sabato 13 novembre 2010

mancanze

Alcune cose che ho letto ultimamente mi hanno fatto riflettere.
Sono arrivato a capire che i legami che stabilisco con qualcuno diventano più chiari nei momenti di assenza, piuttosto che in quelli di vicinanza; il distacco e la lontananza forniscono una visione più chiara di ogni cosa.

Quali sono le persone che mi mancano?
A chi manco quando non ci sono?
Chi mi cerca?
Chi vorrei cercare?
Da chi vorrei essere cercato?

Da queste domande ho capito che ho sempre voluto essere uno di quelli non indispensabili, una di quelle persone che si possono anche non cercare. Probabilmente mi comporto così proprio per la paura che nessuno venga a cercarmi; ho sempre creato una distanza di sicurezza, per non essere colpito direttamente, o almeno per non essere visto quando il colpo arrivava, perché arrivava sempre.

Devo cambiare anche in questo, e ho deciso di iniziare da oggi, perché, a volte, queste assenze sono troppo lunghe, più lunghe di quanto si possa immaginare, e, in quei casi, quello che si perde vale molto più del rischio di essere colpiti.
To fill a Gap
Insert the Thing that caused it -
Block it up
With Other - and 'twill yawn the more -
You cannot solder an Abyss
With Air.
Emily Dickinson [J546 (1862)/F647 (1863)]
A quanto pare devo provare direttamente per capire, e ci metto anche un bel po'.
Ringrazio chi mi ha permesso di comprendere qualcosa in più.

Bert (che lentamente cerca di imparare)

3 commenti:

  1. Credo che la maggiore chiarezza che si possa avere nei confronti di alcuni legami, quando questi ultimi ci sono in qualche modo più lontani, non sia una cosa così rara come possa sembrare: molti di noi, quando questi legami ci appartengono più da vicino, sono presi come da una sorta di "foga" di vita, a causa della quale, molto probabilmente, non riescono a cogliere appieno l'essenza di questi affetti; e, per non ferirsi/non essere feriti, spesso schizzano via come biglie impazzite...

    Anche se non ci "conosciamo", se ci scriviamo da pochissimo, hai la mia stima per la volontà di volerti migliorare - cosa, questa, molto rara al giorno d'oggi -, segno indubbiamente di coraggio, sensibilità ed umiltà. ;)

    Ops, mi sa di aver scritto un "papello", ed anche un po' contorto... eheh... ;P

    Ciao,
    Vince

    P.S, Grazie per il sonetto della Dickinson, e per il link. :)

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  2. coraggio, sensibilità, umiltà... non sarà un po' troppo? Cacchio, adesso devo riuscire a non deludere queste aspettative. Intanto oggi ho cominciato, devo riuscire a rimanere su questa strada... solo che ho molto poco senso dell'orientamento. O_o

    PS: i "papelli" vanno benissimo, se sono contorti anche meglio, io non riesco a fare un ragionamento lineare nemmeno se mi impegno.

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  3. ... Eheheh... Non avevo intenzione di metterti ansia... :P
    Il fatto che tu abbia cominciato è un'ottima cosa (e te lo dice uno che per alcune cose ci ha messo un po' prima di "buttarsi"... )!
    Buona domenica!

    P.S.: Ah, ti piacciono i "papelli"?!? Allora avrai pane per i tuoi denti... eheheh... ;)

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