domenica 31 luglio 2011

sublime contemporaneo in scatola chiusa

Partenza col botto per darsi un tono:
In realtà ciò che noi, preparati dalla cultura, chiamiamo sublime, è per l'uomo rozzo semplicemente terribile. Questi, in quelle manifestazioni dell'impero devastatore della natura e della sua grande potenza, di fronte a cui il suo potere si riduce a niente, non vedrà che il disagio, il pericolo, l'affanno, che colpirebbero l'uomo che vi sarebbe esposto.
Immanuel Kant
Leggendo con attenzione questa affermazione, estrapolandola dal contesto, distorcendone il significato e facendo rivoltare il filosofo prussiano nella propria tomba, possiamo dedurre immediatamente che di recente la televisione ci ha regalato qualcosa di sublime: Tamarreide.

Trama dell'opera (per chi se l'è persa): quattro ragazzi e quattro ragazze (che si definiscono tamarri) vengono rinchiusi in un autobus che girerà per l'Italia. I quattro che pensano di essere i più belli si accoppiano; quella con le tette lancia un bicchiere e la cacciano; Ilcontadino pensa che qualcuna potrebbe dargliela, ma non è così; Untizio viene accusato di non essere un vero tamarro; Untizio dice a quello che se la sente calda che sembra gay (offesa insopportabile); una delle accoppiate litiga con quella che il gruppo definisce Lacozzachiattona; Lacozzachiattona diventa amica di quello che si era accoppiato con quella che aveva litigato con lei, ma nel frattempo era tutto finito; quello che Untizio aveva definito gay cerca disperatamente di accoppiarsi con più esseri viventi dalle parvenze femminili per dimostrare la sua "virilità"; qualcuno che incontra i genitori e piange (questo è un classico immancabile); arriva Tamarrasostituta; i due scopatori che litigano per chi ce l'ha più lungo, cioè, non proprio, ma alla fine si tratta di quello; Ilcontadino che ci prova con una, nel frattempo un'altra gli aveva dato buca a Firenze; altre amenità varie.*

A questo punto agevoliamo un filmato:


Analizziamo dall'inizio questa intervista.

DOMANDA 1: l'incipit indimenticabile "essere tamarro è una persona" ci introduce direttamente nel vivo della faccenda e ci permettere di notare la proprietà di linguaggio del tipo in questione. Andando oltre, dalle parole del presunto gay, apprendiamo che loro non sono così chiusi come si potrebbe pensare (astenersi allusioni a sfondo sessuale), mentre il suo amico ci dice che "l'abito non fa il monaco"... un minuto di silenzio... non mi sarei mai aspettato un contributo così innovativo, probabilmente ha ragione, li ho giudicati troppo presto.

DOMANDA 2: uno è umile, molto umile, normale, umile, molto umile, un bacio dal postino vostro! Notare che "ancora oggi" lui fa il postino... perché, che avresti fatto per non dover fare il postino? Hai forse vinto un nobel per la letteratura? L'altro lo salto.

DOMANDA 3: appello accorato a chi pensa che loro siano stati falsi.
Hanno ragione, sono stati verissimi, infatti penso che i loro comportamenti non siano stati differenti da quelli che avrebbero avuto al di fuori del programma televisivo; in realtà credo che siano falsi senza accorgersene.
Autodefinendosi tamarri, si sentono di dover appartenere a una determinata categoria, ben definita tanto nell'immaginario collettivo, quanto nel loro stesso; appartenendo a una "specie", hanno il dovere morale di rappresentarla senza deludere le aspettative altrui (per scomodare il caro, vecchio e morto Immanuel potremmo quasi parlare di imperativo categorico), imponendosi dei comportamenti che, almeno in alcuni casi, risulteranno necessariamente forzati, in quanto non spontanei, ma mai falsi (almeno nell'ottica dell'inconsapevole tamarro di turno).**

DOMANDA 4: magari mi sbaglio, ma uno che ripete tante volte di essere "vero" mi fa pensare che non ne sia convinto nemmeno lui. E comunque la differenza è che loro non avevano Snooki.
Ah, ovviamente ci voleva un accenno alle cose che "non si possono far vedere"... meglio non provare a immaginare.


Sì, li critico tanto, ma poi ho visto tutte le puntate, riuscendo addirittura a sopportare Fiammetta Cicogna. Perché ho fatto questo?
Perché era un programma sublime, cioè talmente brutto e spaventoso che diventava bello. Perché sono consapevole del fatto che persone del genere potrebbero distruggere il mondo, e di fronte questo spettacolo mi sento infinitamente piccolo, inerme e inutile.
Insomma, dopo tanti tentativi qualcuno ce l'ha fatta a sublimare il sublime in sette comode puntate.
Guardatelo, vene pentirete di certo.

Loro sono Tamarri.
(sopracciglio sinistro che cerca di innalzarsi verso vette sconosciute)
E tu?

*se non ci avete capito niente, potrete trovare tutte le puntate qui.
Un consiglio: cercate di superare l'iniziale ostilità che potrete provare nei confronti dei protagonisti; io, per esempio, alla seconda puntata avevo una voglia irrefrenabile di andarli a cercare per prenderli a mazzate in testa, proprio come si faceva un tempo con quei poveracci dei tonni.
**sono o non sono un aspirante sociologo fallito?

sabato 30 luglio 2011

il bicchiere della staffa

Niente di personale, nel senso che qui comparirà una cosa che non ho fatto io.
Il video qui sotto ci mostra cosa potrebbe accadere a un bicchiere sbronzo.
Se siete deboli di stomaco, non guardate, oppure guardate lo stesso... fate voi.


Notando le diverse colorazioni dei liquidi utilizzati, capirete di certo che questo è un lavoro estremamente curato e raffinato. Chi l'ha realizzato è attento ai particolari e vuole riprodurre, con precisione quasi documentaristica, quello che accade ogni giorno a milioni di bicchieri nel mondo. Ovviamente non posso non citare la magistrale interpretazione del bicchiere (probabile candidatura agli Oscar in arrivo).

Sì, mi rendo conto che il tutto non avrebbe motivo di esistere, ma ritenevo il video meritevole di attenzione, quindi l'ho postato.

venerdì 29 luglio 2011

uomini e donne - parte I

Siccome sono una persona banale, voglio cominciare a parlare delle differenze che esistono tra uomini e donne, ovviamente partiremo dalle basi della banalità per raggiungere progressivamente picchi inauditi (probabilmente citerò anche il fatto che le donne vanno sempre al bagno in due, per farvi comprendere quanto sarò originale).

Iniziamo questa nuova rubrica (che rubrica non è, anche perché potrebbe durare una sola puntata) da un assioma universalmente ritenuto valido:
se sei un uomo e sei andato a lette con un'infinità di donne, allora sei un mito; se sei una donna e hai fatto altrettanto, allora sei una ragazza di facili costumi.
Ovviamente l'assioma, proprio in quanto assioma, è indiscutibilmente vero e non ha bisogno di essere dimostrato, ma siccome io sono rincretinito, voglio dimostrarvi la sua validità.

Prima di tutto andiamo ad analizzare da vicino il concetto di uomo macho. L'immagine di macho per antonomasia è perfettamente descritta da un personaggio che compare in quell'opera di rara complessità che fu Beverly Hills 90210.

L'attore era Luke Perry e il personaggio era Dylan McKay (ho scoperto il cognome oggi).
Da un'attenta analisi del soggetto in questione possiamo delineare alcune caratteristiche fondamentali:
  • occhi piccoli;
  • fronte alta;
  • una barca di soldi (qui basta anche fingere semplicemente di averceli);
  • una storia tormentata alle spalle;
  • un fratello* che fa l'attore in friends (cosa che potrebbe rientrare nel punto 4);
  • almeno una moto;
  • frequentare il liceo alla tenera età di 25 anni.
Ovviamente queste sono caratteristiche necessarie, ma non sufficienti a diventare un vero macho, perché per essere macho c'è bisogno di alcune donne. Nello specifico le donne in questione erano tutte quelle belle che comparivano per caso sul set del telefilm, quindi era nettamente esclusa la semprevergine** figlia del produttore (che potete ammirare qui e qui). Ovviamente non basta nemmeno andare a letto con tutte quelle belle (ma anche non eccessivamente) che compaiono sul set, perché si deve anche imparare a stare con una e farle capire di pensare all'altra, mettersi con l'altra e andare a letto con quella che ora dorme nella stanza della prima, arrivare fino a Londra  per cercare la stessa prima della fila che aveva lasciato la stanza alla terza, divertirsi un po' con lei e tornare finalmente indietro da quella che ha in mano il numero 2.
Se avete fatto, ma anche solo millantato tutto questo, potete essere definiti macho.
La qualifica di macho vi porterà un'infinita ammirazione dalla gran parte del mondo maschile e, contrariamente a quanto ogni ragionamento logico potrebbe far presupporre, una fila, di cui da qui a malapena si può distinguere la fine, di donne appartenenti a due categorie:
  1. quelle disposte a tutto per una notte di sesso sfrenato con voi;
  2. quelle che "io lo cambierò".
Siccome le appartenenti alla seconda categoria non ci interessano, in quanto sono essenzialmente delle fastidiose illuse, passiamo a descrivere la donna da sesso sfrenato, che, essendo l'equivalente femminile del macho, chiameremo, per comodità, macha.

