lunedì 27 febbraio 2012

Cornelio Nepote! PRRRRRRRR

- Ma sono stato assente per una settimana?
- Eh, signora mia, come passa il tempo quando ci si deprime!
Eravamo rimasti che ero in crisi, vero? Ecco, sto sempre in crisi, non vi preoccupate, non ci sono state novità da quel punto di vista, ma c'è una grossa novità che è andata ad arricchire il mio impressionante curriculum da ciarlatano: sono diventato un biografo.

Sapete tutti quanto io sia uno scrittore versatile (a proposito, non usate mai e poi mai la parola "versatile" se vi trovate su twitter. Non fatelo!) e talentuoso, è evidente ed innegabile, ma forse non sapete che non mi era mai capitato di essere scelto come biografo ufficiale di qualcuno. Orbene*, ero nel bel mezzo della mia depressione più profonda, quando arrivò, tra le mie sporche** mani, una richiesta ufficiale, per mezzo della quale -IlDave- mi chiedeva di dare vita alla sua biografia ufficiale; sorpreso ed incuriosito, decisi di accettare tale proposta.

Insomma, com'è come non è, questa biografia ha visto la luce (non proprio); se volete leggerla basta cliccare sulla foto qui sotto, che poi è un'anteprima dell'immagine di copertina della biografia in questione.


Vi ricordo che ogni cosa che faccio io è fatta male, quindi non aspettatevi niente, inoltre, vi faccio presente che se volete una biografia potete sempre chiederla a me o a... Bruno Vespa, per esempio.

PS: dite che ho usato la punteggiatura giusta nel titolo del post?

*l'ho usato a casaccio, ma volevo mettercelo.
**voglio proprio vedere quanto sono pulite le vostre dopo un viaggio in treno e in metropolitana.

lunedì 20 febbraio 2012

time crisis


Vi ricordate Time Crisis? Ma sì, dai, lo sparatutto su binari che imperava in ogni sala giochi negli anni '90, quello con il pedale, le pistole... Su, che avete capito di cosa parlo!

Ecco, ce l'avete presente? Non c'entra niente, ma ci stava bene come titolo, perché, dovete sapere (e ve lo dico, anche se dubito fortemente che possa essere un'informazione interessante o anche minimamente rilevante per la maggior parte degli esseri viventi su questo pianeta) che, tanto per cambiare, sto in crisi.
Una crisi di quelle abbastanza profonde, anche perché probabilmente non si può parlare di una crisi sola, ma di un po' di crisi che hanno deciso di palesarsi all'unisono. Questo mi fa pensare che sarebbe meglio citare palesemente il videogioco e dire che sto in crisis, quindi, d'ora in poi, userò dire di essere in crisis.


Come fanno tutti nei momenti di crisis, anche io ho reagito prontamente e, da bravo sociopatico autolesionista, ho messo in atto i seguenti comportamenti:
  • ho passato una notte insonne;
  • ho finto indifferenza;
  • sono andato all'università per studiare, ma non ho combinato un bel niente;
  • non ho pranzato;
  • ho iniziato a nutrirmi della parte interna del mio labbro superiore*;
  • ho deciso di incanalare in modo creativo le sensazioni offertemi da questo momento difficile.
Quello che vi riguarda in questo momento (purtroppo per voi) è proprio l'ultimo punto, perché ora vi beccate la mia rubrica intitolata "Come farsi del male con semplici oggetti di uso quotidiano".
E benvenuti anche oggi a "Come farsi del male con semplici oggetti di uso quotidiano", la rubrica di approfondimento masochistico più amata dai lapponi sin dal 1973.

Per prima cosa procuratevi un tavolo rettangolare o quadrato. Fatto?
Bene, ora assicuratevi che gli spigoli del tavolo siano abbastanza appuntiti. Fatto?
Chinatevi violentemente e fate in modo che la distanza tra lo spigolo e uno dei vostri occhi, a scelta, si annulli. Fatto?
Ora continuate a spingere finché il bulbo oculare in questione non diventi il calco esatto dello spigolo del tavolo (ricordate che potete sempre chiedere l'aiuto di un adulto per evitare l'insorgere di imprevisti svenimenti che metterebbero a rischio la realizzazione del progetto). Fatto?
Realizzate una montagnola di sale fino abbastanza grande ed infilatevi la testa. Fatto?Tirate fuori la testa e controllate che una quantità sufficiente di sale sia rimasta attaccata lungo il bordo della fu cavità oculare. Fatto?
Servendovi di un comodo trapano da dentista, eliminate il sale in eccesso dalla vostra faccia. Fatto?
Ed ecco che, con poca fatica e semplici attrezzi di uso quotidiano, avete realizzato il vostro nuovo bicchiere da Margarita portatile.


