sabato 30 aprile 2011

alto o basso?

Giancarlo Magalli e Pippo Baudo → basso e alto;
Raffaella Carrà e Mina → bassa e alta;
Keith Urban e Nicole Kidman → basso e alta;
Nicole Kidman e Tom Cruise → alta e basso;
Tom Cruise e Katie Holmes → basso e alta;
Biancaneve e i sette nani → alta e bassi.

E potrei continuare ancora per molto, ma mi fermo qui.
A cosa serviva questa lista? A introdurre un concetto: non esiste il basso senza l'alto. Prendiamo, per esempio, i sette nani senza Biancaneve:


hanno tutti la stessa altezza; in questo caso è difficile dire chi è alto e chi basso, c'è bisogno di un termine di paragone o di un limite ben definito che stabilisca da che punto in poi una persona si possa definire alta.

Lo stesso ragionamento può essere applicato in molti altri casi, infatti, possiamo classificare una cosa, e quindi esprimere un giudizio in merito, solo attraverso il paragone con quello che ci è familiare; un esempio su tutti: una casa di 100 m² può essere minuscola per la regina Elisabetta II e grandissima per il Genio. Alla fine si tratta solo di percezioni, la casa rimarrà sempre di 100 m², ma potrà essere definita in diversi modi da osservatori diversi.

Se quello che ho detto è giusto, riusciamo a conoscere e comprendere l'ignoto solo attraverso il confronto con qualcosa di noto, alto e basso sono relativi e non esiste l'uno senza l'altro.

Tutto questo ragionamento per dire che è un po' di tempo, non poco*, che mi sento in basso. Mi sento in basso e non trovo appigli per ricominciare a salire, probabilmente sono io che non riesco a vederli, anzi, è sicuramente così; forse mi serve qualche lezione di alpinismo.

PS: a proposito di cose basse la massima depressione della Terra si trova qui 80°S 115°W, è un posto da evitare.

*concetto relativo più che mai.

venerdì 29 aprile 2011

libro cuore senza cuore - Vol. 2

-Capitolo 2-

LE ELEMENTARI

Era un giorno come tanti altri e quel giorno* mio padre mi svegliò più presto del solito: era il mio primo giorno in una nuova scuola, una scuola in cui avrei imparato qualcosa, non sapevo bene cosa, ma ero curioso di scoprirlo; adesso per esempio so con certezza che non ho imparato a usare la punteggiatura, tanto per dirne una.
Arrivai in quell'edificio per me nuovo e venni portato insieme a non ricordo quanti miei coetanei, tutte facce conosciute per fortuna, in una stanza: eravamo ordinati come un gregge di pecore impazzite, per facilitare il compito non banale dell'assegnazione dei posti, io e due miei compagni di classe venimmo temporaneamente incastrati trai due braccioli della mitica sedia della maestra, della serie "levatevi per un po' dalle palle", ma meno volgare.

Con il passare dei giorni la faccenda si faceva seria: dovevo copiare degli strani simboli dalla lavagna e imparare il nome di ognuno di loro, anzi, in realtà dovevo imparare quello che io credevo essere il nome, mentre imparavo il suono che corrispondeva a quello strano simbolo; piano piano scoprii che c'erano addirittura due modi diversi per graficizzare lo stesso suono e che erano previste anche delle lettere chiamate minuscole, praticamente un inferno di simboli più o meno simili. Ovviamente imparai a scrivere a modo mio, alcuni oggi mi dicono che scrivo "al contrario", io ancora non capisco cosa intendano, ma di solito si rendono conto di questo quando mi vedono tracciare una O (in stampatello, corsivo o aramaico è sempre uguale, appena faccio una O mi dicono che scrivo al contrario), forse non gli va bene il senso orario o il punto di partenza che scelgo... non lo so, ma spesso non gli va bene neanche la A in corsivo minuscolo, e quella la faccio in senso antiorario.
Passava il tempo e ogni nuova scoperta era fonte di enorme stupore e confusione, per esempio quando venni a sapere dell'esistenza dell'accoppiata gl la parola "italiano" si trasformò immediatamente in "itagliano", dopotutto se quelle due lettere ce le avevano spiegate insieme andavano usate così, no?

Contemporaneamente alle lettere mi venne presentata la mamma più svampita di tutte: quella che compra 6 uova e ne rompe puntualmente 4. Perché non ne comprava mai più di 6? Sapevamo tutti che le avrebbe rotte e che sarebbe dovuta riuscire per comprarne delle altre. Una donna un perché. In ogni caso, anche grazie all'aiuto di questa rompitrice di uova e dei mitici regoli, comparvero nella mia vita i primi calcoli (fortunatamente non renali). Mi si apriva un nuovo mondo, un mondo fatto di numeri e di problemi da risolvere; lo trovavo affascinante, tanto che in quel periodo volevo diventare un maestro di matematica, e sottolineo maestro, anche perché non ero a conoscenza dell'esistenza dei professori, e poi non facevano lo stesso lavoro della mia maestra?

