martedì 30 novembre 2010

da grande

Ad ogni bambino viene sottoposta più volte nell'arco della vita la fatidica domanda:
"Cosa vuoi fare da grande?"
io ho saputo rispondere solo fino alla terza elementare, i miei lavori sono stati:
  • scienziato;
  • pittore (per la precisione qualcosa tipo un madonnaro);
  • astronauta (non poteva mancare);
  • maestro di matematica.
Ad un certo punto è iniziata l'incertezza.

Fino a ieri pensavo di aspirare a non lavorare e vivere comunque bene, ma ancora non ho trovato un piano che non preveda botte di culo stratosferiche per essere realizzato (per esempio avevo intenzione di vincere al superenalotto, ma non ci gioco mai, quindi era difficile riuscirci); fino a ieri, perché meno di 24 ore fa ho avuto l'illuminazione:
io da grande voglio fare!
Probabilmente dovrei almeno saper leggere la musica per farlo, e adesso non ho molto tempo per iniziare, oltretutto è un bel po' tardi, sono nato nello stato sbagliato, nel secolo sbagliato, senza parrucca e senza un minimo talento nella musica. Forse è un po' problematico anche fare il Bach, però magari puntando lassù potrei riuscire a diventare... che ne so, un Pupo, un Malgioglio o addirittura la versione maschile di Jo Squillo, insomma puntare in alto per cadere in basso, ma non così tanto da non poter sfruttare la situazione.

No, forse è meglio non provarci per niente; se non riuscire significa diventare così, è meglio provare e fallire o non provare affatto?  
Io tenterei, ma qualcuno deve mantenermi fino a quando non ci riesco (sento in lontananza l'eco di un: "Mecojoni, così so tutti boni!").
Visto che ormai hanno perfezionato il pianoforte (quei pazzi hanno anche aggiunto dei pedali, ma dove finiremo di questo passo?), le speranze di poter fare il Bach sono molto poche, forse rientro un po' di più nel mio campo, che poi non è proprio il mio. 

Ho deciso che da domani proverò a diventare un miscuglio tra:
PS: anche nel "mio" campo, sempre per non cadere troppo in basso, ho puntato un bel po' in alto, me ne rendo conto... spero che nessuno dei primi sei si stia rivoltando nella tomba.

lunedì 29 novembre 2010

è Natale, anzi no

Anche quest'anno è arrivato il Natale, anzi no.
Se non sbaglio, il Natale ha una data fissa, non è come la Pasqua, che ti lascia la sola certezza che sarà di domenica (non ho mai capito se quando cade si fa male né quando si chiama alta, bassa o di media statura), il Natale arriva sempre il 25 dicembre, né prima né dopo, ed è una delle poche date che ricordo abbastanza distintamente (insieme al 1492, scoperta dell'America; 1789, presa della Bastiglia; 1861 proclamazione del Regno d'Italia e 1870 presa di Roma).

Di anno in anno ho visto crollare questa mia certezza di fronte a evidenti segnali di anticipazione del Natale, per esempio, quest'anno è arrivato il 24 ottobre (e non sono stato l'unico ad essersene accorto).
Questo fatto sinceramente mi lascia un po' perplesso, da piccolo ero abituato ad aspettare il Natale con ansia: non vedevo l'ora di fare l'albero e il presepio, di poter passare qualche giorno con tutta la mia famiglia, di scoprire cosa mi avrebbe portato Babbo Natale; ora, invece, il Natale è arrivato, in anticipo, ed io non vedo l'ora che arrivi il 6 gennaio, sperando che anche quella data non venga spostata.
Secondo me eliminare l'attesa toglie la maggior parte della magia del Natale: se a metà ottobre inizio a vedere milioni di luci, alberi e addobbi dovunque... beh, posso dire che mi annoio facilmente? È come vedere una città vestita da Moira Orfei, se la vedi per un breve periodo riesce a stupirti, ma incontrarla, vestita allo stesso modo, ogni giorno per due mesi diventa stancante.

Come se essere circondatidal Natale fuori casa non bastasse, il calendario di mia madre coincide in tutto e per tutto con quello di negozi e centri commerciali. In questo momento mi ritrovo circondato da alberi di Natale e presepi (sì, più di uno), e questo mi confonde ancora di più (come se non bastasse la mia confusione di base).

Insomma, ammetto che è bello riunirsi per Natale, scambiarsi i regali (io non sono mai stato capace di farli, quindi in realtà di solito li ricevo e basta), mi piace addirittura sentire le canzoni natalizie (e qui sotto vi metto una delle mie preferite, e questa la può "ascoltare" anche Polly) e ogni tanto apprezzo anche i film che trasmettono in TV a Natale, ma posso accettare tutto questo al massimo a una settimana dalla vigilia, non posso farcela per due mesi di seguito.


Un bel gioco dura poco, e io non ho abbastanza pazienza per sopportare un Natale lungo quasi tre mesi (perché per farlo finire del tutto si deve arrivare come minimo al 6 gennaio); insomma io non voglio vivere nella città del Natale, vederlo per la prima volta è molto diverso dal viverci dentro.

Sarà per questo che da qualche anno a questa parte per me il 25 dicembre è un giorno come un altro?
Nella speranza di ricevere la visita dei tre spiriti del Natale, o almeno con quella che anche quest'anno trasmettano Canto di Natale di Topolino, me ne ritorno al mio solito Natale.

PS: mi aspetto da un giorno all'altro la nuova pubblicità di Natale targata Coca-Cola.

domenica 28 novembre 2010

arcobaleni


IMG_3539(3)Ho sempre pensato che gli arcobaleni siano portatori sani di speranza, dopo un temporale arrivano loro e con loro tornano i colori e l'allegria; rimango sempre stupito quando ne incontro uno, e lo sono ancora di più quando realizzo che riesce a cancellare di colpo ogni mio pensiero negativo.

Dicono che alla fine dell'arcobaleno ci sia una pentola d'oro, che ci sia un mondo "somewhere over the rainbow". Io credo che sia bello pensarlo, credo che cercare di raggiungere la fine dell'arcobaleno sia la cosa più importante che si possa fare, credo che ogni arcobaleno dovrebbe spingerci a desiderare di essere migliori.

Da qualche anno gli arcobaleni sono anche un ricordo e una canzone, la canzone che ascoltavi tu, quella che ascoltavi durante quei giorni.


Per me questa canzone è il tuo messaggio, e ogni arcobaleno sei tu.

Scusami se non sono mai venuto a trovarti, ma ancora non ci riesco.
Oggi sarebbe stato il tuo compleanno, e per questo ti faccio gli auguri, te li faccio qui, sono sicuro che leggerai.

Auguri!

venerdì 26 novembre 2010

mandala*

Non me ne ero mai reso conto fino a pochi giorni fa, ma da piccolo anche io ero un grandissimo creatore di mandala, potevo stare ore e ore a creare il mio universo personale, con il solo fine ultimo di distruggerlo per poter poi ricominciare, ovviamente non usavo la sabbia, ma le costruzioni.

Mi sento in dovere di fare una piccola precisazione: sono sempre andato matto per i lego, ma quelli per me erano come dei puzzle, mi divertiva montare qualcosa e fissare quei mattoncini colorati alla ricerca del pezzo giusto, non potevo fare dei mandala con i lego. La mia regola di vita dice questo:
Con i lego si costruisce una cosa e solo quella, la loro funzione si esaurisce quando si arriva all'ultima pagina delle istruzioni. Quello che si costruisce seguendo le istruzioni non si può smontare.
e un mandala che si rispetti deve essere distrutto.

