lunedì 31 dicembre 2012

un'altra cosa inutile

E insomma, quale modo migliore per finire l'anno se non scrivere una guida inutile? Non lo so, non credo ne esista uno, quindi... quindi.

La lettura di questo post è riservata esclusivamente alle celebrità dimenticate.
Se non ritenete di appartenere alla categoria soprammenzionata saltate a piedi pari il post*, perché:
  • siete una celebrità dimenticata, ma non volete accettarlo (o non ve ne siete ancora accorti), quindi questo posto non fa ancora per voi;
  • non siete una celebrità, non lo siete mai stati e, se per caso doveste diventarlo, prima di leggere questo post, dovrete cadere nel dimenticatoio, sopravvivere alla caduta, ricordarvi della sua esistenza e decidere se venirlo a leggere o meno; il che risulta troppo complicato.
Se state leggendo queste parole, vuol dire che siete consapevoli della vostra disastrosa situazione attuale e, allo stesso tempo, avete ancora la presenza di spirito sufficiente ad ammettere di essere ormai persone veramente dimenticate: VDP (Very Dimenticated People).
Accettando la vostra decadenza, voi, siete trai pochi eletti che hanno compiuto il primo passo necessario a risalire la china della dimenticanza; ma come scrollarsi di dosso tutti quegli anni di anonimato che hanno soppiantato una vita passata a sfuggire lo sguardo indiscreto del pubblico? Come far tornare su di voi quegli occhi ormai indirizzati da tutt'altra parte? Come attirare l'attenzione di un pubblico sempre più esigente, tanto che, da quando è incinta veramente, non parla più solo ed esclusivamente di Belen?

Allo stato attuale possiamo dire, suffragati da numerosi studi scientifici, che i metodi più efficaci per ritrovare l'ormai perduta notorietà sono sostanzialmente i tre che andremo ora ad analizzare.

IL METODO CLAUDIA KOLL (noto anche come Metodo Paolo Brosio)
Mi sento di poter consigliare caldamente questa strada a tutti quei VDP che, nel loro periodo di notorietà:
  • sono venuti a contatto con uno scandalo a sfondo sessuale;
  • hanno fatto film, video o foto a luci più o meno rosse (in realtà non importa quanto);
  • sono entrati in un vortice di sesso, droga e basta;
  • in passato hanno utilizzato il Metodo Carmen Di Pietro**.
Il primo passo per l'attuazione di questo metodo consiste nella cura della propria immagine. Molto importante a questo proposito è smettere di lavarsi i denti, cosa che, in un breve arco di tempo, conferirà al vostro sorriso quel certo non so che di... giallino; fatto questo il resto vien da sé: basterà abbigliarvi intonando i vostri capi al giallore appena ottenuto, riuscendo sicuramente ad acquisire quel look che nel mondo dell'alta moda è detto "da suora laica".

A questo punto arriva il lavoro difficile. Tanto per cominciare stampatevi bene in mente la seguente frase che dovrete pronunciare lasciando trasparire una sensazione di lieve rimpianto, rimorso, pace e un pizzico di fanatismo:
Era un periodo difficile della mia vita, un giorno, mentre, fumando massicce dosi di crack, partecipavo a un'orgia organizzata in mezzo alla strada, vidi una chiesa e sentii una voce che mi chiamava, mi spingeva a entrare, la seguii e fu allora che la mia vita cambiò.
Imparata la frase siete giù a metà del vostro percorso, ora vi manca solo qualche viaggio a Međugorje (dove, è necessario ricordarlo, la Madonna appare su appuntamento) o, se volete spendere meno, a Pompei (solo che qui con le apparizioni vi dice un po' male) e vedrete che in un attimo raccoglierete i frutti del vostro impegno.

Chi ha seguito questo metodo prima di voi ha ottenuto la conduzione di una serie di trasmissioni a sfondo mariano su un canale televisivo nazionale, la pubblicazione di libri, interviste su interviste e perfino ruoli di rilievo in ambienti accademici.

IL METODO BELEN
Ecco, ora penserete tutti che si tratti di andare con Corona, farsi fotografare la farfalla e rubare i ballerini di Emma Marrone; ebbene no, cari saputelli, non è così che funziona: il metodo Belen consiste nel riprodursi, oppure nel non farlo.

So cosa sta frullando nella testa di molti/e VDP in questo momento:
"Ma come?! Io non mi riproduco da secoli e tu mi vieni a dire che anche una persona nella mia condizione può attirare l'attenzione di chi ignora totalmente chi io sia?"
Vi sembrerà strano, ma è proprio così che funziona.

Si sa che quella di una gravidanza è, sin dall'alba dei tempi, una notizia importante (come dimostra la copertina del numero di settembre di Novella24000a.C., che potete ammirare qui di fianco); proprio per questo i Laboratoires Belen hanno scelto di studiare un metodo per espandere il potere mediatico di una gravidanza ben oltre i nove mesi canonici.
La letteratura in merito è sempre stata fiorente (basti citare, come esempio, i noti casi di Randi Ingerman, Beyoncé o di tutte le puerpere over 40), per questo il lavoro di selezione e studio dei diversi casi è risultato assai ostico, tanto che, in un momento di massimo scoramento, il progetto stava per essere accantonato, ma, si sa, è proprio nei momenti difficili che arrivano le idee migliori; in questo caso la parola chiave fu "semplificazione". Si ripartì dalla richiesta principale: come far durare tanto una gravidanza? La risposta fu immediata: facendo sospettare di essere incinta, anzi, di "nascondere un dolce segreto" (cit.); sospetti che, successivamente, dovranno essere smentiti, fornendo altri momenti di notorietà, e instaurando una fonte inesauribile di fama.

E se per caso voglio arrestare per un po' questo circolo famoso? Basta fare veramente un figlio, in modo da avere un'arma capace di far parlare di sé solo nei momenti desiderati (e questo è quello che accade proprio ora in casa Belen).***

IL METODO MARÒ (dove marò non è l'abbreviazione di Maronna)
Questo è il più semplice, quindi potete usarlo anche se non avete voglia di faticare.
Maria Giovanna Maglie in una foto d'archivio
Prima di tutto partite per un Paese straniero, tipo l'India, per esempio; cercate un luogo in cui non si capisce bene a chi spetti giudicare i vostri misfatti e sparate a due pescatori (attenzione, sottolineo che dovete ferirli a morte).
Avete seguito questi semplici passaggi? Bene, ora siete famosi in patria, non passerà molto tempo che Maria Giovanna Maglie e alcuni stimatissimi politici italiani, si batteranno in favore della vostra causa mediatica, fornendovi visibilità a costo zero, totalmente ecosostenibile e rinnovabile, perché l'ambiente conta eh! Ma è col birillo che si fa strada! (semicit.)

E così si conclude la nostra guida per VDP; sperando che possiate farne buon uso e che questo 2013 vi porti tutta la fama che avete perso, vi saluto.
Ciao.

*questo suggerimento è da ritenersi valido a meno che voi non siate Loredana Lecciso, Andrea Roncato, Federica Moro, Natalia Estrada, Alessandro Greco, Simona Tagli o un partecipante qualsiasi di un'edizione a caso de La Talpa o La Fattoria. Le persone citate in questa lista devono considerarsi a tutti gli effetti caduti nel dimenticatoio.
**che consiste nel rifarsi le tette e, a un certo punto, andare in giro a dire che una o entrambe siano scoppiate. Il metodo venne in seguito migliorato da Francesca Cipriani, che dimostrò la possibilità di farsi le tette, farle esplodere durante la partecipazione a un reality, diventare valletta in un gioco televisivo condotto da Enrico Papi e tornare nell'anonimato in poco più di una stagione televisiva.
***nell'ultimo periodo alcuni studi internazionali stanno realizzando alcuni esperimenti che, in un futuro prossimo, potrebbero apportare cambiamenti più o meno significativi al metodo Belen.

