venerdì 29 ottobre 2010

l'arte della guerra oggi

L'originale dovrebbe iniziare all'incirca così:
Gli affari militari sono un'importante questione di stato; il terreno su cui si giocano vita e morte; il Dao del permanere e del perire. Non analizzarli è dunque impossibile. A tale scopo si stabiliscono cinque punti confrontandoli con una serie di valutazioni per indagare la realtà dei fatti.
Il primo punto viene chiamato Dao; il secondo Cielo; il terzo Terra; il quarto Comando; il quinto Regola.
Il Dao (o Tao, dipende dal testo da cui copio) è tutto ciò che porta l'armonia tra il popolo e i suoi capi, ai giorni nostri mi sembra riassumibile in queste 13 semplici regole:

1.      fare grandi promesse (tanto se non le manterrai, troverai qualcuno da incolpare);
2.      avere un "nemico", anche se le tue idee sono praticamente identiche alle sue;
3.      avere una mentalità talmente aperta da cambiare alleati anche ogni giorno, in modo che non si capisca più quale sia l'Eurasia e quale l'Estasia;
4.      instillare nel popolo dubbi e paure verso il nemico;
5.      fare leva sui valori morali in voga in quel momento;
6.      negare sempre che il vero motivo della guerra è farsi i fatti propri (a volte neanche troppo di nascosto);
7.      trovare un nome più orecchiabile alla guerra, tipo "missione di pace";
8.      convincere il popolo che la guerra non comporterà danni per i civili;
9.      usare un avvenimento di cronaca per dare il via alla lotta;
10.  affermare sempre di essere stati attaccati per primi;
11.  addestrare orde di insospettabili folli;
12.  assicurarsi che ci sia qualcosa che Bruno Vespa possa trasformare in un plastico;
13.  utilizzare in ogni modo, anche senza motivo, tutti i mezzi di comunicazione possibili.

Cielo e Terra nel 500 a.C. rappresentavano le condizioni climatiche, le distanze e la configurazione dei terreni. Oggi in generale, si potrebbe dire che ognuno guarda solo ed esclusivamente il proprio pezzo di cielo e il proprio pezzo di terra.
Ovviamente se qualcuno dovesse lamentarsi di qualcosa, la colpa sarà di qualcun altro, della serie "piangi come un agnello sacrificale e pungi come una vespa incazzosa".

Il Comando è definito in questo modo:
Col termine Comando, intendo le qualità di saggezza, rettitudine, di umanità, di coraggio e di severità del generale.
Sun Tzu
Se le cose stanno così, direi che ne facciamo allegramente a meno.

Col termine Regola, intendo l’organizzazione e il controllo, la nomina di ufficiali adeguati al grado, ossia la gerarchia, e la gestione dei mezzi di sussistenza necessari all’esercito, ossia la logistica.
Sun Tzu
Detto questo, mi sento di affermare che oggi la Regola non è cambiata assolutamente, infatti, gli ufficiali vengono nominati per chiari ed evidenti "meriti" e la gestione dei mezzi di sussistenza non è un grande problema, semmai la spartizione potrebbe dare luogo a qualche discussione.

La padronanza di questi punti dovrebbe portare alla vittoria, e la loro analisi ad una previsione dell'esito della guerra. Esaminando i punti di cui sopra, si può notare come la guerra di oggi sia piuttosto differente da quella del 500 a.C., inoltre, non è molto chiaro come riconoscere una fazione dall'altra, e questo direi che è un bel dilemma, di cui Sun Tzu non si preoccupava. Probabilmente a quel tempo queste differenze erano più chiare, le alleanze potevano cambiare, ma si riusciva sempre a capire che ognuno aveva un pensiero, e un modo di vedere le cose ben preciso.


Sottoscrivo le parole di Stan.

Citazioni a caso da L'arte della guerra:
Ciò che da valore alla guerra, è la vittoria. Quando la guerra dura troppo a lungo, le armi si spuntano e il morale si deprime. Quando le truppe assediano troppo a lungo le città, le loro forze si esauriscono in fretta.
Non vi è mai stata una guerra protratta a lungo nel tempo della quale un paese abbia tratto vantaggio.

Chi non ha conosciuto a fondo i mali di una guerra, non saprà neppure mai valutare correttamente i vantaggi che se ne traggono.

Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.

Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.

Perciò dico: “Conosci il nemico come conosci te stesso. Se fari così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo”.
Sun Tzu

PS: La leggenda narra che l'Esercito degli Stati Uniti abbia incluso l'Arte della guerra fra le opere che devono essere presenti nelle biblioteche delle singole unità, per la formazione continua del personale... ammetto di averne letta solo una parte, ma, in base a quello che ho capito, mi chiedo se qualcuno dell'esercito USA abbia mai aperto questo libro.

Bert

2 commenti:

  1. In effetti stiamo vivendo in un'era dove ormai non si capisce più nulla, dove tutto sembra così caotico e inconcludente.

    Più che un post mi sembra una tesina per l'esame che si appresta a dare un giovane Ufficiale dell'Esercito :D

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  2. e pensare che non ho nemmeno fatto il militare!
    Anche se quando ho scoperto che non ero obbligato un pensierino ce l'ho fatto... poi mi sono reso conto che sono sempre andato contro chiunque avesse una minima parvenza di autorità, e ho realizzato che non era il mio posto, proprio per niente.

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