Per parlare della donna macha, purtroppo, non possiamo fare a meno di nominare uno dei più gravi cataclismi che abbiano mai colpito il globo terracqueo: Sex and the City (il film***).
Dovete sapere che questo film è terribilmente brutto e ha come protagoniste queste donne:
Ecco, in particolare dobbiamo esaminare l'esemplare più vecchio dei quattro, tale... quella bionda. Lei, soprattutto nella serie, è il prototipo di macha; dal suo comportamento possiamo dedurre con certezza che una donna macha:
  • impiega 12 ore per scegliere con chi andare a letto e far(se)lo;
  • passa le altre 12 ore a raccontare nei minimi particolari cosa ha fatto nella precedente dozzina di lassi temporali formati da gruppi di sessanta minuti****.
Questa è la vita standard di una donna macha (potrebbero essere un ottimo titolo per un best-seller; se qualcuno lo dovesse scrivere voglio parte dei diritti), niente di più, niente di meno.

Come è facile intuire, essenzialmente, la differenza tra macho e macha sta nel numero di rapporti sessuali effettivamente consumati; considerando che, di solito, per un uomo la ricerca di una donna disponibile a fornirgliela (la fiducia) non è affatto facile, solitamente il macho millanta un numero infinito di storie con le partner più disparate, le quali, per pudicizia (a detta del macho stesso) non confermeranno mai.
Per quanto riguarda il lato femminile, invece, possiamo notare una discreta, in alcuni casi estrema,  facilità nel trovare un uomo (ma anche più di uno) disposto a darglielo (il consenso informato), tanto che la macha non ha alcun bisogno di inventare incontri impossibili, anzi; notiamo altresì che il suo piacere sta tutto nel raccontare i particolari intimi degli incontri avuti con uomini dall'ego di dimensioni inversamente proporzionali al proprio... consenso informato di cui sopra.

Date queste evidenti conclusioni, possiamo affermare con certezza che l'assioma di partenza è assolutamente confermato, infatti, se sei un macho sei l'equivalente di un mito, quindi, a qualcosa di tanto vero quanto lo è una favoletta inventata almeno 24 secoli orsono, in pratica una consensoinformazzata; se sei una donna macha, sei oggettivamente una donna navigata, che ha avuto molte esperienze, insomma una lurida bagascia traditrice! Ma come ti viene in mente di raccontare in giro che ce l'ho picc... fate finta di non aver letto le ultime parole.

*in realtà Matthew Perry non è il fratello (come Katy Perry non è la sorella), sono solo io che li voglio ricordare così.
**non tenertela tanto stretta, perché non la vuole nessuno... e ringrazia che sei raccomandata, perché altrimenti David non ti guardava nemmeno da lontano.
***semplicemente perché della serie ho guardato solo pochissime puntate.
****notare l'eleganza dell'autore che utilizza inutili perifrasi per evitare fastidiose ripetizioni.

mercoledì 27 luglio 2011

150 anni e un po' (per non dimenticare)

Un popolo di poeti

di artisti

di eroi

di santi

di pensatori

di scienziati

di navigatori

di trasmigratori

Sì, certo...

martedì 26 luglio 2011

differenze


Secondo questo contatore qui sopra, che dicono sia stato creato sulla base di alcuni dati forniti dalla (non dagli) WHO, all'incirca ogni 0,56 secondi, nel mondo, muore una persona. Insomma muore un sacco di gente, qualcosa come:
  • 107 persone ogni minuto;
  • 6.420 persone ogni ora;
  • 154.080 persone al giorno;
  • 4.622.400 persone al mese;
  • 56.277.720 persone all'anno.
E questi numeri aumentano proporzionalmente all'aumentare della popolazione mondiale, ovviamente.

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una strage, alla morte di 1 cantante ventisettenne e a quella di 1 militare ventottenne.

Giustamente, il popolo di internet, alla notizia della morte di Amy Winehouse, ha voluto dimostrare il proprio dispiacere per la tragica fine di una cantante tanto apprezzata quanto giovane; c'è stato chi ha tirato in ballo la maledizione dei 27 anni, chi ha scritto che, considerando il suo stile di vita, quasi si meritava una morte prematura e chi invece ha semplicemente espresso la propria commozione. Appena ho letto della sua morte ho pensato che aveva solo un anno, quattro mesi e quattro giorni più di me, e questo mi ha fatto un certo effetto.

Due giorni dopo è stato ucciso David Tobini, parà di 28 anni in forza al 183esimo reggimento 'Nembo'. Spero di sbagliarmi, ma mi è sembrato che la partecipazione degli internauti a questa scomparsa sia stata... quasi assente.
Mi piacerebbe capire in che modo e per quale motivo si possa dire di partecipare in modo così sentito alla morte di una persona e, sostanzialmente, fregarsene di un'altra.

Forse scrivo queste cose perché conosco un paracadutista che in questo momento si trova in missione in Afghanistan; perché quando sento parlare di un militare ucciso il mio pensiero va immediatamente a lui e alla sua famiglia; perché penso che non dovrebbero trovarsi lì, ma ci sono e spesso rischiano di morire; perché quando, questo rischio si fa concreto, noi da qui teniamo solo il conto del numero dei morti e andiamo avanti come se nulla fosse, spesso senza nemmeno pensare che c'è una differenza notevole tra 40 e 41, quando questi numeri rappresentano delle vite umane.

Probabilmente sono io che non ci arrivo, ma mi infastidisce sapere che alcuni morti sono più importanti di altri.
Se qualcuno è in grado di fornirmi una spiegazione, mi farebbe piacere capire.

sabato 23 luglio 2011

cellulite uomini sedere

Questo è un post che cerca di soddisfare le curiosità di un anonimo amico svizzero.
Il suddetto cittadino elvetico ha cercato queste parole e, in mezzo a molti risultati ha trovato questo blog; siccome probabilmente quello che ha letto non è stato soddisfacente, volevo scrivere qualcosa in merito, sperando di indovinare quello che questo anonimo amico voleva sapere (e anche che lui passi di nuovo da queste parti, perché altrimenti non saprà mai di questo post dedicato alla sua curiosità).

Devo dire che queste tre parole mi fanno tornare alla mente una domanda che mi pongo ormai da anni... ma prima aumentiamo il numero di culi che girano per il blog inserendo quelli che, dicono, essere i due sederi più belli del mondo:

una panoramica
e il particolare
ovviamente ogni commento in merito alla foto è gradito... comunque, la domanda che mi tormenta è la seguente:
esistono uomini con la cellulite?

Mi è bastato cercare su Wikipedia per capire che è proprio così: esistono. Wikipedia dice anche che se sei una donna bianca, molto probabilmente la cellulite ti farà compagnia; Valeria Marini smentisce categoricamente.
solita panoramica
e particolare
A proposito di Valeria Marini, l'altro giorno ho scoperto che la Valeriona nazionale compare anche in Somewhere, e non commento questa scoperta, perché ancora non ho metabolizzato il fatto.
A proposito di Somewhere e di pelle a buccia d'arancia, secondo me Martina Navrátilová* la cellulite non ce l'ha mai avuta. Se avete prove in grado di smentire questa affermazione, vi prego, mandatemele.