Il secondo attacco di masochismo di oggi è di semplice ed efficace realizzazione, ma è solo per maschietti.
Prendete il tavolo di prima. Fatto?
Fissatelo a terra con l'aiuto di chiodi e colla vinilica. Fatto?
Ricoprite il pavimento di una sostanza che riduca al minimo l'attrito (potete passare la cera, per esempio). Fatto?
Ora allontanatevi dal tavolo. Fatto?
Iniziate a correre con tutte le vostre forze verso il tavolo e, all'ultimo secondo, tuffatevi a terra avendo l'accortezza di divaricare le gambe, facendo in modo che a separarle ci sia una delle gambe del tavolo. Fatto?
Ripetete l'operazione a piacere. Fatto?
Ed ecco che, in men che non si dica, avrete ora ottenuto un comodo eunuco per il vostro harem.

Come tutte le cose belle, anche la puntata di oggi è finita, ma, siccome questi sono giorni freddi, vi lascio una raccomandazione: vestitevi sempre a strati e non dimenticate mai di indossare il comodo cilicio della salute (esterno carta vetrata, interno api assassine).
Vi è piaciuta? A me no, ma è più o meno questo ciò che faccio quando mi viene il ragionevole dubbio di aver sbagliato tutto per circa 27 anni di vita su 27.

*se dovesse finire, ho un piano: passare a quello inferiore

domenica 19 febbraio 2012

sopprobblemi



E voi cosa rispondete?
Io sono indeciso tra A e D.
Vado a rifletterci più approfonditamente ;)

giovedì 16 febbraio 2012

Le non recensioni di Mr. Bert Ford: Twilight edition

Al mondo esistono cose talmente brutte da meritare una nonrecensione. Esistono cose talmente brutte che non hanno i requisiti per essere nonrecensite. Esistono cose talmente brutte che necessitano di un reboot. Esiste la serie di Twilight.
Ora c'è qualcosa di peggio.
Iniziamo con il libro.

TWILIGHT


Quella sera l'aria sapeva di pomeriggio*, il sole filtrava dalle veneziane semichiuse. Non amava la luce Ed, non la amava in generale e oggi, dopo il suo ultimo fallimento, non riusciva proprio a sopportarla.
Nell'angusta stanza al terzo piano del numero 36 di via le mani dal naso, una squallida palazzina di quelle che negli anni '60 spuntavano improvvisamente come brufoli sul viso di un quattordicenne brufoloso, oggi c'era un insolito silenzio; tutto taceva, tutto sembrava tranquillo, ma, in quella stanza, nulla lo era.
Entrando non si poteva fare a meno di notare quanto quello spazio fosse riempito da un vuoto quasi opprimente; niente orpelli nel loro lavoro: due scrivanie, una di fronte all'altra; due sedie di quelle scomode per i clienti; due poltrone; Ed e J. Con un'unica occhiata si poteva vedere il marciume che grondava da quella stanza; il pavimento, con le sue assi staccate, scricchiolava a ogni passo; sulla parete di fondo era ben visibile una larga chiazza di umidità che si estendeva fino al soffitto; aprendo la porta l'odore di fumo e muffa ti arrivava dritto allo stomaco. Nessun loro cliente avrebbe mai notato tutto questo, perché se cerchi Ed e J devi essere pazzo, ubriaco o talmente disperato da essere disposto a tutto.
- Interno 8.
l'ubriacone del quarto piano aveva deciso di smaltire la sbronza nell'androne del palazzo anche quella notte, le sue parole sbiascicate a stento arrivarono fino alla stanza di Ed e J: l'interno 8 appunto. Erano le 14:27, il caldo umido di quell'inizio giugno era insopportabile, i giornali dicevano che questo era il mese più caldo degli ultimi 53 anni, ma i giornali ormai non erano più credibili da tanto, forse proprio da 53 anni; il caldo, in ogni caso, era vero e nessuno usciva di casa alle 14:27 senza un motivo.

L'ascensore iniziò a emettere i soliti cigolii, si fermò al terzo piano, un passo, due passi, tre passi. Dietro la porta semitrasparente dell'interno 8 apparve una sagoma esile, nervosamente, la sagoma bussò due volte e, senza attendere alcuna risposta, entrò nella stanza.
Era una ragazza abbastanza giovane, troppo magra e quasi insignificante, una di quelle che non noteresti mai; ben presto si sarebbe rivelata anche noiosa. Al suo ingresso Ed ebbe un fremito: aveva iniziato a sentire l'odore del suo sangue mentre lei era ancora in strada, ora la stanza gli sembrava satura di quell'aroma e si tratteneva a fatica dal saltarle addosso per nutrirsene.