Insomma ero entrato in contatto con la nostra lingua, con la matematica, la storia, le scienze, l'inglese e un sacco di altre cose che non avrei mai immaginato esistessero, ma più di ogni altra cosa ero entrato in contato con delle maestre. In quel tempo* il maestro unico era solo un lontano ricordo ed io mi trovavo di fronte a queste tre maestre più una (quella di religione), le mie erano tutte donne e nella mia scuola esisteva solo un maestro, un esemplare più unico che raro, sufficiente però a farmi capire che i maestri esistevano, erano protetti dal WWF e organizzavano mega recite a cui dovevano partecipare tutti i loro alunni; per fortuna le mie trepiùuna, saggiamente, mi risparmiavano il supplizio di dover comparire su un palco.

E in un attimo passarono cinque anni, e mi ritrovai a dover affrontare l'ormai dimenticato esame di quinta (ma quanto sono vecchio?). Già all'epoca non mi piaceva fare gli esami, quindi optai per ricopiare di sana pianta la tesina della sorella di un mio amico, fu così che dovetti studiare la Francia. Sapevo praticamente tutto, addirittura quali, in quale numero e dove venivano assemblati gli aerei da guerra prodotti in Francia, anche per questo rimasi impietrito quando, assistendo all'orale di una mia compagna di classe, capii che il mio sforzo era stato inutile: lei non sapeva quale fosse la capitale della Francia, e allora io per quale motivo ho imparato i nomi di tutte le catene montuose, tutti i fiumi e anche quelli di tutti i parigini? Rimase un mistero, ma ormai quelle cose le sapevo (come sapevo che il nome della prima moglie di Napoleone: Maria Giuseppina Rosa de Tascher de la Pagerie, ancora lo ricordo, non riesco a cancellarla dalla mia memoria) ed era troppo tardi per dimenticarle.

Mi rendo conto solo ora che forse è colpa degli esami di quinta e di quella mia compagana di classe se ho progressivamente smesso di impegnare energie nello studio.

*citazione degna di una cintura nera di kate-kismo.

giovedì 28 aprile 2011

PT

PT è un alieno (almeno per me), è un luogo fisico, ma anche un'idea; solitamente un'idea di inefficienza. Oggi ho avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con PT, uno di quelli che non mi capitava di avere da tempo; stranamente il tutto si è svolto abbastanza in fretta.
Per chi non avesse chiaro di chi o cosa stia parlando, chiarisco che con PT non intendo il codice vettore IATA di Capital Cargo International Airlines e West Air Sweden, né il codice ISO 3166-2:IT della provincia di Pistoia (Italia), ma questo.

Sì, sono andato alla posta, qualcuno potrebbe fregarsene (e non farebbe male), effettivamente non è stata un'esperienza esaltante o così particolare da meritare di essere narrata alle future generazioni, ma mi ha fatto notare una cosa che voglio dirvi; ovviamente prima vi beccate una premessa storico letteraria (letteraria perché si parla di posta).

-inizio della premessa storico letteraria-

Nell'ormai lontano 1999 nasceva in Italia la Posta Prioritaria, questo servizio doveva essere più rapido e più costoso di quello offerto dalla posta ordinaria; dal 2006 la posta ordinaria non esiste più, tutta la posta è prioritaria, il che, secondo il mio modesto parere significa che la posta è tutta ordinaria, ma viene chiamata prioritaria, perché così (la posta) costa (tosta) di più. Se non credete a quello che dico cito le parole del noto Flash Parr:
Tutti sono speciali, che sarebbe come dire che non lo è nessuno.
-fine della premessa storico letteraria-

Ad oggi, se vogliamo che un/a postino/a o portalettere o operatore/trice letterario/a recapiti una normalissima lettera minatoria vergata di nostro pugno, abbiamo due sole scelte: la Posta Prioritaria, che quindi sarebbe la posta ordinaria più costosa, o la Posta Raccomandata. E questo è il nocciolo del mio ragionamento: secondo voi è normale che anche le lettere debbano essere raccomandate per avere la sicurezza di non essere semplicemente presi in giro con il bel nome di "Prioritaria"? Perché usare proprio la parola "raccomandata" anche in questo caso?

Molto probabilmente, se non vivessi in Italia, non ci avrei mai fatto caso, ma, proprio perché sono nato qui e ho sempre vissuto in un Paese in cui senza la raccomandazione non vai da nessuna parte, questa parola mi ha infastidito. La raccomandazione, la spintarella evidentemente devono essere un qualcosa di quotidiano e familiare per tutti, anche per chi vuole minacciare qualcuno con una lettera o semplicemente spedire la testa mozzata di un cavallo.

Forse solo io lo trovo poco adatto come nome, ma a questo punto, se devo raccomandare qualcuno, fosse anche una semplice lettera, vorrei almeno dei favori sessuali in cambio; sbaglio a pretenderli?
Nel mondo reale nessuno fa una raccomandazione senza ottenere qualcosa in cambio, quindi esigo anche io, dalle poste, un corrispettivo per aver raccomandato una mia lettera; dovrebbero metterlo come servizio opzionale: ogni raccomandazione concede il diritto di usufruire di una prestazione sessuale; ovviamente la contropartita varierà in base al peso della spedizione: si potrà andare da una semplice smanazzata al sesso estremo, passando, come è logico che sia, per un rapporto orale.

Ho anche pronto il nome di questo nuovo servizio: Posta Raccomandata hA/Rd; mi aspetto che lo attivino da un momento all'altro. E poi, proprio come è già successo poco tempo fa, potrebbero contattare Silvio come testimonial del nuovo servizio.
Secondo me avrebbe un successo spropositato, dite di no?

martedì 26 aprile 2011

otto notizie agghiaccianti

Anche la persona più distratta e ottusa del mondo si sarà resa certamente conto che siamo in un momento storico a dir poco decisivo per il futuro dell’uomo: avvenimenti che potrebbero rivoluzionare per sempre la storia planetaria stanno avendo luogo proprio in questi istanti.

