domenica 15 gennaio 2012

dei concepimenti virginali

Avete presente Non sapevo di essere incinta?
Se avete risposto no, non conoscete proprio niente. Per colmare questa lacuna, eccovi il promo:


Avrete capito che in questo programma TV vengono narrate le mitiche vicende di donne talmente furbe da non accorgersi di aspettare un bambino, finché il bambino stesso non decide di venire alla luce; ecco, in questo momento io mi sento il protagonista di Non non sapevo di essere incinto. Se state pensando che nel titolo dello show che mi vede protagonista ci sia un errore, beh, vi sbagliate di grosso, perché quel doppio "non" sta a significare che mi trovo nella situazione opposta di quella vissuta da tutte quelle future inconsapevoli mamme: se loro non hanno alcun sintomo da imputare a una probabile gravidanza, ma sono incinte, io non sono di certo incinto, ma ho certi sbalzi d'umore che levati.

E per fortuna che almeno la certezza di non essere incinto ce l'ho per i seguenti motivi:
  1. mi mancano alcuni organi atti a tale scopo;
  2. lo Spirito Santo ha agito solo una volta.
Sì, ok, potrebbe anche succedere che quello strano volatile circondato da una luce giallina decida di ripetere, per la seconda volta nella storia, quel giochetto strano che poi finisce con una persona che rimane incita senza che la persona in questione e il volatile si siano "conosciuti", solo che stavolta ci si dovrebbe impegnare un po' di più, perché, sebbene le vie del signore siano infinite, le vie del corpo umano proprio infinite non sono, quindi mi starebbe pure bene il pancione, ma poi da dove uscirebbe questo/a nuovo/a unto/a? E inoltre, se si dovesse riuscire a trovare un modo, io sarei il papà, la mamma, il mammo o cosa? Cioè, chiariamo i ruoli, non vorrei che questo/a poveraccio/a viva in una situazione addirittura più confusa di quella vissuta dal suo avo un paio di millenni fa.
Per chi non lo sapesse, ricordiamo che il pargolo di due millenni fa era figlio di un padre che lo aveva abbandonato nell'utero di una donna in procinto di sposarsi con un ignaro falegname, falegname che l'ha cresciuto come se fosse il suo vero papà, e potremmo anche dire che, di fatto, fosse veramente il suo papà. Ovviamente la storia si complica se pensiamo che nell'utero della madre ci era finito senza che lei e il padre biologico (?) si fossero mai incontrati direttamente; per non parlare poi del fatto che il padre, il figlio e quello che ha messo incinta la madre sono tre persone formate della stessa sostanza, quindi contemporaneamente coincidenti e distinte... insomma provate a immaginare di dover svolgere al suo posto il classico tema dal titolo "il mio papà" e capirete che era proprio un bel casino.
Quindi, che sia chiaro: se sono incinto, voglio almeno una definizione adatta e una spiegazione plausibile da dare al/la bambino/a.

Superata questa dissertazione sui motivi per i quali è altamente improbabile che io sia incinto, vi racconto di come passo da uno stato catatonico a uno iperattivo, dal depresso all'ottimista spinto finanche all'empatico; il tutto nel giro di pochi minuti e senza un'apparente motivazione.
Il fatto è che da un (bel) po' di tempo mi sento quantomeno inutile e improduttivo, come se arrancassi in ogni ambito della mia vita: fatico per fare ogni cosa e ogni cosa che faccio viene male; non riesco a ottenere quello che dovrei e, allo stesso tempo, non so se voglio ottenere quello che dovrei volere; se poi ci aggiungete anche un pizzico di incapacità organizzativa, il terrore e il desiderio di scoprire cosa ne sarà del mio futuro, capirete che... non lo so, ma se qualcosa la capite ditemelo, perché io non ci sto capendo niente.

Per i motivi appena descritti, ultimamente ho deciso di costringermi a "concentrarmi" (tra virgolette perché non ci riesco) sullo studio, con la speranza di arrivare almeno a mettere un punto a una situazione che definirei al limite del pietoso. E se da un lato mi impongo di studiare, dall'altro ho il terrore di contattare l'unica persona alla quale potrei chiedere una tesi; ma ora, per impedirmi di rimandare ulteriormente, e correre così il rischio di arrivare in ritardo, voglio assumermi un impegno serio, quindi ho deciso che lunedì provo a placcarla trai corridoi della facoltà e, se non dovessi incrociarla, le scrivo un'email e le chiedo un appuntamento per discutere di nulla; sì, essenzialmente di nulla, perché per il momento questo è quello che ho in mano, ma almeno inizio a farle presente la mia situazione, che non è poco.
Credo.

9 commenti:

  1. bravo, prendi in pugno la situazione! che facoltà fai? se ti serve una mano, se all'ultimo momento perdi coraggio, scrivi qui la mail della docente che poi ci pensiamo noi :-)

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    1. dovrei fare ingegneria, ma mica ne sono tanto certo. Alla fine oggi non sono andato in facoltà, quindi ho mandato direttamente l'email, ora devo solo aspettare.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Certo che è difficile capirti (ohi parlo per me eehhh).
    Parti da un preambolo così complicato, così dibattuto dai credenti stessi (quando ho visto "quello strano volatile circondato da una luce giallina" mi è uscito spontaneo un ooohhhhhhhhhhhhh casso) per dirmi che non hai voglia di fare un tubo?
    Hai una settimana in più per lo studio (ora penso che hai appositamente affossato le speranze altrui di imparare a sciare) e fai tanto il difficile?
    Su Bert, muovi il culo e studia.
    Non vorrei arrivassero gli "enta" ed io ancora ad aspettare a chiamarti INGEGNERE!!!!!!!!!!!!

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    1. io studio, me lo sto imponendo, il problema è che i risultati non sono quelli sperati.

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  4. angelo mio, due considerazioni:
    1) che poi non si è capito come, quel bambino abbandonato nell'utero, uscendo non abbia sverginato la madre;
    2) non ti angosciare per il casino: è la vita. Vedi, io se qualcuno per caso mi tromba, non mi pongo problemi per un po', me ne sto quieta e serena per almeno una settimana. La soluzione è quella, bert, fidati.

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    1. 1) ah boh, è sempre stato un mistero, mistero della fede;
      2) lo so che ogni tanto va così e so anche che il tuo metodo non è male per tranquillizzarsi, però... però.

      PS: sai che "angelo mio" non me l'ha mai detto nessuno? Fa veramente tanto mamma, ma proprio tanto.

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