J non era uno di tante parole, quello che sapeva parlare era Ed, ma adesso Ed era seduto, immobile, non aveva mosso un muscolo da quando la donna era entrata nella stanza, temeva che se l'avesse vista non avrebbe potuto resistere all'istinto di saltarle al collo, per questo se ne stava lì, a fissare la chiazza di umidità sulla parete; non era la prima volta che capitava, quindi toccò nuovamente a J capire cosa volesse quella ragazza insipida.
Disse di chiamarsi Isabella, Isabella Swan. Swan: cigno; forse in un'altra vita lo era stata, adesso sembrava solo un brutto anatroccolo denutrito. Era lì, in piedi, di fronte alla scrivania, quelle sue gambette ossute non riuscivano a rimanere ferme, Ed era infastidito da quel continuo movimento, lo distraeva, aveva quasi voglia di frantumarle le rotule a forza di mazzate, ma in quella stanza non c'era una mazza; questo pensiero lo fece sorridere per un momento. Cercò di concentrarsi per ascoltare le parole della ragazza, ma quelle gambe!
Dovette insistere non poco per riuscire a farla sedere, il pensiero di quelle ossa nascoste solo da un sottile strato di pelle non era totalmente sparito neanche in quel modo, ma almeno ora non le vedeva più e questo bastava per permettergli almeno di sentire la voce noiosa della ragazza insipida.

ho detto insipida, non... lasciamo stare.
Isabella cominciò nuovamente a parlare, fu in quel momento che J si accorse per la prima volta dell'odore di marcio che usciva dalla sua bocca: ogni parola della ragazza era intrisa di putrefazione; i suoi discorsi non avevano alcun senso e, in sostanza, non si capiva per quale motivo fosse arrivata a chiedere il loro aiuto, ma J sapeva: Isabella era morta e non se n'era accorta.

Capitava, di quando in quando, che la Morte si trovasse di fronte un individuo talmente insulso da essere ignorato perfino da lei, o almeno questo è quello che dicevano alcune vecchie leggende; di certo Isabella era insulsa e, molto probabilmente, lo era così tanto da meritarsi di essere ignorata perfino dalla trista mietitora.
Avevano già avuto un caso del genere, lui era Mike B., ma quella volta era stato lui a rifiutare la morte, perché aveva risposto male a una sua domanda e il notaio aveva detto:
- No.
Stavolta era tutto diverso, per farla finalmente andare dove doveva andare, per dove doveva andare, dovevano trasformarla e renderla, almeno in apparenza, una persona interessante. Dovevano ingannare la Morte.

J disse alla ragazza che si sarebbero incontrati alle 4:00 nel bel mezzo del quadrilatero delle vittime, fashion victim, s'intende (più precisamente all'incrocio tra la quarta strada, via Quarto, via dei quattro cantoni e quella via, di cui non ricordava il nome, dove c'è la sede di Quattroruote), poi spiegò la situazione a Ed, che ormai si era abituato all'odore del sangue della ragazza e, da diligente membro dell'Associazione Nazionale Vampiri Emo Vegetariani (ANVEV), aveva ormai raggiunto il pieno controllo sul proprio istinto.

socio ANVEV dal 1962.
Era giunto il momento di mettersi al lavoro, avevano poco più di un'ora di tempo per prepararsi all'azione. J sapeva che in una situazione del genere avrebbe dovuto dare libero sfogo a tutti i propri poteri, fu per questo motivo che disse a Ed di aspettarlo fuori dalla stanza. Il vampiro si chiuse la porta semitrasparente alle spalle.
Sapeva che J era un licantropo speciale, ma non aveva mai avuto l'occasione di vedere le sue sembianze animali; dall'interno della stanza provennero grida strazianti, suoni talmente acuti da far incrinare il vetro della porta, poi il silenzio, uno strano odore di fragola si diffuse per le scale, la porta si aprì e J mostrò il suo vero aspetto: era un mini pony viola, il suo crine aveva i colori dell'arcobaleno ed era il suo alito a odorare di fragola; Ed lo guardò con aria incuriosita, poi, dalla tasca sinistra della sua pelliccia ecologica, prese una spazzola ed iniziò a pettinare quella chioma che già invidiava al suo collega. J nitrì stizzito qualcosa che somigliava a un "che mazzo fai", con un mezzo inchino invitò Ed a salirgli in groppa e, insieme, volarono fuori dalla finestra delle scale alla volta del luogo dell'appuntamento.