giovedì 25 ottobre 2012

un post di denuncia sociale

Ci sono momenti in cui le proprie parole non bastano a descrivere lo sdegno, la frustrazione e la delusione per quello che accade.
Questo è uno di quei momenti.
Oggi l'unico modo che ho per esprimere il mio pensiero è utilizzare parole non mie:
Allora Maria, intanto non credo a una parola, intanto questa ragazza non è giusto che passi da poco di buono, d d... di quell... diciamo da quella che va a adescare i tronisti in giro, perché uno è padrone e libera anche di farlo: è una ragazza giovane, è libera e può comunque... ehhh... tentare di sedurre chiunque.
È LLLUI che dua tutilare il suo rapporto.
È LLLUI che era fidanzato con Teresanna.
È LLLUI che doa fare in modo che llei non arrivasse in camera.
E e il suo racconto fa acqua da tutte le parti: quando lui led descrive lei dicendo:
"Beh, ma in fondo tu sei qua perché ti vuoi far... ehm... diciamo vuoi venire a Uomini e Donne."
Beh, Maria, nonè difficile venire a Uomini e Donne, perché basta una telefonata, uno dice sai, vorei... 'n sooooo... corteggiare Diego, e c'arrivi a Uomini e Donne! Non è che co'la... co'la sua presenza chissà poi che cosa è accaduto! Allora, cara Maria, io aaa ehm Francesco non gli ho creduto la scorsa volta e non gli crederò mai, perché la ragazza ha detto dei dettagli della camera da letto, ha detto:
"Letto a baldacchino e qual..."
adesso non mi ricordo bene cosa aaaltro ha detto, che soltanto una persona che è entrata lì, e quando lui dice:
"Il manager ha dormito con me."
non è vero, perché il manager alloggiava alla camera a fianco e lei ha risposto al telefono, perché ha risposto al telefono? Perché il ghghgh telefono era appoggiato sul comodino! Quando lui poi replica a ciò e dice:
"Beh, no, effetiamente lei ha sentito che io ho risposto."
sì, sentire è una cosa, rispondere è un'altra, perché s'io mi trovo col mio cellulare qua fuori, perché deve rispondere Gianni? Ci sono io, efefe rispondo io, è il mio telefono, quindi questa versione di lui è falsa, è finta, io lui non ci credo, perché lei è salita in camera, per la seconda volta lei poi dice che lui l'ha pregata di aspettarlo, quando lui era al telefono non so cosa stava facendo.
Maria, la parte di quello che è stato "vittima" di questa "fan scatenata" non gli si addice.
Qui chiudo.
Tina Cipollari

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sabato 20 ottobre 2012

cuccumella

A volte succedono cose che ti segnano, che ti fanno male. Cose che preferiresti tenerti dentro, che non vorresti far sapere a chicchessia. Cose di cui ti vergogni, che devono rimanere segrete e nascoste.
Bene, oggi ho deciso di smettere di nascondermi, perché non voglio più aver paura, non voglio vivere con l'ossessione che qualcuno sappia che... hoascoltatounprogrammaradiofonicocondottodaRudyZerbi (e da una tizia non meglio identificata).

Non mi sembra vero, ma l'ho ammesso.
Non era poi così terribile.
Ora mi sembra quasi di essere più leggero.

Mi sento così leggero che voglio raccontarvi con precisione cosa ho udito, ma prima, per permettere una più completa comprensione anche ai meno colti, vi beccate un breve riassunto della biografia di Rudy Zerbi.
Rodolfo Zerbi, meglio noto* come Rudy Zerbi, è il frutto del fortunoso incontro tra uno spermatozoo vagante di Davide Mengacci (ma R. questo non lo saprà fino a una certa età, credo) e l'ovulo di una donna. La sua carriera nel mondo dello spettacolo prevede le seguenti tappe: disc jockey, talent scout, insegnante di canto della scuola di Amici, giurato a Italia's Got Talent, presentatore radiofonico.
È pelato, ma se avesse i capelli li avrebbe rossi.
Un curriculum di tutto rispetto insomma!

Ebbene, accadde mentre guidavo che tale tizio, dai capelli potenzialmente scarlatti, si palesò alla radio, lo riconobbi immediatamente e pensai subito di cambiare frequenza, per questo lo feci; un destino infame volle che la stazione memorizzata subito dopo radio Deejay fosse tale Radio Radicale, stazione che in quel momento non trasmetteva il solito dibattito parlamentare a caso, cosa che avrei certamente preferito** al succitato wannabe redhead e alla squinzia al di lui fianco, ma un qualcosa che non ricordo nemmeno; la mestizia si impadronì di me e, con la coda tra le gambe, abbattuto dalla mia proverbiale pigrizia, ritornai sui miei passi pensando:
"Anche se presenta Rudy Zerbi, non potrà essere poi così male."
Mai pensiero fu più sbagliato.
Fu così che tra frasi di una banalità inenarrabile, pronunciate una dietro l'altra, battute che nemmeno "un uomo entra in un caffè. Splash!" è tanto vecchia e un mirabolante susseguirsi di scambi di finte frecciatine per nulla divertenti tra il "misogino" Rodolfo e la "vivogliobenetutti" Tizia, si scopre che il tema della puntata era la nuova edizione del dizionario Zingarelli.***
Essenzialmente il tema*** è stato trattato in questo modo: i due conduttori hanno letto a ripetizione questa notizia, tralasciando la parte riguardante il DVD e quello che segue. Questo cosa significa? Che l'ultima parola letta (all'incirca per sedicimillanta volte) è stata "cuccumella"; ora, poiché durante la diretta né Rudy né Cosa hanno dato la dfinizione di "cuccumella", e siccome io non sono un tipo che non vuole informare il proprio pubblico (cosa che fanno quei due lì), io, vi faccio notare la presenza di questa parola in due voci tratte da wikipedia: questa e quest'altra; e vi fornisco la definizione attribuibile al termine "cuccumella", con il significato che le era solitamente attribuito da mia nonna (e da molte altre persone da queste parti:
cuccumella [cuc-cu-mèl-la] (o cuccumetta) s.f., pop., region. (pl. -le)
generico recipiente da cucina assimilabile, secondo la situazione, a una pentola, un tegame o simili.
E con questa definizione chiudo il mio post, non senza prima aver ribadito la mia posizione in aperta polemica con Rudy Zerbi e la sua cultura del pressappochismo; dichiarando nuovamente che io sto dalla parte della divulgazione scientifica, quindi di gente del calibro di Piero e Alberto Angela, Licia Colò, Dora l'esploratrice e suo cugino Diego, Roberto Giacobbo, Raz Degan e Paola Barale, Melissa P. e, ultimo ma non ultimo, il tizio della pubblicità della simmenthal.
Perché un Paese senza cultura è un pel di carota senza capelli.
R. Pavone
*la uso, perché è una frase fatta, ma in cuor mio ritengo abbastanza azzardata l'idea di accostare le parole "Rudy Zerbi" e "noto", a meno che non ci sia un "tristemente" di mezzo.
**ebbene sì, ultimamente ho scoperto che mi piace sentire quanto e quanto male possano parlare Deputati e Senatori.
***Sottolineo l'importante innovazione introdotta da questo argomento mai trattato precedentemente.

lunedì 10 settembre 2012

cinquanta sfumature di boh

Una donna chinata su un letto con le spalle rivolte al pubblico.
Alcmena.
...
Alcmena!
...
Alcmenaaaaa!!!
...
Alcme', e che stamo a fà, 'r gioco der silenzio!?
...
Seh, vabbe', bonanotte! Tanto lo so che quando se tratta de rifà 'r letto, intajato da quel disgraziato de mi' marito dentro ar tronco de quer cavolo d'ulivo (ché lui ce tiene tanto a precisalla 'sta cosa, perché mica lo sa che 'sta corteccia me porta dentro casa più porvere e animali de quanti ce ne stanno in tutta Itaca, ma tanto chi pulisce so' io, a lui che je frega!), nun se fa mai vivo nisuno.

Che poi, scusate sa', ma nun me sò manco presentata e sto a fà 'a figura dâ peracottara.
La donna si volta.
Piascere, Penelope.
Sì, ce lo so che m'avevate già sgamato; oh, modestamente, c'ho 'na certa fama: "figlia di Icario e di Policaste (o di Peribea), moglie di Ulisse, madre di Telemaco, Poliporte e Arcesilao. Discendeva da parte di padre dal grande eroe Perseo (Icario era suo nipote) ed era cugina di Elena." e lo dice Wikipedia, mica l'urtima enciclopedia spuzzonita; e mo nun iniziate a dimme che Wikipedia non è affidabbile solo perché nisuno c'ha avuto er coraggio de fà 'na voce cor nome vostro, no, nun v'azzardate, perché tanto ce lo so che è soltanto che invidia. Che poi... Vabbè, v'o dico, ma solo perché sete voi: tutta qu'a storia de Icaro, de nun se sa bene chi è mi' madre... 'mbè, m'a sò 'nventata!

Io nasco a Roma, appena fori del raccordo, subbito dopo l'uscita che poi si la pij vai a finì a Tor Bella Monaca, tra la casa d'a pora Rosina 'a zozzona, che Zeus l'abbia in gloria, e quella del sor Caloggero, il lattaro... Eddai che avete capito, nun fate finta de gnente, quello che veniva da Palermo, che ha lasciato in Siciglia moje e tre pupi e che qui se la fa co' quella zinnona de' Mara la fîa della sora Maria, quella che c'ha il banco der pesce il marteddì al mercato, che dice che è fresco, ma si t'avvicini t'ariveno certe vampate de ammoniaca che levete... Vabbè, lasciamo perde.

Discevo che io nasco lì, mi' madre se chiama Inise, mi' padre nu' lo so, perché quell'anima pia de mamma, proprio come aveva fatto la pora nonna Orga a suo tempo, s'era invaghita de 'no Spagnolo, dice, e com'è, come non è, s'è ritrovata che daje e daje è rimasta incinta e lui è sparito; da questo capite pure come mai sia io che mamma c'avemo du' nomi che fanno tanto flamenco... o tango? Vabbè, uno de quei così lì do' sbattono i piedi per tera.

