martedì 20 settembre 2011

uomini e donne - parte III

Benvenuti al consueto appuntamento con quella che è ormai diventata la rubrica più letta da Flavia Vento e Carlo Rubbia.

Oggi ci occuperemo di cibo e, a proposito di cibo, vi presento la nostra ospite non parlante di oggi: direttamente dalla cucina di casa sua (che prima stava su Italia1, ma adesso si è trasferita su La7) Benedetta Parodi!

cosa lo rende un programma da "bambini accompagnati"?
E grazie Benedetta per il tuo interessantissimo intervento, ma adesso purtroppo dobbiamo salutarti, perché so che ti devi preparare per la tua prossima sfida ai fornelli, un piatto che risulta indigesto anche ai più grandi chef: l'uovo al tegamino.

Ma torniamo a noi e andiamo a esprimere il consueto assioma di partenza:
Se sei un uomo più mangi e più persone avranno stima di te; se sei una donna puoi nutrirti con quantità esagerate di cibo (ma solo in pubblico) oppure sarai costretta a fingere di non avere fame, anche quando il tuo stomaco, in mancanza d'altro, si sta autodigerendo.
Il problema quando si parla di cibo è uno solo: il modello di riferimento.
Per l'uomo è da sempre valido il proverbio omo de panza omo de sostanza, che costringe anche quelli con il morbo di Crohn a divorare qualunque cosa gli capiti a tiro; il concetto è chiaro: se mangi anche i sassi sei un uomo vero, se non lucidi il tuo piatto rendendolo brillante come i denti del Mitaka di Maison Ikkokuchiana memoria c'è qualcosa che non va. E così l'uomo, per non risultare strano, è costretto, sin dalla più tenera età, a ingurgitare a ogni pasto una quantità di cibo pari o superiore al proprio peso corporeo.

Tutt'altra storia per la donna. Come dice il Duca di Mantova La donna è mobile (e non si parla di IKEA o simili) e, proprio come la donna, è mobile anche il modello a cui ha fatto riferimento nel corso dei secoli; parlando di abitudini alimentari, per comprendere quali siano state le figure femminili da ammirare e imitare, basti pensare che si è passati dalla venere di Willendorf a Twiggy (una delle due l'ho vista dal vivo ed era bella sul serio); e con questo ho detto tutto.
Twiggy, che poi col tempo si è evoluta in Kate Moss, ha introdotto quello che oggi, per molte, è il modello ideale di bellezza, un modello che può essere riassunto con una parola e un numero: taglia 40 (ma, volendo, anche 38).