Forse sto divagando, quindi torno al punto iniziale.
Dicevamo che Wikipedia ci spiega che potenzialmente potrebbero esistere degli uomini con la cellulite; personalmente non ricordo di averne mai visti (effettivamente non credo di farci troppo caso, ma, se ne avessi visto uno, probabilmente me ne ricorderei, perché sarebbe stato un po' come vedere un rinoceronte albino a spasso per Roma), e, se non li ho mai visti, posso affermare con certezza che:
gli uomini con la cellulite sono campioni di nascondino.

voglio vederne uno
Questa affermazione, e ulteriori attente ricerche, mi hanno portato a concludere che la cellulite favorisce lo sviluppo delle capacità motorie e di mimetizzazione; in particolare, la cellulite maschile, agisce principalmente sull'ippocampo, aumentando a dismisura la capacità di navigazione spaziale dell'individuo ad essa esposto.
Questa scoperta, congiunta a numerose e approfondite osservazioni, ci porta ad affermare con sicurezza che i seguenti individui sono, o sono stati, chiaramente degli uomini cellulitici:
  • Cristoforo Colombo;
  • Ferdinando Magellano;
  • Davide Mengacci;
  • Patrizio Roversi.
Conclusioni sconvolgenti che solo un uomo di scienza (ma anche coscienza e usciere) come me ha avuto il coraggio di diffondere, sono pronto a pagare le conseguenze del mio gesto anche con la vita di Valeria Marini, e, siccome la sua circonferenza vita è almeno di una decina di chilometri, è un prezzo alto.

*se non capite il nesso, vi spiego che in Somewhere viene nominata la suddetta tennista, inoltre la parola "arancia" mi fa sempre pensare a Arantxa Sanchez Vicario, altra nota tennista.

venerdì 22 luglio 2011

l'anime de li mejo... parte III giuro che è l'ultima

Noein - Kazuki Akane
Sappiate che se avete visto anche questo, probabilmente siete un po' fissati (sì, come me).
Avete presente cos'è un multiverso? Io solo vagamente; se volete saperne qualcosa potete leggere qui e probabilmente anche da qualche altra parte, se non volete saperne di più... beh, non so che dirvi. Qualcuno si domanderà che c'entri il multiverso, ebbene stavolta c'entra, perché l'anime in questione ci racconta della lotta tra due universi paralleli che arriva a coinvolgere anche quella che dovrebbe essere la nostra linea temporale. Sinceramente non voglio rovinarvi la scoperta della storia, quindi non vi dirò che si parla di un'amicizia che supera i confini del tempo, no, non ve lo dico; ma vi dirò che le tecniche grafiche utilizzate sono le più varie, tanto che possiamo trovare nello stesso episodio modelli realizzati al computer, ma anche i più classici tratteggi a china; lo stile di ogni universo è profondamente riconoscibile e i numerosi scontri tra nemici, amici e... se stessi, sono veloci e avvincenti al punto giusto.
Alla fine della visione di quest'anime rimane una sola domanda: il cattivo era veramente così cattivo?
Frase cult: Dio non gioca a dadi con l'universo.

Death note - Madhouse
E se un giorno vi trovaste davanti il quaderno di uno Shinigami (dio della morte) che vi permetterebbe di uccidere chiunque, voi cosa fareste?
Light, il protagonista dell'anime in questione, decide di provarlo e, da quel momento, lo utilizza per uccidere ogni malvivente che gli capiti a tiro, con il sogno di creare una nuova società composta solo di persone oneste, che vede Kira (che sarebbe "killer" detto da un Giapponese. Ma quanto lo parlano male l'inglese?), alter ego di Light, come giustiziere invisibile. Ovviamente, come in ogni serie chi si rispetti non va subito tutto come si aspetta il nostro protagonista, che allo stesso tempo è il cattivo (oppure no?) della serie, perché, a indagare su questi insoliti omicidi, viene chiamato uno strano e geniale ragazzo, conosciuto in tutto il mondo con il nome di L. E la battaglia tra L e Kira sarà una sorta di partita a scacchi ricca di colpi di scena.
È un anime appassionante e sorprendente, ma (perché c'è un ma) penso questo solo in merito alla prima parte della serie, infatti, trovo la seconda un po' troppo forzata, bella sì, ma c'è un personaggio che mi manca.
Frase cult: l'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà.

Fullmetal Alchemist: Brotherhood - Hiromu Arakawa
Ed e Al sono due fratelli che, praticando l'alchimia, cercano di riportare in vita la madre defunta; evidentemente non va tutto come previsto, tanto che Ed si ritrova senza un braccio e una gamba, mentre Al perde tutto il corpo, mentre la sua anima resta legata a una possente armatura.
Cercando di riconquistare i loro corpi, i due fratelli si imbatteranno in essere sovrumani, personaggi millenari, conoscenze occulte e rischieranno la morte ogni due per tre.
Brotherhood è la seconda serie di anime tratta dal manga originale, le due serie partono dagli stessi presupposti, ma questa segue con maggiore fedeltà la trama del manga e ci permette di capire profondamente il mondo di Ed e Al, portandoci lentamente verso quell'oscura verità che all'inizio dell'anime non era neanche immaginabile. Ah, e poi Ed è basso, quindi è un personaggio fantastico.
Frase cult: chi hai chiamato ultrasupermega microbo?

Gantz - Hiroya Oku
Anche qui i protagonisti muoiono all'inizio dell'anime, ma, invece di finire in un mondo ultraterreno, si ritrovano in un appartamento della periferia di Tokyo; nell'appartamento ci sono altre persone e una grossa sfera nera.
Questo è l'inizio dell'anime più adulto degli ultimi tempi. In un totale di 26 episodi assistiamo a uccisioni a mano armata, uccisioni a mani nude, esplosioni di teste, amputazioni... ah, ovviamente anche a scene di sesso e tette enormi a volontà.
Con il passare delle puntate si scopre che i protagonisti sono morti, ma una copia del loro corpo continuerà a vivere e, ogni tanto, sarà chiamata dalla sfera nera, il Gantz, a partecipare ad alcune missioni, che si riveleranno essenzialmente un crudele gioco al massacro in cui vince chi sopravvive.
L'anime si interrompe senza dare molte spiegazioni, spero sinceramente che qualcuno si decida a riprendere in mano questa produzione per poter finalmente scoprire cosa si cela dietro alla misteriosa sfera nera.
Tanto per dire, lo studio responsabile dell'anime si chiama GONZO.
Frase cult: Le vostre vecchie vite sono finite. Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite. E questo è quanto.

Sfondamento dei cieli Gurren Lagann - GAINAX
Qui ritorniamo alle origini, per esempio ci sono vari robottoni e il protagonista è assolutamente e indiscutibilmente buono, tanto per dirne due.
Siamo in un ipotetico futuro e la razza umana è costretta a vivere sottoterra da un famigerato Re Spirale. Scava e scava, d'altronde sottoterra non è che puoi fare tanto altro, viene alla luce un enorme testone, che si rivelerà essere un robot, il nostro futuro eroe impara a pilotarlo, si dirige insieme a qualche amico in superficie per liberare la razza umana dalla schiavitù impostale dal Re Spirale e dai suoi servi, dei pericolosi (anche se non si direbbe) individui detti uomini-bestia.
La serie si può dividere nettamente in due parti, anche perché tra la prima e la seconda c'è un salto temporale non indifferente; io, come al solito, preferisco la prima, ma stavolta anche la seconda è molto interessante, quindi, se non l'avete visto, cercate di recuperare.
Frase cult: trapassa i cieli con la tua trivella!

-postfazione inutile dell'autore-

So di essermi dilungato anche troppo, ma giuro che era l'ultima parte.
Vorrei solo scusarmi con gli esclusi, perché so quanto ci tenevano a comparire in questa lista, quindi: Ken, Uomo Tigre, Lupin, Ranma, Mao Dante, Devilman, qualunque robot inventato da un Giapponese, Pollon, Oscar, le sorelle Occhi di gatto (sì, perfino loro), Candy Candy (se non la nominavo mi lanciava qualche maledizione e lei porta di un maleeeee), D'Eon, Doraemon, tutto il quartiere commerciale Abenobashi, lui & lei, chi non era assolutamente interessato all'argomento anime e ancora tanti altri che adesso non mi vengono in mente
perdonatemi!

giovedì 21 luglio 2011

l'anime de li mejo... parte II

The Slayers - Hajime Kanzaka
E stavolta la lista inizia con un anime dal titolo torturato; se con I Cavalieri dello zodiaco avevo esaltato il mondo dei traduttori e doppiatori, con The Slayers, noto in Italia con il titolo di Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo (per Rina), sono costretto ad ammettere che, a volte, la loro voglia di adattare i contenuti alla nostra lingua è eccessiva e inopportuna. Fatta questa precisazione sono costretto ad ammettere che di questa serie ricordo ben poco, e probabilmente per me è mitico anche per questo motivo.
So con certezza che Rina (o Lina, dipende), la protagonista dell'anime in questione, era una di quelle eroine dal carattere complesso, una di quelle che spesso agiscono in preda alla sindrome premestruale, una che picchia chiunque e senza motivo, che allontana la gente, che difende le proprie idee e che, soprattutto, usa la magia nera per fare incantesimi assolutamente distruttivi.
Insomma, almeno per me, quest'anime è la protagonista, e lei è fantastica.
Frase cult: fulmine rosso!