Mi' padre invece, vabbè, quello che mamma j'ha detto che era mi' padre, se chiamava Bruno e faceva il robivecchi; un giorno, mentre cercava quarcosa de vecchio da raccoje su pe' la spiaggia de Ostia, nun te trova Ulisse tutto 'mbriaco e mezzo fatto che momenti s'affogava a riva? E allora che fai? Nun je la dai una mano? Pare brutto, lo devi aiutà. Decide de portallo a casa nostra e je famo crede che la panza che c'avevo già da quarche mese nun era colpa de quello Spagnolo de cinecittà che fa i biscotti e parla co' le galline, ma sua... E questa deve rimané tra noi eh, che ve possino cecavve si lo dite a quarche d'uno! Ma poi a chi lo volete di'? Tanto già ce lo so che tra un par d'ore me rendo conto che sto a parlà da sola e che ve vedo solo perché pure oggi ho esaggerato co' lo xanax; che Era, Artemide, Atena e quella zozza de Afrodite benedicheno chi se l'è 'nventato!

Come? Me chiedete perché vado avanti a xanax? Signora mia, certo che lei nun sa proprio gniente eh! Cominciamo dall'inizio allora.
Eravamo in quel periodo dell'anno che a Ulisse je pia quella smania strana de annà co' le zozze, ma siccome se vergogna de dimmelo me se inventa sempre la solita scusa, fa la faccia seria e me dice:
- È scoppiata la guerra contro Troia ed è mio dovere combattere, mia amata Penelope.
A quel punto io, come al solito, je risponno ar culmine d'a disperazione:
- E io che te devo da fà? Si voi partì, parti.
E lui parte sempre, se fa il solito puttantur e dopo una mesata o due torna. Pure stavorta era annata così, ma dopo 'na decina d'anni che era partito, mentre che guardavo la puntata 3447268 de καλός, non me fanno un'edizione straordinaria del TGπέντε do' dicheno che stavolta la guera de Troia era vera, che avevamo vinto e che mi marito s'era 'nventato una cosa strana co' un cavallo che aveva fregato tutti? E io che me pensavo che j'avevano dato una tortorata pe' qualche fratta della Salaria! Insomma stavolta la guera era vera, era finita, staveno già tutti sulla strada de casa e io dentro al frigo nun c'avevo gniente.

Alcmena s'era azzoppata (ché era cascata sopra una buca dell'asfalto che stamo ancora in causa col comune, ma secondo me nun vedemo 'na lira), l'altre serve so' una più rincojonita de n'artra e a me de annà a fà 'a spesa nun m'annava pe' gniente; e allora ho tirato fori il vestito zebrato de microfibbra, me sò truccata come m'ha 'mparato Clio Meicapp e me sò messa a aspettallo pe' annà a cena fori e festeggià 'sta vittoria... ma avoja a te a' aspettà!

Calcoli, signora mia, che pe' ritornà da Troia, che se piî la tangenziale ce metti mezz'ora, lui c'ha messo diec'anni, e nun dico mica un nummero a caso: dieci prescisi prescisi! Me lo ricordo, perché quanno che ho sentito che era finita la guerra al TGπέντε, a καλός succedeva che Io e Zeus s'erano appena rimessi insieme, poi Callisto ha ammazzato Xena, Era voleva ammazzà Eracle, ma c'ha ripensato un par de vorte, perché ner frattempo Xena era resuscitata, Io e Callisto hanno deciso de fà un par de sforbiciate e quindi se so' messe 'nsieme, allora Zeus c'ha provato co' Xena, che però era tornata cattiva, quindi nemica de Eracle che, pure si era sempre la prova che Zeus aveva messo le corna a Era, a 'sto punto, stava dalla stessa parte della vecchia, ner frattempo hanno pure fatto tornà Sallispecchetra dalla vacanza intorno al monno... 'nsomma, tutte 'ste cose me le ricordo e sò sicura che sò diesc'anni.

Disceeee:
"E tu che hai fatto mentre che l'aspettavi?"
E che ho fatto? Gnente de che... le solite cose... annavo in giro pei centri commerciali a fà scioppinghe; spicciavo casa, perché si quello tornava all'improvviso e la trovava zozza capace pure che me piava a tortorate; invitavo qualche nobbile de qua 'ntorno, tanto pe' chiacchiera' co' quarcuno... certo, a' avello saputo che poi me se fermaveno tutti a vive qui, non li chiamavo pe' gnente, ma 'na vorta che ce stanno che fai? Li cacci? Nun poi, l'ospite è sacro!

E insomma, daje e daje, aspetta un giorno, aspetta un mese, aspetta un anno, questi me se sò messi a dì che Ulisse nun tornava più e che dovevo risposamme co' uno de loro... aprete cielo, me piasse un corpo si nun stavo tanto bene da sola! E allora pe' convinceli me sò dovuta pure mette a fà la scenata de quella dispiaciuta, de' quella che stava in lutto; un po' l'ho trattenuti, ma poi hanno ricominciato co' la storia che 'na reggina nun poteva stà da sola, che je ce serve un marito e allora me sò dovuta 'nventa' quella fregnaccia della tela, che nun ve ricconto che tanto ce la sapete tutti; nun potete capì quanto me ce rodeva a stà tutto 'l giorno a commatte a cucì e tutta la notte a ricommatte a scucì!

Che poi io, da regazza, avevo pure fatto un corso de tajo e cucito, ma ero così 'mpedita che me sbucavo tutte le mano e nun concludevo gniente, se pensate che alla fine dell'anno ero riuscita a cucì solo un fazzoletto, allora potete capì quanto me ce rodeva 'r... mhmmm... boccaccia mia statte zitta che ho fatto un fioretto a Poseidone e nun posso dì qulla parola che comincia co' la C. Volete sapé che j'avevo chiesto? Eh, nun se dice, che poi sinnò nun se avvera.

Ozzeus, ma guarda 'n po' che ora se so fatte, certo che lei signo' nun s'azzitta 'n attimo. Me faccia annà che devo fà da pranzo pe' quel vecchio rincojonito e pe' quell'altri tre che m'hanno fatto riempì de smajature... quant'ero bella da giovane, guardi qua, m'hanno rovinato! Li lascerebbe a diggiuno, li lascerebbe... ma lo sa no, core de mamma, come se fa a falli morì de fame.
Vado va che devo fà i sullpì e Alcmena sò cent'anni che ce provo a 'mparajeli, ma c'ha na capoccia che faccio prima a fà da sola.

Arivederci signo', alla prossima, un bascio ai pupi!

venerdì 31 agosto 2012

ho visto il cielo sul GRA

Succede che ti ritrovi ad osservare le stelle salentine o il sole che si spegne a contatto con le acque dell'Egeo, e vedi il cielo, un cielo dai colori insoliti, vicino al mare, visto dal tetto di una casa non tua; è lo stesso cielo di sempre, eppure diverso, come se lo guardassi per la prima volta.


Poi succede che torni a casa, sali in macchina e prendi il solito GRA, ti dirigi verso sud e ti trovi di fronte qualcosa che non ti aspettavi: il cielo. Anche lì c'è il cielo, un cielo diverso, dai colori tenui, mitigati dallo strato di smog e umidità, che passa da un celeste velato a un rosa appena distinguibile dal bianco, striato da due lunghe nubi grigiastre e appuntite che accompagnano una luna quasi trasparente, e guardando tutto questo, per la prima volta dopo tanto tempo, ti meravigli.

Arriva la tua uscita, metti la freccia, noti l'insostenibile limite di 40 km/h sulle rampe, guardi un po' più in là e vedi cinque raggi di luce arancione che si allungano da una nuvola scura dal contorno frastagliato e luminoso, una luce che ti sorprende e, nuovamente, ti meravigli del fatto che il cielo possa esistere anche a casa tua, in mezzo allo smog del raccordo, dove di solito vedi solo la fretta.