Siccome credo di essere paragonabile alla persona di apertura post in quanto a distrazione, ho deciso di fare un riepilogo dei fatti recentemente accaduti o in procinto di accadere che certamente rimarranno impressi nelle pagine di storia di ogni libro stampato dal 25 luglio 2012, quindi vado a compilare l'elenco in ordine del tutto casuale:
  1. un tizio ha vinto l'ennesimo GF;
  2. Monica Bellucci reciterà (e già questo mi pare sconvolgente e difficile da credere) in R.I.S.;
  3. proprio questa sera qualcuno vincerà l'ennesima edizione dell'Isola dei Famosi, adesso controllo chi è rimasto e faccio la mia previsione: vincerà Laerte Pappalardo (figlio di Adriano, partecipante di non so quale edizione dello stesso reality, ed ex marito di Selvaggia Lucarelli... insomma una famiglia votata alla cultura, o volevo dire strappata all'agricoltura?);
  4. Elena Santarelli presenta un programma in prima serata (rendendo infinita l'attesa per l'inizio di nip/tuck);
  5. Milly Carlucci non presenterà Miss Italia (che non si terrà a Salsomaggiore Terme);
  6. Tra pochi giorni William e Kate si sposeranno, per fortuna, perché non sopporto più sentire notizie sul loro matrimonio, ma a qualcuno interessa sapere come si vestiranno, cosa mangeranno e quanto letame produrranno i cavalli reali? Spero di non essere l'unico a fregarsene;
  7. dicono che il Bocchino più noto del Governo (o forse no?) potrebbe separarsi dalla moglie;
  8. gira voce che Carla Bruni sia incinta, finalmente Nicolas potrà attaccare sul cruscotto della sua macchina il mitico adesivo qui sotto:
che poi è in tema con il 25 luglio*
Sono cambiamenti che fanno riflettere, forse la fine del mondo è veramente vicina.
Un minuto di silenzio per quello che accade, ce n'è bisogno.

*l'avevo nominato prima.

domenica 24 aprile 2011

dubbi pasquali

Dicono (e io mi fido, perché lo dicono in tanti) che la parola ebraica per Pasqua significhi "passerò oltre", che sia stata usata da Dio stesso nella descrizione dell'ultima piaga che inflisse agli Egiziani e che sia stata ripresa e storpiata dai cristiani; a quel punto assunse il significato traslato di "passaggio".
La parola "passaggio" non è riferita a qualcosa tipo questo o questo, ma ad un passaggio metaforico da una condizione a un'altra; ovviamente la seconda dovrebbe essere migliore della prima, anche perché altrimenti festeggiare non avrebbe senso.

Sperando che da domani sia veramente tutto migliore, che questo passaggio si trasformi da metafora poco efficace a reale cambiamento, vi pongo una domanda che mi gira per la testa da anni e che, forse, può contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo, ma prima c'è bisogno di un piccolo contributo visivo a tema pasquale:



Ecco la mia domanda: perché ancora non hanno arrestato questa donna e tutti i genitori dei bambini che ha fotografato per i ripetuti maltrattamenti perpetrati nei confronti dei bambini stessi?

Sperando che Pasqua/Pèsach/פסח significhi passare oltre per arrivare a qualcosa reale e migliore, buona Pasqua a tutti!

venerdì 22 aprile 2011

do-d'oh!

Oggi, come ci ricorda Google con uno dei suoi loghi a tema, è il giorno della Terra e, come non ci ricorda Google con uno dei suoi loghi a tema, anche venerdì Santo.
il logo che avrei messo io oggi
Partendo da queste due considerazioni direi di parlare di estinzioni, e quale migliore esempio di essere estinto del Raphus cucullatus o dodo o dronte? Secondo me nessuno.

Per chi ancora non lo sapesse il dodo (questo il nome più famoso dei tre che gli hanno dato) era un uccello che abitava alle Mauritius, ma non per scelta, lui viveva lì semplicemente perché il nonno del nonno del nonno di suo nonno ci era arrivato volando, e questo ci fa capire immediatamente che il nonno del nonno del nonno del nonno dell'uccello in questione non era per niente scemo (perché, dico, poteva anche andare a vivere in Antartide, per esempio, e invece no! Lui ha scelto le Mauritius, se non è stato intelligente lui, allora i pinguini cosa sono?).
Il figlio di questo intelligente uccello si trovò praticamente ad avere una vita tipo villaggio turistico, anzi meglio: aveva il mare, un sacco di amici con cui fare quello che voleva, tutta la frutta che poteva desiderare e anche di più e, soprattutto, non c'era l'animazione.
Non passarono neanche due generazioni che tutti i discendenti dell'uccello intelligente persero la capacità di volare, in cambio ottennero un culo di dimensioni eccezionali, roba che Valeria Marini al confronto è un'aringa*; forse anche perché ormai non volava più, questa terza generazione si aggirava per l'isola pensando di partecipare ad un noto reality condotto da Simona Ventura... praticamente sembravano dei dementi su una spiaggia (l'unica differenza era che loro non dimagrivano e non pensavano di essere famosi).
In pratica il dodo era il risultato di una vita a metà tra il reality e il villaggio turistico: un uccello incapace di volare che deponeva le uova dove gli capitava, soprattutto in luoghi in cui potevano essere facilmente calpestate.

