domenica 14 agosto 2011

percorsi salentini - parte 2

- itinerario 2 -
TRA MARI RETI E CICALE

Se per voi vacanza estiva significa rilassarsi di fronte a un mare spettacolare circondati da ogni comfort, allora questo itinerario non fa per voi.

Dai miei cinque giorni salentini ho capito che esistono due azioni che in Puglia ad agosto non vanno assolutamente d'accordo, e queste sono:
  1. svegliarsi tardi;
  2. trovare un posto in spiaggia.
Ovviamente l'alzataccia necessaria all'occupazione temporanea di uno spazio demaniale è un'alternativa che io non avrei accettato nemmeno in un periodo di non vacanza, quindi si è optato, senza alcuna obiezione, per una tardiva lotta alla conquista dell'ultimo centimetro di spiaggia semilibera.
Le azioni giornaliere propedeutiche allo spiaggiamento erano sempre le solite, nell'ordine:
  • designare la meta da raggiungere;
  • aprire lo sportello difettoso della macchina;
  • ricercare un nome che potesse permettere al navigatore di capire quale fosse la meta prescelta;
  • agganciare al parabrezza la mitica ventosa atta a sorreggere il navigatore;
  • accendere la macchina*;
  • sbagliare strada una ventina di volte con tutto il navigatore acceso;
  • non ascoltare chi, leggendo i cartelli, indica la strada esatta;
  • mandare finalmente aff@nk#lo il navigatore;
  • pagare una cifra variabile per parcheggiare in una landa terrosa, incustodita e assolata, molto assolata;
  • scaricare qualunque cosa** dalla macchina.
Compiute queste semplici azioni, si poteva finalmente partire alla ricerca della spiaggia.
Per rendere questo itinerario completo e utile, passeremo ora alla descrizione esemplificativa di due visite turistiche effettuate dall'autore nei giorni scorsi.

PUNTA DELLA SUINA: attraversando un sempre polveroso parcheggio a pagamento, si raggiunge una pineta (ma di pini che non fanno pinoli e comunque, anche se li avessero fatti, non ci sarebbero stati i sassi per aprirli), superata la quale ci si trova in una piccola spiaggia di scogli e sabbia.
L'ora di arrivo era quella che era e, probabilmente per questo motivo, era impossibile reperire una superficie sabbiosa libera da corpi umani in cui piantare l'ombrellone; l'impresa era ardua e la decisione di cercare un po' più avanti si rivelò presto infruttuosa, tutto quello che trovammo furono le tracce di "uno del GF".***
Desistemmo abbastanza presto e ci imboscammo nella pineta. Mai scelta fu più azzeccata!
Steso all'ombra avevo quasi raggiunto l'illuminazione, quando me ne allontanai improvvisamente, perché scoprii che desideravo ancora qualcosa (e il desiderio allontana dalla via dell'illuminazione): desideravo un tizio con la chitarra che facesse da sottofondo musicale alle mie vacanze. No, non ero diventato improvvisamente pazzo, e nemmeno più pazzo del solito, il fatto era che vicino a noi, buttato per terra proprio come me, c'era un gruppo di tizi nordici e, in mezzo a loro, uno con una chitarra che ha accennato addirittura un pezzo di Maria; inutile dire che quell'uomo diventò immediatamente il mio mito per un giorno. Il problema è che a un certo punto si accasciò dormiente a terra per non alzarsi più, oltretutto gli amici lo avevano precedentemente abbandonato lì da solo, e questo dimostra che in realtà si trattava di un semplice accessorio e, se un accessorio è un bene materiale, mi allontanavo ancora di più dall'illuminazione.
Avevo ormai perso la retta via e, insieme a lei, anche il chitarrista; non potevo fare altro che allontanarmi dalla pineta della perdizione. Fortuna volle che nel frattempo ci avesse raggiunto un'altra parte del gruppo, la quale parte si era impossessata di un appezzamento di spiaggia vista mare; il passo fu lento e accaldato, ma giunsi ugualmente nei pressi del secondo accampamento.
Alla fine della giornata scoprii, con mia enorme sorpresa, dell'esistenza di una rete wi-fi sedicente libera, la quale mi permetteva di leggere email e chattare su WhatsApp, ma non di navigare in internet: ormai questa spiaggia aveva tutto.