Le uniche costruzioni adatte a creare i miei mandala erano le costruzioni di legno, loro non avevano istruzioni da seguire e potevo farci quello che volevo (sì, lo so, in teoria anche con i lego, infatti ogni tanto costruivo qualcosa anche con loro, ma distruggere quelle creazioni mi dava meno soddisfazione).


I miei universi, creati sempre a casa dei miei nonni, erano principalmente di due tipi:
  1. a torre: ovviamente le torri non erano troppo alte, anche perché io non potevo, e non posso, arrivare chissà dove, ma mi davano molta soddisfazione; erano universi delicati, infatti, dovevo prestare attenzione al posizionamento di ogni pezzo, ogni errore poteva vanificare il mio lavoro, il crollo era sempre imminente: una folata di vento, una porta sbattuta, ogni cosa poteva portare alla distruzione; e se la torre cadeva, e accadeva sempre, non era una tragedia, ma lo spunto per un nuovo inizio, l'inizio di una nuova torre che, grazie all'esperienza della precedente sarebbe stata sicuramente più stabile e più alta (sempre considerando i miei limiti fisici);
  2. di facciata: una sorta di quinta teatrale senza spessore, solitamente simmetrica, che si espandeva allo stesso modo in altezza e in larghezza, e presentava aperture più o meno grandi, come delle finestre sull'altrove, da lì si poteva vedere oltre l'universo. Questo tipo di universi erano quelli creati facendo attenzione alle proporzioni, alle forme e ai colori: dovevano esistere per un solo momento, stare fermi lì, perfetti, come in attesa di una foto, per poi essere distrutti con una rapidità e consapevolezza che non ho più avuto nella mia vita.
Insomma è anche per colpa di questi giochi ora sono quello che sono, forse non è proprio normale che un bambino passi le sue giornate a costruire qualcosa che ha il solo scopo di finire, di essere distrutto, ma mi divertivo. Ovviamente questo era un gioco da fare da soli: sono sempre stato uno che sta bene da solo, l'unica solitudine che un po' mi spaventa è questa.

E voi a cosa giocavate?

*con mandala non intendo la voce del verbo mandare, ma quei disegni temporanei fatti di sabbia che, secondo i buddhisti, rappresentano l'universo, la caducità delle cose e il rapporto dicotomico distruzione/creazione, praticamente intendo questo.

giovedì 25 novembre 2010

la fine dell'infanzia

Arriva un momento nella vita di tutti, in cui ci si rende improvvisamente conto della fine di un'era; per me è accaduto ieri. Fino a ieri pensavo che i personaggi che mi avevano accompagnato sin da bambino fossero immortali, ma ho scoperto che non è così, e l'ho scoperto nel modo peggiore: leggendo questo e questo, ho scoperto che la vita media di un suricato è di 12 anni e quella di un facocero di 16 anni; cosa c'entra con la fine dell'infanzia? Se non fosse chiaro Timon e Pumbaa appartenevano proprio a queste due specie, la loro comparsa risale al 1994, quindi, facendo due calcoli, a quest'ora sono morti.
Non riesco a immaginare gli ultimi anni di vita del povero facocero, quanta tristezza deve averlo accompagnato in seguito alla scomparsa dell'amico di sempre.

Per me un'era si è conclusa ieri, mi piace ricordarli così:


Il loro messaggio mi ha segnato profondamente e sono certo che la loro filosofia di vita mi accompagnerà per sempre, volevo semplicemente ringraziarli.

Da ieri è iniziata una nuova fase della mia vita, i loro insegnamenti mi hanno guidato fino a qui, spero di poter diventare per qualcuno quello che loro sono stati per me.


Hakuna matata a tutti!

PS: questo post era necessario per riportare il blog ad un livello di inutilità ragionevole.

martedì 23 novembre 2010

it gets better


Girando per il web, sono incappato nel video qui sopra, uno dei tanti video del progetto it gets better. Non ne avevo mai visto uno, e confesso che la mia speranza era di trovare un corto della Pixar, il messaggio trasmesso è un messaggio importante, un messaggio che nessuno dovrebbe ignorare, ma la cosa che mi ha colpito di più l'ho trovata alla fine del video:
if you are considering suicide or need help,
call the Trevor Project now.

letto il messaggio mi sono trovato a voler visitare questo sito, ho dato un'occhiata e ho scoperto, nella sezione "dear Trevor", che il problema è estremamente diffuso, e riguarda ragazzi e ragazze giovanissimi; pensare che persone così giovani possano trovarsi ad affrontare difficoltà (apparentemente) insormontabili, per colpa dei comportamenti altrui, non è facile da accettare, pensare che una sola frase, potrebbe portare alla fine della vita di qualcuno mi spaventa, ma ancora di più mi spaventa il fatto che certe frasi, certi atteggiamenti, certi comportamenti sbagliati, che dovrebbero essere sempre evitati e condannati, oggi sono estremamente diffusi, talmente tanto che ormai appaiono "normali", delle semplici battute, degli scherzi... ma non lo sono, per qualcuno non lo sono affatto.

Probabilmente anche io ho detto o fatto cose sbagliate e mi dispiace; spesso prendo con leggerezza le mie stesse parole, pensando che anche gli altri facciano altrettanto, ma non è sempre così.
Voglio essere più attento e voglio riuscire a far capire anche agli altri quello che penso, vorrei poter essere utile, perché non si può uccidere qualcuno per leggerezza e nessuno può pensare di non essere, almeno in parte, colpevole della situazione attuale.
Forse ho ferito qualcuno, forse no, purtroppo nemmeno me ne rendo conto, ma sono sicuro che potevo e posso fare qualcosa di meglio.

Sono sicuro che andrà meglio, ma vorrei che questo cambiamento arrivasse velocemente, vorrei che nessuno si possa sentire più abbandonato e solo.
Vorrei poter essere d'aiuto a qualcuno.
La mia speranza è di non dover mai più sentire storie come questa, per ora, nel mio piccolo, cercherò di fare il massimo.
I want to C.A.R.E.

lunedì 22 novembre 2010

segnali sconosciuti

A volte capita di imbattersi in qualcosa che ha un significato nascosto: messaggi da interpretare, segni da riconoscere, che potrebbero cambiarci la vita.

Ebbene, credo che questa notte mi sia accaduto qualcosa del genere.
Quello che sembrerebbe un semplice elemento atto ad illuminare una stanza, si è rivelato essere il mio messaggero, ma ancora non sono riuscito ad interpretare il significato del suo parlare nascosto.

Cercherò di descrivere la scena con precisione, sebbene, tant'era pien di sonno a quel punto, che neanche io sono molto convinto di quello che sto per scrivere.

Stavo dormendo, come ogni notte (a volte anche ogni giorno), quando senza alcun motivo apparente mi sveglio e mi ritrovo a guardare il soffitto; proprio in quel momento mi accorgo che è apparso, come in una visione, il segnale.
La luce blu della spia della TV (che ha all'incirca la stessa potenza di quella di un faro) trasforma completamente lo spazio che la circonda, e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, il "lampadario" (forse non lo definirei proprio così, ma adesso non mi viene la parola esatta) diventa improvvisamente un punto esclamativo.
Cosa significa questo "!"? Sarà un avviso o si tratta semplicemente di un gioco di ombre? La comparsa di questo simbolo è del tutto casuale? La somiglianza con il cartello stradale "altri pericoli" è una coincidenza? Perché non compare un pannello integrativo che spieghi la natura del pericolo che potrei correre?