Fu così che il dodo cessò di esistere. Chissà che tristezza la vita dell'ultimo dodo!
Ammetto di essere un po' dispiaciuto che questo animale non esista più, ma forse era troppo stupido continuare a vivere.

Dite che gli stupidi sono destinati a estinguersi come il dodo?

Io non ne sarei certo, dopotutto se la madre dei cretini è sempre incinta, è difficile che la specie si estingua... però, nel dubbio, non sarà il caso di iniziare a scrivere una lista di nomi da inserire tra le specie a rischio di estinzione? Forse arrivati a un certo punto si potrebbe mandarla al WWF, chissà, magari alla fine decideranno di prendere Flavia Vento al posto del panda!
Secondo me potrebbe funzionare.

Avete qualche nome da suggerire?
Buon Earth day quasi finito a tutti!

*e non ho usato la parola sardina, perché nel suo caso avrei dovuto usare sardona, ma non tardona (o forse sì?).

mercoledì 20 aprile 2011

habemus papam 3

Due piccole premesse prima di cominciare:
  1. stavolta parlo del film, niente cose strambe con animali che diventano addetti stampa;
  2. il post nasce in seguito ai due premi che, prima qui e poi qui, mi ha assegnato MrJamesFord. Siccome non ho voglia di continuare la catena rispondo e ringrazio a modo mio.
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    La trama (con parole mie): muore il Papa, ne fanno un altro, c'è un problema, chiamano uno psicanalista, ma alla fine il Papa scappa.

    Da queste parti Moretti non è proprio osannato, anzi, se fossi un esperto bottigliatore, lo ricoprirei di bottigliate - soprattutto perché alcuni suoi film mi hanno fatto pensare che emulare le movenze di Tafazzi non poteva essere poi così male -, ma non stavolta.
    Il Papa del titolo è prima di tutto un uomo che, schiacciato dalle aspettative, fugge dal Vaticano per scoprire la strada che la sua vita dovrà prendere; a fare da contraltare al Papa troviamo uno psicanalista/Moretti/primo della classe tenuto ostaggio tra le mura vaticane in attesa della proclamazione del pontefice fuggitivo. Ci troviamo di fronte a due personaggi che si muovo l'uno nei luoghi di vita dell'altro, Moretti, rinchiuso, porta la sua quotidianità all'interno del conclave, riuscendo, anche grazie alla ritrovata normalità dei Cardinali elettori, a farmi sorridere più di una volta; al contrario il Papa/Michel Piccoli, finalmente libero, riscopre un vecchio amore mai dimenticato.
    All'incirca a metà film sentiamo la voce di Mercedes Sosa che dice "todo cambia", ma non stavolta. Lo sfondo su cui i personaggi si muovono è insolito, le esperienze che si trovano a dover affrontare sono nuove e inaspettate, ma ognuno alla fine rimane uguale a se stesso: i Cardinali da divertenti e giocosi riassumono il loro aspetto solenne; lo psicanalista viene totalmente ignorato e il Papa... questo è il finale, di solito il finale non lo vuole sapere nessuno, quindi non ve lo dico.
    In sostanza il film mi è piaciuto, non so bene perché e ancora non ci credo neanche io, ma mi è piaciuto.

    Bert

    "Sarà vero dopo Miss Italia aver un Papa nero?
    No me par vero
    Un Papa nero che canta le me canson in venessian
    Perchè el se nero african
    A l'è lu, a l'è lu? A l'è lu? Jah!"
    Pitura Freska - "Papa Nero" -
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    Sì, le recensioni originali sono decisamente meglio di questa, ma, dopotutto, se il loro autore è l'unico vincitore di un premio importantissimo un motivo ci sarà, no?

    martedì 19 aprile 2011

    genesi di un'idea

    Visto il successo che le mie idee, presentate in anteprima qui e qui, stanno riscuotendo nell'intero globo terracqueo (soprattutto in quello acqueo) ho deciso di regalarvi un'altra perla delle mie.

    Questa idea è stata ispirata dal mio ultimo post, ultimo prima di questo, non ultimo ultimo, perché l'ultimo sarebbe questo, almeno per ora, perché poi potrebbe diventare un altro e un altro ancora... insomma questo.

    Nella mia ricerca di criceti che corrono nelle loro ruote mi sono imbattuto in un oggetto meraviglioso*: un... non credo abbia un nome, e non so descrivervelo, quindi leggete qui. Questo è stato il primo ispiratore.

    Continuando la ricerca di criceti e ruote, noto numerose immagini nelle quali il posto del criceto era occupato da un uomo. Secondo ispiratore.

    Non trovando l'immagine giusta, continuo a scorrere fino alla fine della pagina, dove, in un paio di foto, scopro l'analogia che alcuni riscontravano trai criceti che corrono sulla ruota e chi corre per km in palestra. Terzo e illuminante ispiratore.

    A questo punto c'era tutto, potevo partorire la mia idea, stavolta è una cosa seria, si parla di ambiente, di energia che ora viene totalmente sprecata e anche di poco innovative strategie di marketing.

