lunedì 16 gennaio 2012

a long time work in progress

Avete sicuramente saputo che ieri sono stati finalmente resi pubblici i nomi dei cantanti dell'edizione 2012 del Festival della Canzone Italiana di Sanremo*, fino a ieri li aspettavamo tutti con enorme ansia, c'era uno strano fermento nell'aria e in ogni dove ci si chiedeva chi sarebbero stati quest'anno i partecipanti e per quale motivo ancora esiste Sanremo, poi la clamorosa svolta che tutti sappiamo.
Poiché mi sembra pleonastico stare qui a dipanare l'intera lista dei partecipanti**, ho deciso di raccontarvi cosa c'è dietro a questa magnifica manifestazione canora che unisce l'Italia in un tripudio di note stonate e testi smielati buona musica.

Forse non tutti sanno che il caro vecchio Gianni cerca di organizzare questo Sanremo (che sarà il Sanremo definitivo, vista l'imminente solita fine del mondo) ormai da millenni; qui sotto potrete ammirare questo filmato amatoriale, girato non più tardi di 24 ore orsono, che ci permette di comprendere parte degli sforzi direttamente profusi dal cantante con le mani un po' troppo grandi per quel corpo, affinché tutto vada come deve andare, quindi a rotoli:


E questo è solo l'ultima impresa di una minuziosa e paziente macchina organizzativa partita dall'Egitto di svariati millenni orsono.

Diamo ora il via alla dimostrazione di quest'ultima affermazione, partendo dalla seguente immagine:

Bozzetto del palco di Sanremo sulle mura della Tomba KV6, Valle dei Re, Egitto.
Qui sopra avete potuto vedere quello che moltissimi studiosi hanno sempre identificato con il dio Khepri (lo scarabeo sacro), che ogni giorno spinge Ra (il sole) fuori dall'oltretomba, permettendo così la sua rinascita e la venuta di una nuova alba; bene, la loro interpretazione è completamente errata, infatti, questo dipinto non è nient'altro che uno dei primi bozzetti del palco dell'Ariston, possiamo vedere:
  • lo scarabeo sacro che rappresenta Morandi, chiaramente riconoscibile grazie ai quattro arti superiori, che stanno a rappresentare le sue grandi mani, e alla pallina di sterco che sovrasta il cantante/stercorario, atta a ricordarci la passione coprofaga di colui che, solo, poteva cambiare il mondo un tempo, andava a 100 all'ora in un centro abitato, ma non gli hanno tolto la patente;
  • le due spilungone cornute che circondano il bel Gianni sono evidentemente Ivana Mrazova (a destra) e Tamara Ecclestone (a sinistra);
  • sullo sfondo, rinchiusi in un rosso golfo mistico, un crisoeburneo*** direttore d'orchestra (che non è Vessicchio) e, sullo sfondo, Benu, assimilabile alla nostra fenice (chiaro richiamo al Teatro La Fenice), a rappresentare il coro e l'intera orchestra del festival di Sanremo.
I lavori sono in corso da millenni e, come sempre accade, ci sono stati momenti difficili e dure contestazioni; contestazioni di cui possiamo trovare traccia nella kafkiana metamorfosi di Gregor Samsa (che è chiaramente uno pseudonimo di Gianni Morandi) in un insetto gigante assimilabile al ben noto scarabeo sacro (coprofago):
[...] correre avanti e indietro, da aver quasi dimenticato che poteva cercar scampo sulle pareti (sebbene fossero ingombre di mobili riccamente intagliati, pieni di punte e di spigoli), quando una cosa leggermente lanciata gli cadde vicino e ruzzolò via: era una mela. Subito ne arrivò una seconda; Gregor, atterrito, si fermò: non gli serviva a nulla correre, il babbo aveva deciso di bombardarlo. Si era riempito le tasche di mele, prendendole dalla coppa che stava sulla credenza, e gliele scagliava ad una ad una, senza mirare preciso, almeno per ora. Le mele, piccole e rosse, rotolavano sul pavimento, come cariche d'elettricità, cozzando tra loro. Una, gettata con poca forza, gli sfiorò la schiena senza fargli male; ma un'altra, seguendola immediatamente, gli si conficcò nel dorso.
La contestazione delle mele mise a dura prova la corazza del bel Gianni Stercorario, ma non riuscì a fiaccare l'indomito spirito italico, lo quale ebbe lo sopravvento su tutto; li dolorosi pomi portarono alla magnifica et dolorosa et necessaria scelta di riesumare i Matia Bazar, perché senza Matia Bazar che Sanremo è?

Ai postumi l'ardua sentenza.

*che poi quel "di Sanremo" potrebbe trarre in confusione facendo intendere che la canzone italiana, e non il festival, è di Sanremo.
**prego notare l'uso parole desuete ad cazzum.
***esisterà?

12 commenti:

  1. L'ipotesi dell'origine egizia del Festival mi pare più che condivisibile. Del resto non è certo un caso se la pianta-simbolo di Sanremo è proprio la palma: i primi esemplari furono trasportati fino al ponente ligure direttamente dalle sponde del Nilo. Ad effettuare il trasporto fu uno squadrone di stercorari, antenati di Gianni.

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    1. è inquietante come tutto il discorso fili perfettamente. Una teoria del genere non potrebbe essere smentita neanche da Raz Degan in persona.

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  2. Behhh non sarai uno studente uni da additare a modello per i miei figli (sic) ma sei un ottimo recensore di quadri. Vuoi fare concorrenza al buon Davide??? Nuuuuuuuuuu lascia al biondino l'arduo compito.

    PS-------> non mi piace l'innovazione che hai introdotto; ho difficoltà visive e i commenti sembrano letteralmente schiacciati in uno spazio angusto. Sorry eehhhhh

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    1. ma l'innovazione non l'ho introdotta io, è stato blogger che ha fatto tutto da solo.

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    2. ciò significa che mi devo prendere na lente di ingrandimento.......
      Innovazioni del cazzo ggggggrrrrrrrrrrrr

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    3. carina però l'innovazione.
      Appare subito la risposta. Approvo seppur a malincuore.

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  3. Le parole ad cazzum conferiscono dignità al trattato. Spero, o magnifico docente, che vorai approfondire il tema delle riesumazioni sanremesi, fenomeno che mi ha sempre affascinato molto.

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    1. sono tentato di tentare, ma non so se sono all'altezza di tale compito.

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  4. concordo con gae: solo tu potresti, degnamente, fare un post sulle mitiche figure sanremesi. però, sii gentile, non sfottere mio zio, che c'è stato tipo nell'83 XD)

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    1. quindi prima dovrò scoprire chi è questo zio. Vado a indagare.

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