E... non so, mi ha fatto uno strano effetto, perché era tanto che non mi rendevo conto di cose banali come questa.
Tutto qui.

domenica 22 luglio 2012

inesauribile Mutismo

Da che mondo è mondo, c'è sempre stato qualcuno che ha cercato un modo per diventare immortale; personalmente al momento non ci penso molto, ma magari qualcuno di voi vuole provare, quindi ho deciso di facilitarvi il compito facendo un rapido elenco dei metodi noti per riuscire in tale impresa:
  1. Trovare la Fonte della giovinezza; vi do un aiutino e vi dico che, secondo gli studi più recenti pare trovarsi in Florida... o in Etiopia... o nel centro della Cina... insomma in un posto a caso.
  2. Deridere e riuscire a farsi maledire da Gesù mentre porta la croce; ok, lo ammetto, per riuscirci dovreste prima inventare una macchina del tempo, ma non avevo mica detto che era facile diventare immortali.
  3. Mangiare carne di sirena (ma solo se venite dal Giappone).
  4. Far innamorare Eos. Ah, Titone mi suggerisce di ricordarle di chiedere a Zeus l'eterna giovinezza, non la semplice l'immortalità, a meno che non vogliate diventare una cicala, ma questi sono gusti.
  5. Farsi reclutare da D'Hoffryn e diventare un demone della vendetta.
  6. Trovare o fabbricare la pietra filosofare dalla quale ricavare un elisir di lunga vita a caso; certo, se l'elisir di lunga vita lo sapete fare con le istruzioni di Benedetta Parodi va bene lo stesso... contenti voi...
  7. Trovare il Graal, che secondo Indiana Jones si trova nelle vicinanze di Alessandretta.
  8. Trovare un vampiro a caso da cui farsi mordere. Lo so, lo so, ultimamente girano solo vampiri alla Tuailaitt, e per farsi mordere da uno di quelli ce ne vuole di coraggio... ma quanto sono inutilmente emo quei cosi?
  9. Tramutarsi in silicone pensante, sulla scia dei recenti studi portati avanti dal CHER di Las Vegas; sappiate però che non garantisco sull'efficacia di questo metodo, in quanto ancora in fase di sviluppo.
Molti di voi adesso staranno sbuffando, perché sono tutti metodi che non assicurano niente e che prevedono troppa fatica, ricerche, conoscenze di esseri sovrannaturali vari e altre cose difficili insomma; effettivamente è vero, però non vi ho ancora parlato dell'ultimo metodo per raggiungere l'immortalità: il metodo Ornella Muti
Questo innovativo ma alquanto semplice metodo, si basa su approfonditi studi svolti presso un antico e misterioso tempio buddista dalla famigerata Francesca Romana Rivelli, meglio nota come Ornella Muti. La profonda conoscenza del saṃsāra ha portato la nostra eroina a formulare la teoria che si potesse in qualche modo indirizzare il karma di ciascun essere umano verso una meta precisa; imbrigliando le regole della vita, e appigliandosi ad alcuni cavilli burocratici, la Muti è così riuscita a trovare un modo attraverso il quale scegliere in quale essere vivente rinascere una volta giunta alla fine del proprio ciclo vitale ( ricordiamo che il suo è tutt'ora in atto, tanto che potremmo quasi definirla una nonmorta). Raggiunta questa consapevolezza all'età di circa 18 anni, la Rivelli decise di iniziare a impegnarsi nella realizzazione di un corpo che l'avrebbe potuta ospitare nella sua vita successiva utilizzando le proprio conoscenze nel campo della genetica, fu così che, il 10 ottobre 1974, all'età di 19 anni 5 mesi e 30 giorni, venne alla luce il primo clone umano della storia: Naike Rivelli.
Sembrava ormai tutto risolto, e la bella Ornella aveva finalmente ottenuto la possibilità di rimanere eternamente se stessa, superando indenne i cicli successivi di ogni fase della proprio vita.
Tutto filava per il meglio, ma Francesca Romana non riusciva a essere totalmente soddisfatta: quel clone, che ora allevava come sua figlia, non era come lei, non era la sua copia perfetta; Ornella voleva di più, voleva una fotocopia a colori di se stessa, non un semplice ibrido imbarazzante!
Fu così che si richiuse nuovamente in laboratorio, da dove uscì con quella che noi oggi conosciamo come OrnellaMutiβ2.0; fu a questo punto che si venne a creare il terzetto di cloni più rubizzo che l'umanità possa ricordare dai tempi di Rei Ayanami:


È evidente Francesca R. non abbia potuto raggiungere la perfezione neanche con questo secondo tentativo, ma l'assenza di un terzo clone di se stessa e la consapevolezza del fatto che una Ornella Muti è esattamente data da questa semplice operazione:
Ornella Muti = (Naike Rivelli + Carolina Rivelli) / 2
cioè, dall'esatta media trai due cloni precedentemente realizzati, ci fa capire che il terzo tentativo* ha dato origine all'ultimo e perfetto corpo che ospiterà le prossime incarnazione di Francesca Romana Rivelli, donandole a tutti gli effetti l'immortalità.
In sintesi, se volete vivere in eterno chiedete a Ornella Muti.
Voi forse non crederete a quello che ho appena scritto, ma, supposta la possibilità di vivere in eterno, questo è l'unico modo che avete per garantirvi una vita pressoché infinita.
Insomma, per dirla con le parole di un antenato dell'ex moglie di Tom Cruise:
"Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità."
*al momento della pubblicazione del post il terzo e definitivo clone di Ornella Muti non è stato ancora rivelato al mondo. Si suppone che siano state fabbricate almeno una ventina di copie dello stesso. Una fonte anonima ha rivelato che tali copie sono conservate presso il congelatore di casa Rivelli in attesa di essere utilizzate.

venerdì 13 luglio 2012

riciclaggio

Era una calda giornata estiva, una di quelle in cui non succede nulla di nuovo: i turisti si inzuppano nelle fontane; una ex velina/letterina/schedina/letteronza/niente a culo di fuori; un ex tronista/calciatore/niente tocca il culo di quella di prima; Belen inizia una relazione seria e stabile, che si stima durerà 6,43 giorni; Valeria Marini in perizoma; Limiti che riesuma cadaveri* e li porta in tv; Totti e Ilary stanno al mare a Sabaudia... insomma, se non fosse per la Fico incinta che fa il test del DNA per vedere se il padre è Balotelli, tutto tranquillo e niente di nuovo.

Ma proprio niente di nuovo?

Ammettiamolo, nessuno lo vuole dire, ma non è proprio così che vanno le cose, perché un nuovo inquietante virus sta colpendo l'Italia tutta. Dopo la mucca pazza, l'aviaria, Gemma del sud** e il digitale terrestre, un nuovo inquietante nemico è alle porte, e quando dico porte intendo proprio porte: la raccolta differenziata porta a porta (vi avevo avvisato che quando dicevo porte dicevo sul serio).

È inutile nascondersi dietro un dito (a meno che il dito non sia l'alluce di Giuliano Ferrara, ovviamente), fare la raccolta differenziata non è facile; per esempio, chi mi sa dire dove va la busta del pane? E le etichette di carta delle bottiglie di vetro vanno tolte? E le posate di plastica dove vanno? E le etichette di plastica delle bottiglie di plastica?
Milioni di scienziati in tutto il mondo cercano la risposta a queste domande, nel frattempo milioni di famiglie medie si affidano al più classico e sicuro dei metodi:
Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l'amore
con la figlia del dottore
il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò!
Il problema è apparentemente risolvibile, se non fosse che, come succede in ogni teoria del complotto che si rispetti, questa raccolta differenziata porta a porta è in realtà la copertura per qualcosa di losco, di molto losco.
Ingenuamente molti potrebbero pensare che una Nazione, con la N maiuscola, debba tenere in massimo conto il rispetto dell'ambiente e che la raccolta differenziata è un modo attivo di dimostrare tale rispetto; beh, niente di più sbagliato! Questa è un'abile montatura atta a nascondere i reali piani di chi vuole diffondere questo ignobile mezzo: gli stalker.

Ebbene sì, è proprio la lobby degli stalker a premere tanto in favore della raccolta differenziata porta a porta, perché? È presto detto: volete mettere quanto gli semplifica la vita avere la spazzatura separata famiglia per famiglia? Per non parlare del fatto di sapere quando vengono ritirate determinate cose.
Vi faccio un esempio: voglio sapere cosa mangia solitamente Asdrubala, so che il martedì il giovedì e il sabato ritirano l'umido; nottetempo mi apposto davanti casa di Asdrubala, apro il bel secchietto dell'umido e mi informo. A questo punto voglio sapere in quale periodo del mese Asdrubala ha le sue cose; ancora più facile! Passo il mercoledì e il venerdì, che raccolgono il secco, do una sbirciata al contenuto del secchio e il gioco è fatto.

Ovviamente da questo ragionamento, che non  fa una piega, deduco anche che Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker siano al soldo della lobby degli stalker, ma quali paladine dell'antistalkeraggio!? Perché non combattete contre la piaga della raccolta differenziata porta a porta allora? Ma fatemi il piacere, siete solo delle vendute anzichenò!

Voi ora mi direte
Certo, sono tutti bravi ad attaccare gli altri, ma perché non proponi una soluzione tu?
E qui vi volevo, perché la soluzione ce l'ho! Grazie alla collaborazione con la strabiliante guerriera che veste all'americana che vado ora a presentarvi, ho potuto redarguire/redarre/redigere le istruzioni sul comportamento da tenere per difendersi dagli stalker della monnezza.
Signore e signori, ecco a voi Wendy Windham!

Ora io vi dice!
Si no voli che il maniaci di monnezzi faccia il porcaccione con vostri monnezzi, prendeti tutta la polonio radioattivi di casa vostri e buttateli un pochini in ogni monnezzi, così, dopo un po' di volti che la maniaco maniaca, diventa verde fosforiscenti, tu lo riconosci al buio, prendi il tua pistola da vera texani e gli spari proprio sulla ginocchia, così la maniaco vede tutte stellini e non torna più a guardari dentro vostre monnezzi!

E ricordate: coi consigli della Wendy*** dai maniaco ti difendi!

