domenica 31 ottobre 2010

banalità

L'altra sera stavo guardando Julie & Julia, il film è abbastanza carino, e comunque lei mi piace sempre.
Questo film mi ha fatto capire che non sono tanto paranoico quanto pensavo, infatti, le reazioni della protagonista ai primi momenti di vita del suo blog, al primo commento e il suo sentire una sorta di legame con i suoi "lettori", mi hanno tranquillizzato. Pensavo di essere l'unico al mondo ad essersi posto il problema dell'utilità di un blog in cui si parla di sé, ma quando ho scoperto che le mie reazioni sono state talmente banali da essere le stesse di un personaggio di un film, ho fatto scendere il mio livello di allarme pazzia da rosso a giallo... mi sono dovuto ricredere, pensavo di essere sulla buona strada per una clinica psichiatrica, ma sembra sia ancora presto, manifesto ancora qualche comportamento "normale" (fortunatamente?).
 
Allego un comodo folliometro quasi funzionante (la zona verde è rotta, ma tanto io non la uso mai).
La scala utilizzata per la misurazione della follia è la scala standardizzata Bert, ogni spicchio del folliometro equivale a mezzo Bert, un Bert vale esattamente il 215,37% della follia presente in una persona sana di mente.

 PS: siccome su un altro canale stava per iniziare Notorious, non ho visto il finale di Julie & Julia... se qualcuno l'ha visto mi dice come finisce?

Bert

2 commenti:

  1. Un Blog secondo me dev'essere innanzitutto un luogo dove poter esprimere liberamente il proprio pensiero, diciamo una sorta di lettino per la psicoanalisi.

    Leggere i commenti dei "lettori" è interessante perchè ti aiutano a comprendere se quello che pensi, quello che fai è condiviso oppure viene criticato e darti così modo di analizzare il fatto da un altro punto di vista che prima non avevi considerato.

    Metti due foto tue fighe, magari in coppia con un altro figo/a, racconta le tue storie alla Maria de Filippi e il tuo share si impennerà. Sono del parere che un blog "personale" non serve a fare share, ma esso rappresenta un aiuto a raccontarsi e a parlare dei propri sentimenti, che magari non si riescono ad esprimere davanti ad una persona o che non si riesce a trovare una persona disposta ad ascoltarli.

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  2. sono sempre più convinto che il detto "pochi ma buoni" sia uno dei miei motti (probabilmente ho scritto un'altra banalità, ma io e le frasi fatte siamo una cosa sola)

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