Yu degli spettri - Yoshihiro Togashi
Dovete sapere che questa serie ci riconduce direttamente al periodo della nascita della rete televisiva attualmente (e da sempre) nota come La7. Era l'estate del 2001 e, a quel tempo la parola "estate" significava ancora "non fare niente cercando di non sudare"; fu proprio in un momento di massima attività motoria (facevo zapping) che incappai nella prima puntata della serie. Inaspettatamente, l'anime comincia con la morte del protagonista, questo mi colpì e mi fece superare anche le perplessità causate dal livello abbastanza sottotono delle puntate successive. L'introduzione al mondo soprannaturale, che diventerà quello di Yusuke (che sarebbe il protagonista inizialmente morto), è lento e progressivo, per molti potrebbe risultare noioso, ma a me piaceva; forse non è l'anime più bello di sempre, ma mi ero affezionato a quei demoni (e non) dagli strani poteri, quindi... beh, lo metto nella mia lista.
Frase cult: frusta di rose!*

Excel Saga (animazione sperimentale insensata) - Koshi Rikdo
Dal titolo potete facilmente intuire che la parola "insensata" mi abbia colpito sin dal primo momento; fortunatamente la promessa del titolo sarà assolutamente mantenuta. In questa serie possiamo assistere a invasioni aliene, protagoniste che muoiono e risorgono ogni due minuti, pericolosissimi alieni peluchosi, simil power rangers, lo sfigatissimo e cornuto Pedro e, specialmente, Frattaglia. Praticamente qui succede di tutto, ogni cosa è senza senso, ma sicuramente esilarante; l'incomprensibilità è alla base di una trama di fondo assurda e le diverse scene si alternano senza un apparente motivo.
Grazie a storie inutili che si intrecciano a casaccio e parodie di qualunque cosa esistente al mondo, ho concluso che questo è l'anime che avrei voluto realizzare io.
Frase cult: sono venuta qui per punirvi... prendendovi a sculacciate!**

Hunter x Hunter - Yoshihiro Togashi
E così anche Yoshihiro Togashi, compare due volte nella mia lista. Anche questo anime mi ha lasciato inizialmente perplesso, ma andando avanti con le puntate mi ha conquistato totalmente, grazie alla caratterizzazione e alla crescita di Gon, il protagonista, e, soprattutto, di Killua, il suo amico dall'enorme talento da assassino. Forse lo affermo perché all'inizio non lo seguivo con attenzione, ma credo che l'anime esprima tutto il suo potenziale nella sua parte finale, per la precisione dal momento in cui compare per la prima volta il nome di Greed Island, ma non vi dico di cosa si tratta.
L'unica mezza delusione l'ho ricevuta alla fine, perché mi ero talmente appassionato che avrei preferito continuasse ancora per un po'.
Frase cult: in altre parole quello che muore per primo perde.

Neon Genesis Evangelion - GAINAX
Spero che per questa volta non ci sia bisogno di presentazioni, perché si tratta dell'anime che ha rivoluzionato un genere. Partendo dal design di quelli che una volta erano i robot, passando per la storia eccezionale, la complessità e l'approfondimento dell'aspetto psicologico di ogni singolo personaggio, ai numerosi riferimenti religiosi e filosofici (spesso solo accennati) che si possono riscontrare in ogni episodio, arrivando alla possibilità di scegliere se approfondire o godersi semplicemente la commistione tra racconto, immagini e musiche; quest'anime è, almeno per me, L'Anime definitivo, imprescindibile per chiunque.Esiste più di una revisione e riedizione della serie originale, perché alcune critiche hanno portato alla definizione di finali alternativi e al chiarimento di alcuni passaggi centrali inizialmente poco chiari, ma io continuo a preferire il finale metafisico e la scelta di non spiegare esattamente ogni singolo aspetto dell'anime che caratterizza la prima edizione.
Se non l'avete ancora visto, fatelo assolutamente.
Frase cult: non devo fuggire, non devo fuggire, non devo fuggire!

*era l'arma principale del mio personaggio preferito.
**tanto per fare un esempio delle citazioni che possiamo trovare nell'anime.

mercoledì 20 luglio 2011

l'anime de li mejo... parte I

-premessa inutile-
anima
[à-ni-ma]
poet. alma, arma
s.f.
1 RELIG Principio della coscienza morale e religiosa, considerata di natura divina e quindi immortale: ragionare sull'immortalità dell'a.; raccomandarsi l'a. a Dio; nessuna cattiva azione mi pesa sull'a.; avere un peccato sull'a.
Dare l'anima al diavolo pur di ottenere qualcosa, essere disposto a tutto
fig. Far dannare l'anima a qualcuno, fargli perdere la calma, irritarlo.

Etimologicamente la parola anima deriva dal latino anima, forma femminile di animus, proveniente dal greco ἄνεμος (anemos), che significa vento.
Numerose sono le locuzioni nelle quali compare questa parola, riportiamo di seguito una breve spiegazione dell'utilizzo fattone a Roma e zone limitrofe:


In italiano, il plurale di anima è anime, che in giapponese si scrive アニメ (anime); per i Giapponesi questa parola proviene dall'abbreviazione di animēshon (traslitterazione giapponese della parola inglese animation) ed è ormai utilizzata correntemente anche da noi per indicare le opere di animazione di origine giapponese.

Tutto questo discorso inutile per introdurre una lista dei miei anime (perché sono maschi) preferiti; limiterò la lista alle "sole" serie animate, riportando le opere scelte nel mio ordine cronologico, cioè dal primo che ho visto fino all'ultimo.

-fine della premessa inutile-

Grande Mazinga - Gō Nagai
In realtà lui non è stato proprio il primo, anche perché è il secondo Mazinga, ma era indubbiamente il mio preferito; un po' perché  Tetsuya era un pilota decisamente meno perfettino del suo predecessore, un po' perché i nemici dalle molteplici facce o creati dall'unione di essere simildemoniaci e animali era veramente fantastico, un po' perché era un robottone che menava tutti, un po' perché la controparte robotica femminile aveva mantenuto il fantastico attacco delle tette-razzo e un po' perché se uno è appassionato di robottoni, proprio come me, è impossibile non volere almeno un po' di bene al Grande Mazinga.
Frase cult: Razzi fotonici, fuori!

Jeeg robot d'acciaio - Gō Nagai
Sempre Gō Nagai per il mio secondo robottone preferito. Stavolta si parla di una campana millenaria impiantata intorno al cuore di un ragazzo (ma non uno normale, perché questo tizio è capace di tasformarsi nella testa di un robot gigante), di una sotterranea, maligna e antica civiltà scomparsa che cerca la campana in questione per poter così conquistare il mondo di superficie e di altre mille storie accessorie.
La trama delle puntate è sempre la solita: il piano dei cattivi, la presentazione di un robottone malefico che vuole distruggere il mondo, Hiroshi (quello con la campana nel petto) che si lancia dalla moto (che probabilmente finirà distrutta ogni volta), si arrotola su se stesso e diventa una testa gigante, botte, botte e ancora botte, lui che vince.
Come non idolatrare una serie del genere?
Frase cult: Contatto!