    L'idea è rivolta a chi ha o gestisce una palestra, è abbastanza semplice e consiste nell'utilizzare il movimento di ogni tapis roulant e cyclette per generare energia elettrica, fino a questo momento tutta quell'energia è sprecata, mentre, applicando anche una semplice dinamo (magari esiste qualcosa di meglio, ma non lo so) si potrebbe riutilizzare, diminuendo in questo modo le spese di gestione della palestra; probabilmente non si risparmierebbero milioni di Euro, ma sarebbe in ogni caso evitato uno spreco.

    Certo, qualcuno potrebbe pensare che il gioco non valga la candela, alla fine si devono modificare molti attrezzi per ottenere una quantità non eccessiva di risparmio energetico, ma proprio per convincere anche i meno ecologisti ho pensato a una strategia di fidelizzazione del cliente che possa favorire la mia trovata geniale: ogni cliente avrà a disposizione una carta magnetica che registrerà la quantità di energia elettrica generata grazie al suo allenamento, al raggiungimento di alcuni traguardi prestabiliti si avrà diritto a delle agevolazioni, che possono essere sconti o cose simili. Questa tessera e la voglia di migliorarsi per poi ottenere un premio, insieme alla curiosità di scoprire quanta energia si riesce a generare, potrebbero portare anche il cliente meno attivo a ritornare, diciamo che funziona un po' come con i punti della spesa, non è una grossa novità, ma secondo me potrebbe avere un successo inaspettato.

    Come sempre, se riuscite a realizzare una cosa del genere, siete legalmente e moralmente obbligati a cedermi una parte degli introiti derivanti dall'uso della mia idea (stavolta addirittura sensata) o a versarmi la solita cifra una tantum da stabilire tra noi.

    *ma mai meraviglioso come un certo piccione.

    lunedì 18 aprile 2011

    gira che ti rigira

    Una rapida successione di cose che girano:
    • il mondo;
    • il Sole intorno alla Terra (ma questo solo per alcuni);
    • la Terra intorno al Sole (per tutti gli altri);
    • le lancette degli orologi analogici;
    • gli ingranaggi;
    • le teste;
    • i criceti;
    • i criceti nelle teste;
    • la ruota;
    • Victoria Silvstedt;
    • le telecamere;
    • altre cose che se volete potete ricordarmi;
    • last but not least LE PALLE (in questo periodo vorticosamente).

    sabato 16 aprile 2011

    tre cose così

    UNO SCRITTORE
    Conosco un uomo che scrive, non fa altro; la colonna sonora della sua vita potrebbe essere sintetizzata dal rumore che produce la sua penna a sfera mentre scivola su una pagina bianca. Annota minuziosamente tutto quello che osserva: ogni istante della sua vita è descritto con precisione chirurgica in centinaia di taccuini, anzi, potrebbero essere addirittura migliaia.
    Poiché distogliere lo sguardo dal mondo avrebbe potuto impedirgli di osservare qualcosa, già alla fine del secondo taccuino aveva imparato a scrivere senza il bisogno di seguire con gli occhi i movimenti della penna, ora la sua mano si muove sicura e veloce seguendo traiettorie familiari.

    Dicono che l'inchiostro della sua biro sia finito a metà del quarto taccuino.
    Ha scritto?


    UN MARE
    Qui il mare viene definito in questo modo:
    mare
    [mà-re]
    s.m. (pl. -ri)
    1 Insieme delle acque salate che circondano i continenti e le isole, ricoprendo tre quarti della superficie terrestre: la superficie, gli abissi, la profondità del m.; m. profondo; m. calmo, mosso; m. agitato, in tempesta
    Una pozzanghera è circondata dalla terra o è proprio lei a circondare tutto quello che non è una pozzanghera?
    Ho gettato una manciata di sale in una pozzanghera, è stata mare anche lei?


    UNA STRADA
    Se hai il navigatore non ti perdi, a volte il percorso che ti consiglia non è il più rapido, ma prima o poi arrivi.
    Quand'è che una persona si perde? Quando cammina per una strada che non conosce o quando conosce ogni strada, ma non il luogo in cui vuole andare?
    Quanto è facile perdersi con un navigatore?

    giovedì 14 aprile 2011

    habemus papam 2

    Riassunto delle puntate precedenti (una sola): fanno il Papa, ma era uno scherzo, se non lo ricordate leggete qui. Via con la continuazione...

    L'eco delle risate riempiva ancora piazza San Pietro quando don Burlone & Co. si resero conto che Bruno Vespa e la folla radunatasi in piazza stavano ancora aspettava un'elezione; in fretta e furia decisero di richiamare il secondo classificato al mitico torneo di morra cinese ad Romanum Pontificem eligendum.

    Il secondo classificato era un tipo pacato, il suo passo era lento e la schiena ricurva, lo sguardo sereno e amorevole; ogni suo atteggiamento ispirava un senso di quiete interiore quasi sovrannaturale, il suo fare era solenne, ma allo stesso tempo rassicurante, osservandolo non si poteva non provare una sorta di sensazione di familiarità, assomigliava a un bel ricordo d'infanzia, la sua presenza suscitava quasi la stessa sensazione di felicità mista a malinconia.

    Sembrava il tipo perfetto, il suo aspetto era quello che ultimamente mancava alla chiesa, ora lui, con quella faccia, avrebbe potuto dire qualunque cosa.