A queste domande probabilmente potrà rispondere solo il tempo, in attesa che arrivi vi lascio una citazione:

Solo coincidenze? Noi di Voyager pensiamo di no.
Roberto Giacobbo
PS: grazie ancora a Vince Symo per l'aiuto con la firma.

deregulation o sugli sforzi inutili

Mi sono reso conto di essermi, in parte inconsapevolmente, imposto di scrivere qualcosa almeno una volta al giorno, questo mi ha fatto capire che devo smettere di darmi regole assurde da rispettare a tutti i costi, e devo iniziare il più presto possibile.
Naturalmente non posso eliminare da un momento all'altro tutte le mie regole inutili, devo fare le cose con una certa gradualità, quindi, come primo gesto simbolico, ho deciso che oggi domenica 21 novembre 2010, data in cui sto scrivendo questo post, non pubblicherò alcunché.
Se un uomo libero cava un occhio ad un altro uomo libero, gli si dovrà cavare un occhio.

Se un uomo libero cava un occhio ad un uomo povero, pagherà una tassa.

Se un uomo libero farà cadere un dente ad un uomo libero, si farà cadere il suo dente.

Se un uomo libero farà cadere un dente ad uno schiavo, pagherà una multa.

Se una casa crolla e muore il padrone, sarà messo a morte colui che l’ha costruita. Se muore il figlio del padrone, sarà messo a morte il figlio del costruttore.

Leggi a caso dal codice di Hammurabi.
Dal punto di vista dell'assurdità le mie regole sono spesso simili a quelle di Hammurabi; praticamente mi sento un po' babilonese, la mia vita è zeppa di norme assurde, solamente che quelle babilonesi non erano leggi ad personam, come le mie, e oltretutto non erano autoimposte.

PS: E se non avere regole fosse la mia ennesima regola insensata?
PPS: è passata la mezzanotte da 12 minuti, è ufficialmente il 22 novembre 2010, quindi posso postare.

Bert (che spera di imparare a modificare i modelli dei post)

sabato 20 novembre 2010

in mediA stat virtus [?]

Oggi, uscendo dal mio account di flickr, mi sono ritrovato nell'home page di yahoo dove è comparsa questa notizia, che mi ha fatto riflettere un po'.

Prima di tutto mi sono chiesto cosa avrei fatto al posto di David Tally?
Probabilmente, se fossi stato io, con una casa e una famiglia alle spalle, avrei agito come lui (anche perché mi capita spesso di perdere qualunque cosa, quindi capisco come ci si sente), ma se fossi stato proprio lui non credo di conoscere quale sarebbe stata la mia reazione. Avrebbe vinto l'istinto di sopravvivenza o il senso di colpa? Mistero (come direbbero Enrico Ruggeri e Raz Degan).

La seconda riflessione deriva dall'apparente inutilità* della notizia, e riguarda in generale, la mia percezione in merito all'informazione fornita da TG e TV.

In base alla mia esperienza da spettatore, mi sono subito chiesto quanto sia corretto dividere il tempo che dovrebbe essere dedicato all'informazione in questo** modo:
  • 70% cronaca nera (cercando di trattare i fatti, come se si stesse raccontando un film dell'orrore);
  • 29% politica. Ovviamente non si sentirà mai parlare di azioni concrete in questi servizi, ma solo di frasi pronunciate da Tizio o risposte di Caio a Sempronio (quando queste affermazioni non provengono dalla mente di Capitan Ovvio, risultano essere più o meno di questo tipo);
  • 1% il resto.
Quali sono le notizie che "meritano" di essere comunicate, e chi lo stabilisce?

Qualcuno potrebbe dire che siano gli ascolti a comandare tutto il meccanismo, ma, se l'Auditel riesce a rappresentare la realtà di chi guarda la TV (e questo, secondo me, è tutto da dimostrare), alla fine dovremmo essere noi spettatori a decretare il successo di una trasmissione. È veramente così?

Faccio un esempio pratico:
nell'ultimo periodo si parla sempre, dovunque e comunque di un solo "caso" (e lo definisco semplicemente "caso", perché non voglio usare quel nome per farmi trovare dai motori di ricerca, e comunque penso sia chiaro cosa intendo), tralasciando il fatto che spesso non c'è alcuna informazione, ma l'argomento si deve trattare, perché è la notizia del momento, mi domando come posso esprimere il mio punto di vista, come posso far capire che, arrivati a questo punto, credo sia meglio attendere e fare un po' di silenzio?
L'unico modo per esprimere il mio pensiero sarebbe cambiare canale, ma il "caso" monopolizza quasi tutte le trasmissioni di "informazione", quindi le mie alternative si riducono a:
  • guardare il GF (o simili), che non credo abbia a che fare con l'informazione ed equivale, più o meno, a "spegnere il cervello" (e con questo intendo "cercare una distrazione, non pensare");
  • spegnere la TV.
In entrambi i casi il mio comportamento non cambierebbe la situazione, perché non faccio parte del campione rappresentativo (mi pare giusto, effettivamente non sono molto rappresentativo).

Forse sono io, ma in questi mesi monopolizzati dal "caso", ci sono state notizie che mi hanno colpito e spaventato molto di più, specialmente quelle relative ai nuovi sviluppi legati alla storia di queste due Persone, che proprio comuni non definirei (purtroppo).

In sintesi le mie domande di oggi sono:
  1. Chi sceglie quali sono le notizie "importanti" da rendere note?
  2. Perché i delitti più efferati vengono trattati come delle sitcom?
  3. Lo scopo dell'informazione è quello di far conoscere cosa accade intorno a noi, portare alla luce fatti nascosti (che ledono l'interesse comune) o soddisfare un insano istinto voyeuristico?
  4. Chi realizza tutti i plastici di Bruno Vespa?
  5. Gli organi di informazione rappresentano lo stato del Paese?
  6. È sensato pensare che un TG possa trasmettere anche un qualche tipo di valori?
PS: mi rendo conto che il post è molto poco lineare e alcune domande poco chiare, ma la poca chiarezza rispecchia totalmente il mio pensiero su questo argomento.
PPS: il titolo del post è stato ispirato da una citazione, opportunamente storpiata da me, che cammina qui di lato.

* ammessa e non concessa l'inutilità del bene.
** il concetto espresso qui non vale per Studio Aperto, che divide il suo tempo in parti uguali tra gente seminuda e servizi assurdi (tipo ufo e simili).

 
Bert

venerdì 19 novembre 2010

de potentia restitutiva

Alcune persone sono entrate nella mia vita senza che me ne accorgessi; senza fare troppo rumore sono riuscite a regalarmi molto. Spero che, con i loro modi silenziosi, decidano di fermarsi, ma temo che possano scomparire da un momento all'altro.

Ho paura di non saperle trattenere in alcun modo.

Come si può aiutare qualcuno senza conoscere il problema che sta affrontando?
Vorrei stare vicino a questa persona, ma, per come sono fatto, questo mi riesce estremamente difficile, ho il terrore che la mia presenza possa essere troppo ingombrante, o comunque non di aiuto. Per ora ho provato a cercare un punto di contatto, un momento e uno spazio più raccolti per cercare di parlare, ma soprattutto di ascoltare.
Basterà ascoltare?
Vorrei poter restituire quello che, forse inconsapevolmente, questa persona mi ha dato, perché sento che è il momento di farlo, perché voglio farlo... ma non trovo il modo, e questo mi spaventa, mi riempie di dubbi sul futuro: se non riesco ad essere presente in un momento di necessità, a cosa servo? A cosa serve fare nuove amicizie, se non riesco a superare adesso questa barriera? Voglio essere una persona su cui contare, non solo uno con cui stare bene nei periodi felici.

La mia domanda è questa: come si restituisce il bene che si riceve?