Yattaman - Tatsuo Yoshida
E anche qui di robot ce ne sono abizzeffe, ma si cambia decisamente genere, infatti con Yattaman si entra in pieno nel filone degli anime comici. Naturalmente i veri protagonisti della serie non sono i buoni, quanto il terzetto di cattivi più sfigato che si sia mai visto; se non li conoscete (malissimo), vi presento il trio Drombo, composto dal geniale e baffuto Boyakki, il forzuto uomo/gorilla Tonzula e la bionda, e spesso seminuda, Miss Dronio. In ogni puntata questo malefico trio mette su un'attività ingannevole che gli permette di raccogliere in una giornata infinite quantità di denaro, costruisce un megarobottone improbabile e parte per una nuova missione alla ricerca della mitica pietra Dokrostone, che li renderà enormemente ricchi; ovviamente falliranno spesso e volentieri, e qui arriva il bello, perché a ogni fallimento corrisponde una fantasiosa punizione inflittagli dal misterioso Dottor Dokrobei.
Frase cult: Anche un maiale può arrampicarsi su un albero quando viene adulatooooo. 

Dr. Slump & Arale - Akira Toriyama
E siamo arrivati al Villaggio Pinguino, un piccolo paese in cui vivono personaggi alquanto strambi e surreali, che improvvisamente si troveranno ad avere a che fare con quella che all'apparenza sembrerebbe un bambina un po' particolare: Arale.
Arale è ingenua, superveloce, iperattiva, iperforte, appassionata di cacche rosa, miope, sempre allegra e, soprattutto, un robot. Nasce da un esperimento sbagliato del mitico Dr. Slump, che, volendo realizzare una bambola gonfiabile perfettamente identica a una donna vera, si ritrova con una bambina robot che spaccerà per sua sorella; ovviamente il giovane inventore approfitterà della nuova sorellina per entrare in contatto con la bellissima maestra del villaggio: la biondissima signorina Midori.
Le avventure di Arale sono spesso inutili e senza senso, ma, tra inventori maniaci sessuali, alieni con la testa a forma di sedere, poliziotti fifoni, angeli preistorici, cacche parlanti, diavoli disperati e supereroi falliti, il mondo di Arale è irresistibile.
Frase cult: Ciriciao gente! 

I Cavalieri dello zodiaco - Masami Kurumada
E qui siamo di fronte al non plus ultra. Una serie che ho adorato, visto e rivisto fino allo sfinimento. Chi non avrebbe voluto congelare qualcosa con la sola imposizione delle mani, fermare una cascata con un pugno*, picchiare e maltrattare Andromeda senza motivo, raggiungere il settimo senso o togliere la maschera a quella tizia ambigua di Castalia? Sicuramente non io.
Il mio cavaliere preferito, ovviamente, non era Pegasus, ma Crystal (fatta eccezione per tutte le volte che parlava della madre), soprattutto perché affrontava l'inverno siberiano con la sua solita maglietta blu senza maniche, mica è una cosa da tutti; subito dopo di lui arrivavano a pari merito Sirio e Phoenix, uno perché ogni tanto diventava cieco e l'altro perché era immortale e quando menava, menava per uccidere.
Una serie mitica, resa ancora più interessante dalle improbabili voci ed espressioni utilizzate dai doppiatori; qualcosa tra l'aulico, il dolce stil novo e l'eccessivamente pomposo; in una parola fantastico!
Frase cult: Polvere di diamanti!**

PS: odio Mediaset per avermi fatto odiare Dragon Ball (riproponendomelo ininterrottamente per anni e anni di seguito) e per aver trasmesso solo una parte del capitolo di Hades dei Cavalieri dello zodiaco. 

*non giudicatemi se da piccolo provavo a farlo con le onde del mare.
**profondissima stima per la ragazza del video.

lunedì 18 luglio 2011

di capelli biondo cenere o cosa ne so io?

Più di un mese fa ho conosciuto un ragazzo dai capelli biondo cenere con cui ho parlato per un po'. I nostri discorsi sono stati abbastanza surreali, perché lui mi raccontava cose che io non sarei mai stato in grado di raccontare con tanta facilità a un tizio sconosciuto, mentre io, che come al solito ho la delicatezza di un elefante, ogni tanto credo di aver fatto delle affermazioni che, ripensandoci a mentre fredda (probabilmente con questo caldo la mente è l'unica cosa che ogni tanto risulta essere fredda), non erano proprio adatte a un discorso tra due persone che si conoscevano da pochi minuti; probabilmente siamo stati entrambi fuori luogo, ma sul momento il tutto sembrava talmente normale che non si sono creati momenti di imbarazzo.

Dicevo che abbiamo parlato un po' di tutto, ma, siccome ogni tanto sono un po' lento, è solo da poco tempo che ho compreso la logica conclusione di una parte della conversazione: io non so assolutamente nulla.
Ci ho messo un po', ma l'ho capito.

Per la precisione l'ho capito con un paio di settimane di ritardo: dopo una discussione abbastanza sconfortante tra me e un professore, stavo guidando verso casa (riuscirò a lavare la macchina prima della fine dell'estate?), quando mi è tornata in mente questa sua domanda:
"E tu che ne sai?"
E la mia risposta:
"È vero. Non lo so."
Si parlava di...


Premetto che il biondo cenere in questione è un tizio che potrei definire quantomeno strambo, ma strambo nel senso migliore del termine, perché è un po' sconclusionato, non ti ascolta molto, sembra confuso, disilluso e, ogni tanto, amareggiato come pochi altri, ma, quando meno te lo aspetti, riesce a dimostrarti praticamente che i problemi esistono, che di situazioni che potrebbero buttarti giù ce ne sono milioni e milioni, e che per superare tutto basta fregarsene un po' e prendere le cose come vengono, dirigendosi sempre verso quello che si vuole*.

Dicevo che dalla conversazione con questo personaggio ho concluso che se una situazione non la vivi in prima persona, non saprai mai di cosa parli; puoi provare a immaginare quale sia la realtà, ricordare i racconti di chi ha vissuto esperienze simili, informarti per tentare di capire meglio, cercare di immedesimarti in una particolare situazione, ma non sarai mai in grado di capire fino in fondo.
Da questa esperienza ho dedotto di essere essenzialmente ignorante di fronte a tutto.

Per molti questo potrebbe essere un punto di partenza banale, dopotutto qualcuno diceva "Io so di non sapere." già qualcosa come 25 secoli fa, effettivamente anche io credevo di aver compreso totalmente questa frase, ma mi sbagliavo, forse adesso sono più vicino a comprendere cosa significhi non sapere.
Magari sto sbagliando anche ora, ma secondo me questo è il mio primo vero passo verso l'abbattimento di alcuni pregiudizi che neanche mi rendo conto di avere.

*sappiate che questa è stata l'impressione che ho avuto dopo un paio di ore di "conoscenza", quindi probabilmente ho scritto un mucchio di cavolate.

sabato 16 luglio 2011

ti ricordi?


Ho visto per la prima volta questo filmato proprio prima dell'inizio dell'ultimo film di Enrico.
Il mio primo pensiero nel sentir parlare di impianti di memoria è stato:
"Seeee, che cazz... baggianata!"
credevo si trattasse di una strategia pubblicitaria (maledetto strategggggismo pubblicitario!), che cercava di sfruttare la curiosità indotta da una notizia del genere, e ho pensato che con me avrebbe potuto funzionare, quindi mi sono segnato il nome Atrapalo (e venite a dirmi che non è un nome simpatico) con l'idea di cercare di capire cosa volessero promuovere. Con mia somma sorpresa ho scoperto che... era vero.
Cosaaaaa?!?
No, questi spagnoli, perché Atrapalo è una società spagnola, dicono di poter impiantare dei ricordi nella mente di persone predisposte (per candidarsi come cavie c'è bisogno di un test preliminare); per la precisione ti impiantano il ricordo di un viaggio che non hai mai fatto.
La trovo una cosa abbastanza inutile, perché sinceramente il viaggio preferirei farlo, invece di ricordarlo, e poi... ma se questo progetto dovesse avere veramente successo, tutti si troveranno con dei ricordi di viaggi identici; potrebbe accadere qualcosa del tipo:

-Sai, quest'estate sono stato in Thailandia.
-Anche io!
-Ho visto dei templi bellissimi.
-Anche io!
-Ho rischiato di morire su un tuk tuk.
-Anche io!
-Sono andato a Lom Buri, la città delle scimmie.
-Anche io!
-Sono stato a cavallo di un elefante.
-Anche io!
-Ho fatto un mega puttantour e mi sono preso diverse malattie sessuali.
-Anche io!
-Mavaff...