    Aveva quasi finito di indossare la sua nuova divisa quando una novizia, una di quelle forgiate dal fuoco di mille battaglie, si accorse che c'era qualcosa di strano: il quasi nuovo Papa aveva il corpo completamente coperto di peli pieni di alghe, aveva solo tre dita ungulate e non era capace di mantenere la temperatura corporea costante; accortasi di ciò la novizia disse tutto alla superiora dell'ordine delle principesse guerriere, tale sorella Xena, la quale comunicò immediatamente a don Burlone quali fossero le stranezze riscontrate, Burlone andò a controllare e si rese conto che effettivamente il quasi nuovo Papa era un bradipo, con la sua solita velocità di ragionamento, decise che la papapalla dovesse passare al terzo classificato e, sapendo di non potersi lasciare sfuggire un talento come quello dell'ormai non più quasi nuovo Papa, lo nominò seduta stante nuovo direttore della sala stampa della Santa Sede.
    il nuovo direttore della sala stampa della Santa Sede.
    Fu così che alla fine si decise di eleggere il terzo classificato, un tipo anonimo con due fissazioni:
    1. mettere una firma su qualunque cosa fosse firmabile e a portata di mano;
    2. donare il 5‰ a chiunque senza motivo.
    Il suo nome di battesimo era Pietro Bianchi, e, con somma fantasia, scelse di farsi chiamare papa Mario Rossi MMMCXCVIII.

    CONTINUA...
    ...forse.

    domenica 10 aprile 2011

    nuove cose vecchie

    Ieri ho scoperto cos'è la Via Crucis... no, non è proprio così, mi spiego meglio: sapevo cosa fosse anche prima, ma ieri ho avuto modo (non chiedetemi perché) di partecipare per la prima volta a una Via Crucis, anzi, a mezza, la mezza finale.

    Premetto che sarebbe stato bello assistere a una di quelle rappresentazioni piene di violenza e sangue alla The passion, ma la mezza Via Crucis a cui ho assistito io non era così, era piuttosto del tipo:
    • età media: 109179812 anni;
    • numero di partecipanti: massimo 15;
    • numero di partecipanti con tutti gli arti sani: massimo 2;
    • persone che cantano: un numero prossimo a quello dei partecipanti;
    • numero di persone intonate: un o-piccolo rispetto al numero dei partecipanti;
    credo che gli indizi possano bastare per farvi immaginare l'allegra brigata.

    Ritornando a prima della premessa, entravo speditamente in chiesa (ripeto, non chiedetemi perché) quando mi si para di fronte l'allegra brigata al completo, con tanto di sacerdote e crocifero. Tutti mi fissano, cerco di fingere naturalezza, ovviamente non sono molto convincente; mi dirigo verso un viso noto e rifletto sulla scena, piuttosto surreale, che ho di fronte.
    Osservando il tutto dalla mia postazione, la prima immagine che mi balza in mente è quella di una folla inferocita armata di forconi, non so bene con chi potevano essere inferociti, magari ce l'avevano proprio con me... in ogni caso erano arrivati alla sesta stazione, che sarebbe "Santa Veronica asciuga il volto di Gesù", genuflessione, provo un po' di imbarazzo, perché si inginocchia chi praticamente non ha le ginocchia, mentre io che potrei farlo senza sforzi (almeno non troppi) non lo faccio, qualcuno legge qualcosa, non capisco molto e comunque non seguo, risposta dei partecipanti alla Via Crucis, parte un canto, che in seguito si ripeterà con piccole variazioni nel tragitto tra le varie stazioni... ecco, la cantilena, non ricordo nemmeno le parole, ma la mia sensazione è che spesso questi canti vengano eseguiti solo perché parte di un rito, il significato delle parole è ormai sepolto sotto anni e anni di ripetizioni continue, l'unica cosa che importa è quella cadenza ritmata e costante che accompagna lo svolgersi del racconto e  il procedere dei cantori stessi nel loro deambulare affaticato lungo le navate della chiesa; su di me la melodia stonata ha un forte potere estraniante.

    Finisce il canto, settima stazione, nuova genuflessione, nuova lettura, stesse voci che rispondono, ripartono canto e processione; si continua così fino in fondo, nel frattempo mi rendo conto che quello che si sta svolgendo di fronte a me in quel momento è una rappresentazione pura e semplice della realtà.
    In quella minima processione c'erano tutti: quelli della prima fila; quelli che ci credono; quelli che cercano conforto; quelli che passavano per caso; quelli che lo fanno per abitudine; quelli che osservano...
    Probabilmente io ero uno degli spettatori.

    Otto genuflessioni dopo il sepolcro è chiuso. Il sacerdote, in piedi di fronte all'altare, legge una preghiera, la preghiera, in sintesi, dice di non perdere tempo, di utilizzare ogni momento per fare del bene, si parla di emarginati... noto uno stridente controsenso, probabilmente faccio una faccia strana.

    Cosa ho imparato da questa nuova esperienza?
    Tre cose:
    1. questi riti sono tanto più coinvolgenti quanta meno gente vi partecipa;
    2. alla fine forse credo anche io in qualcosa, probabilmente è qualcosa di completamente diverso, ma ammiro chi si inginocchia facendo uno sforzo sovrumano e chi porta la croce e nel frattempo con una forza ancora maggiore affronta un cancro;
    3. è sempre utile portarsi dietro uno di quei nuovi lubrificanti antifrasistridenti.

    giovedì 7 aprile 2011

    regalo idee

    No, non sono idee regalo, più che altro regalo idee, io ne avrei molte, e so che c'è gente che non ne ha, quindi gliene regalo qualcuna... ovviamente se poi guadagnate qualcosa grazie ad una mia idea sappiate che, come al solito, una parte spetta a me (sì, forse regalo non era la parola più adatta, ma ormai...).