LAGHI ALIMINI: in realtà non so bene se la spiaggia abbia un nome, quindi vi beccate questo nome generico... ah, la foto di google è vecchia, perché adesso tutta quella spiaggia non c'è più.
Anche per arrivare qui abbiamo sbagliato strada più volte, alla fine siamo riusciti a trovare addirittura un parcheggio (sempre a pagamento) coperto. Coperta la macchina, ci apprestiamo a seguire le frecce che indicavano la spiaggia; solita pineta, ma suoni differenti, o quantomeno più forti del solito; ecco un breve estratto di quello che si poteva ascoltare durante la discesa verso il mare****



Si trattava di cicale, un numero spropositato di cicale che frinivano in una pineta infinita e nemmeno troppo fresca. Arrivati in fondo alla pineta ci si parano davanti alcune file di ombrelloni tutti uguali e un paio di strisce infinitesime di spiaggia libera, ci dirigiamo verso la solita parte di gruppo che si accaparra un pezzo di spiaggia e ci accampiamo in una posizione improbabile; in seguito avremmo scoperto che una decina di metri più avanti c'erano chilometri di spiaggia libera disponibili. Qui ci sono stati alcuni problemi, perché la spiaggia era poca, la sabbia più calda del solito e rimaneva appiccicata dovunque, però sono rimasto millemila ore in acqua, quindi me ne sono allegramente fregato.
La risalita verso la macchina è stata lunga e polverosa, ma ha ispirato in me un momento di omaggio alla pura arte italiota, infatti, mentre tutti arrancavano, anche grazie al contributo delle solite cicale, ho cominciato a canticchiare alcune sigle di Fantastico, esibendomi in:
per terminare con due pezzi leggermente fuori tema: La notte vola e Un altro amore no.
E se queste non sono le conseguenze di una sovraesposizione ai raggi solari ditemi cosa possono essere.

Rinnovandovi l'invito a seguire il prossimo imperdibile itinerario, vi informo che, dopo queste spiagge,
il mio cuore gronda cicale.

*le ho messe tutte, perché il guidatore le eseguiva con estrema lentezza, probabilmente nel tentativo di far morire qualcuno per asfissia.
**in "qualunque cosa" è compreso anche il lungo arnese, ma è escluso il pallone (ma perché non ce l'avevamo?).
***non abbiamo scoperto chi era... in realtà nemmeno abbiamo cercato di capirlo, anche perché per me sarebbe risultato impossibile, ho solo una vaga idea del fatto che c'è stato un Grande Fratello. 
****sarà anche facile notare il rumore del mio passo non proprio felpato.

6 commenti:

  1. Ahahah!
    Come ti capisco!
    Ci sarebbe da dire: benvenuto al sud!!!!! :D

    Cmq..le cicale..parliamone!!! :D
    Volevi sapere come fosse andato il musical.
    Ti dico che il genio era in realtà proiettato. Le riprese, fatte in campeggio qualche giorno prima, e modificate successivamente al pc (voce, colore della pella etc.) avevano un unico difetto: la qualità dell'audio! A far da continuo sottofondo alle battute del genio, infatti, c'era un continuo e imperturbabile cicaliccio!!! :D Assurdo. A momenti si sentivano più quelle che le parole dell'"attore".
    Non a caso quando io, Jafar, sono finito nella lampada, ed ho dovuto, quindi, registrare a mia volta la scena, la mia battuta è stata:
    "Aaaaaahhhh, dove sono? Dove sono? Dooooveeee sooono?! Io, Jafar...dove soooono? - Pausa - Si calma - Però...almeno non c'è quel fastidioso cicaliccio!" :D

    Per quanto riguarda le canzoni ti dico che l'anno scorso, nella cartella dell'mp3 per i viaggi verso il mare, oltre ai brani da te citati c'erano anche: Bandiera gialla, Gianna, Stessa spiaggia stesso mare, Carosone a gogo e così via. Credo che anche in questo caso sia l'aria Pugliese! :)

    Un abbraccio grande!

    RispondiElimina
  2. Direi che mi sono salvato da uno stress assicurato, allora... ;)) :P

    RispondiElimina
  3. @Marco: quindi Heather non è ancora riuscita a entrare nella lampada.
    PS: fenomenali poteri cosmici... in un minuscolo spazio vitale (ma senza cicale).

    @Vince: salvato... dipende dai punti di vista.

    RispondiElimina
  4. Beh, da quel che leggo... direi forse sì... ;)

    RispondiElimina
  5. Comunque io vorrei spezzare un ombrellone a favore del guidatore: uomo imperturbabile, ligio al dovere e alle rispettose norme del codice stradale, seppure ammaliato da sirene istigatrici alla violazione, ha sempre tenuto ferme le sue posizioni, a volte forse pure la macchina.

    Di solito i napoletani adottano il sistema di piantare l'ombrellone su un pezzetto di spiaggia usucapendolo, cioè una volta trovato il posto, piantano questo ombrellone molto appariscente (si deve sapere che quello è mio, cioè non "mio" ma "mio" inteso del napoletano) e lo lasciano per tutta la durata della vacanza

    RispondiElimina
  6. @MirkoS: io ogni tanto volevo spezzarglielo in testa l'ombrellone, ma con una calma innaturale ho resistito alla tentazione.

    RispondiElimina

Ogni commento è ben accetto, soprattutto il tuo!