E così un viaggio identico per tantissime persone genererà infinite liti tra amici; sarebbe quasi come imparare a memoria le foto delle vacanze di qualcuno e rimpiazzare la sua faccia con la nostra.
Devo ammettere che trovo il tutto abbastanza inutile, e sinceramente credo che possa essere anche piuttosto rischioso, perché, se riescono veramente a far credere che un finto ricordo sia reale, la persona sottoposta a tale trattamento, almeno nel caso specifico del viaggio impiantato, non distinguerà il reale dall'irreale, e non mi sembra una cosa positiva, per niente.

Fatte queste riflessioni, si potrebbe dedurre che non farei mai una cosa del genere; in realtà lo farei subito se riuscissero a impiantare nella mia mente superiore (leggi capoccia) tutti i libri che dovrei studiare per i miei prossimi esami, per questo lancio un appello al signor Atrapalo:
Caro signor Atrapalo,
per favore, invece di focalizzare la Sua attenzione su impianti di ricordi vacanzieri, si sforzi di farmi imparare a memoria quello che dovrei sapere, perché se finisco di studiare grazie a Lei, con i soldi guadagnati da un eventuale lavoro, potrei prenotare un viaggio vero sempre sul Suo sito.
Ci pensi, perché potrebbe essere l'occasione di un doppio guadagno.
Un caro saluto a Lei e alla Sua famiglia, un bacio ai pupi.


Bert

giovedì 14 luglio 2011

il magico maghetto Enrico: parte II

Ieri è uscito in Italia il capitolo conclusivo della nonsodiprecisoquantologia del più famoso mago britannico dai tempi di Merlino ed io l'ho visto. Siccome qui in redazione (?) sono arrivate numerosissime (una) lettere (commento) nelle quali i miei fan adoranti (?) mi chiedevano di parlare delle avventure del maghetto in questione, adesso che la saga si è conclusa, posso esprimere il mio parere in merito.

Credo sia giusto iniziare dal principio, quindi parto dal capitolo IV, che wikipedia mi dice essere quello in cui compare il nostro vampiro emo preferito, se non l'avete visto, sappiate che qui muore.
Come dicevo qui sopra c'è un quarto capitolo, quindi ce ne sono altri tre prima, e se ce ne sono tre ce ne sono sicuramente due, perché non c'è tre senza due; e questo è il punto: i primi e gli ultimi due film sono gli unici che riesco a collocare temporalmente senza sbagliare, ma, grazie alle mie fonti (che vogliono rimanere anonime), vi propongo un rapido riassunto di quello che succede.

Harry Potter e la pietra filosofale
In pratica, tutto inizia con un ragazzino che ha una cicatrice sulla fronte che diventa un mago, poi arrivano:
  • un tizio enorme che lo rapisce;
  • uno dai capelli rossi;
  • una saputa;
  • uno barbuto;
  • uno che sembra cattivo, ma secondo te in futuro si rivelerà un buono, col passare del tempo ci ripensi, perché sembra veramente uno cattivo (alla fine ti renderai conto che in realtà è uno cattivo che poi è diventato buono, ma faceva ancora finta di essere cattivo, perché quello con la barba, che sembrava sempre e solo un buono, ma che in realtà nascondeva qualcosa, gli aveva detto di fare così)... insomma Renato Zero;
  • un po' di scope;
  • altri personaggi che ancora non ricordo e riconosco;
  • il cattivo di turno.

Piccola parentesi sul cattivo di turno... ma chi ci dice che sia veramente lui il cattivo? Sì, avrà anche ucciso qualcuno, ma alla fine non è mica l'unico, per esempio in quest'ultimo capitolo vediamo in diretta la morte di Mrs. Burton (non che questo sia totalmente spiacevole, perché effettivamente era arrivato il momento che qualcuno cercasse di porre fine in qualche modo alla deriva inutilmente emo e vuota della neo poetica burtoniana), ma per quale motivo il suo assassino può essere considerato un buono, mentre l'assassino di uno con degli occhiali improbabili e sua moglie sia da catalogare come il male assoluto?

Harry Potter e la camera dei segreti
Qui compaiono un po' di seprenti. 

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Arriva Gary Oldman.

Harry Potter e il calice di fuoco
Arriva il vampiro emo e, proprio come Gary Oldman, muore.

Harry Potter e l'ordine della fenice
La moglie di Tim Burton manifesta dei seri problemi mentali.

Harry Potter e il principe mezzosangue
Non me lo ricordo.

Harry Potter e i doni della morte: parte I
L'ho scaricato e ho trovato una versione inguardabile, no, non era un porno per amanti della necrofilia, ma forse sarebbe stato meglio, praticamente era un montaggio di una copia rubata non so dove, alcune riprese fatte in un cinema (con tanto di maschera che ha notato la luce della camera e cerca il pirata con la sua torcia) e schermi neri a gogò; in pratica non ho capito molto.

Harry Potter e i doni della morte: parte II
I buoni buoni cercano qualcosa e la trovano, i buoni che sembrano cattivi raccontano tutta la storia e muoiono, il cattivo cattivo muore, altra gente a casaccio muore; in pratica un'ecatombe.
Come ogni capitolo finale che si rispetti, anche qui c'è una mega battaglia tutti contro tutti; giustamente, mentre tutti lottano (contro tutti) il nostro eroe corre per vari corridoi (se avesse camminato si sarebbero chiamati camminatoi) cercando un diadema (?), ma è naturalmente disposto a fermarsi, rischiando di far morire i suoi amici, per baciare la sorella rossa dell'amico rosso incontrata per caso... perché?
Menzione speciale per il finale aperto in cui scopriamo che tra 19 anni torneranno di moda gli anni '80... i pericolosissimi anni '80, altro che Voldemort!

Insomma la saga, per uno che ha dei seri problemi con la memoria e che non riesce ad abbinare un nome a un viso se non dopo molto tempo, è un bel casino, quindi mi accodo a quel signore di bianco vestito e dico che è pura blasfemia! Come faccio io a ricordare i nomi e i ruoli di tutta quella gente?
E se penso che ormai queste saghe infinite sono le rappresentanti cinematografiche di quello che dall'anno della mia nascita sono stati I Goonies... beh, forse ci rimango un po' male, perché indubbiamente i film sono ben fatti, i libri sono evidentemente scritti bene (dopotutto la trama regge anche al cinema), ma mi sembra si sia perso lo spirito di avventura che ha reso la ricerca di Willy l'Orbo qualcosa di mitico, come se ormai il soprannaturale e il sovraffollamento di personaggi fossero inevitabili per decretare il successo di un film, anzi, di una serie di film.

Alla fine Harry non mi dispiace, ma gli manca qualcosa o forse c'è troppo di tutto, non so.

mercoledì 13 luglio 2011

habemus papam 4

Riciclo per l'ennesima (quarta) volta il titolo del post per farvi sapere che sono riuscito a finire in tempo.
In pratica questo significa che sono riuscito a superare un esame; un esame che in teoria non doveva essere particolarmente difficile, ma che in pratica si è rivelato estenuantemente lungo per merito di un professore dalle idee troppo numerose e confuse, talmente numerose e confuse da farmi sentire nell'ordine:
  1. contento per la sua vena propositiva e il suo interesse;
  2. confuso sul da farsi;
  3. stanco di cambiare ogni cosa dopo aver parlato con lui;
  4. scettico sulle sue proposte;
  5. un incapace;
  6. profondamente incavolato e fermo sulle mie posizioni, anche quando sapevo di sbagliare in toto;
  7. leggermente alterato nel notare che chiunque risolveva il tutto in due giorni;
  8. talmente annoiato da fare le cose alla bell'e meglio.
 E queste variazioni di umore si sono susseguite nell'arco di due anni, due anni persi probabilmente per colpa mia e della mia voglia di riuscire a fare qualcosa di decente, voglia poi scomparsa in corrispondenza della fatale decisione di presentarmi all'appello senza passare per la stanza di colui che ha troppe idee.
La decisione si è rivelata vincente, anche se in realtà non capisco cosa ci sia di vincente nel concentrarsi troppo su qualcosa per molto tempo, perdendone di vista molte altre.

Giusto per fornirvi qualche altro elemento e per definire meglio il mio livello di genialità, sappiate che l'esame in questione è uno di quelli a scelta, quindi me lo sono anche andato a cercare. Se c'è qualcuno che pensa di essere più coglione di me alzi la mano... come sospettavo, non vedo mani alzate.