Fine del primo libro.
(continua...)

TWILIGHT - IL FILM


Neanche il tempo di sbancare i botteghini delle librerie, ed ecco che la grande macchina della produzione Transformers già stanziava i primi fondi per portare a casa un nuovo successo planetario.
Ovviamente nel ruolo di Bella viene chiamata la Dea - per i robottoni - Megan Fox: per ovviare al problema delle caviglie grosse rispetto alle gambe scheletriche della protagonista del libro il Transformer chirurgo applica immediatamente una liposuzione alla diva, rendendola perfetta per la parte.
Ad impersonare il romantico e schivo Ed una vera sorpresa: Cannibal Kid, che dopo il successo della serie "Teen, il cucciolo eroico" è sulla bocca di tutti gli esperti di settore.
Il ruolo di J, dopo una battaglia all'ultimo steroide, è assegnato a John Cena, che ha promesso almeno una mossa spaccaschiena sul suo collega.
Per poter portare a casa un vero e proprio successone, però, mancava il tocco magico del regista: a questo punto, a seguito di una sessione di preghiera del Kid e dei Transformers - ebbene sì, anche Cannibal è parte del culto foxiano - la sovrana dei pollici deformi delibera che a dirigere questo primo capitolo, rigorosamente in 3D, sarà James Cameron, regista amatissimo dal protagonista maschile, che, come verrà dichiarato in seguito, ha avuto con lo stesso anche un rapporto di tipo sentimentale e molto bromantico.

Indovina chi: qual è Cannibale?
Le riprese, studiate nel dettaglio e realizzate in più di cinquanta differenti locantions pur essendo quasi ed esclusivamente interni che potevano essere replicati in studio, mettono in campo tutto il meglio della tecnologia umana e non, tanto che alcuni dei Transformers vengono modificati per divenire carrelli, steadycam e via dicendo.
Ad ottimizzare l'effetto del 3D vengono inserite delle riprese speciali della Fox intenta a compiere la sua mossa favorita, quel Samoan Spike che tante vittime aveva mietuto non troppo tempo prima: per gli spettatori in sala la sensazione sarebbe stata quella - terrificante - di avere il pollice della protagonista pericolosamente vicino alla faccia, in primissimo piano: una cosa che neppure gli horror più estremi avevano osato.

Cannibal e John Cena, nel frattempo, divengono inseparabili sul set, con il popolare wrestler che giura che, sotto l'effetto del sangue finto utilizzato nelle riprese, Kid ha dichiarato di voler partecipare ad un evento della WWE, le fonti più vicine agli attori rivelano che potrebbe trattarsi addirittura di Wrestlemania, per una sfida contro Undertaker nella speranza di interrompere la leggendaria streak vincente di quest'ultimo.

Incredibilmente, questa volta tutto fila liscio, tanto da cementare nei Transformers la fede in Megan Fox: il film è girato a tempi di record - 20 giorni appena -, e Cameron, da bravo perfezionista, dedica alla post produzione soltanto una settimana, confezionando per Prime e soci un prodotto di altissima qualità nonchè legato alla redditizia industria degli occhialini di plastica che il pubblico si ritrova a dover forzatamente acquistare con il biglietto, pena l'espulsione dalla sala con un Samoan Spike d'antologia.

Trama pessima, interpretazioni agghiaccianti - pare che tutti e tre i protagonisti siano destinati al Razzie Award -, confezione di lusso sfrenato ed esplosioni come ogni film in 3D richiede: tra queste una vertiginosa sequenza con la soggettiva di una goccia di sangue dal corpo di Bella allo stomaco di Ed.

Tutti felici e contenti, dunque?
Ebbene no.
I Transformers, agghiacciati dalla parcella presentata da Cameron riguardo il suo compenso ed il costo delle riprese, si ritrovano a dover vendere parti dei loro corpi come ricambi per auto in modo da venire incontro alla crisi e contenere i costi, ritrovandosi poi in gruppo di preghiera - ovviamente con il fu Cucciolo Eroico - in modo da chiedere consiglio alla Megan divina.

Detto, fatto, e l'attrice, inviperita per il trattamento riservato da Cameron ai suoi fedeli, colpisce il regista con un Samoan Spike reso ancora più violento dal supporto fornito da Cena nello spingere il pollice dritto dritto nella gola dell'uomo.
Con Cameron ko e ridotto ad un vegetale, alla produzione si presenta una domanda fondamentale in vista della realizzazione del secondo capitolo: chi sarà dietro la macchina da presa?
James Cameron dopo la cura.
Nel silenzio imbarazzato, un pensiero attraversa le menti di tutti.
Un pensiero legato alla Fede.
Il nuovo regista poteva essere solo uno.
Ma questa è un'altra storia...

