sabato 28 settembre 2013

prima o poi tocca a tutti

Avete parlato tutti di Guido Barilla*?
Chi manca?
Ah, giusto, manco io.

Che poi io nemmeno volevo scriverlo 'sto post, ma c'ho pensato e... sì, dovevo, per forza, perché non voglio mica sembrare un tipo alternativo o rischiare di essere preso per un hipster; non sono uno che si piastra i baffi e non voglio farvi pensare che lo sia.
Chiariamoci, non ho niente contro gli hipster dai baffi a manubrio, certo, fossi in loro non me li farei, io ho un concetto di baffo vagamente differente, ma ognuno è libero di fare quello che vuole... senza dare fastidio, perché comunque io, che non credo nei baffi a manubrio, non devo essere obbligato a vederli. Puoi anche farteli, ma quando la tua decisione di piastrarti i baffi incontra il mio sguardo... beh, allora stai ostacolando la libertà di una terza persona e, a mio parere, dovresti avere un po' di rispetto in più.

Ecco, sì, è il rispetto che manca a certi hipster.
Noi abbiamo una cultura vagamente differente, per noi il concetto di famiglia sacrale rimane uno dei valori fondamentali dell'azienda: la salute, la famiglia [...] la nostra è una famiglia tradizionale. [...] Ognuno è libero di fare quello che vuole... senza dare fastidio. [...] Hanno diritto di fare quello che vogliono, senza disturbare gli altri. [...] Facciano quello che vogliono senza infastidire gli altri.
Guido Barilla
Ah, no, scusate, dalla sezione marketing del blog mi dicono che, ovviamente, non volevo offendere nessuno. In tutta la mia vita ho rispettato tutti, perfino i cani e gli hipster, dopotutto non ho niente contro gli hipster, ho tanti amici hipster... dai, prometto che prima o poi incontrerò un hipster.



Ma veniamo al punto e lasciamo perdere gli hipster.

Io sto con Guido.

Sì, sto con Guido, perché sappiamo tutti che la famiglia tradizionale è quella fondata sul matrimonio, quella che ci viene presentata dalla Sacra Famiglia, con una moglie, un marito e uno o più figli.
È per questo che sto con Guido anche quando gli chiedono di scegliere un politico che sia un bravo comunicatore, uno che potrebbe a pubblicizzare anche la pasta Barilla, e lui sceglie Berlusconi
Sicuramente Berlusconi [...] perché sa dire le cose molto meglio di tanti altri [...] è in grado di comunicare tutto.
Guido Barilla
sì, proprio il Silvione nazionale, perché è evidente che la sua famiglia è quanto di più tradizionale possa esserci. Non siete d'accordo? Ve lo dimostro: analizzando la Sacra Famiglia, massimo esempio di "famiglia tradizionale", vediamo che la Madonna ha partorito a 15 o 16 anni e che la differenza di età tra lei e san Giuseppe era notevole, inoltre, prendendo per buona la Storia di Giuseppe il falegname, potremmo anche dire che quello con Maria era il secondo matrimonio di Giuseppe e che dal primo erano nati sei figli, quattro maschi e due femmine... sì, ok, ha troppe figlie femmine e pochi maschi e se si sposa con la Pascale (che in realtà è un po' attempatella, lo ammetto) arriva a quota tre matrimoni, ma dai, non fate i pignoli, torna quasi tutto!

Ok, lo so, vi ho annoiato con l'ennesima inutile analisi, ma guardate che per me potete anche non leggere quello che scrivo, ci sono tanti hipster su tumblr, se non siete d'accordo con i miei post potete sempre andare a guardare quei cosi lì, mica siete obbligati a rimanere.

PS: ci sarebbe da approfondire anche il fatto che tutto era cominciato commentando alcune frasi dette dal Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, la quale evidenziava come in alcune pubblicità si faccia un uso del corpo femminile di certo non esaltante, frasi che hanno suscitato queste affermazioni:
La donna è madre, nonna, amante, cura la casa, cura le persone care oppure fa anche altri gesti, altre attività che comunque ne nobilitano il ruolo [...] in tutti i Paesi del mondo la donna è estremamente usata.
Guido Barilla
*qui la versione integrale dell'intervista incriminata.

mercoledì 25 settembre 2013

it's the end of the world as we know it

L'emisfero boreale è in tumulto, il popolo della rete scandalizzato, un gattone arruffato, il latte versato, e tutto a causa della medesima notizia: a Striscia la notizia debuttano i velini.