Bert

giovedì 18 novembre 2010

Q.B. test

A tutti gli amanti dei test (?, 13 gennaio 1582 - Bratislava, 6 agosto 2032)

Il Q.B. test misura il coefficiente di Bertialità (o Bertinenza), valori troppo alti potrebbero indicare gravi malattie del sistema nervoso.
Questo test è stato scientificamente testato (si può testare un test?) da una task force composta dai ricercatori Mellin, quelli della Infasil e tutti i pubblicitari che, nella storia della TV, hanno inventato almeno una pubblicità per un qualche assorbente, insomma le migliori menti del mondo.
I risultati potrebbero essere difficili da accettare per i più deboli di stomaco, quindi, sconsiglio caldamente il test a tutti quelli che stanno leggendo (questo perché la task force mi ha consigliato di usare la psicologia inversa), tutti quelli che non sono qui in questo momento possono fare tranquillamente il test.

Andiamo a cominciare:

01 - Quale scegli?

A) Britney Spears
B) Florence Foster Jenkins
C) Iva Zanicchi
D) Nina Simone

02 - E tra queste?

A) Gabriella Ferri
B) Édith Piaf
C) Una pentola
D) Valeria Marini & Simona Ventura

03 - E tra questi?

A) J. S. Bach - Concerto per clavicembalo n. 5 in fa, largo
B) F. Chopin - Notturno op. 32 n. 1 in Si Maggiore
C) C. Debussy - Clair de lune
D) G. Gershwin - Rapsodia in blue

04 - E tra questi animali?

A) Pulcinella di mare
B) Un cane a scelta
C) Bue muschiato
D) Pomodori verdi fritti alla fermata del treno

05 - E tra queste canzoni?*

A) Lambada romana
B) Pens' semp' a iss'
C) Porka mazurka
D) Bellissima

06 - Qualcuno, convinto della loro esistenza, parla di fantasmi. Tu:

A) Ti rifiuti di continuare ad ascoltare
B) Pensi: "Questo c'è o ci fa?", ma fingi di seguire il discorso
C) Ti improvvisi Roberto Giacobbo e spieghi che i fantasmi in realtà sono dei Maya extraterrestri iperevoluti che vivevano in Egitto nel V millennio a.C.
D) Anche l'occhio vuole la sua parte

07 - Vedi un pulsante con sopra scritto "NON PREMERE", tu:

A) Lo premi immediatamente
B) Non sai leggere, quindi lo premi
C) Ripensi a questo
D) Non lo premi

08 - Devi organizzare una vacanza con i tuoi amici, la tua reazione è:

A) Decido tutto da solo, se vogliono venire bene, altrimenti... peggio per loro
B) Sono la disorganizzazione fatta persona, ma se proprio devo posso provarci (che ansia, speriamo che non abbiano troppe pretese)
C) Nononononononononononono... io non sono proprio in grado, fate voi, anzi fatemi sapere a cose già fatte, tanto per me va bene tutto
D) Questo

09 - Oggi dovresti ricominciare a fare un qualche tipo di sport, tu:

A) Cerchi qualcuno che venga con te, in modo che ti obblighi ad andarci anche le volte successive
B) Pensi: "Ma oggi non faccio in tempo, ricomincio lunedì!"
C) Non ho mai smesso di fare sport, e i risultati si vedono
D) Sport?

10 - Inizia a piovere e hai un ombrello in mano:

A) Lo apri, ma solo quando sei già completamente bagnato
B) Lo apri, ma riesci comunque a bagnarti di più della signora senza ombrello vicino a te
C) Lo vorresti aprire, ma è rotto
D) Non lo apri, sarebbe troppo faticoso

11 - Ti propongono un test, tu:

A) Rispondi a tutte le domande con sincerità
B) Se te lo propone Bert cerchi di non farlo
C) Leggi i profili e rispondi in modo che il tuo risultato sia corrisponda a quello che ti piace di più
D) Rispondi, ma menti spudoratamente al test e a te stesso

Punteggi:
domanda 01: A=2; B=4; C=1; D=3 - domanda 02: A=3; B=2; C=1; D=4 - domanda 03: A=3; B=3; C=3; D=3 - domanda 04: A=2; B=1; C=3; D=4 - domanda 05: A=4; B=3; C=2; D=1 - domanda 06: A=2; B=1; C=3; D=4 - domanda 07: A=3; B=1; C=4; D=2 - domanda 08: A=1; B=2; C=3; D=4 - domanda 09: A=2; B=3; C=1; D=4 - domanda 10: A=1; B=4; C=2; D=3 - domanda 11: A=1; B=2; C=3; D=4

PROFILI:

  • fino a 19 punti: che dire, sei il mio mito, probabilmente hai dei seri problemi mentali, ma chi non ne ha? Continua così, sei veramente unico, qualcuno direbbe "per fortuna", ma non io, e questo sia chiaro.
  • da 20 a 28 punti: il test ti reputa una persona normale, io sinceramente non ci credo. Il fatto che stai leggendo i risultati del test, significa che probabilmente l'hai fatto, e questo non depone a favore della tua normalità. E tu che leggi, ma non hai risposto alle domande... non stai meglio! Stai comunque leggendo, e non è un buon segno, sappilo; la guarigione inizia con l'accettazione del problema.
  • da 29 a 37 punti: purtroppo per te sei Bert, o, se non sei lui, non stai bene, ma per niente! Ti consigliamo di contattare immediatamente un esperto. Se te lo stai chiedendo, con "esperto" non intendiamo "il gestore del negozio di caramelle più vicino a casa tua".
  • oltre 38 punti: il consiglio che possiamo dare a chi arriva a questo livello... non c'è. Non esiste rimedio per una situazione del genere, qualcuno direbbe "per fortuna", e questa volta quel qualcuno sarei io.

*Nota per Pollywantsacracker: beata te che non senti!

Bert

mercoledì 17 novembre 2010

ode all'odio

È arrivato anche per me il momento di parlare di un argomento piuttosto spinoso, qualcosa che ha generato centinaia di discussioni e ipotesi: i Puffi.

Per dimostrare quanto questo argomento sia controverso basterà leggere qui o guardare il video qui sotto.


Stabilita la necessità, e l'urgenza, di esprimere la mia opinione in merito, vado ad esporla.

Il concetto fondamentale che mi preme chiarire è che secondo me i puffi, tutti i puffi, si ritrovano, loro malgrado, ad essere schiavi di un personaggio. Nessun puffo è libero, sin dalla loro nascita si sono dovuti comportare in un certo modo, hanno avuto l'obbligo di fare un lavoro ben preciso, senza possibilità di scelta.

Nomen omen, è questa la tragedia dei puffi, altro che Gargamella.

E se Golosone fosse stato diabetico, Pigrone insonne e Burlone depresso cronico? Quale sarebbe stata la loro sorte? Costretti a recitare un ruolo diametralmente opposto al loro reale essere, sarebbero sicuramente durati poco, a meno che Grande Puffo non ci abbia nascosto da sempre una rupe Puffea o, peggio ancora un monte Puffgeto. Eugenetica? È questo ciò di cui Grande Puffo si occupa nella sua casa/fungo/laboratorio? È lui che costringe i suoi piccoli puffi a questa vita?
Le risposte a queste domande rimarranno nascoste nell'ombra creata da quel despota barbuto, ma sono certo che la rivolta al suo regime di terrore è già iniziata, grazie al coraggio di un piccolo essere bluastro.

In generale i puffi sono inconsapevoli della loro situazione, e la accettano di buon grado; tutti tranne uno: Brontolone.
Brontolone è l'unico che dimostra segni di ribellione, lui, come impone il suo personaggio, odia tutto e tutti, proprio per questo si è reso conto della situazione tragica in cui si trova il giorno in cui ha detto:

-Io odio odiare!

queste tre semplici parole gli hanno aperto gli occhi, da quel giorno la sua consapevolezza è aumentata esponenzialmente, così come la sua tristezza.
Brontolone è un puffo illuminato, ma intrappolato in uno schema talmente rigido da impedirgli ogni movimento; ogni suo concittadino prende le sue lamentele come tipiche del suo ruolo, in realtà quella è l'unica strada che Brontolone ha per cercare di diffondere la sua idea, un'idea di libertà.