In ogni caso ormai è passato, l'ho superato, e vi ringrazio per il sostegno.

A questo punto mi è venuto un dubbio: secondo voi è saggio o altamente autodistruttivo chiedere la tesi al suddetto professore?

Mentre ci pensate, faccio un riassunto di quello che è accaduto mentre io ero preso dall'ansia di non finire in tempo:
So che volete ardentemente sapere cosa mi accadrà nell'immediato futuro, quindi vi anticipo che quest'estate mi faranno compagnia due simpatici e allegri amici: lui e lui. Mi invidiate, vero?

*che poi a me non pare nemmeno ridotta così male, anzi, rispetto ad alcune foto di qualche anno fa mi sembra addirittura più in forma.
**brava Giovanna!
***non è che ne abbia viste molte, quindi guardate qui e giudicate voi (se vi sta antipatica la Abbagnato come sta antipatica a me, fate finta che non ci sia).

domenica 10 luglio 2011

argh!


Sto più o meno come Fry. In questo preciso istante avrei bisogno di un:
"Farai sicuramente in tempo!"
con me il supporto morale funziona, l'effetto dura poco, ma molto molto molto molto molto meglio di niente.

PS: maledetto PC ultralento!

venerdì 8 luglio 2011

sa sa, prova prova

Fino a mez'ora fa ero in macchina e stavo cantando Un'estate al mare; se in realtà la mia estate non avrà molto a che fare con il mare:
1) la radio mi stava prendendo in giro;
2) cercavo di autoilludermi;
3) è una di quelle canzoni che si cantano senza secondi fini.
Lo so, il post è inutile quasi quanto me in questi giorni (possibile?), in realtà volevo solo vedere come venivano i post pubblicati via telefono, quindi vi beccate anche una foto della piscina che devo tenere pulita, ma che non userò; per la serie oltre alla sudata anche il giramento di... ingranaggi (cit.).

martedì 5 luglio 2011

crepuscolo, eclissi, novilunio, rompialba

Se leggendo il titolo non avete capito a cosa mi riferisco, sappiate che è mia intenzione parlare di una recente serie di film di notevole successo (di pubblico), tratti dai best seller di un'emerita sconosciuta.

Naturalmente non ho letto i libri in questione, ma ieri, per caso, ho visto qualche minuto di... uno dei film nonsoqualedipreciso, e oggi mi è capitato di fronte, malauguratamente, il finale del sequel di quello di ieri.
Devo dire che la prima impressione è stata fondamentalmente questa:
che palle!
Effettivamente sono partito prevenuto, perché quando penso a un film di vampiri, mi viene in mente questo:


Non so, magari quello strano sono io, ma credo che spacciarci per vampiro un tizio che non beve sangue umano e si rifiuta di fare sesso prima del matrimonio è agghiacciante; che fine hanno fatto il caro vecchio Lestat de Lioncourt o l'ancora più caro e vecchio Vlad Tepes III?
Sarò un nostalgico, ma a me il vampiro emo sembra proprio un personaggio ignobile.

Come se non bastasse, al vampiro emo dalla faccia montata male, la nostra amata scrittrice, ha avuto la brillante idea di affiancare un licantropo (licantropo sui generis in realtà, perché si trasforma in lupo quando vuole, senza il bisogno della luna piena); ora, sei un licantropo, hai la fissazione di andare in giro senza maglietta, e non voglio discutere su questo, perché per me puoi fare quello che vuoi con i tuoi abiti; ma come è possibile passare da lupo peloso a uomo glabro?
E se i personaggi maschili sono alquanto improbabili, per non essere da meno, la protagonista femminile, tale Bella (che fantasia, complimenti!), è una ragazza alla disperata e continua ricerca di un essere soprannaturale che finalmente possa porre fine alla sua forzata castità... ma perché?

In ogni caso, da questa accozzaglia di personaggi è venuta fuori una serie di romanzi e da questi romanzi sono nati dei film (per quanto ne so molto pallosi).
Ora i personaggi erano insulsi in partenza, ma per quale motivo hanno voluto scegliere degli attori dello stesso spessore per interpretarli?

Se pensate che stia esagerando, e che gli attori in questione non siano così inutili e inespressivi come voglio far credere, vi faccio notare la foto qui di lato. Questa è Kristen Stewart, protagonista dei film di cui sto parlando. Come potete notare, è talmente piena di vita che un piccione caduto in un secchio di vernice bianca l'ha scambiata per un tronco marcescente casualmente caduto nei pressi di una scala; notate inoltre che il piccione ha una zampa legata, perché altrimenti avrebbe indubbiamente evitato di posarsi in un luogo così triste.

Ho espresso le mie perplessità su Kristen, ma devo ammettere che è la meno peggio dei tre, perché ha almeno avuto la decenza di non pretendere di essere considerata una sex symbol come i suoi compagni di set.

Andiamo ad analizzare Robert Pattinson.
Wikiquote ci riporta queste sue parole:
"Quando avevo circa 12 anni le mie sorelle mi vestivano da bambina e mi chiamavano Claudia. I miei dodici anni sono stati una svolta. Poi sono andato a scuola, mi sono inserito con gli altri e ho cominciato a diventare carino quando ho scoperto il gel per i capelli!"
Facendo finta di non notare che si è detto da solo di essere carino, vorrei porre l'attenzione sulla foto qui a destra; osservatela bene.
Fatto? Ecco, adesso vi chiedo due cose:
  1. secondo voi ha anche scoperto come si usa il gel per capelli?
  2. chi di voi ha il coraggio di affermare che la sua faccia non è stata montata a casaccio?
So bene che bellezza e perfezione non vanno di pari passo e che qualche stranezza possa risultare affascinante, ma affascinante e bello sono due cose assolutamente diverse, quindi Robert, per favore, convinciti di essere un tipo che ha avuto un grandissimo colpo di fortuna, grazie.

È ora il turno di Taylor Lautner. Taylor chi?
Eh, bella domanda... uno (anche se credevo che Taylor fosse un nome da donna è uno), quello qui a destra.
Ma che naso ha questo tizio? O meglio, che narici ha?
Naso a parte, la sua è una storia travagliata, infatti, dopo il primo film stava per essere segato a causa di discrepanze fisiche tra lui e il suo personaggio, ma proprio all'ultimo momento, grazie a un duro allenamento fisico (qualcuno ha detto steroidi? Sì, forse l'ho detto io), le sue doti attoriali sono finalmente esplose: aveva finalmente imparato a togliersi la maglietta.
No, è veramente un attore di spessore, solo che lo spessore è quello dei muscoli che gli sono cresciuti attorno... dicono che sia un sex symbol anche lui.

Mistero della fede.
Concedetemi un attimo di perplessità.

lunedì 4 luglio 2011

le non recensioni di Mr. Bert Ford

Se i dannati in ingresso all'Inferno dantesco dovevano lasciare ogni speranza, ai nostri spettatori occorrerà - un impegno certo meno gravoso - parcheggiare comodamente fuori dal saloon - e dalla sala - un pò di buon senso, e godersi questo tuffo nel Cinema attraverso le parole di due recensori d'eccezione per la prima volta all'opera insieme su un post congiunto: MrFord e Bert uniscono le forze per portare sui vostri schermi le non recensioni di due pellicole pronte a fare la Storia della settima arte, e chissà che non ne seguano altre.
Per cominciare, abbiamo scelto Il grande Lebowski e Transformers 3, che ci siamo prodigati a raccontare al nostro meglio in modo che tutto - ma proprio tutto - venisse sviscerato al servizio dello spettatore.
Anche perchè i recensori, questa volta, i film non li hanno proprio visti.

13 ottobre 1932 – ore 06:13 a.m.
Oceano, l’inquadratura si restringe passando da un campo lunghissimo fino al primissimo piano del volto di un giovane ragazzo che alza lo sguardo e, pieno di commozione, grida:
"America!*"
La camera ruota bruscamente nella direzione dello sguardo del ragazzo mostrando una statua della libertà appena visibile, poi, sempre velocemente, si concentra su Gottfried Lebowski, un giovane ebreo tedesco di origini polacche, che, udendo quella parola, alza gli occhi e vede per la prima volta quella che da quel giorno sarebbe stata la sua nuova patria.
Dissolvenza verso il bianco.