*qui ho citato Woody Allen, anzi no.

martedì 7 febbraio 2012

qua e là

Partiamo dal presupposto che io non so scrivere. I più arguti lo avranno notato, gli altri anche, perché, in quanto miei lettori, siete tutti molto arguti (sì, sto cercando spudoratamente e senza successo di compiacere la vostra autostima); ora qualcuno mi vorrà dire che non è vero, che posso migliorare, ma non me la cavo male e tutte quelle cose che si dicono a uno che non è proprio un genio in un determinato campo.
"Il problema è che non si applica, potrebbe fare molto di più."
Che poi non è mica vero, io mi applico, altroché se mi applico, è che proprio non ci riesco a fare di meglio.
Ogni tanto mi domando perché continuo, poi però mi accorgo che, anche se scrivo malissimo e non faccio capire, tante cose che a voce non direi mai, riesco a scriverle e, almeno da quel poco che ho capito, sta roba strana non succede mica solo a me, anzi, succede un po' a tutti e ammetto che me ne stupisco ogni volta, perché è un po' come finire di colpo in un mondo completamente nuovo, un mondo di cui ignori tutto. E così scopri cose nuove, partecipi, anche per un solo secondo, alla vita di qualcuno che un istante prima non conoscevi, gli strappi un sorriso, una smorfia di disgusto, un'espressione interdetta o (e questo magari succede anche spesso) semplicemente lo annoi. Certo, tutto questo lo puoi fare anche senza connetterti o roba simile, e infatti ogni tanto ci provo, ma ho notato che dal vivo c'è molta più diffidenza, quindi continuo su entrambe le strade, anche se ultimamente non sono più prolifico come mi capitava di essere tempo fa, e non posso nemmeno dire di avere il blocco dello scrittore, al massimo potrei avere il blocco del cazzaro, o magari un blocco intestinale, ma niente di più. Sono cose che segnano queste, quindi non dico di avere un blocco, dico solo che, da quando hanno iniziato a dire che i neutrini vanno più veloci della luce, mi si sono dilatati i tempi.

Ah, per inciso, sto imparando a essere ambiguo, perché devo raggiungere la fama grazie alla mia ambiguità, anzi, devo farmi raggiungere dalla fama grazie alla mia ambiguità, perché, come dicevo su twitter, sono pigro e preferisco far venire lei, piuttosto che andare io; comunque, sto cercando di diventare ambiguo, solo che, da quello che ho capito, se su twitter non ti arrivano almeno una decina di proposte oscene (e una più oscena dell'altra) non sei nessuno, quindi attendo e in tanto cerco di crescere in ambiguità.
Qualche suggerimento?
Se ne avete potete, scriverli qua oppure là.

giovedì 2 febbraio 2012

ma chi mi credo di essere

Oggi vi dico una cosa veloce, ma pregna di significato.
Dovete sapere che ultimamente ho scoperto alcune cose di me, ora credo di essere:
  • uno troppo infantile per la propria età;
  • uno troppo maturo per la propria età;
  • uno che non scrive o legge da un po';
  • uno che parla veramente tanto (e l'ho preso da mia nonna);
  • uno che non parla quasi per niente (e l'ho preso sempre da mia nonna, ma l'altra);
  • uno che ormai è diventato di bocca buona e si fa piacere ogni film che va a vedere al cinema;
  • uno che i prossimi film che vuole vedere al cinema sono: Hugo Cabret, I Muppet, Hysteria, Albert Noobs e Un giorno questo dolore ti sarà utile;
  • uno che già sa che alcuni di quei film potrebbero non piacergli, ma sa anche che troverà qualcosa che li salverà in extremis;
  • uno che "cacchio, oggi non ho concluso niente!", proprio come ieri;
  • uno che fa finta di no, ma la mediocrità la nota, avoja se la nota;
  • uno che vuole fondare l'Associazione Nazionale Onicofagi (ANO), si accettanno preiscrizioni;
  • uno che metterà qui sotto un'immagine a caso (ma non troppo) presa da qui.
Insomma, la cosa sconvolgente che ho capito è che sono uno, non due o tre, ma uno.

Wow!

PS: chi ha capito i link che ho messo su uno, due e tre (ammetto che questo è un po' forzato)?