Spesso il nostro eroe, tornato nel suo fungo dopo una lunga giornata passata ad odiare, sogna un mondo diverso, un mondo in cui ogni puffo può comportarsi come vuole, un mondo in cui Puffetta può andare in giro in tuta, senza che Sciccoso sia costretto a commentare il suo abbigliamento, un mondo in cui Golosone possa mettersi a dieta e Forzuto smettere di pomparsi di steroidi.

La battaglia per la libertà di Brontolone è ancora lunga, ma in cuor suo è fiducioso, e spera che un giorno non sarà più il solo a poter dire:

"Io odio odiare!"
Brontolone
PS: anche se probabilmente non si dovrebbe chiedere, spero in un commento di Leti... se vuoi... giusto per poterti dare un qualche tipo di benvenuto.

Bert

martedì 16 novembre 2010

casa nuova, vita nuova [?]

Posso dire di essere quasi a pezzi?
Mentre aspetto che qualcuno risponda lo dico.

Paragonando la giornata di ieri a quella di oggi, posso affermare tranquillamente che sono state l'una l'opposto dell'altra. Ieri avevo un sacco di programmi e non ho fatto niente; oggi, che pensavo fosse una giornata tranquilla, ho finito (o quasi) il trasloco. Partendo per Berlino l'avevo completamente abbandonato, sperando di ritrovare magicamente tutto nella mia nuova stanza... evidentemente questo non sarebbe mai accaduto.

Oggi, approfittando dei momenti in cui smetteva di piovere, in preda ad una insolita follia (di solito la mia follia non favorisce affatto l'attività fisica), ce l'ho fatta, ho quasi traslocato.
Stasera dormirò per la prima volta sotto questo soffitto semisconosciuto, vicino alla parete verde che vi ho presentato qui.

Un primo cambiamento è stato portato a termine, adesso devo "solo" continuare su questa strada, sperando di riuscire a raggiungere anche gli altri obbiettivi che mi sono posto in questo periodo (ovviamente spero anche che siano gli obbiettivi giusti... non è mai divertente rendersi conto di aver mirato al punto sbagliato sin dall'inizio).

PS: probabilmente è stata la fatica, ma credo di aver ricevuto il dono delle lingue, infatti, mentre trascinavo le ultime cose fuori dalla vecchia casa, mi sono ritrovato a canticchiare in sanscrito. Mi sento molto generoso, voglio condividere il dono che ho ricevuto, perciò vi lascio questo elenco, che sicuramente risulterà molto utile in svariate occasioni.

Bert

lunedì 15 novembre 2010

AAA motivatore/fashion victim cercasi

E quando riesco a dimenticarmi di certi problemi, eccoli che puntualmente si ripresentano.
Ieri mi hanno messo di fronte alla dura realtà: è tempo di rinnovare un po' il mio guardaroba.
Premetto che "io odio" nell'ordine:
    
    Bert mentre fa shopping
  1. andare in giro per negozi,
  2. provare vestiti;
  3. cercare tra un milione di scarpe, per me tutte uguali, quelle "che mi piacciono", per poi scoprire che il mio numero non c'è o che, grazie ai miei piedi piattissimi, il dolore che mi provocano è pressappoco mortale;
  4. riscoprire con dolore di essere veramente basso quando mi misuro un paio qualunque di pantaloni;
  5. farmi convincere a comprare qualcosa dalla disperazione, dalla necessità e dall'incessante "e questo ti piace?".
 
per favore non mandatemi loro due

Insomma ho quasi la certezza di dover ripiombare in una tremenda giornata di shopping forzato, e non so se avrò la forza di affrontare un avvenimento del genere, proprio per questo ho un assoluto bisogno di un/una motivatore/fashion victim che mi motivi, consigli e costringa.
È una richiesta d'aiuto seria, se ci fosse qualche volontario lo dica ora o... anche tra un po', tanto, prima o poi, mi ricapiterà (che incubo).
Accetto anche proposte e consigli via web, forse se partissi con le idee un po' più chiare del solito, la situazione potrebbe rivelarsi meno tragica.

Aspettando vostre notizie cerco di rendere questa giornata un po' meno inutile di quanto lo sia stata fino ad ora*.

*oggi non ho concluso niente, anche se avevo fatto un sacco di progetti, oltretutto ho una sensazione non buona, come se sia successo, o stia per succedere, qualcosa di non troppo bello... non mi era mai capitato di sentirmi così. Spero di sbagliarmi.

Bert

domenica 14 novembre 2010

genetliaci

Visto che da circa due ore è il giorno del compleanno di mia sorella (di cui forse un giorno vi parlerò meglio) direi

BUON COMPLEANNO!


Probabilmente, anzi, quasi sicuramente, non leggerà mai questo post, anche perché non sa del blog; non lo sa nessuno, a parte chi sta leggendo o ha letto qualcosa, questo è ovvio, intendo nessuno che mi conosca "dal vivo"... per ora.

PS: la scelta di Marylin non è del tutto casuale, fosse stato per me avrei voluto lui, ma il compleanno non è il mio.

Bert

sabato 13 novembre 2010

mancanze

Alcune cose che ho letto ultimamente mi hanno fatto riflettere.
Sono arrivato a capire che i legami che stabilisco con qualcuno diventano più chiari nei momenti di assenza, piuttosto che in quelli di vicinanza; il distacco e la lontananza forniscono una visione più chiara di ogni cosa.

Quali sono le persone che mi mancano?
A chi manco quando non ci sono?
Chi mi cerca?
Chi vorrei cercare?
Da chi vorrei essere cercato?

Da queste domande ho capito che ho sempre voluto essere uno di quelli non indispensabili, una di quelle persone che si possono anche non cercare. Probabilmente mi comporto così proprio per la paura che nessuno venga a cercarmi; ho sempre creato una distanza di sicurezza, per non essere colpito direttamente, o almeno per non essere visto quando il colpo arrivava, perché arrivava sempre.

Devo cambiare anche in questo, e ho deciso di iniziare da oggi, perché, a volte, queste assenze sono troppo lunghe, più lunghe di quanto si possa immaginare, e, in quei casi, quello che si perde vale molto più del rischio di essere colpiti.
To fill a Gap
Insert the Thing that caused it -
Block it up
With Other - and 'twill yawn the more -
You cannot solder an Abyss
With Air.
Emily Dickinson [J546 (1862)/F647 (1863)]
A quanto pare devo provare direttamente per capire, e ci metto anche un bel po'.
Ringrazio chi mi ha permesso di comprendere qualcosa in più.

Bert (che lentamente cerca di imparare)

venerdì 12 novembre 2010

buonanotte

Probabilmente è il momento adatto per un post semplice ma efficace, che possa omaggiare uno dei miti della mia infanzia (e di quella di molti miei coetanei e corregionali), l'unica, ineguagliabile, inossidabile (è ancora identica a 20 anni fa), con fondo spesso 1 cm

Sonia!

