Succede che ti ritrovi ad osservare le stelle salentine o il sole che si spegne a contatto con le acque dell'Egeo, e vedi il cielo, un cielo dai colori insoliti, vicino al mare, visto dal tetto di una casa non tua; è lo stesso cielo di sempre, eppure diverso, come se lo guardassi per la prima volta.
Poi succede che torni a casa, sali in macchina e prendi il solito GRA, ti dirigi verso sud e ti trovi di fronte qualcosa che non ti aspettavi: il cielo. Anche lì c'è il cielo, un cielo diverso, dai colori tenui, mitigati dallo strato di smog e umidità, che passa da un celeste velato a un rosa appena distinguibile dal bianco, striato da due lunghe nubi grigiastre e appuntite che accompagnano una luna quasi trasparente, e guardando tutto questo, per la prima volta dopo tanto tempo, ti meravigli.
Arriva la tua uscita, metti la freccia, noti l'insostenibile limite di 40 km/h sulle rampe, guardi un po' più in là e vedi cinque raggi di luce arancione che si allungano da una nuvola scura dal contorno frastagliato e luminoso, una luce che ti sorprende e, nuovamente, ti meravigli del fatto che il cielo possa esistere anche a casa tua, in mezzo allo smog del raccordo, dove di solito vedi solo la fretta.
E... non so, mi ha fatto uno strano effetto, perché era tanto che non mi rendevo conto di cose banali come questa.
Tutto qui.