barrette Kinder, risolvere tutti i cruciverboni di "Non è la rai", citare in giudizio nell'ordine: i vicini, i genitori, l'amministratore del suo condominio e se stessa; Æ lo fece e si salvò.

Nonna sta ancora attendendo la sua medicina salvavita, che si è rivelata essere uno scatolone formato famiglia di viagra.
Il lupo ha ammesso di essere dipendente da cibo in scatola, ha scelto di ritirarsi in una clinica privata per il tempo necessario a disintossicarsi.

PS: ogni riferimento a fatti e realtà specifiche è del tutto casuale, avevo in testa questa "fiaba" da prima che accadesse questo fatto, e credevo che, in questo caso, l'immaginazione potesse e DOVESSE superare la fantasia, purtroppo non è stato così, il mio messaggio era: a volte una scala di valori totalmente sballata ci fa dimenticare chi ci sta intorno... evidentemente in questo periodo anche il valore della vita umana ha subito una forte svalutazione. Purtroppo. 

Bert


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