E quale modo migliore se non postare la sua temibile canzone della buonanotte?
Credo nessuno, quindi eccola:


Una breve presentazione per chi è stato bambino in una zona non coperta dal segnale di Super 3:

Sonia è la un essere mitologico, figlia illegittima di Ridge Forrester e Mnemosine, alcuni studiosi collocano la sua nascita all'inizio del V sec. a.C.; poiché il suo aspetto è rimasto invariato sin dal giorno della sua nascita, viene sempre rappresentata come una donna riccia e occhialuta dall'età indefinita.
La leggenda narra che S. venne abbandonata dai genitori, alla tenera età di 35 anni, di fronte all'ingresso di un'emittente televisiva laziale, dove, grazie alla fama del padre, riuscì a conquistare il suo "angolo delle chiacchiere".
Da quel momento per Sonia la strada è in discesa: fama, premi internazionali, sconti dal macellaio... tutto quello che aveva sempre desiderato, infatti stava sognando.
Il suo programma divenne così famoso da costringerla a incidere la nota "Canzone della buonanotte", che viene ancora oggi trasmessa ogni giorno intorno alle 21.00, ora in cui Bert solitamente ancora deve (e all'epoca doveva) cenare. Questa strana scelta di orari scombussolò la mente di migliaia di bambini che, non capendo il motivo per il quale la buonanotte dovesse arrivare prima di cena, iniziarono a soffrire di combustioni spontanee croniche.

Visto che ho la schiena a pezzi e questa sedia (che oltretutto minaccia di rompersi da giorni) non mi aiuta

buonanotte.

Per evitare combustioni spontanee croniche indesiderate, questo post viene pubblicato ad un orario più consono ad una buonanotte. Bert declina ogni responsabilità per lesioni o danni qualunque causati dal video postato.

Bert

giovedì 11 novembre 2010

nuovi incontri

Primo post dalla mia nuova camera, dopo un po' di attesa, finalmente, la lucetta che si trova sul mio modem, sotto la scritta ADSL, è diventata verde fissa.

qualcosa tipo quel verde (forse)
Visto che sono qui, vi presento la mia camera, lei è una tipa legnosa, chiara, grezza, un po' acida (una parete è verde prato/acido), e anche un po' vuota, fatta eccezione per due mensole riempite di libri e dvd. Descritta così sembrerebbe una da tenere alla larga, ma mi sono appena accorto che dalla sua unica piccola finestra entra un sacco di luce, o almeno adesso è così, e questo mi piace.

Non la conosco ancora bene, ma a prima vista mi sta piuttosto simpatica.

Bert

mercoledì 10 novembre 2010

scoop scoop scoop

Se siete dei paparazzi e stasera vi trovate nei pressi del teatro Sistina, preparate le vostre macchine fotografiche, perché potreste imbattervi in Bert, che stasera va a vedere insiema a due zii, un cugino e una sorella a scelta (la scelta è ridotta, perché ne ha una) questo.

usate quest'immagine come riferimento per capire cosa accadrà stasera,
immaginate il contrario, e avrete un'idea della realtà
Andando sul sito del teatro ho visto che il 3 maggio inizierà uno spettacolo che vede come protagonista Marisa Laurito, e qui arriva lo scoop, nonché la mia ammissione di un doloroso segreto: da piccolo mi piaceva tantissimo Marisa Laurito, e non solo come persona, proprio fisicamente, pensate sia normale?
Probabilmente adesso avete capito da dove vengono tutte le mie turbe psichiche. E se vi dicessi che ancora adesso mi piace molto (per fortuna ora intendo come persona e artista)?
E mo l'ho detto, per favore non giudicatemi... ^_^


PS: ho anche trovato un video perfetto con tanto di Mia Martini (sempre eccezionale) e un altro Bert!

Bert

de amicitia

Ho notato che sono diventato amico di pollywantsacracker (metto il link per sfoggiare le mie capacità tecniche, anche se siamo all'incirca in 4 e credo che la "conosciamo" tutti), sicuramente mi fa piacere, ma non capisco come si diventa amico di qualcuno, e in questo momento parlo proprio del lato tecnico, non riesco a trovare il modo per farlo, il bello è che potrei anche esserci già riuscito senza essermene nemmeno accorto...

A parte le mie incapacità tecniche, questo accadimento mi ha costretto a riflettere sul mio modo di fare amicizia, e mi sono reso conto che dovrei migliorarmi un po'.

Il Bert, durante i primi incontri con qualcuno, si comporta solitamente in due modi:
  1. Bert si dimostra disponibile, aperto, parla di qualunque cosa, ride e scherza. Di solito il Bert socievole parla con una persona con cui si ritrova a condividere un'esperienza, solitamente qualcosa di stressante. Alcune leggende tibetane narrano che una volta Bert, in fila per sostenere un esame, abbia parlato con una ragazza per circa 12 ore ininterrottamente, presentandosi solo alla fine del loro incontro, il loro primo e ultimo incontro.*
  2. il Bert, inserito in un gruppo sconosciuto, cerca di rimanere al margine del gruppo stesso, parla con le persone che conosce e non interviene spesso nelle discussioni comuni, almeno fino a quando non sia completata la sua fase di studio; questo comportamento fa apparire Bert come una persona mediamente socievole, che ogni tanto fa qualche battuta, tanto per ricordare al mondo della sua esistenza. Terminata la fase di studio, che di solito ha la durata del primo incontro, se Bert dovesse partecipare ad un secondo incontro con lo stesso gruppo, ormai studiato, il suo comportamento si modifica notevolmente, infatti, diventa una sorta di animale rumoroso e logorroico, che esprime un parere su quasi tutto, parere che spesso contrasta con quello degli altri (a volte per puro spirito di contraddizione).
*Se doveste imbattervi in un Bert socievole, e avete voglia di incontrarlo nuovamente, ricordatevi di chiedere il suo numero di telefono, perché lui non chiederà mai il vostro, giacché pensa sempre di essere troppo invadente.
Riportata questa attenta analisi, fornitaci da un noto etologo, possiamo dire che il Bert ai primi incontri cerca sempre e comunque di nascondersi dietro alle parole, usandone troppe o troppo poche. Conoscere il Bert è piuttosto complesso, visto che neanche lui si conosce molto, richiede tempo e impegno. Il Bert è sempre impaurito di fronte a qualcosa di nuovo e di solito trova un modo per scappare, ma chi è abbastanza paziente da rincorrerlo per un po', potrà conquistarlo totalmente, sebbene lui non lo dirà mai.

I miei problemi fondamentali in pratica sono questi: non riesco a dire molte delle cose che so con certezza essere vere (almeno per me); non so creare una conversazione totalmente sincera con qualcuno, soprattutto con le persone che sento di stimare; ho sempre paura di "disturbare", e per questo molte volte perdo i contatti con chi non vorrei mai perdere.

Queste sono le cose che sto cercando di cambiare di me, anche se ho paura che potrei fidarmi troppo di persone "sbagliate" (di nuovo). Devo imparare ad affrontare questo rischio.
Non posso e non voglio più perdere delle occasioni.

Bibliografia:
Konrad Bert Lorenz (2010), I Bert sono animali di sentimento, Bertlandia.

PS: mi sento un miscuglio tra una volpe e una rosa, vorrei essere un Principe, ma spesso faccio il pellicano (o quasi).

PPS: ritornare a casa e doversi fare le scale a piedi, perché stanno aggiustando l'ascensore, 0,00 € con MasterCard.
Salire le scale accompagnato da questa, fischiettata dell'ascensorista, non ha prezzo.

Bert

martedì 9 novembre 2010

troppo attraente [ma solo per la persona sbagliata]

Voglio raccontarvi la cosa che mi spaventa di più, ma per farlo dobbiamo tornare indietro di qualche anno, per la precisione... non mi ricordo, facciamo 6 anni (tanto voi che ne sapete quando è successo); facendo un rapido calcolo devo riportarvi alla memoria il non troppo lontano 2004.
Il 2004, per chi usasse tipi di datazioni differenti dalla mia, è stato l'anno in cui Masini vinse il Festival di Sanremo, la RAI compì 50 anni, nacquero i dARI e Facebook, venne trasmessa l'ultima puntata di Friends, si sciolsero i Ragazzi Italiani, Simon & Garfunkel e le Lollipop, furono proiettati per la prima volta sul grande schermo The Aviator e Ferro 3 - La casa vuota, mentre sui piccoli schermi dei PC imperversava 1 Night in Paris e, soprattutto, l'anno in cui morì la grande Giuni Russo.

l'ho conosciuta tardi e mi manca

Insomma credo sia chiaro cosa intendo per 2004.