*e qui possiamo dirlo: la Daniela ha negato al povero Mike questa possibilità, certe cose, mi dispiace, ma non vanno fatte.
**Gemma dove sei finita? Torna, ti prego, torna!
***ringraziamo Topo Gigio per la collaborazione scientifica.

mercoledì 6 giugno 2012

operazione Valeria

Guardate questa locandina:

Se per caso vi siete soffermati a notare la strana silhouette di quella bravissima attrice che è Valeria Marini, arrivando a pensare che stavolta abbiano esagerato con l fotoritocco (fatto male, per giunta), allora siete delle persone orribili, perché questa è in assoluto la prima occasione in cui il succitato mezzo illecito viene usato a favore della nostra biondissima eroina sardoromana.
Non ci credete? Guardate come erano le versioni originali delle locandine dei seguenti film, poi ne riparliamo.


Ora capite quante volte questi mezzucci le sono andati contro? In quante occasioni è stata derubata della meritata gloria? Quante volte è stata fatta passare per altre persone?
E questa è solo la punta di un iceberg che il Titanic se lo sogna.
Meditate gente, meditate
R. Arbore

venerdì 18 maggio 2012

cose che volano

Tempo, polline, schiaffi, aerei, farfalle, hostess, cocorite, buste di plastica, ciabatte, parole pesanti, la notte e... chi continua l'elenco?

sabato 12 maggio 2012

coverizza questo!

Ricordate tutti la mitica trilogia della Chiappetta, giusto?
Ok, non ve la ricordate, allora leggete qui.
Comunque, ultimamente il Chiappetta è tornato a far parlare di sé, scegliendo anche twitter* come mezzo di espressione, e ha:
  • enumerato i ragazzi di Amici con cui è andato a letto**;
  • diffuso sue foto mentre fa sesso con l'attuale fidanzato**;
  • registrato e diffuso video in cui mangia spaghetti nudo**;
  • registrato e diffuso video in cui si fa una doccia**.
Ammettiamolo, sapevamo tutti che il suo unico talento era sputtanare gente a casaccio, niente di nuovo sotto il sole, ma c'è una cosa che volevo dirvi su di lui, e cioè che l'ultima volta non vi avevo dato la possibilità di poter godere del suo nuovo successo discografico, che sarebbe il seguente:


E, proprio grazie a lui e al suo operato di innegabile valore artistico, ho sognato di vivere in un mondo fatto di buona musica, un mondo in cui ai primi posti delle classifiche non ci fossero i soliti ignoti freschi di talent (e appena passati sotto Valerio Pino), ma qualcosa di classe, qualcosa di valore, qualcosa tipo...


oppure tipo...

Non so, ogni tanto mi pare di avere degli standard onirici piuttosto bassi, sarà che sono nato negli anni '80 e di elevato c'erano solo i capelli laccati e le spalline, sarà che sono basso fuori e per adeguarmi divento basso anche dentro, ma a me piacerebbe proprio poter ascoltare queste due cover, quindi, se conoscete Battiato o Mina fategli ascoltare gli originali (che sono sempre questo e questo, ma immagino che ormai li conosciate bene), sono sicuro che non si faranno sfuggire un'occasione così ghiotta.

Ok, lo ammetto, questo post in realtà era solo per dire che sono tornato, ma che in questo momento sono partito, quindi risparirò per un po' (chissà per quanto, visto che quando torno torno, poi dovrei studiare, e riparto ancora un'altra volta); sappiate che proprio adesso, treno permettendo, dovrei quasi essere arrivato a Siena, dove stanzierò fino a mercoledì, o roba simile, non so che giorno sia oggi, quindi boh.

*che social network fortunello!
**perché?

venerdì 11 maggio 2012

io per il sociale

In questo periodo (più che altro nei giorni appena passati) sono quasi tornato a essere quasi uno studente quasi serio; questa mia svolta intimistica* mi ha fatto notare, ancor più del solito, alcune stranissime coincidenze che mi hanno portato a scoprire l'ennesimo complotto internazionale, stavolta il complotto è fatto di depressioni, religione, telefonia e vendite porta a porta.

Immaginate la seguente scena:
Siete stanchi, non vedete l'ora di rientrare a casa, sapete che tra poco comincia la vostra serie tv preferita, girate la chiave nella serratura, aprite la porta, vi mettete comodi, accendete la tv, sta per cominciare, inizia, eccola: la battuta fondamentale che chiarirà cosa è veramente successo nelle ultime 27 stagioni, non vedete l'ora di saperlo, siete tesissimi... magicamente, dal nulla, compare qualcuno che deve passare l'aspirapolvere proprio dove siete voi, impedendovi di fatto di capire quelle parole tanto a lungo agognate. L'irritazione è alle stelle, cercate una tv libera nei paraggi quando, con il tempismo che ha Alfonso Luigi Marra nello scegliere i testimonial dei suoi "libri", suona il campanello e ti trovi di fronte due tizi tristemente abbigliati che ti sbattono in faccia una rivista maldestramente rilegata dal titolo "La Torre di Guardia"; per mandarli via in fretta ti fai battezzare seduta stante assumendo il nome di Giangebedia, gli fai un assegno in bianco e gli reciti sett'otto salmi a casaccio (forse uno era una canzone di Jem e le Holograms, ma vabbè). In fretta e furia torni a guardare l'attesissima puntata, ma, proprio in quel momento, squilla il telefono di casa, la tentazione di frantumarlo addosso al muro è abbastanza forte, ma potrebbe essere importante, quindi ti rassegni:

- Pronto.
- Prònto sòno Enza, ha un minutò da dèdicarmi?
- Guardi, di Enza ne conosco una sola e non è lei, quindi credo proprio di non avere questo minuto da dedicarle.
- E còme mai mi rispònde in quèsto modo? Lasci che le illustri la nostra offerta di prègiatissimi vini e prodòtti alimèntari biòlogici...
- No, guardi, non mi interessa!
- ...dève sapère che la nostra è un'azienda leader nella pròduzione e vèndita di pròdotti di alta qualità...
-No, forse non ci siamo capiti, non sono interessato.
- ...contrassegnati dal marchio DOCG...
- No, niente marchi, non mi interessa!!!
- ...allòra facciamo che le mando tutto a casa? Quando prèfèrisce che arrivi il còrriere?
- No, ho detto di no. Ma cosa mi vuole mandare? Non voglio niente?
- Bène, dicendo "non voglio niente" lei ha dòppiamènte nègato, quindi ha assentito, io ho la règistrazione dèl nostro colloquio; pèr il corriere faccio io, non si preoccupi, grazie per la dispònibilità, è stato gèntilissimo; buona serata!
- No, un momento...
...TU-TU-TU-TU-TU...
- Ha attaccato. LEI ha attaccato in faccia a me...

Non avete capito nemmeno quanto dovrete pagare, ma almeno potete finalmente guardare la tv.

DRIIIIIIINNN

Come non detto, suonano di nuovo alla porta, "ma stavolta io non apro".

DRIIIIIIIINNN
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNN
DRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNN

- Sappiamo che sei lì dentro e non smetteremo di suonare finché non uscirai con le mani alzate.
- Chi siete? Che volete?
- Sono il nuovo rappresentante della famosa ditta "Aspiratuttopurequellochenonvorrestimaiaspiraremaormaièaspiratoquindiaffarituoi" e so con assoluta certezza che l'aspirapolvere che avete azionato qualche minuto fa ha bisogno di nuovi sacchetti, nuovi filtri profumati, un nuovo motore a reazione, una batteria a pannelli solari che lo alimenterà anche in mancanza di corrente elettrica e di un tubo flessibile da 37 metri che vi permetterà di aspirare a distanza.
- Sì, mi serve tutto. Dove devo firmare?
- Metta una firmetta qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui,qui e una sigla qui.
- Grazie mille, è stato gentilissimo.
- Di nulla, questo è il mio biglietto da visita, se le dovesse servire qualcosa basta chiamare, ma tanto passerò di nuovo nei prossimi giorni. A presto.

A questo punto siete sfiniti, avete dimenticato del tutto la tv e la serie televisiva che volevate tanto vedere. La vostra giornata è finita.
E cadete come corpo morto cade.
Quando vai di fretta, devi studiare, vuoi riposarti o devi comunque fare qualcosa che preferiresti non rimandare, proprio in quegli attimi, loro sono lì, aspettano il tuo momento di debolezza e come un branco di lupi inferociti si avvinghiano su di te finché non cedi; uno dopo l'altro ti attaccano e ti sfiniscono, ti fiaccano fino a quando, privo di ogni lume della ragione, non decidi di fare un mutuo trentennale per acquistare il Folletto, che, come le trombe dell'Apocalisse, preannuncerà a forza di wrooooooooooom le future venute dei tuoi nemici: coloro che ti impediranno di fare tutto.

Ed è per questo che, in collaborazione con nessuno, ho deciso di lanciare una nuova campagna contro chiunque; se anche tu vuoi partecipare all'iniziativa "Tutti Contro Tutti", invia un assegno con la cifra che più ti aggrada** a:

Associazione TCT
Casella postale 45615884968478150#@§§[]@#
Honolulu, Hawaii, USA (Mi)

Perché tutti siano liberi da tutti, perché tutti rompono, perché tutti devono pagare.