Il grande Lebowski

È passata una generazione e mezza da quel 13 ottobre e ormai la famiglia Lebowski è una tipica famiglia americana.
Dal giorno del suo arrivo erano cambiate molte cose per Gottfried: adesso era il proprietario di una catena di macellerie kosher, si era sposato, aveva avuto un figlio ed era nato suo nipote Jeff.
questa l'ho presa qui.
Tutto andava per il meglio fino al giorno in cui suo figlio e la moglie persero la vita in un tragico incidente causato da uno scontro tra Rhino e l’Uomo Ragno.
È così che ci vengono presentati due grandi Lebowski: Gottfried e Jeff. Il primo è grande per età, esperienza e posizione sociale, il secondo è grande fisicamente, infatti, dal giorno della loro somparsa, Jeff cerca di rimpiazzare i suoi genitori con il cibo, per la precisione con carne di animali macellati secondo la tradizione kosher. Gottfried, sentendosi in colpa per non aver mai pronunciato una frase di quelle alla zio Ben** prima che il figlio morisse, non riesce ad arginare la carenza di affetto di Jeff, ma anzi, cerca in ogni modo di colmare quel vuoto assecondandone l'inestinguibile voracità del nipote.
Quella che sta per iniziare è una storia di confronti generazionali, di rimorso, di mancanza di affetto, ma anche la storia della caduta di una famiglia.
Non passerà molto tempo che Gottfried sarà costretto a indebitarsi con la temibile associazione mafiosa vichingo-americane nota come IKEA. In un turbine di violenza, corruzione, ricatti, violenza, carne macellata, violenza, sangue e violenza, il grande Gottfried riesce a recuperare, pagando con la vita, il cibo per Jeff, che nel frattempo diventa l'uomo con il peso specifico più alto del mondo.
Jeff, raggiunto il guinnes world record, entra casualmente in contatto con Barbara d'Urso; questo malaugurato incontro segnerà, casualmente, la sua fragile psiche per sempre, tanto che scoprendo, casualmente, il corpo del nonno ucciso, casualmente, dalla mafia vichinga, casualmente, cerca, casualmente, una via di riscatto aprendo, casualmente, una propria società*** per azioni, ovviamente azioni losche, casualmente.
Nel giro di tre giorni si ritrova ad essere il più importante boss mafioso di New York (e forse del mondo); ora i suoi amici lo chiamano Big Lebowski, mentre i suoi nemici tremano udendo il suo nome d'arte: Kingpin!
Che dire? Un'opera controversa e violenta che scava a fondo nelle personalità di nonno e nipote: due big Lebowski che hanno amato, sofferto, fallito, combattuto, ricattato, ucciso, morto (hanno?) senza mai dimenticare la macellazione kosher.
È ormai impressa indelebilmente nella mia mente la scena in cui il Gottfried, macellando (sempre seguendo il metodo kosher) il vicino di casa per sfamare il piccolo Jeff, recita con un perfetto accento sardo alcuni versetti sardonici, concludendo il tutto con una riflessione sull'incertezza che caratterizza da sempre la vita dell'uomo:
"E con quello che avanza che ci faccio... lo surgelo o si rovinerà?"
Un film da vedere, che potrebbe insegnare molto a macellai, recordman, nonni, nipoti, vicini di macellai kosher, barbaredurso, mafiosi, poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori e trasmigratori.

Bert 

*Questa scena potrebbe ricordarvi qualcosa.
**Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
***Bruce Wayne, al suo posto, avrebbe fatto proprio il contrario: fregarsene delle società e iniziare a menare la gente vestito da pipistrello.

Transformers 3

Premessa:

Megan Fox, bizzosa e piena di sè, nel corso di un'intervista critica aspramente il clamorosissimo regista Michael Bay, ma non per il suo assolutamente assente talento, bensì per una presunta associazione comportamentale a un certo signor Adolf inviso a Spielberg e al suo staff, praticamente giocandosi il posto nell'irrinunciabile e già annunciato blockbusterone dell'estate Transformers 3.

Incipit:

Gli Autobots, belli freschi e tranquilli a spararsi mojitos di gasolio sul loro pianeta, vengono raggiunti dalla notizia bomba dell'allontanamento della Fox dal cast.
Dovete sapere che il pollice deforme ed orripilante della Megan più famosa del mondo è divenuto, nel corso degli anni, un oggetto di culto per i robottoni trasformabili, attratti dallo stesso come noi umani dagli scarafaggi ribaltati.
foto di classe degli Autobots (1984/1985).
Sconvolti per l'accaduto, decidono di ubriacarsi fino al livello "molesto" proibito dal loro computer centrale e viaggiare il più velocemente possibile verso Los Angeles.

Primo tempo:

Il Signor Spielberg ed il Signor Bay sono belli spalmati sulla terrazza di un lussuoso hotel di L.A. sorseggiando due mojitos - con il rum, non il gasolio - a bordo piscina e a discutere di quanto potrà rendere la vendita del merchandise dei robottoni, a quanti tordi andranno a vedersi la schifezza con la sostituta di Megan Fox in 3D e a quanto Shia LaBeouf sia stato il salvatore di entrambi loro, quando Optimum prime fa la sua comparsa, completamente ubriaco, centrando in pieno la vasca con il piede sinistro provocando quattro morti, due esplosioni di protesi al silicone e un'ingente fuoriuscita d'acqua. Prime non vuole sentire ragioni. Senza il pollice della Fox gli Autobots non girano proprio un cazzo.

Intervallo:

Spielberg e Bay, di nascosto, chiamano proprio LaBeouf chiedendogli aiuto ancora una volta. La sua missione è di recuperare i Decepticons e farli precipitare a L.A. prima che gli Autobots distruggano tutto quello che si trovano a tiro. Il buon Shia, che è un ragazzo sveglio, chiede ai suoi datori di lavoro per quale motivo il suo vecchio amico Prime, compagno di mille avventure, dovrebbe comportarsi in quella maniera indecorosa.
Spielberg risponde stizzito che il suo amico è fatto come un cavallo, mentre Bay, privo di talento ma più razionale, afferma: "E' colpa del pollice di Megan Fox!"
LaBeouf rabbrividisce e sussurra: "Effettivamente anche a me ha sempre fatto schifo! Quasi non riuscivo a baciarla, per colpa dei pollici!"
E Bay incalza: "No, loro vogliono il pollice, o non girano!"

Secondo tempo:

Shia, chiamato in aiuto Bumblebee, l'unico Autobot straight edge, corre come un matto seminando pattuglie della stradale a profusione, fino ad arrivare alla base segreta dei Decepticons, dove è costretto a contrattare per altri due spin off con protagonisti i soli Decepticons nel ruolo di buoni e cattivi contemporaneamente in cambio del favore che è costretto a chiedere loro a nome della produzione.
I Decepticons, soddisfatti, volano così alla ricerca del loro obiettivo, con la promessa di tornare a Los Angeles a cose fatte.

Risoluzione:

Nel pieno della crisi, con Spielberg e Bay asserragliati nella villa di Schwarzy e costretti a farsi difendere a suon di lanciagranate dall'ex Governatore della California mentre una selva di Autobots sempre più ubriachi dopo essersi passati tutte le stazioni di servizio della costa cerca di entrare nella proprietà di Conan il barbaro, Shia torna a capo dei Decepticons che nel frattempo hanno rintracciato la Fox asportandole i pollici per sostituirli con due protesi metalliche trasformabili in ammennicoli d'intrattenimento vario.
Gli Autobots cessano immediatamente le ostilità, ammirati.
LaBeouf è acclamato ancora una volta come l'eroe protagonista da Spielberg e Bay, che scoprono di essere innamorati, vengono cacciati da Schwarzy e corrono a Las Vegas per essere sposati da Elvis non prima di aver siglato un contratto milionario con i Decepticons.

Appendice:

Megan Fox, libera dalla sua deformità, diviene il sex symbol globale che avrebbe sempre voluto e ottiene il potere di spedire sulla strada l'odiato Michael Bay.

MrFord
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Note di produzione:
  • l'Uomo Ragno e Rhino hanno devoluto in beneficenza i proventi della loro fugace apparizione;
  • per non incorrere in giustificabili suicidi di massa, il volto di Barbara d'Urso sarà oscurato;
  • nessun pollice di Megan Fox è stato maltrattato durante le riprese del film;
  • Michael Bay è pregato di restituire al legittimo proprietario la spada di Conan entro le prossime 16 ore.