------*da qui in poi siamo nel 2004*------

Possibile? Forse mi sbaglio, ma ho la netta sensazione che qualcuno sia interessato a me, proprio a me: basso, senza un filo di muscolo, logorroico, a tratti paranoico, che vuole dimostrare una sicurezza pressoché inesistente. Mi pare strano. Beh, sarebbe una bella cosa, se non fosse per un "piccolo" problema: a me quel qualcuno non piace per niente, e non parlo del semplice aspetto fisico (anche se devo ammettere che non è proprio il mio ideale), ma anche, e soprattutto, del resto. Spero fortemente di essermi sbagliato.
Un invito a cena, a casa sua... ha invitato tutto il gruppo dei nostri amici... ma sì, ci vado!
Tutto a posto, per fortuna mi ero sbagliato, è una cena come tante altre. Aspetta un attimo, si avvicina, che vorrà?
Mi chiede di uscire un attimo fuori, e che cacchio! Che mi invento?
Devo andare, non ho scelta.

Lo sapevo non mi ero sbagliato.

È piuttosto freddo fuori, e io mi trovo nella situazione più spiacevole che mi sia mai capitata: devo riuscire a spiegare bene che i miei sentimenti non sono uguali ai suoi, anzi, sono totalmente diversi, ma non posso essere troppo diretto (non come al solito, insomma), anche perché facciamo parte dello stesso gruppo di amici e non voglio creare situazioni irrisolte o, ancora peggio, qualche lite.
Alla fine me la cavo parlando di transfert (insomma uso parole a caso), e dicendo che in realtà l'oggetto dei suoi sentimenti era un altro tizio... effettivamente è quello che penso, e sono quasi convincente, scende qualche lacrima, per fortuna non ho il cuore (almeno così dicono) e le lacrime non mi strappano parole di cui mi sarei potuto pentire.
------*fine del 2004*------


Dopo un po' siamo tornati ai nostri normali rapporti. Fino a poco tempo fa.
Ultimamente mi pare di intuire che la stessa situazione, con la stessa persona, potrebbe ripetersi, e questo mi spaventa, è la mia paura più grande, che mi invento stavolta? Devo smettere di uscire con loro per riuscire a liberarmi di questa palla al piede? O è meglio fare finta di niente fino a quando non ci sarà una qualche svolta? Il fatto è che ho sentito discorsi riguardanti segnali che io avrei dato, di cui non mi sono mai reso conto, e questo mi infastidisce molto, perché mi costringe a controllare ogni azione, ogni parola, ogni gesto; una situazione insostenibile!

Mi rendo conto che non è proprio carino parlare così di una persona "innamorata", ma non riesco a preoccuparmi dei sentimenti altrui, soprattutto se non capisco neanche bene me stesso: io sono quello che è tutto tranne che attraente, quello che di solito diventa l'amico, non il "fidanzato", quello che non sa assolutamente come comportarsi quando prova attrazione, figuriamoci quando deve rifiutare (per la seconda volta) qualcuno.

Insomma qual è la strada migliore? Fare finta di niente o isolarmi dal gruppo (anche se, devo ammettere, che il "distacco" non sarebbe poi così tragico)?

PS: 1, 2, 3, 4 credo che meritino un ascolto, almeno per curiosità.

Bert (un po' più confuso del solito)

lunedì 8 novembre 2010

un giorno di pioggia

Non so come mai ma oggi mi sento particolarmente allegro, non c'è alcun motivo: non ho ancora finito il trasloco (l'ho un po' abbandonato), dovrei studiare, il cielo è di un grigio noiosissimo e piove; eppure sono allegro, ma veramente un bel po'.

Stamattina ho scoperto che la mia macchina, che ricordavo essere nera, era diventata gialla, ricoperta quasi totalmente di polline (oltretutto non capisco quale pianta possa essere così pazza da andare in giro ad impollinare una macchina in questa stagione, è proprio vero che non esistono più le stagioni di una volta), ho trovato la mia macchina mascherata da ape molto simpatica, e mi sono messo a ridere, in mezzo alla strada, da solo... forse sono sembrato matto, ma tanto capita più volte al giorno, quindi non ormai non ci faccio caso.

Un'altra cosa che mi ha messo allegria è aver parlato con persone che non sentivo da un bel po', e adesso so che presto ci rivedremo, e anche con una persona che non sentivo da molto poco, ma già mi mancava; ah, oggi un mio mezzo cugino compie ben 2 anni, e anche questo mette allegria.

 
Insomma se per oggi vi serve un po' di allegria, chiedetela a me, ne ho veramente tanta.
Come diceva Pollon:
Sembra talco ma non è,
serve a darti l'allegria!
Se la mangi o la respiri,
ti dà subito l'allegria!
PS: Cercando un'immagine adatta ho trovato altra allegria gratuita in questo interessante post di quasi un anno fa. Meditate gente, meditate!
 
PPS: non seguite alla lettera le parole di Pollon, non dovete mangiarmi per avere un po' di allegria.

Bert

domenica 7 novembre 2010

che poeta! [sì, col punto esclamativo]

Alberi gialli
freddo vento intorno a noi.
È felicità?
Eccolo, il primo 俳句 (haiku) della mia vita.
Diciamo che fa un po' schifo, anzi, molto schifo, quasi cag*re (mi autocensuro per non degenerare)... a proposito di questo, ecco a voi il mio secondo haiku:

Tre prugne secche
ti sogno California.
Non mi servono.


Devo ammettere che il mio talento nello scrivere haiku è superato solo dalla mia raffinata ricerca di metafore; comunque questi tentativi mi hanno divertito.
Voi avete mai provato?

Bert

sabato 6 novembre 2010

inno all'incapacità

Tra le numerose locandine affisse sui muri di Berlino, non ho potuto non notare quella di un spettacolo teatrale intitolato Glorious!; leggendo le poche righe che descrivevano lo spettacolo ho incontrato due delle quattro parole in tedesco che conosco e un nome che mi sembrava familiare: Florence Foster Jenkins; mettendo insieme quegli elementi, mi torna in mente un vago ricordo, infatti, avevo già sentito parlare di questa donna passata alla storia per il suo modo "inusuale" di affrontare la lirica; non avendo mai sentito una sua interpretazioni, incuriosito da questa coincidenza, mi metto a cercare e, al primo tentativo fatto su youtube, trovo ben 4 risultati diversi, un brano mi colpisce in particolare, mi colpisce a tal punto che devo farvelo conoscere.
Mi raccomando ascoltatelo attentamente.



Ovviamente, dopo l'ascolto, non ho potuto fare a meno di ridere (qui una versione meno inusuale).
Personalmente penso che questa donna sia stata un genio del marketing (e del male), una grande intrattenitrice e, forse, una grande illusa, un'illusa talmente testarda da riuscire a passare alla storia.

Passato il divertimento mi sono chiesto quanto siano importanti il talento, l'impegno e la passione per imporre la propria visione, infatti, sono convinto questa donna mettesse una grande passione e un impegno mastodontico nella sua carriera di cantante, ma aveva una carenza eccessiva di talento, almeno per quanto riguarda il canto lirico.