*parola a caso che non c'entra niente.
**minimo 5000 euri, e che sia coperto!

mercoledì 2 maggio 2012

saga della primavera - parte 0





È primavera, il calore del sole torna a farsi sentire, il silenzioso bianco pallore della neve è ormai solo un ricordo, sostituito da migliaia di allegri cinguettii, dal verde dell'erba e dalle infinite sfumature dei fiori. Gli animali escono dal lungo letargo invernale, l'aria si riempie di nuovi odori e... eee... eeeetcì!!! Appunto, nuovi odori, quindi vecchia allergia.

Per chi non lo sapesse, io sono uno di quei fortunelli allergici a determinati pollini, uno di quelli che quando arriva la primavera subisce una mutazione fisica temporanea: gli occhi si gonfiano, lacrimano spesso e volentieri; dal naso colano ettolitri su ettolitri di una sostanza semitrasparente e appiccicosa; la capacità di pronunciare alcune lettere viene meno e un semplice "ciao" si tramuta in un insolito "dgiao", seguito da una solerte e rapida sniffata atta a bloccare il flusso alabastrino poco sopra descritto.

Come risolvere questo spiacevole inconveniente? L'ideale sarebbe di eliminare alla radice, e parlo di radice in modo reale e figurato, questo problema, estirpando, vanga alla mano*, le fastidiose piante che scaturiscono queste eccessive reazioni fisiche, ma non si può, quindi la scelta deve necessariamente ricadere sulle soluzioni che la moderna industria farmaceutica ci propone: gli antistaminici.

Wikipedia ci dice che "un antistaminico è un farmaco di varia natura chimica che ha l'effetto di contrastare l'azione dell'istamina, uno dei principali responsabili delle manifestazioni allergiche.", io dico che un antistaminico è una cosa che uso, ma che non so quanto sia veramente utile. Dopotutto io gli antistaminici li prendo per anticipare una reazione allergica che non so se si presenterà, in base alle esperienze passate suppongo di sì, ma non lo so con certezza, inoltre gli antistaminici hanno effetti collaterali da non sottovalutare, primo fra tutti fanno venire sonno, tanto sonno, calcolando che di mio ho sempre sonno, potete immaginare con quale gioia possa vivere questo periodo di costante ispirazione comatosa. Comunque, a parte questo, non mi posso lamentare; certo, non respiro benissimo, mi pizzica il naso e, quando vado in giro, potrei tranquillamente sembrare un cocainomane, inoltre gira voce che ho iniziato a russare (e, dicono, anche forte), la fiacca me se incolla** e studiare in queste condizioni non è il massimo, ma va bene così.

Di buono in tutto ciò c'è che posso dire di aver ricevuto in dono una visione estatica, una visione che parte da un concetto in tema con la stagione e poi si espande come farebbe il cosmo di un cavaliere dello zodiaco in difficoltà a caso (alcuni direbbero Andromeda); spero di poter sviluppare questo concetto e di riuscire a parlarvene, ma chissà se ci riesco.

Intanto una piccola anticipazione:


E ora, siccome sono mancato per un po', vi do una giustificazione: studiavo per un esame e, alla fine, miracolosamente, l'ho superato (anche se con un voto che non mi entusiasma, ma chi se ne frega).

*ovviamente non la mia di mano, perché co' sta fiacca affitterei l'anno del mai.
**sono alquanto spossato.

lunedì 9 aprile 2012

roba da ingegneri

Oggi voglio fingermi ingegnere.
Da bravo ingegnere inizio il post con un grafico:
In questo grafico è rappresentato il comportamento a compressione del vetro.
Per fare un esempio esplicativo, immaginiamo di avere un cubo di vetro di lato 1 m, andiamo a disporre dei pesi su questo cubo, l'altezza dello stesso, a questo punto, diminuirà. Questo comportamento perdurerà finché non posizioneremo sul blocco in vetro un peso che possa imprimergli una forza di 1.200.000.000 N, per dare un'idea si parla di approssimativamente 120.000.000 kg), a questo punto il blocco non sarà più un cubo, ma un parallelepipedo e la sua altezza sarà di 0,99 m.
Fin qui tutto bene, ma siamo giunti proprio al limite del grafico; cosa significa questo? Significa che se andassimo ad aggiungere anche un solo milligrammo ai 120.000.000 kg, il blocco in vetro si romperebbe all'istante; al contrario, se decidessimo di togliere il peso dal blocco, lo stesso, ritornerebbe a essere il cubo di lato 1 m che era in origine.

Passiamo ora ad analizzare un altro materiale: l'EPS (Polistirene Espanso Sinterizzato), comunemente detto polistirolo espanso.
Come è evidente dal grafico, l'EPS ha un comportamento del tutto differente da quello del vetro: si arriva a deformazioni dieci volte superiori a quelle di rottura del vetro anche con tensioni notevolmente inferiori*. Considerando il solito cubo di 1 m di lato, andando ad applicare una forza di 200.000 N (20.000 kg), otterremo una deformazione del 15% (da 1 m arriveremo a un'altezza di 0,85 m) senza arrivare a rottura.
A questo punto, se decidessimo di rimuovere il carico dal nostro cubo di EPS, non otterremo, come accadeva per il vetro, un ritorno alla conformazione originale del blocco, al contrario, la gran parte delle deformazioni risulteranno permanenti.

Riassumendo:
  • il vetro compresso può resistere a grandi tensioni senza deformarsi molto, una volta eliminata la causa delle tensioni ritorna nella sua configurazione originale e, superato il suo limite di deformabilità, si rompe;
  • l'EPS subisce deformazioni notevoli anche se sottoposto a tensioni non eccessive, non ritorna nella configurazione originale una volta eliminata la causa delle tensioni e difficilmente arriva a rottura per compressione.

Il vetro è un materiale fragile: sa resiste a grandissime sollecitazioni senza mostrare alcun segno di fatica, ma da un momento all'altro, senza dare il minimo preavviso, potrebbe finire in frantumi; è per questo che ha bisogno della protezione del polistirolo, apparentemente poco resistente, ma talmente deformabile da riuscire ad assorbire la forza di qualsiasi urto pur di difendere il suo vetro.

Il  vetro senza polistirolo si romperebbe, il polistirolo senza vetro sarebbe inutile. Si può essere polistirolo e vetro allo stesso tempo, ma quando trovi un vetro che vuoi proteggere e quando capisci che quel vetro sarà polistirolo nei momenti in cui sarai tu a sentirti di vetro, allora potrai dire di essere felice.
E questa è l'unica cosa che so per certo.

*notare che la scala in questo caso è in kPa, non in MPa.

PS: potrei aver combinato qualche casino con gli zeri, ma fate finta di niente, o meglio, ditemelo con discrezione.

giovedì 5 aprile 2012

gente come noi

Signore e signori, buonasera!
È con immenso piacere che vi do il benvenuto a questa prima puntata di Gente come noi, la nostra nuova rubrica di approfondimento antropologico.
Ma, prima di cominciare, sigla!



Dicevamo che questa è la prima puntata di Gente come noi, una rubrica in cui si racconteranno storie vere di vita vera di persone vere o, come direbbe Garrison, storie veri di vita veri di persone veri o, come direbbe Wendy Windham*, storie veri di vitte veri di personi veri.

In questa prima puntata vi presentiamo la storia vera del tizio vero che ieri stava seduto sulla mia stessa panchina. Via con l'evvevuemme (cit.):


(La voce del protagonista dell'RVM è stata modificata e distorta per assicurare la di lui riservatezza.)
Se vedi la pianta del MAXXI, cioè, è troppo strana è... tu vedi il prospetto e non sembra, non la capisci, ma se vedi la piantaaa... che poi io 'sta Zaha Hadid me la immagino giovane... e pure figa!
[...]
A me piace tantissimo la fotografia, ma mi sto analogizzando, le digitali non danno le stesse emozioni delle analogiche: tu guardi una foto fatta da un'analogica e ti emoziona sempre.
[...]
Perché io alla maturità ho fatto il tema storico/politico, non mi sono omologato alla massa [...] solo che quella bastarda ce l'aveva con me e si è fissata su delle incongruenze cronologiche che non significavano niente, e allora m'hanno abbassato il voto.
[...]
No, dai, non mi dire che hai pure pagato il biglietto per vedere il film dei soliti idioti! Non fanno ridere per niente, come ti è venuto in mente di pagarci pure il biglietto del cinema?! A me non piacciono proprio... Cioè, io me li guardo su youtube, non ci vado a pagare il biglietto.
[...]
Che poi io al liceo sono stato proprio penalizzato. Ieri mi hanno chiesto quanto vale la derivata di 52x; oh, non c'ho dormito tutta la notte! Ancora non lo so quanto fa, cioè, è terribile, non riesco a capirlo**.
Questa storia è molto complessa, ancorché assai comune negli ultimi tempi: un tizio spaventosamente che, imitando atteggiamenti e modi di fare altrui, si convince di essere eccezionalmente fuori dal coro, interessante ed eccezionale.
Per prima cosa non si può fare a meno di notare il particolare della scarpa completamente sbagliata, difatti, sebbene un occhio poco avvezzo a tali sottigliezze potrebbe non notarlo, il tipo in questione non indossa la scarpa d'ordinanza: il mocassino. Ora noi potremmo stare ore e ore a disquisire in merito al mocassino, ma non è questa la sede preposta, quindi sprecheremo solo altre due parole sull'uso improprio del fantasmino; è risaputo, infatti che la categoria di riferimento del soggetto in analisi sia solita inserire il nudo piede nel succitato mocassino. Queste due gravi mancanze ci portano ad azzardare l'ipotesi che il soggetto in questione, che da adesso in poi chiameremo con il nome di Candido, sia ancora nella fase embrionale della propria metamorfosi, diremo allora che Candido è un wannabe (e non wallaby) qualcosa o qualcuno.