È la fine dell'epoca delle veline? Questa novità durerà solo un anno? I velini si fidanzeranno con qualche calciatore?
Nessun può sapere cosa ci riserva il futuro, l'unica cosa che sappiamo con certezza è che un popolo senza memoria non ha futuro, ed è proprio per garantire un futuro all'Italia tutta che vado ora a presentarvi la seguente retrospettiva sulla figura della velina dalla fine degli anni '80 ai giorni nostri.

GLI INIZI
Tutto è cominciato il 7 novembre del 1988 con queste quattro qui, ma siccome non me le ricordo, faccio finta che non siano mai esistite.

LA RIVOLUZIONE
La stessa fine riservata alle veline primigenie spetta di diritto a tutte quelle comparse prima della grande rivoluzione del 1991, quando comparvero sullo schermo le Veline con la V, coloro le quali rivoluzioneranno il concetto di valletta silente e mezza nuda. Naturalmente la coppia in questione è quella formata da Ana Laura Ribas e Rosy Bindi. Gli stacchetti a ritmo di samba di Ana Laura e le acrobazie della riccioluta Rosy entrarono di prepotenza nell'immaginario sexy di ogni italiano; a quei tempi non c'era uomo, nell'intera penisola, che non avesse sognato di passare una notte di fuoco con la procace Rosy o, in alternativa, di pettinare la simpatica Ana Laura.

L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Il 1994 è ricordato come l'anno della dicotomia velina bionda/velina mora. In quella stagione, ad accaparrarsi il lavoro più ambito d'Italia furono le giovanissime e talentuose Maria Callas e Renata Tebaldi.
I giornali di gossip erano pazzi di loro e ben presto si iniziò a parlare di una accesa rivalità tra le due ragazze, fu così che anche i fan si divisero in Callasers e Tebalders. Le loro spettacolari sfide a colpi di stacchetti incendiavano gli animi delle folle, ma l'eccessiva pressione dei media finì presto per schiacciarle. La coppia durò solo una stagione televisiva.

L'anno successivo vennero rimpiazzate da quelle che tutti ricordiamo come le "veline pensanti": Alessia Merz e Anna Moroni.
Questa insolita coppia fece immediatamente breccia nei cuori degli italiani grazie alla loro cultura e al loro impegno nel sociale; entrambe già molto note in ambiente accademico, durante la loro permanenza a Striscia la notizia si guadagnarono la simpatia del pubblico organizzando certami, letture dei grandi classici latini e tornei di Indovina Chi? in ogni piazza d'Italia.
La loro eccessiva personalità le portò rapidamente a oscurare i conduttori del programma, cosa che costrinse Antonio Ricci a porre la parola fine ai loro stacchetti.

LA RINASCITA
Le coppie susseguitesi dal 1995 al 1998 non riuscirono a bissare i successi di chi le aveva precedute e ormai la figura della velina non era più importante come in passato. Serviva una nuova svolta e quella svolta arrivò con l'indimenticabile coppia formata da Donatella Versace e Daniela Santanché.
Passate alla storia come le veline più toste di sempre, D&D, come amavano farsi chiamare, erano due ragazze dal passato burrascoso, fatto di ricatti e violenza, che si conobbero per caso, grazie alla loro passione per il gioco d'azzardo, e decisero di fare i provini insieme. Mai decisione fu più azzeccata! Furono loro, infatti, le prime veline a rimanere in carica per ben tre stagioni consecutive.*

L'INIZIO DEL MILLENNIO E LA FINE DEL SOGNO
Dal 1998 al 2012 si va consolidando un'immagine stereotipata del duo, talmente stereotipata da indurre in confusione il povero Bobo Vieri, che diventerà, di fatto, uno degli accessori necessari per svolgere il ruolo di velina mora.
Negli anni si susseguiranno accoppiate diverse, ma si tratta solo del pallido riflesso di un passato glorioso. La crisi è ormai evidente.
Il 15 giugno 2013 Oriana Fallaci e Nilde Iotti salirono, ultime veline, sul mitico bancone di Striscia la notizia.
Fu così che queste ragazze, scialbe e senza personalità alcuna, posero fine a un'era di successi e talento.

*alcuni teorici del complotto collegano la loro lunga permanenza sul bancone di Striscia la notizia a una storia di ricatti e foto a luci rosse.

domenica 22 settembre 2013

first world problems

Un problema serissimo che potrebbe trasformare completamente la mia quotidianità, rendendomi quasi impossibile una vita normale, mi affligge da qualche tempo.