Non avendo mai apprezzato chi basa tutta la propria esistenza sul puro e semplice talento, mi sono chiesto se sia più giusto innalzare al livello dell'eccellenza la mediocrità di chi si impegna (sebbene si sappia dall'inizio che non raggiungerà mai un alto livello), o mandare avanti il puro talento, perché è una merce rara da salvaguardare.
Guardando la nostra TV mi rendo conto che l'esaltazione dell'incapacità regna sovrana, e non mi riferisco al programma di nonsoquanteore di Silvia Toffanin o alle Del Noce girls, che a quanto pare devono per forza andare in onda, no, io parlo di cotto e mangiato, la rubrica di Studio aperto dedicata alla cucina.

Benedetta Parodi incontra Fantaghirò
 A volte mi domando quanto possa essere credibile una giornalista, che non riesce a tagliare un pezzo di pane senza amputarsi una mano, spesso vestita da Barbie serata di gala nel dare consigli di cucina, inoltre non so spiegarmi quel gesto finale, perché quel dito in ogni piatto? Significa forse "mangiato"? Non so darmi una risposta.

In ogni caso per me quel programma inguardabile è diventato un must: come solo Florence Foster Jenkins con la lirica prima di lei, Benedetta Parodi ha sconvolto il mondo della cucina, grazie al punto di vista totalmente improbabile e improponibile che caratterizza la sua rubrica.

In conclusione non posso fare altro che apprezzare chi, come lei, vede le cose in modo strano e insolito (anche perché fortunatamente è improbabile che mi inviti a mangiare a casa sua), il talento deve essere sicuramente salvaguardato, ma ognuno di noi deve impegnarsi per trovare la propria strada, con un po' di fantasia (e molto impegno) si possono raggiungere traguardi inaspettati.

Bert


senilità 2 o sulle intolleranze

No, non parlo nuovamente di capelli bianchi, e nemmeno di intolleranze alimentari, ma del fatto che la mia recente convivenza forzata mi ha portato a dovermi scontrare con la la mia parte intollerante.
Questa esperienza mi ha fatto riscoprire che alcune cose mi mettono a disagio:
  1. il disordine;
  2. le invasioni del mio spazio;
  3. chi ti mette nella condizione di non poter scegliere;
  4. i ritardi.
Probabilmente dovrei essere più rilassato, perché, a quanto pare, questo è quello che ci si aspetta da chi ha la mia età; forse devo convincermi di volere essere "normale", ma non credo ci riuscirò. Questo mi fa percepire, ancora una volta, quanta distanza c'è tra me e la mia età anagrafica.

Mi piacerebbe trovare qualcuno qualcuno che non capisca cosa ci sia di divertente nell'andare in un locale dove ti fanno ascoltare musica che non ti piace, con un volume tale da non permetterti di sentire neanche la tua voce, circondato da persone apparentemente molto simili tra loro, che mandano giù alcool in una sorta di gara "a chi resiste di più". Credo che ci sia qualcuno che la pensi come me, e, forse, ho anche conosciuto qualche esemplare di questa specie, ma nessuno che fosse mio coetaneo.

Mi sento sempre di più un vecchio nel corpo di un venticinquenne (quasiventiseienne) che sembra il corpo di un diciottenne (quando mi va bene), e credo di essere piuttosto confuso da questo.
Vincent van Gogh (1890), I bevitori o le quattro età dell'uomo
[voglio andare a vedere la mostra al Vittoriano]
Il fatto è che, guardando i miei coetanei, mi sento proprio anziano: non sopporto la ricerca obbligata del "divertimento", non sopporto che tutti si debbano divertire allo stesso modo, non sopporto il contatto fisico ad ogni costo, non sopporto il dover essere belli, non sopporto chi ti chiede "come stai" e non ascolta la tua risposta, non sopporto chi non si interessa, non sopporto chi parla per sentito dire, non sopporto chi parla credendo di saperla lunga, non sopporto chi si vanta, non sopporto l'inconsapevolezza e la mancanza di curiosità e non ammetto l'accettazione passiva e assoluta di un modello di comportamento unico per tutti.

Molti pensano che io sia strano, ma io credo di non poter essere più normale di così, non posso smettere di imparare cose inutili, di osservare i comportamenti di chi ho intorno, di cercare di capire le persone che ritengo interessanti, di non comunicare apertamente quello che penso e provo, di dire frasi a vanvera solo perché per qualche motivo mi vengono in mente, di cantare canzoni vecchissime camminando per strada, di apprezzare cose che altri credono pallose, di cercare collegamenti insoliti tra le cose. Non posso smettere di essere me, ogni giorno io sono io, e non è detto che da domani io non possa diventare qualcos'altro rispetto all'io di oggi, resta il fatto che sarò sempre me stesso (anche perché le poche volte che ho cercato di essere "normale" il mio disagio era troppo evidente).

In sintesi credo di essere molto vecchio dentro, piuttosto giovane fuori e assai confuso intorno.

PS: vista la "grande richiesta" sono ritornato ai post non lineari

Bert

venerdì 5 novembre 2010

Rückkehr

Sono appena tornato, e sono leggermente stanco.
Per chi se lo fosse chiesto, il detto potrebbe essere un po' veritiero, infatti, il tempo non è stato dei migliori, ma alla fine sono stato bene, sì, proprio bene, e Berlino mi piace un sacco!
Vi saluto, non sono in grado di scrivere niente di sensato...

CIAO!!!

Bert

giovedì 4 novembre 2010

forse sono qui


Secondo voi dove sono?
Si accettano scommesse (ovviamente potrei essere anche in un posto che non compare tra le immagini qui sopra).
Quando torno vi dico dove ero/sono/sarò in questo momento, sempre se riesco a ricordamelo; il premio per chi indovina... non lo so, probabilmente niente, ma chi può dirlo?

Bert

mercoledì 3 novembre 2010

leccapost

Visto che potrebbe essere imbarazzante, approfitto della mia assenza per far pubblicare in automatico questo metapost in cui mi sembra di leccare un po'.
Qualche giorno fa (mi sembra sia passata una vita) mi sono ritrovato da queste parti con la voglia di descrivere il mio stato d'animo, che non era proprio dei migliori, ed è venuto fuori questo:
Sono per strada, cammino in mezzo alla folla. Ho un dubbio.
Ma dove sto andando? E quando ho imboccato questa strada?
Non lo ricordo, mi sembra di esserci caduto: è come se camminassi da sempre in un senso unico infinito, ma ogni strada ha un inizio e io non ricordo il mio.
Sono veramente così diverso dalla persona che ha imboccato questa strada da non riconoscerla più? Se fosse semplicemente il primo contatto con la realtà?
Eppure sapevo che era questa la strada giusta per me, era la mia, camminavo al mio passo, ma la direzione era certa, mi illudevo?
Probabilmente è il momento meno adatto, ma voglio fermarmi, ho bisogno di guardarmi intorno per vedere se c'è qualcuno fermo, qualcuno come me. Ho bisogno di qualcuno da guardare negli occhi, ho bisogno di occhi che riflettano le stesse cose che riflettono i miei, ma soprattutto aspetto qualcuno che mi costringa a farmi conoscere.
Rimango qui, in mezzo alla strada, attendo...
Rileggendo quello che avevo scritto ho trovato tutto troppo deprimente, e ho deciso di non pubblicarlo.
Adesso credo di essere ancora su quella strada, mi sto guardando intorno, ma non sento più quell'ansia e quella paura che mi avevano ispirato. Probabilmente il semplice fatto di scrivere come mi sentivo mi ha aiutato, ma la cosa più sorprendente, e inaspettata, è che mentre mi guardavo intorno ho notato che qualcuno c'è, qualcuno che non conosco affatto, ma in cui vedo chiaramente qualcosa di famigliare.

Quindi grazie anche a voi, per esserci e per il vostro tempismo perfetto.
sì, intendo voi "lettori fissi"

Bert