Il senso di frustrazione, derivante dal non aver ancora compreso che essere se stessi è l'unico modo per non omologarsi (NdR: cosa a cui evidentemente tiene, avendolo ribadito più volte), è chiaramente visibile durante la descrizione dei suoi anni da liceale, anni in cui veniva maltrattato dai professori, che, non capendo la sua unicità e genialità, arrivavano finanche a controllare le inesattezze cronologiche in un tema storico per ostacolarlo; e se non è il classico accanimento verso il diverso questo, allora mi domando cosa sia. E mi rispondo, senza nemmeno troppe difficoltà, che è semplicemente il dovere di un professore notare, in un tema storico, le inesattezze storiche.

Candido è il classico tipo che si crede originale, ma, in quanto classico, è originale come un Mutandari; nella sua ricerca di una propria unicità, Candido, si è scontrato con tutta una serie di cliché che ha scelto di tenersi stretti, se li è tatuati sulla pelle e li mostra pavoneggiandosi, perché Candido ancora non sa che la sua originalità è solo la copia della copia della copia della foto scattata con una polaroid da un aborigeno australiano ambidestro a un mimo sordo che pestava inconsapevolmente una copiosa quantità di escrementi di canguro rosso sotto il caldo sole dell'outback australiano.

È proprio da questa nostra nuova rubrica che vogliamo partire per lanciare un appello importante rivolto a tutti quelli che ogni giorno incontrano personaggi simili: aiutateli, ditegli che la derivata di 52x è 2 log 5 52x, strappategli i fantasmini di dosso e fategli capire che quello è il vero se stesso che tenta di ribellarsi a tutte quelle scelte omologanti che si è autoimposto; e se non capisce, "rendetelo inoffensivo".

E siamo così giunti alla fine di questa prima puntata. Una fine triste, difficile da accettare, ma noi siamo con Candido e speriamo che un giorno potrà comprendere e comprendersi.

Sigla.



*Wendy, dove sei finita? Ho in mente un programma perfetto per te, torna!
**e qui interviene la ragazza seduta con lui: "Secondo me fa 2x. So' sicura: 2x."

PS: Candido, se mi stai leggendo, sappi che ieri ti ho odiato un po'.

domenica 1 aprile 2012

detto fatto

Io sono uno che parla molto spesso per frasi fatte, mi piacciono i proverbi e penso da sempre che Saggezza Popolare rules.
Ma, partendo dal principio, voglio provare a spiegare con un esempio cosa sono per me le frasi fatte:
io non sopporto la violenza → giochi di mano giochi da villano → chi mena per primo mena due volte → menare il can per l'aia → can che abbaia non morde → mors tua vita mea → la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.
E si potrebbe fare una quantità infinita di esempi simili, ma mi fermo qui.
Avrete certamente notato come, partendo da un proprio pensiero, si possa facilmente creare, senza badare troppo al senso, una serie infinita ed indefinita di collegamenti tra proverbi, frasi fatte e citazioni arcinote, tali da poter realizzare una sequenza di affermazioni in cui è condensato lo scibile basale che forma la coscienza collettiva della specie umana.

I proverbi* racchiudono informazioni meteorologiche (non esistono più le mezze stagioni; cielo a pecorelle pioggia a catinelle; rosso di sera bel tempo si spera), etologiche/zoologiche/psicologiche (tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino; a caval donato non si guarda in bocca; la gatta frettolosa fece i gattini ciechi, avere la fortuna dei cani in chiesa), stradali (chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova; larga è la foglia, stretta è la via, dite la vostra, che ho detto la mia), fisiche** (gli opposti si attraggono; chi pratica lo zoppo impara a zoppicare; chi si somiglia si piglia), finanziarie (senza lilleri 'un si làllera), sulla vita domestica (parlare di corda in casa dell'impiccato; rubare in casa del ladro; volere la botte piena e la moglie ubriaca) e finanche venatorie (prendere due piccioni con una fava); un'immensa parte delle conoscenze accumulate e tramandate per interi millenni da tutti gli esseri umani che si sono trovati a passare per il pianeta Terra sono state racchiuse in frasi semplici, d'impatto e di immediata memorizzazione.
In pratica i proverbi* dicono tutto.

Che poi semplici... insomma... neanche troppo semplici, perché se pensiamo per un attimo alla complessità della realtà che ci circonda, ci rendiamo conto che descriverla e riassumerla con una frase non è poi così semplice. Prendiamo, per esempio, chi si somiglia si piglia e gli opposti si attraggono; ecco, queste due frasi divideranno la popolazione in tre parti: la prima che propenderà per "chi si somiglia si piglia"; la seconda per "gli opposti si attraggono" e una terza che accetta entrambe le opzioni come realmente accadute o quantomeno futuribili. Vi sono, insomma, vieppiù modi, a volte anche discordanti tra loro, per descrivere la realtà che ci circonda, ma questa discordanza non implica necessariamente la veridicità o la mendacità di uno dei due proverbiali aspetti, quanto la reale difficoltà di stabilire una univoca correlazione tra le parti che formano il tutto; come a dire che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca (non si può generalizzare troppo senza giungere a delle apparenti contraddizioni).

In conclusione, a me i proverbi, le frasi fatte e le citazioni piacciono molto, perché sono la conseguenza dell'accumulo delle conoscenze di milioni di persone, perché ce n'è sempre uno buono per ogni occasione e perché, a volte, dire una frase fatta, anche se non ci si crede poi tanto, molte volte ti salva dall'imbarazzo.
Mi piacciono i proverbi*, ma diffido di chi li usa credendoci ciecamente, perché vabbè che vabbè, ma a tutto c'è un limite.

E adesso una rapida successione di proverbi che tutti dovrebbero conoscere: sotto la panza la mazza avanza; omo de panza omo de sostanza; chi di naso abbonda di cazzo sfonda; donna nana tutta tana; femmina che move l'anca o è mignotta o poco ce manca; femmina a passo de quaglia o è mignotta o poco se sbaglia; quando è giorno de piallo al culo, il vento te alza la camicia.

PS: no, non sono in ferie e il blog non è chiuso, è solo che ultimamente sono piuttosto oberato (excusatio non petita accusatio manifesta).

*e qui, con "proverbi", l'autore intende dire "frasi fatte, citazioni arcinote e tutte le frasi, secolari o recenti che siano, appartenenti alla cultura popolare".
**in senso scientifico e non.

giovedì 15 marzo 2012

io c'è

E niente, volevo solo dirvi che ci sono. Sì, ogni tanto ci faccio pure, ma, anche quando ci faccio, ci sono. Che poi, a dirla tutta, ci sono anche se non ci sono, come nel caso specifico, che non scrivo da tanto, ma ci sono. Ci sono e mi dicono di essere cambiato; e poco importa che questo sia vero o meno, l'importante è che da un po' di giorni sto bene, decisamente. Certo, c'è qualcosa che potrebbe andare meglio, ma sono speranzoso anche su quel fronte.

Vorrei scrivere più spesso, leggervi più spesso, ma è un periodo stranamente pieno, pensate che sto addirittura studiando; e voi capite la straordinarietà dell'evento, vero?

Vabbè, ora vi lascio con una domanda: ma se il mondo dovesse veramente finire quest'anno, io entrerei nel club dei 27?

(ciao Amy, ciao Kurt, ciao Janis e ciao Jim)

martedì 6 marzo 2012

crociera e delizia del genere umano

ATTENZIONE!
Alcuni lettori potrebbero trovare questo post di cattivo gusto.

Joel Peter Witkin - La Zattera di George W. Bush
Recenti fatti di cronaca ci hanno permesso di comprendere come la vita sulle navi da crociera non sia proprio come ci vorrebbero far credere. Tra sesso, droga e, probabilmente poco, rock 'n' roll, le giornate di chi non sosta su quei ponti da ospitato, ma da ospite, sembrerebbero essere quanto di più lontano possa esistere dall'immagine che ci viene solitamente proposta; parre che la negligenza, il sesso come moneta di scambio, gli eccessi e l'abuso di potere facciano ormai parte di una routine consolidata da anni.