    1. IN EDICOLA
    • Maurizio Costanzo VS la poesia italiana: grazie a quest'interessantissima opera su cd potremo ascoltare il noto showman cimentarsi nella lettura delle più famose poesie italiane di sempre (ovviamente avvalendosi del prezioso aiuto della sua fida dentiera ballerina). Per i più curiosi ecco due brevi esempi che rendono il giusto onore all'opera:
    [...]Gi(r)a tu' zeppi atteti
    loppiedo ppoppiettatto:
    ta iccatzator ficchiaddo
    su l'uccio a (r)imi(r)à[...]
    Me(r)idzdzare pallido e atzotto
    prezzo un (r)ovette muro d’otto,
    accotae ta i p(r)uni e gli zeppi
    kiokki di melli, fruttititetti.[...]
    • Vita e opere di Martina Stella: questo è un prodotto riservato ai palati più raffinati e alle persone che odiano le raccolte che durano troppo, infatti l'opera completa è formata da due fascicoli, uno dei quali composto di sole foto che la stessa attrice ritaglierà ed incollerà con le sue proprie stesse medesime mani.
    • Gabriel Garko uccide Shakespeare: questa è una collezione di dvd in cui il noto attore torinese interpreta i più famosi ruoli partoriti dall'eccelsa mente di Mr. Guglielmo. [Avendo riscontrato, anche grazie a Le fate ignoranti (notate con quale naturalezza fa cadere il bicchiere), che i ruoli in cui Garko risulta incredibilmente convincente sono quelli da moribondo, l'editore ha deciso di tagliare tutte le parti in cui il noto attore interpreta un personaggi ancora vivi o fantasmi.]
    • Il libro dei nomi: questo è il classico libro dei nomi, ma stavolta diviso in fascicoli settimanali (che ovviamente non usciranno in ordine alfabetico, perché così se vuoi un nome che inizi con una certa lettera, non saprai mai quando uscirà); un grande aiuto per i futuri genitori, e se pensate di averlo già in casa, vi sbagliate di grosso, infatti questa edizione vanta la prestigiosa firma di Elisabetta Gregoraci... Falco Nathan vi dice niente?
    • In forma con Plati: il titolo dice tutto, quindi aggiungo semplicemente che è un settimanale e vi mostro in anteprima la copertina del numero 1 (ammetto che è stata un po' ritoccata con Photoshop, ma giusto per togliere due o tre rughe d'espressione).

    2. IN LIBRERIA
    • La quarta: si tratta di un thriller psicologico che costringe il lettore ad affrontare le proprie paure più grandi; la storia narra la vita di un'ipotetica quarta sorella Parodi. Il nome della protagonista non verrà mai rivelato, alla fine si scoprirà che le tre sorelle Parodi sono in realtà la famosa "casalinga di Voghera" in versione schizofrenica. Il finale è ovviamente aperto...
    • La quarta 2: torna l'ignota protagonista del best seller la quarta, ma stavolta si ritrova nel bel mezzo di un horror danzereccio; la quarta 2 del titolo è la fantomatica quarta sorella Carlucci (addirittura più fantomatica della terza), che si ritroverà in una casa infestata dagli spiriti dei maestri di ballo rifiutati a Ballando con le stelle. La suspense, alternata a Jive e Macarene, divorerà ogni lettore leggente.
    • La quarta 3: questo esce solo perché si deve arrivare a tre, così almeno i critici potranno scrivere che è una trilogia.
    • La quarta 4: per finire in bellezza si mormora che la trilogia potrebbe essere formata da quattro capitoli... e questo è assai strano.

    3. NEI MIGLIORI NEGOZI DI MUSICA
    • Mina canta D'Avena sotto la doccia: una raccolta dei grandi successi di Cristina D'Avena reinterpretati dalla tigre di Cremona mentre si fa la doccia a Lugano. Bonus track: Vola mio mini pony.
    • Gigi d'Alessio canta Anna Tatangelo e viceversa: un doppio album in cui potrete ascoltare versioni brutte di canzoni brutte, ci assicurano che saranno addirittura più brutte delle originali, lo so, è molto difficile da credere.

    4. SPUNTI PER INVENTORI SENZA IDEE
    • Lanciainsulti automatico: utilissimo per quando si vuole insultare qualcuno, ma il solo pensiero di sprecare il fiato per la nullità che ci si trova di fronte ci impedisce di farlo. Ovviamente deve essere piccolo, utilizzabile senza un dispendio eccessivo di energie e, soprattutto, deve sapere trovare l'insulto più adatto per ognuno, quello che ferisce veramente chi lo ascolta.
    • Francobollo traccia pacco: questo serve quando sai di avere spedito un pacco che (dopo un mese) ancora non è arrivato.
    • Francobollo puzza dopo un po': in mancanza di tecnologie a buon mercato atte alla realizzazione dell'idea che compare proprio qui sopra, suggerisco un francobollo a tempo: impostando il timer al momento della spedizione, il nostro utile quadratino di carta inizierà ad emanare un olezzo pestilenziale se la lettera/il pacco non arriverà a destinazione entro il tempo prestabilito.
    PS: notate che, come spesso capita, le invenzioni più geniali (nella fattispecie le ultime due) sono ispirate da storie di vita vera...