Proprio per rispettare il modello imperante, molte donne sono quasi costrette al digiuno perenne, ma cosa accade quando una donna è invitata a mangiare da qualche parte?
A quel punto le alternative che le si presentano sono due:
  1. mangiare una foglia di insalata scondita e mentire spudoratamente affermando di essere sazia, mentre in realtà azzannerebbe volentieri tutti i commensali, con l'oscuro intento di assaporare il loro fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti;
  2. mangiare fino a scoppiare per dimostrare agli altri che il suo fisico è merito di un metabolismo iperveloce, quando sa benissimo che quel lauto pasto le procurerà almeno una settimana a base di acqua, gambi di sedano (uno a pranzo e uno a cena) e palestra (dalle 8 alle 16 ore al giorno senza interruzioni).
Certo, le donne che aspiravano alle rotondità della Venere di Willendorf non se la passavano meglio, sempre impegnate a spararsi litri e litri di lardo di Colonnata* fuso direttamente in endovena com'erano (per non parlare della mortalità indotta dai chili di colesterolo che andavano intasando arteria dopo arteria), ma almeno loro non presentavano il classico nervosismo tipico di chi si priva giornalmente del cibo in nome di una 40. Che poi... cosa vuol dire 40?
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-Momento Franca Sozzani-
Forse qualcuno non lo sa, ma la mitica taglia 40 non è qualcosa di standard, infatti, ogni azienda di abbigliamento stabilisce in completa autonomia la misura corrispondente a ogni taglia; cosa significa questo? Che se entro in una 40 rosso Lavandino, potrei non entrare in una 40 Rocco Tarocco. Per quale motivo non riescono a unificare le misure corrispondenti alle taglie? Perché ogni azienda crede di sfruttare le taglie a proprio vantaggio; per esempio, se io sono un produttore di abiti d'alta moda, la mia 40 potrebbe essere molto più stretta della 38 di una ditta di abbigliamento sportivo, questo perché l'alta moda deve essere esclusiva, quindi solo un minuscolo numero di donne potrà entrare nella taglia che credono essere la loro; in pratica il peso e le dimensioni di chi andrà a comprare un determinato abito sono parte integrante dei meccanismi di marketing che ti porteranno a scegliere un indumento piuttosto che un altro, o almeno questo è quello che i produttori credono.
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Riassumendo: parlando di cibo l'uomo deve mangiare, sempre e comunque, mentre la donna si è vista privare progressivamente del cibo nel corso dei millenni.
In questo preciso momento storico possiamo dire di essere arrivati alla svolta decisiva, perché abbiamo una Beth Ditto per ogni Kate Moss e, proprio in mezzo a questi estremi, tante donne dal peso normale che si fanno milioni di complessi inutili. Colpa della moda?
Io credo che probabilmente la colpa è di chi si ostina a diffondere e dare credito a queste famose leggi non scritte; alla fine anche Kate Moss è "ingrassata", perché non lo può fare una che non fa la modella?

PS: avete notato quante guest star mi sono venute a trovare in questo post?
PPS: posso autodefinirmi fashion blogger per un giorno? Prendo il silenzio per un sì.

*sarà anche puro e semplice grasso, ma quanto è buono!

5 commenti:

  1. Meno male che l'uomo deve mangiare un sacco. Sennò sarei una donna.

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  2. Dopo aver letto tutto il post velocemente come faccio sempre per poi rileggerlo con calma e raziocinio, mi son chiesto: ma che centra la Parodi?
    Sì.... perchè se la citi come brava cuoca vengo a Roma e ti eviro :))
    So cucinare meglio io che sono vecchio rincoglionito ed è tutto dire ;)
    Cmq quel famoso detto che hai citato degli uomini non mi sta bene :((

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  3. L'altro giorno sono uscita in minigonna e la mia amica mi ha chiamato Twiggy, solo ora capisco perché (in genere mi chiama Sottiletta).
    E comunque nella vita ho conosciuto anche uomini che mangiavano pochissimo, non per fighetteria o desiderio di essere magri, ma perché tolleravano solo la pasta al pomodoro cucinata da mammina e la cotolettina tagliata da nonnina. E' vero, eh.

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  4. Io l'ho sempre detto che sarei dovuta nascere uomo!!!

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  5. @El_Gae: io no, decisamente. Già il mio umore subisce sbalzi incontrollati senza cicli e menopause varie, figuriamoci se fossi sottoposto a roba del genere ~x(

    @dario: questo è quello che penso di Benedetta Parodi, mi sta simpatica proprio perché non sa fare niente; l'altro giorno per prendere una grattugia ha fatto cadere qualunque cosa, fa un po' quello che farei io in una cucina.
    Se vuoi c'è anche sotto la panza la mazza avanza, preferisci questo?

    @polly: poco nel senso di pochi tipi di cibo, ma come stavano messi a quantità? Perché io, per esempio, non mangio verdure e cose che sono nate o hanno passato la maggior parte della vita in acqua (tranne il tonno rigorosamente in scatola, perché sa di scatola e non di tonno), la frutta la evito spesso e potrei fare a meno della carne, ma se mi metti davanti una quantità industriale di pasta me la finisco... e magari alla fine ti chiedo anche se ce n'è dell'altra.

    @secondo binario: parole sacrosante, io stimo profondamente le donne che lo affermano ( solo quando si parla di mangiare, ovviamente).

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