Venire a conoscenza di questi fatti, o presunti tali, mi ha fatto tornare in mente la vita di un personaggio piuttosto famoso che ha cominciato la sua carriera proprio su una nave da crociera.
Ripensando per un attimo alla sua vita, ai suoi natali, al fatto che è proprio in uno di quei luoghi di perdizione che si è formato; non risulta, allora, evidente che lui è così com'è principalmente per cause legate all'ambiente in cui è venuto a trovarsi? Se mette il naso dappertutto, se ha sempre le mani in pasta, se ogni volta rigira la frittata, se fa battute poco divertenti credendo di essere simpatico, se esprime pareri anche quando nessuno lo interpella e se c'è qualcosa di poco chiaro in tutto quello che fa, la colpa è certamente delle crociere.

Anche se certamente non serve precisarlo, parlavo di Alessandro Borghese.
Quanto non lo sopporto quel tizio!

sabato 3 marzo 2012

non sapevo di essere incinto

Grazie alla solita Wikipedia ho scoperto una cosa inimmaginabile: non sapevo di essere incinto.
Ma partiamo da alcuni fatti, anzi dai sintomi:
  • crisi di pianto;
  • cambiamenti di umore;
  • irritabilità generale;
  • perdita dell'appetito;
  • insonnia;
  • difficoltà a rimanere svegli;
  • assenza di interesse nelle attività quotidiane;
  • assenza di interesse verso il neonato.
Direi che: non spessissimo, ma ce l'ho; ce l'ho; ce l'ho; mai avuto molto, quindi ce l'ho; ce l'ho;
ce l'ho; ce l'ho; non lo trovo nemmeno il neonato, quindi ce l'ho.
Trascurando alcuni piccoli particolari, risulta evidente che sono affetto da depressione post-partum, questo implica che ho sono stato incinto e che ho anche partorito.

E niente, ora lo sapete anche voi, vi prego solo di non giudicarmi se come genitore sono peggio di Britney Spears.

In tutto ciò c'è di buono che dopo la gravidanza sono tornato subito in forma e che probabilmente uscirò presto da questa depressione post-partum, ma prendete l'ultima affermazione con la massima cautela, perché potrebbe essere solo colpa di uno degli sbalzi d'umore citati prima.

A proposito, mi rimane un dubbio di quelli che ti consumano lentamente da dentro: se dovessi trovare il frutto di questo eccezionale avvenimento, che nome potrei dargli/le? Avete qualche consiglio? Sempre che nel frattempo non si sia dato/a un nome da solo/a, naturalmente; in quel caso lascerei le cose come stanno.
Che poi, se dovessi trovarlo/a, solo immaginare il fatidico momento della messa a letto mi spaventa; se pensate che ero tentato di chiamare tata Lucia già solo per la mia di messa a letto (che è un'esperienza traumatica in periodi come questo, quando arriva il silenzio e ti metti a pensare a tutto e a niente e non riesci a dormire nemmeno sforzandoti), capirete che non è facile avere a che fare con una cosa simile.

Ah, un'ultima informazione per voi che non avete mai partorito: dovete sapere che tutte quelle storie sui dolori, sul travaglio e tutta quella roba lì sono finte, pensate che io nemmeno me ne sono accorto e non sono nemmeno fisiologicamente portato per fare certe cose.

PS: questo post implica che da oggi questo sarà anche un mummy blog.

lunedì 27 febbraio 2012

Cornelio Nepote! PRRRRRRRR

- Ma sono stato assente per una settimana?
- Eh, signora mia, come passa il tempo quando ci si deprime!
Eravamo rimasti che ero in crisi, vero? Ecco, sto sempre in crisi, non vi preoccupate, non ci sono state novità da quel punto di vista, ma c'è una grossa novità che è andata ad arricchire il mio impressionante curriculum da ciarlatano: sono diventato un biografo.

Sapete tutti quanto io sia uno scrittore versatile (a proposito, non usate mai e poi mai la parola "versatile" se vi trovate su twitter. Non fatelo!) e talentuoso, è evidente ed innegabile, ma forse non sapete che non mi era mai capitato di essere scelto come biografo ufficiale di qualcuno. Orbene*, ero nel bel mezzo della mia depressione più profonda, quando arrivò, tra le mie sporche** mani, una richiesta ufficiale, per mezzo della quale -IlDave- mi chiedeva di dare vita alla sua biografia ufficiale; sorpreso ed incuriosito, decisi di accettare tale proposta.

Insomma, com'è come non è, questa biografia ha visto la luce (non proprio); se volete leggerla basta cliccare sulla foto qui sotto, che poi è un'anteprima dell'immagine di copertina della biografia in questione.


Vi ricordo che ogni cosa che faccio io è fatta male, quindi non aspettatevi niente, inoltre, vi faccio presente che se volete una biografia potete sempre chiederla a me o a... Bruno Vespa, per esempio.

PS: dite che ho usato la punteggiatura giusta nel titolo del post?

*l'ho usato a casaccio, ma volevo mettercelo.
**voglio proprio vedere quanto sono pulite le vostre dopo un viaggio in treno e in metropolitana.

lunedì 20 febbraio 2012

time crisis


Vi ricordate Time Crisis? Ma sì, dai, lo sparatutto su binari che imperava in ogni sala giochi negli anni '90, quello con il pedale, le pistole... Su, che avete capito di cosa parlo!

Ecco, ce l'avete presente? Non c'entra niente, ma ci stava bene come titolo, perché, dovete sapere (e ve lo dico, anche se dubito fortemente che possa essere un'informazione interessante o anche minimamente rilevante per la maggior parte degli esseri viventi su questo pianeta) che, tanto per cambiare, sto in crisi.
Una crisi di quelle abbastanza profonde, anche perché probabilmente non si può parlare di una crisi sola, ma di un po' di crisi che hanno deciso di palesarsi all'unisono. Questo mi fa pensare che sarebbe meglio citare palesemente il videogioco e dire che sto in crisis, quindi, d'ora in poi, userò dire di essere in crisis.


Come fanno tutti nei momenti di crisis, anche io ho reagito prontamente e, da bravo sociopatico autolesionista, ho messo in atto i seguenti comportamenti:
  • ho passato una notte insonne;
  • ho finto indifferenza;
  • sono andato all'università per studiare, ma non ho combinato un bel niente;
  • non ho pranzato;
  • ho iniziato a nutrirmi della parte interna del mio labbro superiore*;
  • ho deciso di incanalare in modo creativo le sensazioni offertemi da questo momento difficile.
Quello che vi riguarda in questo momento (purtroppo per voi) è proprio l'ultimo punto, perché ora vi beccate la mia rubrica intitolata "Come farsi del male con semplici oggetti di uso quotidiano".
E benvenuti anche oggi a "Come farsi del male con semplici oggetti di uso quotidiano", la rubrica di approfondimento masochistico più amata dai lapponi sin dal 1973.

Per prima cosa procuratevi un tavolo rettangolare o quadrato. Fatto?
Bene, ora assicuratevi che gli spigoli del tavolo siano abbastanza appuntiti. Fatto?
Chinatevi violentemente e fate in modo che la distanza tra lo spigolo e uno dei vostri occhi, a scelta, si annulli. Fatto?
Ora continuate a spingere finché il bulbo oculare in questione non diventi il calco esatto dello spigolo del tavolo (ricordate che potete sempre chiedere l'aiuto di un adulto per evitare l'insorgere di imprevisti svenimenti che metterebbero a rischio la realizzazione del progetto). Fatto?
Realizzate una montagnola di sale fino abbastanza grande ed infilatevi la testa. Fatto?Tirate fuori la testa e controllate che una quantità sufficiente di sale sia rimasta attaccata lungo il bordo della fu cavità oculare. Fatto?
Servendovi di un comodo trapano da dentista, eliminate il sale in eccesso dalla vostra faccia. Fatto?
Ed ecco che, con poca fatica e semplici attrezzi di uso quotidiano, avete realizzato il vostro nuovo bicchiere da Margarita portatile.


Il secondo attacco di masochismo di oggi è di semplice ed efficace realizzazione, ma è solo per maschietti.
Prendete il tavolo di prima. Fatto?
Fissatelo a terra con l'aiuto di chiodi e colla vinilica. Fatto?
Ricoprite il pavimento di una sostanza che riduca al minimo l'attrito (potete passare la cera, per esempio). Fatto?
Ora allontanatevi dal tavolo. Fatto?
Iniziate a correre con tutte le vostre forze verso il tavolo e, all'ultimo secondo, tuffatevi a terra avendo l'accortezza di divaricare le gambe, facendo in modo che a separarle ci sia una delle gambe del tavolo. Fatto?
Ripetete l'operazione a piacere. Fatto?
Ed ecco che, in men che non si dica, avrete ora ottenuto un comodo eunuco per il vostro harem.

Come tutte le cose belle, anche la puntata di oggi è finita, ma, siccome questi sono giorni freddi, vi lascio una raccomandazione: vestitevi sempre a strati e non dimenticate mai di indossare il comodo cilicio della salute (esterno carta vetrata, interno api assassine).
Vi è piaciuta? A me no, ma è più o meno questo ciò che faccio quando mi viene il ragionevole dubbio di aver sbagliato tutto per circa 27 anni di vita su 27.

*se dovesse finire, ho un piano: passare a quello inferiore