    martedì 5 aprile 2011

    da consumarsi preferibilmente entro:

    vedi etichetta;
    vedi il fondo della confezione;
    vedi il retro della confezione;
    vedi il collo della bottiglia;
    vedi il tappo della bottiglia;
    vedi quella scritta invisibile che forse è stata stampata da qualche parte, ma potrebbe anche non essere stata stampata, e comunque, se c'è, è talmente piccola che non la troverai mai, e se la trovi non è detto che riuscirai a leggerla.

    Tutto ha una data di scadenza, ma non tutte le date di scadenza sono scritte.
    Quando una data di scadenza inaspettata ti si presenta, puoi solo constatare il suo arrivo, improvvisamente qualcosa non c'è più; a volte è qualcosa di facilmente rimpiazzabile, ma quando quello che scade è unico ed insostituibile ti rendi veramente conto che, anche se non la puoi leggere, la scadenza arriva sempre e, a volte, è proprio dietro l'angolo.

    Puntualmente la sensazione di mancanza, che si fa tanto più forte quanto è inaspettato l'arrivo della data di scadenza, ritorna, si ripresenta e ci mostra nuovamente che tutto finisce, perché quel numero impressionante di etichette che ci circondano non serve a ricordarcelo veramente.

    Un'altra scadenza è arrivata e un'altra volta non ero pronto.

    venerdì 1 aprile 2011

    habemus papam

    Morto un papa se ne fa un altro, è sempre successo e, salvo smentite, accadrà nuovamente.
    Ecco cosa ho immaginato in proposito:

    Città del Vaticano - ore 09:00 a.m.
    Extra omnes.
    La porta della cappella Sistina si chiude, i cardinali possono finalmente sbracarsi: alcuni si ritagliano un angolo al calduccio dove appisolarsi, altri organizzano il torneo di briscola e tresette (in palio la nomina di "più papabile dei papabili"), i più devoti, con l'aiuto della fedele fiaschetta colma di bourbon, cercano l'ispirazione divina propedeutica alla partecipazione al torneo.

    Tutti pensavano che la faccenda si sarebbe risolta in poco tempo, dopotutto il torneo di briscola e tresette era stato introdotto proprio per evitare le lunghe ed inutili discussioni che si erano verificate in passato, ma c'era un problema: una carta, per la precisione il quattro di bastoni, risultava essere mancante.
    Ormai era chiaro a tutti che il piano iniziale non poteva più essere attuato, ma bisognava trovare in fretta una soluzione. Era venerdì, e nessuno voleva perdersi la sesta puntata di Ballando con le stelle.

    Il meditabondo silenzio cardinalizio fu interrotto da una voce tonante:
    Si può fare!
    Nessuno sembrava conoscere quella voce, ma tutti seguirono quel suono che li condusse fin sotto Sibilla delfica.
    Si scoprì che quelle parole provenivano da quello che una volta doveva essere stato un body builder e che ora, senza allenamenti o steroidi, risultava essere semplicemente un essere dal corpo molle molle e gelatinoso; l'aspetto non era dei migliori, ma, in mancanza d'altro, senza neanche ascoltare la proposta del cardinal Blob, tutti concordarono che l'unica idea venuta fuori fino a quel momento fosse la migliore possibile, quindi la approvarono senza riserve.

    Il piano era articolato in 8 punti:
    1. intasare lo scarico del bagno della cappella Sistina;
    2. con la scusante della sacra prostata infiammata, far uscire tre cardinali dalla cappella;
    3. cercare nei dintorni della cappella tre persone a caso;
    4. con la promessa di farli partecipare ad un reality show, rinchiudere i tre papabili "selezionati" in una stanza poco trafficata;
    5. comunicare il completamento della missione all'intero conclave;
    6. fingere il buon esito dell'elezione;
    7. comunicare ai papabili che la sfida della settimana consisteva nella morra cinese (tre scontri diretti al meglio delle 5 vittorie);
    8. eleggere al soglio di Pietro il vincitore.
    Il piano fu attuato e sembrava totalmente riuscito.

    Il vincitore risultò essere tale Bruno Orso, un uomo robusto e barbuto che scelse come nuovo nome quello di Britney II. Il suono di quel nome provocò sgomento trai cardinali elettori (è infatti risaputo che in Vaticano si ascolta sempre e solo Christina Aguilera), il danno sembrava irreparabile, ma la Provvidenza (di manzoniana memoria) volle che don Burlone si trovasse proprio di fianco al nuovo papa e questo, sempre grazie alla Provvidenza, accadeva in un giorno molto particolare: il primo di Aprile.
    Lo scherzo fu talmente divertente che papa Britney II non fu più preso sul serio da nessuno; e fu così che, grazie a don Burlone e ad un pesce di carta, venne annullata l'elezione di un papa.

    CONTINUA...
    ...oppure no?

    PS: è proprio da questo singolare episodio che nasce la tradizione di attaccare un pesce di carta sulla schiena di chi non vogliamo far salire al soglio pontificio; ovviamente il pesce funziona solo il primo di aprile.