Era un giorno qualunque, ed io me ne stavo tranquillamente inchiodato di fronte al PC in attesa di un minimo di ispirazione per andare avanti con la tesi*, quando mi resi conto che c'era qualcosa di strano, qualcosa in me che non andava.
Guardavo il mio pollice destro e non lo riconoscevo, lo sentivo, ma non era più il mio, era attaccato alla mia mano, ma era qualcosa che non mi apparteneva. Non ricordavo di aver mai provato una sensazione simile in tutta la mia vita, mi sembrava tutto così strano, ero sicuro che quello fosse il mio pollice, ma allora perché sopra di lui stava crescendo quella cosa?

Ripresomi dallo shock, scoprii che quella cosa era un'unghia.
Un'unghia sul mio pollice? Come aveva osato tanto? Anni e anni di onicofagia militante distrutti in un solo secondo, come era possibile?

Compresi presto che questo era uno dei tanti delitti imputabili alla malefica tesi: costringendomi per giornate intere davanti al PC, con una mano fissa sul mouse, l'infingarda aveva favorito l'avanzare delle sue alleate unghie. Le truppe ungulate mi avevano colto di sorpresa, ma non era detta l'ultima parola, infatti, nel tentativo di sedare la loro insubordinazione sul nascere, corsi immediatamente in bagno, presi le mie fide forbicine e... e mi resi conto che non sapevo usare le forbicine con la sinistra.

Il fatto è che con i piedi si usa sempre la destra, e poi anche se non fai un lavoro perfetto, chi se ne frega, tanto chi li vede? Invece con le mani la storia è completamente diversa, perché quelle sfacciate stanno sempre lì in bella vista.

Improvvisamente avevo un problema che mai e poi mai mi sarei aspettato di dover affrontare, perché un conto è che tanto ti mangi le unghie, quindi avrai delle mani sempre inguardabili, lo sanno tutti e va bene così, ma se non te le mangi e te le tagli male dai l'impressione di essere uno che nemmeno sa tagliarsi le unghie, e voi potete testimoniare che non sono affatto una persona del genere!**

Col passare dei giorni questa strana malattia si è diffusa anche alla mano sinistra.***
Ora la situazione è talmente grave che ho già tentato tre volte di tagliarmi le unghie.

Ho un problema e ho bisogno del vostro aiuto.
Ve lo chiedo con il cuore in mano, se non volete per me un futuro da "uomo con le unghie più lunghe del mondo", con tutte le difficoltà che implica la presenza di escrescenze cheratinose di tale lunghezza, per favore, insegnatemi come si tagliano le unghie (specialmente quelle della mano destra).

Grazie.

*ho scoperto che per farsi dare uno straccio di laurea devi farne per forza una, ma dove andremo a finire di questo passo?
**vivo fingendo che sia così, assecondatemi e nessuno si farà male.
***lo ammetto, la sinistra dà molti meno problemi della destra.

venerdì 20 settembre 2013

pisellòv



Avete presente la pubblicità qui sopra?
Cosa ne pensate?
Bella pubblicità, vero?
Una di quelle talmente belle che non si capisce cosa stiano pubblicizzando, però... però mi infastidisce, e non poco.

Mi infastidisce, perché questi qui, per pubblicizzare una compagnia che fornisce energia elettrica, ci definiscono tutti guerrieri, ebbene, io sono convinto che fare la spesa, prendere un treno, svolgere il proprio lavoro, andare a scuola o anche solo avere una piccola e stupida passione e metterci un minimo di impegno non è fare una guerra, non lo è e non lo sarà mai.

Mi infastidisce che si possa pensare che un treno sia un campo di battaglia, e mi infastidisce che nessuno si sia reso conto quanto fosse stupida questa metafora.
Sono decisamente ignorante in merito alle guerre attualmente in corso nel mondo, ma non ci vuole un grande sforzo di fantasia per pensare che proprio mentre io sono qui, a casa mia, che digito queste parole inutili, da qualche parte stanno uccidendo qualcuno a causa di una guerra, vera stavolta, qualcuno che molto probabilmente non è neanche un guerriero. Ora, mi domando, cosa farebbe di me un guerriero?

Probabilmente sto esagerando, anche perché capisco che volevano semplicemente trovare un modo per esaltare la quotidianità, però se penso che la pubblicità è comunicazione e che la comunicazione è fatta anche di parole, non posso credere che uno che di lavoro fa il pubblicitario, che è pagato per comunicare, non sia riuscito a trovare qualcosa di meglio.

A questo punto, caro creativo, sai cosa ti dico? Che te ce mannerei veramente in mezzo a 'na guera, poi vedemo quanno torni, se torni, si te va ancora de falla 'na pubblicità del genere.